Bene il Governo: Manovra, il governo chiederà la fiducia - Fitto: «Nessun incontro con le Regioni»

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L'orientamento emerso dopo l'incontro Berlusconi-Tremonti. Marcegaglia soddisfatta: «Accolte le nostre richieste»

Il Pd: «totale irresponsabilità». L'idv: «Un provvedimento che non vuole nessuno»

Manovra, il governo chiederà la fiducia
Fitto: «Nessun incontro con le Regioni»
 

L'orientamento emerso dopo l'incontro Berlusconi-Tremonti. Marcegaglia soddisfatta: «Accolte le nostre richieste»

MILANO - Il governo blinda la manovra e annuncia il proprio orientamento a chiedere la fiducia. La decisione emerge dopo l'incontro tra Silvio Berlusconi e Giulio Tremonti. Il premier e il ministro dell'Economia «hanno preso atto del buon lavoro finora sviluppato in Parlamento - si legge in una nota ufficiale di Palazzo Chigi - e hanno valutato tutti i miglioramenti proposti e realizzabili, fermo il vincolo dell'invarianza dei saldi». Alla fine, Berlusconi ha deciso di mettere il sigillo al provvedimento per motivi di calendario ma anche, in buona sostanza, per chiuderla con le polemiche arrivate in questi giorni da molte categorie e da diversi fronti. «Il presidente del Consiglio - si legge ancora nella nota - valutati i tempi per la conversione, considerando che il bene comune non è fatto dalla somma dei pur legittimi interessi particolari, sotto la sua responsabilità e nell'interesse del Paese, ha ritenuto di orientare il governo verso la richiesta di fiducia al Parlamento». Dopo le dimissioni di Brancher, è un'altra mossa del «ghe pensi mi» annunciato dal Cavaliere al suo ritorno dagli impegni a Toronto, in Brasile e a Panama. L'esame della manovra da parte dell'aula del Senato comincerà mercoledì mattina.

L'OPPOSIZIONE - Immediata la reazione del Pd. «La fiducia è una scelta di totale irresponsabilità - attacca il segretario democratico, Pier Luigi Bersani. - Ognuno vede che questa manovra va radicalmente cambiata. Il Pd ha presentato proposte alternative che non mutano i saldi. L'esigenza di Berlusconi di ammanettare la propria maggioranza sta mettendo il Paese sempre più nei guai». Duro anche il commento dell'Idv: «Berlusconi, come tutti i dittatori, si è chiuso nel suo bunker - afferma in una nota il presidente dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro - e impone il voto di fiducia su un provvedimento che non vuole nessuno: né i lavoratori, né i sindacati, né le imprese, né gli insegnanti, né le Forze dell'Ordine, né i magistrati né tutte quelle categorie che vengono vessate, bastonate e penalizzate da queste norme inique».

MARCEGAGLIA - Intanto, però, l'esecutivo incassa l'apprezzamento di Confindustria. È il presidente degli industriali, Emma Marcegaglia, ad annunciare che «il governo ha accolto le nostre richieste» (Confindustria, insieme a Confcommercio, artigiani ed esercenti, aveva chiesto di rivedere la normativa fiscale contenuta nella manovra). «Proprio qualche minuto fa ero al telefono con il ministro Tremonti e il presidente Berlusconi e penso di poter dire che le nostre richieste sono state accolte» dichiara la Marcegaglia. Il numero uno di Confindustria ricorda, in particolare, che l'associazione aveva «espresso alcune perplessità sui temi fiscali e sul problema dell'articolo 45, che riguarda le rinnovabili». Ora, quindi, «dovremo andare verso la soluzione dei problemi che avevamo sollevato».

LETTA - L'apertura del governo sarebbe arrivata al termine di quella che Gianni Letta definisce «una giornata calda, non solo meteorologicamente». Il sottosegretario alla Presidenza del consiglio, durante il saluto alla premiazione dell'azienda Ferrero da parte del ministero degli Esteri, parla di «una manovra difficile che impone sacrifici e rinunce e i maledetti tagli che nessuno vuole».

REGIONI - Tra l'altro, resta aperto il fronte con le Regioni. Il presidente della Conferenza Stato-Regioni, Vasco Errani, ribadisce la sua «fortissima preoccupazione» per i contenuti della manovra economica per la quale ha chiesto un incontro rapido con Tremonti e Berlusconi. Incontro che, secondo alcune indiscrezioni circolate in serata, avrebbe dovuto tenersi martedì. Ma è il ministro per gli Affari regionali, Raffaele Fitto, a smentire tutto: «non è previsto alcun incontro a Palazzo Chigi con le Regioni» assicura. Lo stesso Errani conferma: «Le Regioni non sono state convocate» dal governo.

 

Redazione online
05 luglio 2010(ultima modifica: 06 luglio 2010)

 

luigi il grande (non verificato)