Sergio Caneschi, vittima della caccia alle streghe dipietrista

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xx-m.talbain

Un vecchio articolo del Foglio...

Il caso Caneschi

Non l'ha mai conosciuto, eppure durante tutta la lunga conversazione con Il Foglio lo chiama per nome, "Sergio", come se si trattasse di un caro amico, di un compagno di scuola. "Sergio" è Sergio Caneschi, il primario di neurochirurgia del Fatebenefratelli di Milano, prima accusato, poi messo in carcere dai magistrati di Mani pulite e, infine, prosciolto post mortem da un Tribunale. Giancarlo Lehner, giornalista, storico e polemista, non lo ha mai conosciuto, o meglio, l'ha conosciuto, e a fondo, ma solo quando l'incredibile "Caso Caneschi" si è chiuso. Sì, "Caso Caneschi", perché di caso si tratta, come altri episodi di ordinaria ingiustizia rappresentano la metafora del "caso Italia" e della cosiddetta rivoluzione giudiziaria di questi anni. Lehner ha voluto raccontare la storia di questo stimato chirurgo toscano che, per trentasette anni, ha curato centinaia di persone a Milano e riscosso riconoscimenti in tutto il mondo. Negli ultimi otto mesi della sua vita, però, è diventato un mostro, un ladro, addirittura un killer. "Franz Kafka è un autore verista - dice Lehner - rispetto a quanto è successo a Sergio. Nel 'Processo' ci sono tutte le distorsioni e i paradossi della giustizia ingiusta, ma la visione kafkiana non arriva alle vette del caso Caneschi. Basta raccontare che cosa gli hanno fatto quando è stato operato". Lehner lo ha fatto, lo ha raccontato, scrivendo un libro, (Il Caso Sergio Caneschi - 118 pagine - Mondadori - 26 mila lire), che ripercorre tutte le tappe della storia, a cominciare dall'incredibile vicenda dell'operazione.
Dopo alcuni giorni di carcere, a Sergio Caneschi vengono concessi gli arresti domiciliari per gravi motivi di salute. Il diabete è impietoso e gli viene diagnosticato un tumore. Caneschi ottiene un permesso di 48 ore per sottoporsi a una visita oncologica. Il medico decide di operarlo d'urgenza. Nel giro di poche ore gli asportano un polmone, e l'indomani, mentre sul lettino d'ospedale attende dolorante il decorso post operatorio, il gip Andrea Padalino, su richiesta del pm Elio Ramondini, gli notifica la revoca degli arresti domiciliari. Per tentata evasione. Caneschi era colpevole di non essere rientrato a casa alla scadenza del permesso. I magistrati spiegarono quel provvedimento così "Ha dato prova di una disinvolta e perniciosa attitudine all'inosservanza dei provvedimenti restrittivi che lo riguardano. La sua condotta improntata a un censurabile disprezzo per le prescrizioni imposte, comporta necessariamente una restrizione degli spazi a disposizione di Caneschi al fine di prevenire la commissione di ulteriori violazioni delle suddette prescrizioni". Qualche mese dopo, morendo, il "disprezzo per prescrizioni imposte" di Caneschi è stato totale.
Lehner, incuriosito dalla storia di questo personaggio che i giornali dipingevano come un serial killer, si è messo sulle tracce dei suoi pazienti, della sua famiglia e delle carte processuali, spinto dalle parole del ministro della Giustizia Filippo Mancuso e dagli articoli di denuncia del Giornale. Ha condotto, come si dice, un'inchiesta giornalistica. "All'inizio non avevo un'idea chiara, vai a sapere, mi dicevo, nel mare magnum di Tangentopoli se questo è innocente". L'impatto con la famiglia è stato difficile, appena Lehner si è presentato hanno pensato "Oddio, un altro giornalista, sarà come quelli che hanno distrutto la nostra vita". Si è talmente immedesimato in "Sergio", al punto da scrivere il libro in prima persona, dove la prima persona non è chi racconta la storia, cioè Lehner, ma il personaggio principale della storia stessa, l'imputato-vittima Caneschi. Il primario è stato arrestato il 16 maggio 1994. Secondo l'accusa aveva convinto, istituendo addirittura "un sistema", numerosi pazienti facoltosi a scegliere di farsi operare in una clinica privata anziché nella struttura pubblica. "Lo inchiodava", scrissero i giornali in quei giorni, la testimonianza di un suo stretto collaboratore, Giovanni Migliaccio, arrestato una quarantina di giorni prima con la stessa accusa che ha portato poi Caneschi a San Vittore. "Migliaccio - fa notare Lehner - rimase circa un mese in carcere, poi a un certo punto ha cambiato avvocati e strategia e si è messo a parlare. Con il risultato che è uscito dal carcere e il suo posto è stato preso da Sergio, lui è stato reintegrato nell'organico del Fatebenefratelli e Sergio si è ammalato, è stato sospeso dal suo ospedale e, infine, è morto". Lehner, in fondo, non ce l'ha con Migliaccio, e tiene a precisarlo "Il suo è un comportamento nella logica della barbarie culturale e giuridica in cui siamo caduti se si esce dal carcere solo se coinvolgi altre persone, e ancora più velocemente se chiami in causa 'un pezzo grosso', addirittura il medico della moglie di Bettino Craxi, non condanno chi agisce in questo modo". Il suo atto d'accusa, prima che contro lo strapotere delle procure italiane, e in particolare quella di Milano, è un violento sfogo contro la degenerazione giustizialista e forcaiola del circo mediatico. "Caneschi - denuncia Lehner - è stato ammazzato in primis dai mass media mettetevi nei panni di chi per quasi quaranta anni fa il chirurgo e improvvisamente poi scopre sui giornali di essere diventato un killer. L'ultimo esempio risale a qualche giorno fa. Il Messaggero ha scritto che è morto di cancro dopo un arresto per bustarelle e che era proprietario di alcuni terreni. Ma quali bustarelle?, quali terreni? Neanche di fronte alla morte smettono di gettare fango e sputare su Sergio". Nessuno si è domandato com'era possibile sostenere l'accusa di aver dirottato pazienti in una struttura privata, quando è dimostrato che Caneschi ha eseguito non più di uno o due interventi l'anno fuori dall'ospedale pubblico. Senza dimenticare che non è stato trovato neanche un paziente che sostenesse l'accusa. "La sciatteria di alcuni giornalisti e i loro rapporti con i pm - continua Lehner - lo ha trasformato in un mostro. Sentite che cosa hanno scritto 'Era chiamato il dottor killer. Troppi morti nel reparto del professor Caneschi. 71 decessi solo nel 1993. Un dato agghiacciante', come se li avesse uccisi lui, vi rendete conto?. Oppure 'Sergio Caneschi, o del ribrezzo', e ancora 'Il Vampiro', 'ripugnanti maneggi', 'storie da raccapriccio' e così via. Quando gli è stata contestata l'evasione, poi, c'è stato chi non ha citato nemmeno l'operazione al polmone". La vera accusa, continua Lehner, il vero fatto criminoso è che "Sergio era il medico, addirittura personale, di Anna Craxi". L'altra accusa, formale, poi caduta, era di truffa ai danni dello Stato nella vicenda del nuovo Sieroterapico di Milano, "peccato però che nessuno si era accorto che quell'affare l'aveva condotto e controfirmato il ministero del Lavoro". Tutte le volte che i legali di Caneschi ricorrevano, con successo, al Tribunale della Libertà, la procura e il gip emettevano un nuovo ordine di custodia cautelare a distanza di poche ore. Nuovi elementi "inchiodavano" Caneschi? No, era sempre la stessa deposizione di Migliaccio a metterlo nei guai. "Quello stesso Migliaccio che, dopo la confessione, riesce ad ottenere una pena a un anno e otto mesi, calibrata in modo da poter essere reintegrato al Fatebenefratelli. Quello stesso Migliaccio le cui deposizioni sono state definite dal Tribunale della Libertà 'oggettivamente connotate da rancore'", commenta Lehner. Nel libro si fa cenno a un particolare del secondo ordine d'arresto notato dal legale di Caneschi, Paolo Siniscalchi Appare evidente - scrive l'avvocato - che "il gip ha inserito alcune modifiche nello stesso 'file' su cui era stato scritto il provvedimento precedente". Lehner invita a leggere quel provvedimento stilato da Andrea Padalino "Gli episodi contestati al Caneschi - che, sotto un profilo etico prima ancora che giuridico, sono suscettibili di urtare anche il livello più basso di sensibilità umana (...) in considerazione della turpitudine di ordine morale ... della pervicacia con cui è stato perseguito l'obiettivo criminale, denotano in capo all'indagato una notevole pericolosità e una non comune capacità a delinquere (...) una lunga militanza criminale che abbia determinato una assoluta indifferenza verso i principi del vivere civile". Una specie di trattatello sociologico più che un dettagliato ordine di cattura che "soppesi indizi e prove raccolte, in base a una equilibrata e oggettiva diagnosi del castello probatorio". "Il linguaggio è la spia di tutto", aggiunge Lehner. Ma spesso il linguaggio di chi racconta la storia di Caneschi non piace al gip Padalino, che provvede a querelare tutti, anche Il Foglio. Il caso Caneschi si è concluso con la morte di "Sergio". Il 27 agosto 1996 ha archiviato il procedimento disciplinare a carico di Ramondini e Padalino. "E il primo ottobre 1996 - è l'ultima frase del libro - il gip Paparella ha necessariamente disposto l'archiviazione per sopravvenuta morte del reo, come richiesto dal pm il primo dicembre 1995". E il "caso Caneschi" è chiuso. Lehner, e il suo libro, cercano di riaprirlo. A futura memoria. Ma chissà, si chiedeva Leonardo Sciascia, "se la memoria avrà un futuro".

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Nessuno fermera' mai nemmeno certi corrotti immondi .. un sacco di cose continueranno ..

g.sacconi (non verificato)

Purtroppo le riforme della magistratura non basteranno.
Nessuno fermerà mai certi mastini abbagliati dalle
luci della ribalta.
E le luci della ribalta non sono solo le telecamere,
ma anche tutti i Travaglio & Co.(quelli delle monetine).
La memoria? Quella degli italiani si è bloccata alle prime notizie, alle manette.
Nessuno si è mai interessato allo sviluppo di quelle vicende.
E le assoluzioni sono viste come una conclusione "all'italiana".

r.scaruffi (non verificato)

quote
DEI CONSIGLI
Un guerriero sa che i suoi migliori maestri sono le persone con cui condivide il quotidiano.
Chiedere un consiglio è pericoloso. Dare un consiglio è molto rischioso. Quando lui ha bisogno di aiuto, cerca di vedere come gli amici risolvono – o non risolvono – i loro problemi.
Quando ha bisogno di ispirazione, legge sulle labbra del vicino le parole che il suo angelo custode vuole dirgli.
Quando ha bisogno di consolazione o riposo, non cerca rifugio in sogni con donne e uomini lontani. Si accorge che l'amore gli è accanto, e ne gode con piacere - e senza colpa.
Un guerriero sa che la stella più lontana dell'Universo si manifesta nel mondo che lo circonda.

xx-m.talbain (non verificato)

Cmq sono d'accordo, la riforma Tortora per la responsabilità (civile) dei magistrati è la modifica più importante da fare all'attuale situazione giuridica italiana.

Iscritto dal: 14/10/2000
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La responsabilita' della magistratura del famoso referendum peraltro da me votato dove fini'? mangiata e cacata da tutti i goverrni a seguire .... compreso ahimé anche da quello Berlusconi che a parte cirami e salva reti ben poco ha fatto ..
l'unica cosa che puo' limitare queste cose é tale responsabilita' che sia nel danneggiare innocenti che nell' indolenza verso colpevoli (ci si chieda parma che ha fatto per 10 anni quando panebainco imperava) .. la separazione delle carriere .. e altro che coi famosi referendum radicali definiti comunisti dalla destra e fascisti dalla sinistra avrebbe iniziato a prendere forma ..