(da Il Velino)
Le incomprensioni tra la Russia e la Nato, dovute in particolare all’invasione della Georgia nel 2008, sembrano destinate ad essere superate. Lo ha fatto intendere il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, che oggi ha raggiunto Corfù – su invito del segretario generale Jaap De Hoop Scheffer - per il vertice dei 28 ministri degli Esteri dell’Alleanza Atlantica. Un summit al quale partecipa anche l’omologo russo Sergei Lavrov. Dmitry Medvedev “mi ha dato mandato di rappresentare a nome della Federazione russa la volontà assoluta di riprendere una totale collaborazione con la Nato” ha annunciato Berlusconi riferendosi a un telefonata di circa 30 minuti con il presidente russo. Un Cavaliere che in questo blitz istituzionale in Grecia, che sulle prime aveva sorpreso anche la diplomazia italiana, ha voluto “ristabilire lo spirito di Pratica di Mare del 2002” per “dare ulteriore impulso alla collaborazione Nato e Russia”. Un Berlusconi che sente – e si spiega anche così la sua presenza nell’isola greca - “la responsabilità dell’organizzazione in Italia del G8”.
Roma, 7 lug (Velino) Daniele Capezzone
Anche tra i sostenitori più convinti di Silvio Berlusconi, il rapporto con la Russia aveva rappresentato e rappresenta un punto obiettivamente delicato. Le caratteristiche anomale di quella che ha ancora tanti aspetti di “democratura”; la durezza della repressione in Cecenia; gli aspetti discutibili delle ultime campagne elettorali: sono solo alcuni dei profili di oggettiva lontananza dai modelli occidentali delle scelte di governo di Mosca.
Eppure, Berlusconi, da Pratica di Mare in poi, ha scommesso sul possibile superamento di un clima da guerra fredda, spendendosi in modo coraggioso e non avendo timore di muoversi controcorrente. E, in particolare negli ultimi mesi, fermo restando il suo filo diretto con Putin, non ha esitato a dire - in pubblico e in privato - che con Medvedev e Obama potesse aprirsi una pagina nuova.
Ora, quelle speranze trovano un radicamento concreto: l’accordo di ieri tra il presidente russo e il suo collega americano ha un rilievo - dagli armamenti all’Afghanistan - paragonabile alla prima intesa tra Reagan e Gorbaciov.
Naturalmente, sbaglierebbero coloro che pretendessero di attribuire a Berlusconi meriti esclusivi. Ma sbaglierebbero anche di più coloro che dovessero negare qualunque rilievo dell’azione condotta in questi anni dal nostro Premier. Anzi, proprio chi vorrà essere credibile nella critica a Berlusconi, farebbe bene a riconoscergli di aver saputo scegliere un posizionamento certo difficile e non privo di rischi, ma lungimirante e carico di potenzialità per il ruolo geostrategico dell’Italia.
E' stato Marco Pannella ad affossare i 20 referendum rifiutandone l'accorpamento elettorale con le amministrative e la conseguente garanzia di quorum.
quest' intervento è riuscito veramente male. Madonna mia che contorcimenti !. I contorcimenti in difesa possono essere scusati, ma in attacco fanno pensare a una incoercibile voluptas servendi...
Io lo trovo invece un buon intervento: "accostare" la Russia mentre gli USA stavano a guardare ("Pratica di Mare 1°"), per un liberale, non poteva essere matera "indolore".... servivano larghezza di vedute, saldi propositi, fermi/forti convincimenti.
Berlusconi ha dimostrato di possedere quelle doti ed è riuscito in ciò che altri avrebbero inevitabilmente fallito.
Riconoscerglielo è doveroso.
E' stato Marco Pannella ad affossare i 20 referendum rifiutandone l'accorpamento elettorale con le amministrative e la conseguente garanzia di quorum.
A parte le differenze che ho segnalato, i due pezzi sono identici e sono entrambi di oggi. Cambia solo la divisione in capoversi.
Sul blog di Punzi c'è il pezzo in versione normale, sul "Velino" in versione berlusconizzata.
Sono semplicemente due articoli diversi: uno scritto per una agenzia di stampa e l'altro scritto per il blog personale.
Pur sapendo che tu non l'avresti capito, evidentemente l'autore ha ritenuto di doverli scrivere comunque.... ovviamente non sono in contraddizione, ma approfondiscono sfaccettature diverse.
Perchè anzichè leggerli i giornali non te li fai spiegare da qualcuno ?
E' stato Marco Pannella ad affossare i 20 referendum rifiutandone l'accorpamento elettorale con le amministrative e la conseguente garanzia di quorum.
Quel pezzo di Federico Punzi compare anche nel suo blog, ma con qualche differenza tutt'altro che trascurabile. Sul blog l'articolo è intitolato "Obama-Medvedev, prove di disgelo" e manca tutto il primo capoverso dedicato a Berlusconi, che dunque è citato una sola volta.
Ecco come inizia il post sul blog:
"E' evidente che se i rapporti tra Usa e Russia dovessero peggiorare, come alcuni commentatori prevedono nel prossimo futuro (anche il sottoscritto, a meno di cedimenti di Obama), la posizione italiana rischierebbe di entrare in affanno, alla luce del ruolo di mediatore del quale si è sempre sentito investito Berlusconi, affettivamente legato alla bella pagina di Pratica di Mare 2002. Se Usa e Russia si allontanano, saranno sempre meno opportuni i suoi slanci filo-russi e saranno più difficili da far digerire ai nostri alleati gli affari energetici con Mosca. Un rischio «spaccata» per l'Italia, l'abbiamo definito qualche post fa. Tuttavia, alla vigilia di questa visita del presidente Obama a Mosca, entrambe le parti sembrano interessate, e impegnate, a volgere al meglio i loro rapporti, anche se su molti temi le aspettative ancora divergono."
Ciò che ho messo in grassetto nel "Velino" non c'è. Insomma, prima di pubblicare il pezzo sul "Velino" Federico Punzi ha trasformato Berlusconi da comparsa a protagonista e ha tolto le critiche che gli ha fatto sul suo blog.
Tutto da leggere questo articolo di Federico Punzi:
Il vertice Obama-Medvedev, il ruolo di Berlusconi
Al termine dell’ultimo vertice bilaterale italo-russo, Berlusconi si era detto “sicuro” che tra Obama e Medvedev ci sarebbero stati “rapporti aperti e amichevoli” e aveva promesso che avrebbe messo a disposizione tutta la sua esperienza per “unire” i presidenti delle due superpotenze, “affinché i rapporti si sviluppino al meglio”. Alla vigilia della visita del presidente Obama a Mosca sembrano esserci tutti i presupposti perché gli auspici del Cavaliere si realizzino. Il presidente del Consiglio si è speso sempre molto per favorire i buoni rapporti tra Stati Uniti e Russia. Ma dall’accordo di Pratica di Mare, nel 2002, ad oggi, molte cose sono accadute e le tensioni sono riaffiorate. Berlusconi però non ha rinunciato al ruolo di mediatore del quale si sente investito e si è presentato a sorpresa all’ultimo vertice Nato-Russia, a Corfù, per portare il messaggio di apertura di Medvedev. “C’era bisogno, poiché sono il presidente del G8, che un capo di governo fosse qui a manifestare la volontà di tutti i paesi, e segnatamente della Federazione russa, di riprendere totalmente la collaborazione”. Così il premier giustificava la sua presenza, unico capo di governo, ad una riunione a livello di ministri degli Esteri. “Ho parlato mezz’ora al telefono con Medvedev - riferiva ai giornalisti - e mi ha detto di rappresentare anche a nome della Federazione russa, la volontà assoluta di riprendere una totale collaborazione con i paesi della Nato e riprendere lo spirito di Pratica di Mare”.
È evidente che se i rapporti tra Usa e Russia dovessero peggiorare, come alcuni commentatori prevedono nel prossimo futuro, nonostante il bottone di “reset” offerto dal segretario di Stato Hillary Clinton a Mosca, la posizione italiana rischierebbe di entrare in affanno. Tuttavia, alla vigilia di questa visita del presidente americano a Mosca, entrambe le parti sembrano interessate, e impegnate, a volgere al meglio i loro rapporti, anche se su molti temi le aspettative ancora divergono. Nella sua prima intervista ai media russi, anticipata oggi dall’agenzia Itar-Tass, il presidente Obama conferma la sua volontà di dialogare “alla pari” con la Russia e il suo apprezzamento per il presidente Medvedev, definito un leader “profondo e lungimirante”: “Penso che stia facendo un buon lavoro per guidare la Russia nel XXI secolo”. In cima all’agenda del vertice - il principale banco di prova dei rapporti tra Usa e Russia - c’è un accordo “quadro per il trattato post-Start”, cioè per la riduzione degli arsenali nucleari. Obama assicura la controparte di cercare un equilibrio “che non lasci vantaggi a nessuno dei due Paesi”.
Per ora i leader di Usa e Russia puntano a siglare un documento contenente gli obiettivi in cifre della riduzione dei loro arsenali strategici, da perfezionare in un trattato “entro la fine di dicembre”, anticipa Obama nell’intervista, dove spiega che “per noi, mandare un segnale forte di riduzione dei nostri arsenali sarebbe di aiuto a livello internazionale, darebbe alla gente il senso che ci stiamo muovendo verso una nuova era e che vogliamo andare oltre la Guerra Fredda”. “La cosa principale che voglio comunicare alla leadership e al popolo russo - aggiunge Obama - è il rispetto dell’America per la Russia, che vogliamo trattare alla pari. Siamo entrambi superpotenze e dobbiamo gestire tale responsabilità in un modo che incoraggi la pace”. Pari diritti e pari doveri, è il messaggio di Obama alla Russia, inteso a superare quel senso di superiorità che prevaleva nell’amministrazione Bush e che infastidiva Mosca. “Gli Usa dimostrano la disponibilità a costruire rapporti con la Russia più sicuri e più moderni e anche noi siamo pronti a farlo”, aveva a sua volta aperto, ieri, il presidente russo.
Per un accordo sul disarmo l’amministrazione Obama sarebbe persino disposta a mettere in discussione il progetto di scudo antimissile nell’Europa dell’est. L’ipotesi era stata fatta balenare tempo fa da fonti anonime dell’amministrazione sul New York Times e oggi il consigliere diplomatico del Cremlino Serghiei Prikhodko, in un briefing con i giornalisti, ha confermato il legame tra i due temi. È ciò che vorrebbe la Russia: accordo sul disarmo in cambio dell’abbandono dello scudo anti-missile, ma che probabilmente gli Usa non sono ancora pronti a concedere. Di importanza non secondaria nei rapporti tra Usa e Russia il tema dell’Afghanistan. Il presidente Obama considera ormai quella in Afghanistan la “sua guerra”, una missione da vincere. Lo dimostrano i continui bombardamenti con i droni al confine con il Pakistan e la grande offensiva lanciata proprio in questi giorni dalle forze americane nella regione afghana di Helmand.
Ebbene, Obama e Medvedev firmeranno un patto per il transito di materiale militare Usa verso l’Afghanistan, via Russia. Un transito “sia aereo che terrestre, ma soprattutto aereo”, ha precisato Prikhodko. Una prova importante della collaborazione della Russia in Afghanistan che sicuramente è molto apprezzata a Washington. Il tema del programma nucleare iraniano non dovrebbe essere motivo di attrito, almeno per ora. I russi sono contrari a nuove e più severe sanzioni contro l’Iran, ma Obama - deciso a perseguire la sua strategia dell’”engagement”, nonostante la contestata rielezione di Ahmadinejad e la dura repressione dei manifestanti - in questo momento non sembra intenzionato a chiederle.
Entrambe le parti sono “entusiaste” all’idea di premere il bottone di “reset”, spiega Stephen Sestanovich, esperto del Council on Foreign Relations, il problema è che dietro quel gesto potrebbe non esserci molto di concreto. Per Washington “reset” significa trovare un accordo sul disarmo, ma Mosca pretende in cambio “impegni legali”, o comunque una rinuncia esplicita, allo scudo antimissile e all’allargamento della Nato. Non si accontenta di veder rallentare il processo di allargamento e di veder diminuire il budget Usa per la difesa missilistica. Anche secondo l’ex consigliere per la sicurezza nazionale Usa, Zbigniew Brzezinski, è “evidente che entrambi i paesi hanno interesse a migliorare le loro relazioni”. Su alcuni temi - come la riduzione dei reciproci arsenali nucleari; un compromesso sullo scudo anti-missile, e “sforzi congiunti” per rafforzare il trattato di non proliferazione nucleare - “la collaborazione non è solo possibile, ma anche vantaggiosa per entrambi”. Purtroppo, osserva Brzezinski, non è affatto certo che la Russia intenda assumere un atteggiamento collaborativo sull’Iran. Le potenze sue rivali - Usa e Cina - soffrirebbero entrambe se una crisi tra Iran e Stati Uniti facesse salire i prezzi dell’energia, mentre la Russia ne trarrebbe vantaggio. La disponibilità della Russia sull’Iran potrebbe essere “più formale che reale”. Né vanno sottovalutati i “seri conflitti di interessi geopolitici” tra Usa e Russia nello spazio ex sovietico.
Durante il vertice Putin e Medvedev cercheranno di capire se l’amministrazione Obama onorerà o meno gli accordi di partnership siglati dall’amministrazione Bush con Ucraina e Georgia. “Anche un segnale involontario in senso negativo - avverte Brzezinski - sarebbe interpretato dal Cremlino come una luce verde per una politica più muscolare nei confronti dei due paesi”. Dev’essere fatto capire alla Russia che l’adesione alla Nato di Georgia e Ucraina “non è imminente”, ma anche “che l’uso della forza o dei conflitti etnici per destabilizzarle avvelenerebbe le relazioni russo-americane”. Chiarire questi aspetti è importante per far svanire al più presto ogni antistorica ambizione imperiale da parte dei russi. Secondo Brzezinski, in conclusione, l’approccio strategico dell’amministrazione Obama verso la Russia dev’essere volto a far comprendere ai russi “il loro interesse a diventare un partner genuinamente post-imperiale della comunità euro-atlantica”.
E' stato Marco Pannella ad affossare i 20 referendum rifiutandone l'accorpamento elettorale con le amministrative e la conseguente garanzia di quorum.