Perché i francesi hanno tradito Jospin”
di Ruggiero Capone
“Francesco Cossiga ha anticipato un tema centrale del dibattito sulla futura Costituzione europea augurandosi che, nel preambolo del testo, l’Europa riconosca, ‘come condizione di esistenza e di vita spirituale, le sue radici nel cristianesimo’. Un suo riferimento a ‘laicismi di bassa lega’ e a un uomo di governo francese, ‘dimentico del carattere cristiano della Francia’, ha fatto infuriare Jospin, che nelle trattative di Nizza aveva sottolineato il carattere laico del suo Paese ed escluso ogni riferimento alla religione per non porre la Francia di fronte a un problema con la propria, laicissima, Costituzione (...)” con questa analisi s’apre uno scritto di Giordano Bruno Guerri sul sito “italianiliberi”. Lo scrittore analizza la questione europea e, come rimedio curativo all’invasivo islamismo, parla d’un laicissimo richiamo al cristianesimo. “(...) Non possiamo non dirci cristiani, ed è tanto più il caso di sottolinearlo adesso, mentre ci troviamo all’inizio di un’invasione mussulmana pacifica sotto le spoglie di emigrazione - spiega Guerri -, nient’affatto pacifica sotto le spoglie di un aggressività ‘naturale’ della quale il terrorismo è soltanto il culmine”.
Guerri con questa analisi ha previsto le mosse politiche dell’elettorato europeo, e nello specifico di quello francese che, stufo di partiti d’una sinistra poco attenta alla Francia ed ai francesi, ha riversato il proprio voto sul centro-destra e sull’identitario Fronte di Le Pen. Una tappa obbligatoria secondo Guerri, anche per porre una diga – francofona almeno quanto la battaglia di Poitiers – al saccheggio musulmano della nostra cultura e, soprattutto, delle nostre civili cittadine. E mentre nel suo scritto su “italianiliberi” sottolinea incongruenze ed ovvietà della nostra buonista Carta Costituzionale, zeppa “di utopie in vista di una irrealizzabile società perfetta”, nell’intervista a L’opinione commenta l’esito elettorale francese aggiungendo come questo ci dovrebbe spingere a smantellare gli obrobbri politico-culturali che ci opprimono. E noi sosteniamo con Guerri che “è venuto ormai il tempo che le Costituzioni non siano altro che regolamenti tecnici sul funzionamento delle istituzioni, non più sacre dichiarazioni di principio superflue o che vengono continuamente smentite dagli stessi che le hanno scritte”.
Chi vincerà in Francia?
Certamente Chirac, il centro-destra. La sinistra l’ha presa in “tasca”.
E Le Pen?
E’ visto come utopia. In realtà anticipa esasperando i toni, come tutti gli anticipatori di vari movimenti che vanno dalla Lega di Bossi ad Haider fino ad infiniti gruppi che stanno nascendo in tutta Europa. Fra questi anche un movimento che mi onoro di presiedere con Ida Magli, e che è “Italiani Liberi”. Il cui indirizzo internet è www.italianiliberi.it, e che non è certo su posizioni xenofobe. Invece è dalla parte di chi vuole un’equa divisione degli spazi, dal punto di vista delle culture e della civiltà, e di chi ritiene che quella musulmana sia una vera e propria forma d’invasione fatta con mezzi alternativi alle armi.
E del centro-destra di Chirac che pensi?
Chirac in Francia non ha certo avuto bisogno di nessuno per fare man bassa di voti, quindi non farà trattative con Le Pen. Però quello del Fronte è un segnale forte sull’intera situazione europea, compresa la nostra. Chi ha votato per Jospin darà a Chirac la propria fiducia al ballottaggio, che permetterà al centro-destra francese di raggiungere una specie di plebiscito. Un colpo per la sinistra europea che potremmo definire scontato, già ampiamente previsto. Un risultato che ha sconvolto certe previsioni e sondaggi, dimostrando quanto possano valere certe profezie.
Dai giornali di sinistra emerge quasi che si stia chiedendo ai francesi “volete Petain o De Gaulle?”. Soltanto che Chirac non ha nemmeno un pelo che lo possa far paragonare a DeGaulle. Che ne pensi?
Sono assolutamente d’accordo. Certi paragoni storici, poi conditi da assurdi allarmismi, che stiamo leggendo su giornali chiaramente di sinistra, sono assolutamente ridicoli. E’ come se noi si paragonasse Antonio Gramsci a qualche gettonato personaggio della sinistra italiana di oggi paragone inconsistente, una ridicola forzatura. Magari Chirac fosse un redivivo De Gaulle. Certo per la memoria storica nazionale della Francia ha molta importanza che Le Pen sia un ex parà che ha combattuto durante la battaglia d’Algeri, ma questo suo eroismo non è per nulla paragonabile ad esperienze da “repubbliche sociali”. Le Pen incarna quel nazionalismo e quei valori storici che nessun francese negherà mai. In Italia, a causa d’un lavaggio dei nostri riferimenti, difficilmente sarebbe possibile assistere ad un fenomeno alla Le Pen. La Francia ha una memoria storica ed una storia che noi italiani non abbiamo.
Lo dici con toni positivi?
No! Lo dico con profondo rammarico. Perché i francesi con Avignone si sono liberati e noi no. Loro hanno avuto l’illuminismo e noi no.
Vuoi dire che loro hanno avuto l’illuminismo e noi Stendhal (capitano dell’esercito di Napoleone) che venne in Italia a scrivere?
Sì! Consolazione modesta, anzi magrissima.
Cosa consiglieresti ai governanti italiani del momento per stuzzicare la memoria storica nazionale?
Di ristudiare la nostra storia recente. Perché non è mai stata studiata bene, perché ad un regime s’è sostituito un altro regime.
E’ anche questione di libri adottati nelle scuole, di programmi, di opere che stanno lì fisse da oltre settant’anni?
Io toglierei i Promessi Sposi (quindi Manzoni) e ci metterei le opere del Verga. Mi sono laureato in Lettere Moderne con 110 e lode senza che nessuno m’abbia mai parlato di Walt Whitman. Mentre invece so tutto di quel coglione che scriveva in versi “O cavallina, cavallina storna, che portavi colui che non ritorna”. E se dovessi esporre in una riga cosa penso dei testi adottati non mi resta che dire manzonianamente “ci penserà la divina provvidenza”. Il resto di questi libri sono tutte note a piè di pagina. E per quanto riguarda il divino poeta, che certamente era un divino poeta, ma era anche uomo fazioso, politicamente inaccettabile, maniaco che pretendeva di spiegare l’Universo in terzine di trentatré per trentatré per trentatré, che soffriva d’un amore isterico per una signorina che non gliela dava, che sosteneva che la Terra fosse piatta quando già si sapeva il contrario. Anche a Dante studiato dai giovani (a parte il fatto che è un poeta) non darei niente di più che un manzoniano “ci pensa la divina provvidenza”.
Dante è un tipo veramente oscuro. Un adoratore del male o del bene? Templare o evoluzione in cavaliere del divino amore. Si può far studiare ad adolescenti un’opera così piena di mistero come la Divina Commedia?
Eppure io amo Dante, e di lui voglio recitare un canto a memoria “… della fiamma antica cominciò a crollarsi mormorando…”.
Lo ami perché tuo conterraneo?
Rimarco che lui era un fetido fiorentino ed io sono un robusto senese. I fiorentini stanno ai senesi come il tufo sta alla roccia.
Ed Enzo Biagi, il “poeta” de “Il Fatto”?
Enzo Biagi lo trovo insopportabile, è il rappresentante dell’uomo medio, del travet, delle più basse meschinità impiegatizie il suo estremismo è grottesco. Santoro invece è un onesto sinistrorso.
Quindi Berlusconi ha fatto bene a fustigarlo?
Berlusconi s’è giustamente arrabbiato, sono stati davvero ignobili gli accostamenti fatti da Biagi, rammentiamo tutti quella puntata del Il Fatto in cui parlava delle simpatie dei personaggi alla Vanna Marchi verso Forza Italia una chiara forzatura per far passare per imbroglioni i tanti simpatizzanti ed eletti in Forza Italia. Poi condivido che Berlusconi abbia dichiarato che la nostra civiltà è superiore a quella dei musulmani. Ma, considerando il clima politico del momento, forse Berlusconi avrebbe fatto meglio a non degnare delle sue critiche sia Biagi che i musulmani. E concludo con un viva Pannella e la sua pipì.
Ruggiero Capone