Avete rotto i coglioni.
Ovviamente il mio preferito è questo:
17 | COSTI DELLA POLITICA
Le città sopra il milione di abitanti (Milano e Roma) possono mantenere 60 seggi in consiglio comunale (invece dei 48 previsti dalle nuove norme) e aumentare da 12 a 16 il numero degli assessori
UP
BILANCI
La crisi non tocca casa Berlusconi
118 milioni di dividendi per il premier
Conti d'oro malgrado la recessione per le aziende di famiglia del presidente del consiglio. Dai conti chiusi il 30 settembre Marina ha incassato cedole per 12 milioni di euro e Piersilvio per 5 milioni. Nelle casse delle 4 holding personali del capofamiglia circa 544 milioni di liquidi
di ETTORE LIVINI
MILANO - La crisi non abita ad Arcore. Mentre l'Italia fatica a ripartire, le casseforti di casa Berlusconi - otto società familiari cui fa capo il 100% di Fininvest - archiviano l'ennesimo bilancio d'oro e girano un altro super-assegno alla dinastia del Cavaliere. Il Presidente del Consiglio si è messo in tasca in questi giorni 118 milioni di dividendi in contanti, Marina ha incassato dalla sua Holding quarta 12 milioni, Piersilvio - titolare della Holding quinta - si è accontentato di 5 milioni, mentre la Holding quattordicesima ha regalato a Barbara, Eleonora e Luigi - i figli di Veronica Lario - un assegno di 10 milioni a testa.
Le cedole, tutte relative ai bilanci chiusi il 30 settembre 2010 appena depositati, sono solo la punta dell'iceberg della montagna d'oro accumulata negli anni - malgrado l'oneroso impegno in politica - dal premier. Le quattro società personali del capofamiglia (Holding prima, seconda, terza e ottava) hanno in cassa 544 milioni in contanti tra riserve disponibili e liquidità che possono in ogni momento essere girate al socio di controllo.
Marina siede su un tesoretto di 98 milioni mentre Piersilvio, più parsimonioso con i dividendi, è riuscito però ad accumulare una fortuna di 213 milioni, messa da parte per i tempi più duri. Il Cavaliere, Marina e Piersilvio, malgrado le polemiche degli ultimi anni, hanno tenuto parte della liquidità investita presso la chiaccheratissima banca svizzera Arner. Mentre la liquidità del presidente
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del consiglio - gestita dall'omnipresente Giuseppe Spinelli - è tutta depositata sui conti Mps passati agli onori delle cronache come la cassa continua per saldare i conti delle serate del Bunga Bunga.
Nemmeno gli ultimi arrivati nel capitale Fininvest, però, si possono lamentare: i tre figli di secondo letto, pur entrati da poco nel capitale della Fininvest, hanno messo assieme 339 milioni tra liquidità e riserve, più 20 milioni investiti "con risultati di tutto rispetto" (piove sempre sul bagnato) attraverso la banca d'affari Jp Morgan.
(25 febbraio 2011)
il carso e le apuane.....
Quindi ?
Quindi che? E' tutto lì.....una bella notizia per Silvio e famiglia. Da quando fa politica "direttamente" gli va meglio di quando la faceva fare agli altri per conto suo. Tutto qui.
il carso e le apuane.....
Ancora migliore per i quarantamila che ci lavorano e i venti milioni che lo guardano, loro non hanno mica i milioni da parte.
io non voglio piu' discutere di berlusconi in termini di ruby gate; bensi' di inaccettabilita' del fatto che sia normale in Italia intercettare le persone sotto le coperte, attraverso il telefono. E su questo Di Pietro, io ti gufo alla grande.
Concordo, le intercettazioni telefoniche andrebbero limitate a casi di grave criminalità e non per sentire i "sospiri" di Ruby e Co. Ovviamente queste intercettazioni, che dovrebbero restare segrete, chissà mai perchè vengono pubblicate sui giornali -spesso a insaputa della persona intercettata- che scopre con stupore cosa ha detto e fatto in privato...! Di Pietro è divenuto famoso dopo le sue inchieste su "mani pulite" ma nessuno dice (tanto meno Di Pietro) che sulle 4.000 persone indagate e arrestate SOLO 400 circa furono poi riconosciute colpevoli. Questo significa che il 90% degli imputati era estraneo ai fatti ma, usando le intercettazioni, probabilmente i magistrati (in testa Di Pietro) li avevano considerati colpevoli...Ora si dice che le intercettazioni sono utili per combattere la malavita. Ok: ma non per spiare nel letto di altri (potenti o no).
Romantica o attiva, chissà. Al contrario dei numerosi impotenti virtuali e reali che non hanno nulla da nascondere e odiano chi pernsa di valere abbastanza da avere una privacy, e hanno perso la speranza di arrivare a tanto.
Lo vedi Dora che sei incorreggibile ?..... perchè trovi insopportabile l'intercettazione delle persone "sotto le coperte" ? .... e tutte le altre ?
P.S.: Non è che sei un pò bigotta.... solo al buio e sotto le coperte, possibilmente in fretta ?
Sì...sì...lo so.... :-)))
E' stato Marco Pannella ad affossare i 20 referendum rifiutandone l'accorpamento elettorale con le amministrative e la conseguente garanzia di quorum.
Luigi il Grande
ma pensa te! Adesso che viene il bello!
Eh sì Dora, ho capito.....ma due palle eh.....
L'unico modo serio di parlar di puttane, a mio modo di vedere, è discutere di come consentirgli di lavorare come tutti gli altri lavoratori. Il resto sono chiacchiere da bar: di queste ce ne sono già troppe.
Se vuoi parliamo di far diventare le puttane delle lavoratrici come si dovrebbe. Delle puttane di Berlusconi veramente non saprei che dire, per me sviliscono la professionalità di chi quel mestiere lo fa sul serio. Tra l'atro secondo me la maggior parte delle "olgettine" son pure delle fighe di legno.
Se vuoi parliamo di far diventare le puttane delle lavoratrici come si dovrebbe.
Sei sicuro che loro sarebbero d'accordo?
Adesso danno il 30/40 % delle loro entrate al pappone se avessero la partita iva darebbero il 70/75 % allo Stato,forse a conti fatti gli conviene stare come sono.
Luciano, ok. Le tasse sono alte, circa il 50% a conti fatti. Ma dove l'hai visto il 75%? No, domando.....magari mi è sfuggito un 25% che pago senza saperlo.
ALTRA CONFERMA: TASSE AL 70%!
di Luigi Cortinovis
Rallenta la crescita economica dei Paesi Ocse nel quarto trimestre del 2010: e il nostro Paese va peggio degli altri. Eppure, in fatto di tassazione le cose non migliorano, anzi.
Riporta l’agenzia di Stampa Asca: “I piccoli imprenditori italiani presentano un livello di eroicità non riscontrabile in nessuna altra parte dell'Europa occidentale. Per assolvere i 15 diversi pagamenti richiesti dal fisco italiano, le nostre piccole e medie imprese perdono complessivamente 285 ore l'anno, con un prelievo fiscale che mediamente è pari al 68,6% degli utili realizzati dall'azienda. Un risultato che non ha eguali tra i principali Paesi Ue”'.
Lo afferma il segretario della CGIA di Mestre, Giuseppe Bortolussi, che sottolinea: “Tra le piccole e medie imprese europee, quelle italiane sono le più soffocate dal fisco e dalla burocrazia. Nonostante gli sforzi e i risultati ottenuti negli ultimi anni, la farraginosità delle procedure burocratiche in materia fiscale continua a penalizzare il tessuto connettivo della nostra economia. Per questo possiamo dire che nel fare il proprio lavoro, nonostante questo fisco così vorace ed con una burocrazia così logorante ed ottusa, i piccoli imprenditori italiani presentano un livello di eroicità non riscontrabile in nessuna altra parte dell'Europa occidentale”.
Le dichiarazioni del segretario degli artigiani mestrini trovano conferma nell'ultima analisi realizzata dal suo ufficio studi che, su dati della di World Bank/IFC, che ha analizzato i tempi e i costi medi necessari per espletare gli adempimenti fiscali a carico delle piccole e medie imprese presenti nei principali Paesi dell'Ue. Ed i risultati, per i nostri colori, sono impietosi. Il tempo necessario per espletare i pagamenti fiscali nel nostro Paese si aggira sulle 285 ore l'anno. In Germania, invece, sono necessarie 215 ore, in Spagna 197 e in Danimarca 135. Chiude questa particolare graduatoria l'Irlanda con 76 ore.
Anche il carico fiscale che grava sulle spalle dei nostri piccoli imprenditori non ha eguali in Europa. Se da noi il peso delle tasse sugli utili dell'azienda e' pari al 68,6%, in Francia e' al 65,8%, in Spagna al 56,5% e in Svezia al 54,6%. Chiude la classifica sempre l'Irlanda con un carico fiscale pari al 26,5%. Solo tra il numero di pagamenti fiscali lasciamo la prima posizione ad altri. Infatti, la Germania guida questa classifica con 16 scadenze, ma subito dopo ci piazziamo noi con 15.
Al terzo posto, tutti con 9 pagamenti, troviamo i Paesi Bassi, la Danimarca e l'Irlanda. Infine, dalla CGIA di Mestre ricordano che l'Unione europea ha definito le Pmi le imprese che occupano meno di 250 persone, il cui fatturato annuo non supera i 50 milioni di euro, oppure il cui bilancio annuo non supera i 43 milioni di euro. Queste aziende sono il vero motore dell'economia continentale: nell'Ue dei 25 sono circa 23 milioni, danno lavoro a 75 milioni di persone e rappresentano il 99% di tutte le imprese.
Insomma, pressione fiscale al 70%. Ma non era già tutto scritto in “Elogio dell’evasore fiscale”?
Da www.movimentolibertario.it
Se quella della prostituta fosse "riconosciuta" come attività,pensi che sarebbe gravata solo dal prelievo sul reddito?
Se tu venissi inculato da 75 individui diversi e io ti dicessi: guarda che ti hanno inculato 75 mori,tu mi diresti che non te ne sei accorto perchè 25 erano biondi?
Aggiungeresti poi che si ,50 sarebbero già stati abbastanza.
Si dice cosi tanto per ridere.
Ci sono dei lavoratori che per il mestiere che fanno non dovrebbero pagare nemmeno un centesimo di euro in tasse. Le prostitute sono tra quelli.
il carso e le apuane.....
Fatto salvo che a mio avviso nessun lavoro andrebbe tassato ,sono perfettamente d'accordo con te che ci sarebbero dei lavori che non andrebbero tassati,ma non di certo quello della prostituzione.Ovviamente parlo delle prostitute volontarie,non vedo perchè dovrebbero avere un privilegio rispetto ad altre donne che invece di fare quella vita ,fanno quell'altra di assistere anziani disabili,facendo loro servizi che richiedono tanto e forse più stomaco che fare la prostituta, con profitti molto più bassi.
In pratica ce ne sono abbastanza, è il criterio di distribuzione che resta un poco ridicolo.
Questa è chiedere ad Othelma.
Questa è chiedere ad Othelma.
Non c'è bisogno di tanto,basta aprire una partita iva.
La partita iva ce l'ho, ma non saprei dirti davvero.
Allora,fatti bene i conti di quello che paghi di irpef e di tutti gli altri adempimenti ,poi calcola il pagato sul reddito e vedi cosa ti esce.
Mi ricordo che tempo fa chiesi al commercialista a quanto ammontava in percentuale ciò che pagavo di imposte e tributi. Mi disse occhio e croce intorno alla metà di ciò che incassavo. Oh, può anche darsi che il mio commercialista si sbagli, chiederò meglio.
Quelle sono le imposte dirette, sul tuo reddito. Poi ci sono le imposte indirette che gravano sulla metà scampata e che paghiamo tutti, evasori compresi. Le aliquote sono molto varie e quindi la somma dipende dal tuo stile di vita visto che vanno dal 4% sulla prima casa al 70% sulla benzina. Devi anche valutare come consideri la previdenza obbligatoria, tecnicamente se a riparto è tassazione, se ad accumulo risparmio forzoso. Nel conteggio entrano anche le tariffe dei servizi, alcune hanno delle parti di solidarietà che in pratica sono altre tasse. In generale si può dire che la sommatoria oscilla fra il 50,4 e il 75% a secondo del reddito e dello stile di vita.
Grazie della spiegazione, credo di aver compreso bene.
Più esattamente il carico fiscale dei protettori e dello stato è quasi pari, 50% i primi 50,4% lo stato. L'Iva la subiscono comunque. Ma la maggior parte delle professionste attuali, dopo la leggina che rende la strada improbabile, so è sganciata dal racket e si tiene praticamente tutto.
L' Italia e' una Repubblica Democratica fondata sul lavoro. Tu, ci staresti? Ecco vedi, io no.