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Luigi XIV (Louis-Dieudonné) (5 settembre 1638 - 1 settembre 1715), terzo della casa di Borbone della dinastia capetingia, regnò come Re di Francia e Re di Navarra dal 14 maggio 1643 alla sua morte.
La sua nascita (Château-Neuf di Saint-Germain-en-Laye) apparve miracolosa, avvenendo dopo 23 anni di matrimonio sterile tra i suoi genitori, Luigi XIII e Anna d'Austria. Di questa regale devozione è traccia nel nome Louis Dieudonné, giacchè nella sua nascita si vide una grazia del cielo dovuta al voto di consacrazione della Francia alla Vergine Maria fatto da Luigi XIII e celebrata nell'agosto 1638. E non rimase figlio unico, Louis Dieudonné, giacchè due anni più tardi avvenne la nascita di Filippo, duca d'Angiò e poi duca di Orléans, detto Monsieur.
Non aveva ancora compiuto cinque anni quando ereditò il trono di Francia; e non prese realmente in mano il governo fino alla morte del suo capo ministro, il Cardinale Mazarino, avvenuta nel 1661. Luigi, che è noto anche come il Re Sole (in Francese: Le Roi Soleil) e come "Luigi il Grande" (Louis le Grand), governò sulla Francia per oltre settant'anni, più di qualsiasi altro monarca francese e di tutti i principali monarchi europei.
Sposò l'infanta di Spagna Maria Teresa d'Austria (1638-1683), figlia di Filippo IV Asburgo e di Elisabetta di Francia (Elisabetta di Borbone, figlia di Enrico IV). Ne ebbe 5 figli, che morirono tutti prima di lui: Luigi di Francia (1661-1711), detto il Gran Delfino;
Luigi XIV ebbe molte amanti, alcune delle quali esercitarono un grande ascendente sugli intrighi politici, ma anche sulla cultura del loro tempo, tra cui Madame de Montespan e Madame de Maintenon (che sposò in segreto dopo la morte della regina, nel 1684). A Versailles fece allestire scale segrete per raggiungere più facilmente le sue amiche. Queste relazioni irritavano fortemente il partito dei devoti e moralisti di corte, tra cui il precettore del Gran Delfino, Bossuet e, comprensibilmente, Madame de Maintenon.
I problemi legati alla successione e il cattivo stato di salute intristirono gli anni finali del regno del Re Sole.
Dopo il Gran Delfino morirono di vaiolo anche suo figlio, Luigi duca di Borgogna, e il primo figlio ed erede di questi. Rimaneva, unico principe del sangue erede legittimo di Luigi XIV, il figlio minore del duca di Borgogna, Luigi duca d'Angiò.
Il re decise allora di estendere il diritto di successione a due dei sette figli avuti dalla Montespan, Luigi Augusto di Borbone duca del Maine (1670-1736), e Luigi Alessandro di Borbone conte di Tolosa (1678-1737).
Luigi XIV morì il 1 settembre 1715 di cancrena, dopo 72 anni e 100 giorni di regno. Gli successe il pronipote Luigi duca d'Angiò, con il nome di Luigi XV e sotto la reggenza, fino alla maggiore età (nel 1723, a 13 anni), del duca Filippo di Orléans, nipote e genero del defunto Re Sole.
Durante il suo regno la Francia fu la dominatrice e il modello culturale dell'intera Europa (si pensi solo al "modello Versailles" di regge e ville di tutta Europa, dalla Svezia alla Reggia di Caserta, fino alla Meknès rifondata da Moulay Ismail e alla tarda imitazione di Herrenchiemsee, voluta da Ludwig II di Baviera), e il francese s'impose come lingua dell'aristocrazia e della diplomazia fino a tutto il XVIII secolo.
Versailles
Si deve al Re Sole la trasformazione della monarchia francese in monarchia assoluta, ma in funzione di una precisa strategia volta a ridurre il potere della nobiltà, sempre pronta ad interferire con i suoi intrighi nelle scelte politiche della corona.
La frase che gli viene spesso attribuita, "L'état, c'est moi!" ("Lo Stato sono io!"), è molto probabilmente apocrifa, giacché il suo regno fu contrassegnato da grandi progressi nel diritto pubblico, proprio nella distinzione tra la persona fisica del re e lo Stato, mentre più veritiera appare l'altra frase celebre attribuitagli sul letto di morte: «Je m'en vais, mais l'État demeurera toujours.» (Io me ne vado, ma lo Stato resterà sempre).
Luigi si impegnò, piuttosto, a indebolire la nobiltà di spada costringendone i membri a servire (assai dispendiosamente) alla sua corte e a trasferire al contempo l'esercizio effettivo del potere da una parte ad una amministrazione assai centralizzata, e dall'altra alla nobiltà di censo, che essendo un suo prodotto sarebbe stata certamente fedele e non competitiva nei riguardi della monarchia.
Allo stesso modo procedette nei riguardi della Chiesa di Roma, che considerava (non a torto) promotrice e sostenitrice di non minori intrighi: la chiesa cattolica francese fu fortemente sostenuta, ma nella sua versione gallicana, facendo approvare nel 1682 dall'assemblea dei vescovi francesi, i quattro principi secondo cui:
Il Papa non aveva autorità sul potere temporale e il Re non era soggetto alla Chiesa in materia di cose civili.
Nel 1685 poi, appena morto Colbert che li proteggeva, Luigi pensò bene di liberarsi dei protestanti revocando l'Editto di Nantes (revoca motivata con il pretesto che in Francia non esistevano più protestanti!), il che però provocò un esodo di categorie fortemente produttive verso l'Olanda e l'Inghilterra, che ebbe risultati disastrosi sull'economia francese sia direttamente, sia sul piano della concorrenza internazionale.
Questa scelta strategica di fortissimo accentramento trovò la propria manifestazione architettonica nella costruzione della nuova reggia a Versailles (che aveva l'ulteriore vantaggio di liberare la corte dall'assedio, sempre un po' allarmante, della sovraffollata, turbolenta e pochissimo igienica Parigi dell'epoca), e l'architetto istituzionale in Jean-Baptiste Colbert, creatore del sistema amministrativo che fece della Francia assolutista il primo paese moderno d'Europa.
Un esempio assai significativo di questo mix tra assolutismo politico ed intelligenza amministrativa fu il "Code noir", raccolta delle ordinanze relative agli schiavi neri d'America in seguito all'acquisto della Martinica nel 1674 e pubblicato dopo la morte di Colbert, nel 1685, che fece da modello fino all'800 ad altri analoghi regolamenti coloniali.
Sicuramente severo e pregiudizialmente intento a cristianizzare gli schiavi vietando loro qualsiasi altro culto, il Codice tendeva tuttavia a metterli al riparo dagli eccessi dei loro proprietari, riconosceva il loro diritto a possedere beni, seppur con dei limiti, a subire pene corporali non superiori o diverse da quelle che venivano inflitte ai francesi liberi. In particolare, le schiave messe incinte dai loro padroni avevano diritto ad essere liberate e ad essere legalmente sposate.
Abbastanza disinteressato alle conquiste coloniali, Luigi condusse invece varie guerre a carattere dinastico: la Guerra di Devoluzione, la Guerra Olandese, la Guerra della Grande Alleanza e la Guerra di successione spagnola. Alla fine, sul trono di Spagna era salito suo nipote Filippo V, ma il trattato di Utrecht segnava l'ascesa sulla scena europea di due nuove potenze, l'Inghilterra e l'Austria.
Luigi XIV fu il vero inventore della categoria della grandeur francese e perciò rimane assai amato dai francesi.
D'altra parte, la grandeur ha alti costi, di guerre e di pace. Questi costi portarono lo stato alla bancarotta, e all'applicazione di pesanti imposte sul mondo contadino e sulla provincia. Secondo lo storico Alexis de Tocqueville, la trasformazione dei nobili in cortigiani, insieme alla crescita di una borghesia che poteva sì pensare ed esprimersi, ma non aveva accesso al potere politico, furono alla radice dell'instabilità politica, sociale ed economica che sfociarono nella Rivoluzione francese.
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Luigi il Grande
Luigi il Grande
01 feb 2011
Intervento a Omnibus La7 1/2/2011
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Adolfo Urso: Generazione Futuro sia avanguardia
di Adolfo Urso
1 febbraio 2011
Luigi il Grande
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Minchia che ridere... ahahahahah
Grazie Nonnetto!
E una ragazza confessa: frequento Arcore da quando avevo 16 anni
Non c'è solo la questione giudiziaria (di Flavia Perina)
Così fan tutte, tutte quelle "furbe", è il messaggio implicito rivolto alle nostre adolescenti. Sappiamo che è moralista e fuori moda dirlo, ma non ci piace, ci dà fastidio.
Cicchitto: "Vogliamo andare avanti, ma non escludiamo le urne". Secondo i rumors, però, il premier penserebbe anche a un passo indietro per gestire la crisi
Croppi: addio al Campidoglio, non al gusto della politica (di Girolamo Fragalà)
Nessuna polemica: "Non cado nella trappola della rivalsa". Ora passa all'impegno in Fli
Boom di firme per Albanese ai finti gazebo di un partito che sembra (purtroppo) vero
Alla procura di Roma si è avvalso della facoltà di non rispondere. Verbale secretato
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Luigi il Grande
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iL ruolo della Minetti: favoreggiamento della prostituzione Con Fede e Mora
Caso Ruby, gli atti alla Camera: «Tante giovani donne si prostituivano»
Aperto il fascicolo che contiene le oltre 300 pagine dell'inchiesta milanese. La Giunta si riunisce mercoledì
Nicole Minetti (Olycom)
MILANO - «Un rilevante numero di giovani donne si sono prostituite con Silvio Berlusconi presso le sue residenze, dietro pagamento di corrispettivo in denaro da parte di quest'ultimo». È quanto si legge nella «domanda di autorizzazione ad eseguire perquisizioni domiciliari nei confronti del deputato Berlusconi» firmata dai pm di Milano e inviata alla Giunta per le autorizzazioni a procedere della Camera. Copia della richiesta della procura di Milano è stata pubblicata sul sito della Camera dei deputati (GUARDA).
IL RUOLO DELLA MINETTI - In particolare, si parla del ruolo di Nicole Minetti che, «in concorso con Fede Emilio e Mora Dario (detto Lele, ndr)», avrebbe indotto diverse ragazze alla prostituzione. Tra queste c'era anche Karima El Mahroug, in arte Ruby Rubacuori. Nelle cinque pagine in cui si chiede l'autorizzazione alle perquisizioni anche delle residenze del premier Berlusconi, si spiega in particolare che «i contenuti delle dichiarazioni testimoniali» rese da Ruby (all'epoca dei fatti minorenne e «parte lesa» del delitto di induzione alla prostituzione minorile) e il «complesso degli atti di indagine compiuti» fanno ritenere che: «Minetti Nicole, in concorso con Fede Emilio e Mora Dario (detto Lele, ndr.), nonchè in concorso con ulteriori soggetti, abbia continuativamente svolto un'attività di induzione e favoreggiamento della prostituzione di soggetti maggiorenni, e della minore El Mahroug, individuando, selezionando, accompagnando un rilevante numero di giovani donne, che si sono prostitute con Silvio Berlusconi, presso le sue residenze, dietro pagamento del corrispettivo in denaro da parte di quest'ultimo, nonchè gestendo e intermediando il sistema di retribuzione delle suddette ragazze a fronte dell'attività di prostituzione svolta».
«AMPI RISCONTRI» - I pm di Milano, sempre secondo quanto si legge nella richiesta di autorizzazione a procedere, avrebbero trovato «ampi riscontri investigativi» sulle case date dal premier Silvio Berlusconi ad alcune ragazze che partecipavano alle serate di Arcore.ha raccontato la stessa Ruby ai pm nell'interrogatorio del 3 agosto scorso. La ragazza ha infatti raccontato che «alcune giovani donne ch partecipavano ai suddetti eventi ricevevano in corrispettivo da Silvio Berlusconi la disponibilità gratuita di appartamenti ubicati in "Milano due"».
RUBY A CASA DEL PREMIER - «Allo stato degli elementi raccolti» le indagini della procura di Milano hanno consentito di verificare come Ruby «abbia frequentato la residenza di Silvio Berlusconi in Arcore dal febbraio 2010 al maggio 2010» scrivono i pm di Milano nella richiesta di autorizzazione alla perquisizione dell'ufficio di Giuseppe Spinelli, a Segrate. Nella richiesta non sono indicate le date in cui Ruby sarebbe stata ad Arcore ma si cita la relazione della Polizia in cui si da conto dell'analisi delle celle radio-base agganciate dai telefoni utilizzati da Ruby. Da qui risulta che la giovane marocchina è stata ad Arcore il 14 febbraio, la notte tra il 20 e 21 febbraio, quella tra il 27 e 28 febbraio, il 9 marzo, il 4 e 5 aprile (Pasqua e Pasquetta), il fine settimana del 25 aprile (24, 25 e 26), la notte tra il 1 e il 2 maggio.
L'ITER ALLA CAMERA - Il presidente della Giunta per le autorizzazioni a procedere della Camera, Pierluigi Castagnetti, ha aperto in mattinata il fascicolo, con la richiesta di autorizzazione a procedere per Berlusconi. Le carte con cui la procura chiede di perquisire gli uffici di Giuseppe Spinelli, addetto alla contabilità del Cavaliere, saranno fotocopiate e solo dal pomeriggio i commissari ne potranno prendere visione. Castagnetti ha anche preannunciato l'intenzione di mettere la richiesta all'ordine del giorno della prossima convocazione della giunta, mercoledì, per l'avvio dell'esame. Lo stesso Castagnetti è stato il primo dei parlamentari ad aver letto gli atti che accusano Silvio Berlusconi. Lasciando l'ufficio di Motecitorio, per una breve pausa, ha ammesso di aver provato imbarazzo per quanto letto: «Embeh, un po' a disagio lo sono, insomma... «Sono arrivato per varie ragioni solo fino a pagina 80 e posso confermare che per il momento non è ancora successo niente che non sia sui giornali. Adesso si capisce perchè Berlusconi ha fatto quelle dichiarazioni in televisione. Evidentemente disponeva di queste carte già domenica sera». Castagnetti ha poi annunciato che il relatore della richiesta della Procura di Milano sarà il vicepresidente di Montecitorio Antonio Leone (Pdl).
DAI PM? - Il Cavaliere in ogni caso non sembra intenzionato a presentarsi dai pm di Milano che l'hanno convocato per il prossimo fine settimana. Ufficialmente non è stato deciso nulla, ma l'orientamento della difesa sarebbe quello di evitare, al momento, un interrogatorio davanti a chi lo accusa di concussione e prostituzione minorile per la vicenda di Ruby. Dopo il videomessaggio con il quale ha respinto gli addebiti muovendo accuse all'operato dei pm di Milano, quale sarà la prima contromossa «giudiziaria» del premier che venerdì ha ricevuto un invito a comparire in vista di una richiesta di giudizio immediato non si sa ancora con certezza. Con certezza invece si sa che in queste ore si sta studiando la strategia processuale per affrontare la nuova tegola giudiziaria. Una delle ipotesi è che presenti un legittimo impedimento per il 21, il 22 e il 23 gennaio le tre date alternative indicate dai procuratori aggiunti Ilda Boccassini e Piero Forno e dal pm Antonio Sangermano nell'atto di convocazione. In questo modo, si guadagnerebbe il tempo necessario per mettere a punto la tattica difensiva per cercare di "sfilare" il procedimento alla magistratura milanese in quanto - secondo il premier ed i suoi difensori - non avrebbe la competenza funzionale: il fascicolo, è la tesi degli avvocati del presidente del Consiglio che come lui respingono nel merito le accuse, in primo luogo doveva essere trasmesso subito, o comunque entro 15 giorni dopo la sua iscrizione nel registro degli indagati (che risale al 21 dicembre scorso) al Tribunale dei Ministri, senza nemmeno effettuare alcuna attività di indagine come invece è stato fatto con le perquisizioni di venerdì.
Redazione online
17 gennaio 2011© RIPRODUZIONE RISERVATA
Luigi il Grande
Fini a Messina, 15 gennaio 2011
di Generazione Italia
Luigi il Grande
FOTO: Dalle ragazze di Milano ai particolari delle feste
Particolari della vicenda Ruby nei racconti dei quotidiani
15 gennaio, 18:39
Le giovani, poi, sarebbero state 'gestite' dalla consigliera regionale lombarda del Pdl ed ex igienista dentale del presidente del Consiglio Nicole Minetti (perquisita ieri e indagata insieme a Lele Mora ed Emilio Fede per induzione e favoreggiamento della prostituzione ). Alle loro spese e pagamenti, invece, avrebbe provveduto, sempre tramite la Minetti, Giuseppe Spinelli, ''il fiduciario del presidente'' che ''risulta ricoprire vari ruoli in diverse societa' della holding'': da qui la scelta di disporre una perquisizione, andata a vuoto, negli uffici di Segrate di Spinelli (al momento non e' indagato) per rinvenire anche la documentazione soprattutto delle abitazioni.
Anche Repubblica evidenzia il ruolo avuto da Spinelli accanto a quello di Lele Mora e Fede ma lo fa, in particolare, attraverso i verbali della testimonianza di una amica di Nicole Minetti che la sera del 19 settembre scorso da Rimini arriva a Milano e con la consigliera si reca a Villa San Martino per una delle serate definite 'rilassanti' organizzate per il premier. La ragazza, ancora studentessa universitaria, ha raccontato agli inquirenti, non solo chi avrebbe partecipato a quella festa, ma anche con dovizia di particolari cosa sarebbe avvenuto: dalla cena ''con 20/25 '' giovani , alla ''sala del bunga bunga'', dalle performance 'piccanti' alla scelta della 'favorita' fino fino alla ''stanza dedicata'' con le buste contenenti i soldi che sarebbero state preparate e consegnate da Spinelli. Anche sul Messaggero torna il tema degli incontri sessuali che il premier avrebbe avuto con Ruby: incontri negati dalla ragazza agli inquirenti, ma confermati da "almeno un paio di amiche" della ragazza, che avrebbero ricevuto le confidenze della stessa Ruby.
Luigi il Grande
LE CARTE DELL'INCHIESTA
«Ruby ad Arcore fino all'alba»
Diario dal cellulare
Nelle case delle soubrette sei buste con 20 mila euro e una scritta: Silvio B.
Ruby fotografata oggi presso la sua abitazione di Genova (Ansa)
ROMA - C'erano regali preziosi e buste zeppe di soldi negli appartamenti dello stabile di via Olgettina 65 ceduti da Silvio Berlusconi alle ragazze che frequentavano la sua villa ad Arcore. Loro come «Ruby», la minorenne marocchina che risulta essere stata nella residenza presidenziale otto volte tra il 14 febbraio e il 2 maggio 2010. Intere notti, oppure via all'alba al termine dei festini, come dimostrano i dati dei tabulati telefonici acquisiti dagli investigatori. I poliziotti che per ordine dei pubblici ministeri hanno perquisito sette abitazioni a «Milano Due» occupate dalle avvenenti giovani, hanno trovato banconote di grosso taglio - quasi tutte da 500 euro - in sei plichi che le ragazze avevano deciso di custodire in casa. Su una c'è la scritta Silvio B. annotata a penna dalla stessa beneficiaria. Si oscilla tra i 1.000 e i 5.000 euro per ognuna, ma una di loro ne aveva addirittura 10.000, probabilmente frutto di diverse dazioni. Un tesoretto complessivo di oltre 20.000 euro, che per l'accusa rappresenta il riscontro più evidente ai pagamenti effettuati dal presidente del Consiglio «a fronte dell'attività di prostituzione svolta», come viene contestato nei provvedimenti. Di quelle buste, ma soprattutto del tipo di banconote che sarebbero state versate da Giuseppe Spinelli esiste infatti traccia negli atti dell'inchiesta perché sono state le intercettazioni telefoniche effettuate in questi mesi a rivelare quello che negli atti viene definito il «sistema di retribuzione»: contanti e dimore in comodato d'uso. E adesso tutti questi elementi acquisiti negli ultimi giorni saranno utilizzati nel processo con giudizio immediato contro il presidente del Consiglio che i pubblici ministeri hanno già sollecitato. Elementi che si sommano a quanto era già stato raccolto nel corso dell'indagine preliminare.
L'esordio nel giorno di San Valentino
Tracciare il cellulare per avere il riscontro della partecipazione di Ruby a otto serate organizzate a Villa San Martino e non tre, come lei ha invece raccontato. Era stata questa la richiesta fatta dai magistrati agli specialisti del Servizio centrale operativo della polizia la scorsa estate. I risultati sono descritti in una relazione consegnata il 9 dicembre scorso e sembrano smentire clamorosamente le dichiarazioni della giovane marocchina che ha sempre cercato di minimizzare la sua frequentazione con il premier. Il 14 febbraio il suo portatile è acceso a Milano fino alle 20.50. L'ultimo segnale lo invia alla cella telefonica di Segrate, che si trova subito prima di Arcore. Poi più nulla fino alle 3 e 40, quando l'input arriva dalla cella che si trova nell'area dove Ruby abita nel capoluogo lombardo. In tutto, sei ore e 50 minuti che - dice l'accusa - la ragazza ha trascorso insieme al premier. Serata che viene ripetuta altre sette volte e inizialmente anche in un lasso di tempo ravvicinato.
Sul cellulare le notti di Ruby
I tabulati dicono che Ruby torna ad Arcore la notte tra il 20 e il 21 febbraio e una settimana dopo, esattamente nella notte tra il 27 e il 28. È di nuovo a casa del presidente del Consiglio il 9 marzo. Poi c'è una pausa. Partecipa a una festa agli inizi di aprile nella notte tra il 4 e il 5 e ancora tra il 24 e il 25. Secondo quanto riportato dalle agenzie di stampa, quella sera Berlusconi aveva celebrato alla Scala di Milano la festa della Liberazione alla presenza del capo dello Stato Giorgio Napolitano e poi era rientrato ad Arcore in attesa dell'arrivo del presidente russo Vladimir Putin previsto per la mattina successiva per una visita di due giorni. Dunque c'era anche lui il 26, quando Ruby risulta essere tornata nella residenza del premier. L'ultima volta «tracciata» dal telefono risale alla notte tra il primo e il 2 maggio. E forse la ragazza marocchina sarebbe tornata ancora se il 27 maggio non fosse finita in questura per essere poi «affidata» a Nicole Minetti, come aveva chiesto il presidente del Consiglio al capo di gabinetto della questura dopo averla spacciata per la nipote del presidente egiziano Hosni Mubarak.
La ragazza voleva la casa
Ruby finisce in comunità neanche un mese dopo, ma adesso le giovani che frequentavano Arcore sostengono che anche lei aveva chiesto di poter avere una casa nel palazzo di via Olgettina. Un privilegio che, ha accertato l'inchiesta, era stato concesso ad almeno altre otto giovani: la diciottenne forlivese Iris Berardi, le gemelle napoletane Eleonora e Imma De Vivo, Elisa Toti, Aris Espinoza, la soubrette di Colorado cafè Marysthelle Garcia Polanco, e ancora Barbara Guerra e Ioana Visan, già comparse nell'inchiesta barese sulle feste di Palazzo Grazioli e Villa Certosa dove furono portate dall'imprenditore Giampaolo Tarantini.
Negli appartamenti mazzette e gioielli
Oltre all'appartamento le ragazze hanno ottenuto anche molti soldi. Nell'elenco della Procura, oltre a queste prime otto, ci sono Barbara Faggioli, che ha partecipato allo Show dei record su Canale5; Miriam Loddo di Uomini e Donne; Alessandra Sorcinelli di Uno, due, tre, stalla!; Raissa Skorkina, nel 2005 ragazza immagine al Billionaire di Flavio Briatore; Lisa Barizonte. Tutte destinatarie delle buste che secondo l'accusa venivano preparate da Giuseppe Spinelli definito «il fiduciario di Silvio Berlusconi, che ricopre diversi ruoli nelle società della holding a lui riconducibile». Se ne parla nelle telefonate che le ragazze fanno allo stesso Spinelli e a Nicole Minetti e la prova dell'esistenza di queste generose dazioni è arrivata due giorni fa quando sono scattate le perquisizioni con il ritrovamento delle «mazzette» di denaro. E soprattutto è apparso con evidenza come queste giovani abbiano un tenore di vita molto più alto delle loro apparenti possibilità. Oltre a vestiti griffati e gioielli, negli appartamenti sono stati sequestrati numerosi scontrini per acquisti di borse e altri accessori di marca che superano abbondantemente i mille euro. E poi moltissimi gadget del Milan, alcuni con la dedica esplicita «a Silvio Berlusconi» come gli orologi che farebbero parte di una serie limitata e regalata a pochissime privilegiate persone. Le giovani non pagano l'affitto, ma secondo quanto emerge dai primi accertamenti non devono occuparsi neppure delle bollette perché - come risulterebbe dal materiale acquisito - anche di questo si occupano Spinelli e i suoi collaboratori.
Fiorenza Sarzanini
16 gennaio 2011
Luigi il Grande
LE CARTE DELL'INCHIESTA
Il sospetto sui versamenti: più di un milione a Lele Mora
I pm in cerca di «rapporti economici» mediati dal cassiere del premier
Lele Mora (Ansa)
MILANO - Verificare se soldi di Silvio Berlusconi siano arrivati a Lele Mora tramite il «cassiere» personale del Cavaliere, Giuseppe Spinelli: ecco cosa cercava la perquisizione venerdì nell'ufficio di Spinelli a Milano Due (Segrate), stoppata dall'interessato che su consiglio dell'avvocato del premier, Niccolò Ghedini, ha opposto alla polizia il fatto che quelle stanze fossero «di pertinenza» della segreteria politica dell'onorevole Berlusconi. Ricerca delicata, questa dei «rapporti economico-finanziari gestiti da Spinelli e intercorsi con Mora o comunque con soggetti a lui riconducibili». Soprattutto perché, alla luce dei ruoli accreditati dalle tesi dell'accusa, gli eventuali rapporti finanziari nel triangolo Berlusconi-Spinelli-Mora si potrebbero anche tradurre così: soldi dell'«utilizzatore finale» di prostitute, a favore dell'impresario tv accusato di aver «selezionato un rilevante numero di giovani donne prostituitesi con Berlusconi presso le sue residenze dietro pagamento», e con l'intermediazione esecutiva dello stesso fiduciario del premier che proprio a quelle ragazze risulta aver liquidato periodiche «buste paga» con banconote da 500 euro di taglio.
Come quelle trovate ancora l'altro ieri a due delle dieci prostitute perquisite dalla polizia, in un caso con l'annotazione «Silvio B.» siglata dalla giovane in una busta con 10.000 euro.
L'immunità ferma la perquisizione ma attiva la Camera dei Deputati
Lo stop alla perquisizione dell'ufficio del non indagato Spinelli è stato venerdì l'imprevisto che ha indotto la Procura di Milano a inoltrare alla Giunta per le autorizzazioni a procedere della Camera dei Deputati una richiesta di via libera all'atto d'indagine, con allegate le 300 pagine notificate a Berlusconi dai pm Ilda Boccassini, Piero Forno e Antonio Sangermano: quelle con le due ipotesi di reato di «prostituzione minorile» (per i suoi rapporti con la 17enne marocchina Karima «Ruby» el Mahroug), e di «concussione» per aver premuto sui poliziotti della Questura milanese affinché la notte tra il 27 e il 28 maggio 2010 affidassero indebitamente la giovane, «segnalatami come parente del presidente egiziano Mubarak», alla consigliere regionale pdl Nicole Minetti. Cioè proprio all'ex igienista dentale di Berlusconi preannunciata al telefono dal premier quale «delegata della Presidenza del Consiglio» che avrebbe preso in carico la minorenne, la quale finì invece subito di nuovo a casa della prostituta brasiliana che qualche ora prima aveva avvisato Berlusconi a Parigi, chiamandolo sul cellulare, del fatto che la minorenne scappata dalla comunità fosse finita in Questura per essere identificata.
L'uomo di fiducia del «borsellino» di Silvio
Par di capire che o l'esame dei conti delle società di Mora o intercettazioni telefoniche facciano sospettare agli inquirenti che l'impresario tv abbia beneficiato della prospettiva di erogazioni di consistente entità, attorno al milione e mezzo di euro, dal ragionier Spinelli: cioè da uno dei collaboratori più fidati di Berlusconi (con il quale anni fa divise anche indagini e proscioglimenti nelle inchieste su contestazioni fiscali attorno a Medusa Film e alla compravendita dei terreni circostanti la villa di Macherio), storico amministratore del «portafoglio» personale del Cavaliere, già consigliere d'amministrazione in tre delle holding italiane di Berlusconi e dei suoi figli, consigliere nelle immobiliari Dolcedrago e Idra (nel cui patrimonio c'è la villa di Arcore), nonché presidente del consiglio d'amministrazione della società che edita il quotidiano Il Foglio.
L'idea di un prestito per pagare il fisco
Visto che la perquisizione interrotta nell'ufficio di Spinelli non ha potuto accedere alle «documentazioni bancarie, copie di assegni circolari/bonifici e documentazioni societarie» indicate nel decreto autorizzativo stilato dai pm, allo stato è impossibile accertare se ci sia stata solo l'idea, o invece anche una disponibilità reale, o infine proprio un vero prestito di Berlusconi a Mora; se in caso positivo i soldi siano stati davvero più di un milione di euro; e se Mora (qualora li abbia ricevuti) li abbia magari poi già rimborsati.
C'è però un sicuro dato di contesto storico. Oltre un anno fa vi fu un periodo nel quale Mora, alle prese con il fallimento della sua società «LM Management» schiacciata da un passivo di 17 milioni di euro, stava disperatamente cercando la boccata di ossigeno finanziario che gli consentisse di siglare con l'Agenzia delle Entrate un concordato fiscale da 6 milioni di euro in rate semestrali per 6 anni. Il progetto però non si è mai perfezionato, tanto che il 17 dicembre scorso i pm milanesi Eugenio Fusco e Massimiliano Carducci hanno chiesto il rinvio a giudizio di Mora per l'ipotesi di reato di bancarotta: a parte la difficoltà di reperire denaro fresco, infatti, Mora non riuscì a trovare alcuna compagnia assicurativa disposta a rilasciargli una polizza fideiussoria sulla base della garanzia degli immobili che era disposto a offrire.
Il finto controllo per caso e quella visita a Segrate
Già prima dell'abortita perquisizione a Milano Due, del resto, i nomi di Spinelli e di Mora (che ieri ha protestato la propria correttezza al grido di «vendo divi e non prostitute») si sono incrociati una volta nell'inchiesta.
Quando la minorenne Ruby alle ore 19.45 del 22 settembre 2010, fermata in un (finto) casuale controllo dell'auto guidata da un suo amico a Genova, fu trovata con 5.000 euro in 10 banconote da 500 euro, la ragazza asserì che si trattava di «un regalo» datole quel giorno dalla segretaria di Lele Mora, presso la cui agenzia «LM Production» dichiarava di lavorare come ballerina di danza del ventre e samba.
Ma l'autista che era con lei riferì che nel primo pomeriggio si era fatta portare «in una zona residenziale vicino al San Raffaele-Milano Due che conosceva lei e, dopo essere scesa dal veicolo, si era allontanata all'interno di un palazzo» (la sede dell'ufficio di Spinelli, ndr) «dove restava per circa tre minuti (...) Non ho idea da dove provenga il denaro in possesso della ragazza, l'unica cosa che ho visto è una busta bianca di cui ignoro il contenuto».
Luigi Ferrarella e Giuseppe Guastella
16 gennaio 2011
Luigi il Grande
Luigi il Grande
http://video.corriere.it/principali-notizie/82008916-1fe1-11e0-aeb3-00144f02aabc
ESCLUSIVO - La consigliera Pdl sotto indagine per favoreggiamento della prostituzione
Caso Ruby, Berlusconi indagato
Perquisizioni negli uffici di Nicole Minetti: il premier l'avrebbe indotta ad intervenire per coprire i retroscena della festa di Arcore. La marocchina più volte nella villa
Silvio Berlusconi (Archivio)
MILANO - La Procura di Milano ha indagato Silvio Berlusconi per le ipotesi di reato di «concussione» e di «prostituzione minorile». Secondo la contestazione d’accusa, allo scopo di occultare di essere stato cliente di una prostituta minorenne in numerosi week-end ad Arcore, assicurarsi l’impunità da questo reato e scongiurare che venissero a galla i retroscena delle feste nella sua residenza brianzola, il presidente del Consiglio la notte tra il 27 e il 28 maggio 2010 avrebbe abusato della propria qualità di primo ministro per indurre i funzionari della Questura di Milano ad affidare indebitamente l’allora 17enne marocchina Karima "Ruby" El Mahroug, scappata da una comunità per minori, alla consigliera regionale lombarda pdl Nicole Minetti. In una nota, la Procura di Milano spiega che il premier è stato iscritto nel registro degli indagati il 21 dicembre e che oggi gli è stato notificato l'invito a comparire. Nello stesso comunicato, il procuratore capo della Repubblica di Milano Edmondo Bruti Liberati chiarisce che il reato di sfruttamento della prostituzione si sarebbe consumato ad Arcore nel periodo che va da febbraio a maggio del 2010.
I REATI CONTESTATI -Il reato di «concussione» (articolo 317 del codice penale) punisce con la reclusione da 4 a 12 anni il pubblico ufficiale o l'incaricato di un pubblico servizio, che, abusando della sua qualità o dei suoi poteri, costringa o induca taluno a dare o a promettere indebitamente, a lui o ad un terzo, denaro od altra utilità. Al premier è contestato con l’aggravante il reato di «prostituzione minorile» (articolo 600 bis, contestato al premier nella forma del secondo comma) punisce con la reclusione da 6 mesi a 3 anni chiunque compia atti sessuali con un minore di età compresa tra i 14 e 18 anni in cambio di denaro o di altra utilità economica, ed è l’unico caso nel quale il cliente di una prostituta è sanzionato penalmente.
LE PERQUISIZIONI - Gli sviluppi dell’inchiesta sul caso Ruby stanno emergendo dalle perquisizioni in corso a Milano, tra le quali quella all'uomo di fiducia del premier che storicamente amministra il "portafoglio" familiare di Berlusconi: Giuseppe Spinelli, anni fa indagato con il Cavaliere e uscito dai processi su Medusa film e sulla villa di Macherio, nonchè già tra gli amministratori della holding Dolcedrago e dell'immobiliare Idra (che ha la villa di Arcore). Gli inquirenti si sono presentati nell’ufficio di Spinelli, non indagato, per eseguire una perquisizione, ma ad essi è stato opposto il fatto che le sue stanze sarebbero «pertinenza della segreteria politica dell’onorevole Berlusconi». Argomento che, secondo fonti vicine al manager, non sarebbe stato contestato dagli inquirenti, i quali hanno rinunciato alla perquisizione e lasciato gli uffici di Spinelli. La polizia sta perquisendo anche gli uffici della consigliere regionale Nicole Minetti, indagata per favoreggiamento della prostituzione, sia adulta sia minorile. Stessa ipotesi di reato per Lele Mora ed Emilio Fede, raggiunti da un avviso di garanzia. Anche la giovane marocchina Ruby, che risiede in una comunità in provincia di Genova, si apprende da fonti giudiziari, è stata perquisita.
FORZE DELL'ORDINE PARTI LESE - Nell'inchiesta sul caso Berlusconi/Ruby non ci sono appartenenti alle forze dell'ordine indagati. Anzi, i funzionari della Questura milanese che ricevettero le telefonate di Berlusconi sono le parti lese della concussione addebitata dai pm al premier.
RUBY PIÙ VOLTE AD ARCORE - Karima, la 17enne (nel 2010) marocchina al centro del caso per il quale Berlusconi è indagato per le ipotesi di reato di concussione e prostituzione minorile, non avrebbe detto il vero quando aveva pubblicamente affermato di essere stata ad Arcore solo una o due volte. A smentirla, e a pesare nell'inchiesta, sarebbe l'esito dello studio del traffico telefonico del suo cellulare, che l'avrebbe localizzata ad Arcore non una sola volta, ma in numerosi week-end concomitanti con la presenza di Berlusconi nella propria residenza.
Luigi Ferrarella
14 gennaio 2011
Luigi il Grande
Luigi il Grande
Ruby: a premier oggi invito a comparire
Indagato dal 21/12, pm: 'rapporti con Ruby da febbraio a maggio'
14 gennaio, 11:54
Luigi il Grande
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