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Luigi Ferrarella per il "Corriere.it"
Ruby lapdance
RUBY DISCO MILANO
La Procura di Milano ha indagato Silvio Berlusconi per le ipotesi di reato di «concussione» e di «prostituzione minorile». Secondo la contestazione d'accusa, allo scopo di occultare di essere stato cliente di una prostituta minorenne in numerosi week-end ad Arcore, assicurarsi l'impunità da questo reato e scongiurare che venissero a galla i retroscena delle feste nella sua residenza brianzola, il Presidente del Consiglio la notte tra il 27 e il 28 maggio 2010 avrebbe abusato della propria qualità di primo ministro per indurre i funzionari della Questura di Milano ad affidare indebitamente l'allora 17enne marocchina Karima "Ruby" El Mahroug, scappata da una comunità per minori, alla consigliere regionale lombarda pdl Nicole Minetti.
Il reato di «concussione» (articolo 317 del codice penale) punisce con la reclusione da 4 a 12 anni il pubblico ufficiale o l'incaricato di un pubblico servizio, che, abusando della sua qualità o dei suoi poteri, costringa o induca taluno a dare o a promettere indebitamente, a lui o ad un terzo, denaro od altra utilità.
Ruby minorenne marocchina Berlusconi - Nonleggerlo
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fede-mora-nicole minetti
Al premier è contestato con l'aggravante il reato di «prostituzione minorile» (articolo 600 bis, contestato al premier nella forma del secondo comma) punisce con la reclusione da 6 mesi a 3 anni chiunque compia atti sessuali con un minore di età compresa tra i 14 e 18 anni in cambio di denaro o di altra utilità economica, ed è l'unico caso nel quale il cliente di una prostituta è sanzionato penalmente.
La polizia sta perquisendo gli uffici della consigliere regionale Nicole Minetti, indagata per favoreggiamento della prostituzione sia adulta sia minorile. Stessa ipotesi di reato per Lele Mora ed Emilio Fede.
FESTE PER FASTI - FEDE E LELEMORRA DOPANO ‘AL CAPRONE’ (COPY DELLE ARCORINE) CON CONTINUI BUNGA-BUNGA PERCHE’ SENZA I FESTINI NIENTE PIÙ PRESTITI MILIONARI, NÉ CRESTE, NÉ “FORTUNA SESSUALE” – PER NON AVERE INTOPPI FEDE FA GUERRA AI “NEMICI”, COME IL MEDICO PERSONALE DEL CAVALIER SPOMPATO (A CUI VIENE PRESCRITTO RIPOSO ASSOLUTO), FIDANZATE TROPPO POSSESSIVE (L’EX MISS ROBERTA BONASIA CHE “SI VUOLE PRENDERE TUTTO”) O NOSFERATU GHEDINI CHE SEQUESTRA A BERLUSCONI IL CELLULARE, METTENDOLO IN GUARDIA DALLE PERICOLOSE AMICIZIE DI LELE MORA…
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Beatrice Borromeo per "il Fatto quotidiano"
Gli amici del pollo da spennare sono i miei nemici. E così le due "vecchie cornacchie", come si auto-definiscono Lele Mora ed Emilio Fede, tramano contro chi intralcia i loro festini e, quindi, i loro affari: l'avvocato del premier Niccolò Ghedini e il suo medico personale Alberto Zangrillo.
"Se Lui diminuisce le serate saremo costrette a rubargli in casa", dicono le Papi-girl intercettate dai magistrati di Milano. Ma non sono le uniche a preoccuparsi per il calo fisiologico di entusiasmo del 74enne presidente del Consiglio. Che ogni tanto, per non perire di bunga bunga, viene messo a riposo forzato da Zangrillo.
È il pomeriggio dell'11 ottobre 2010 quando Emilio Fede si lamenta con Lele Mora: "Niente, io non ho notizie di lui, è stato operato, adesso però non so dov'è ma gli ho mandato un messaggio". "E?", chiede Mora. "Bè, poi sai attorno io c'ho due nemici, Ghedini e Zangrillo, capito?".
Il nemico Zangrillo infatti è inflessibile: a Silvio Berlusconi impone tranquillità assoluta. Niente balli fino all'alba nella discoteca sotterranea di Arcore, basta file per distribuire gioielli e buste di contanti, niente feste con 33 fanciulle per volta. Infermierine sì, ma quelle vere. E "Super-man" Berlusconi, anche detto (dalle ragazze) "Mr. Big" e "Al Caprone", si trova costretto a vestire il pigiama del convalescente.
La causa è l'operazione ai tendini della mano sinistra che il premier ha subito il giorno prima dell'intercettazione: un intervento di 15 minuti all'Istituto Humanitas di Rozzano, alle porte di Milano. Impegni cancellati per tutta la settimana seguente: "Il presidente è davvero tirato e stanco, ha bisogno di molto riposo - dichiarava all'epoca Zangrillo - è al limite e sfruttiamo questa occasione perché, per tanti motivi, ha bisogno di fermarsi un po'".
Sulla salute di Berlusconi rovinata dai party, un mese dopo, Wikileaks pubblica 652 documenti. Uno di questi si riferisce all'anno precedente, quando l'ambasciatore americano a Roma, David Thorne, trasmetteva al presidente Barack Obama le preoccupazioni di Gianni Letta sulla salute fisica del Cavaliere. Dai dispacci diffusi sul sito di Julian Assange traspare l'inquietudine della diplomazia statunitense che comincia a considerare Berlusconi un partner poco affidabile dopo "tre collassi ed esami medici disastrosi", pisolini involontari durante gli incontri ufficiali, problemi familiari che influiscono sulla sua "capacità di prendere decisioni".
La fragilità fisica del Cavaliere e le attenzioni di Zangrillo sono quindi un rischio concreto per Mora e Fede: niente più prestiti milionari, né creste, né "fortuna sessuale" (parole di Fede). Dunque bisogna "occuparsi dei nemici", che siano medici, fidanzate troppo possessive (il direttore del Tg4 vuole arginare l'ex miss Roberta Bonasia che "si vuole prendere tutto"), o avvocati. Perché Ghedini non si limita a sequestrare a Berlusconi il cellulare, ma gli ricorda più volte che le amicizie di Lele Mora rappresentano un pericolo.
L'impresario dei vip è un punto di contatto tra lo scandalo Ruby e l'inchiesta sulla ‘ndrangheta a Milano che ha appena portato in carcere 35 uomini delle 'ndrine. Mora è legato a Paolo Martino, condannato per associazione mafiosa e traffico di droga, e cugino di Paolo De Stefano, boss di Reggio Calabria. Ma per Fede il problema è solo che "Niccolò è troppo severo".
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sabatino di martino
LA LEGGE DI ARCORE: “Più troie siamo e più bene ci vorrà... Oltre che per le palle bisogna prenderlo per il coso. Domani se è aperto vado in un sexy shop” - Fede a Mora: “Quando vedrai il tg mi amerai di più” (acchiappa la brasiliana!) -Le ultime carte depositate gettano qualche lampo di luce sui contatti e gli affari di Mora, sempre a cavallo tra Milano e la Svizzera....
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Gianni Barbacetto e Antonella Mascali per il fattoquotidiano
Le ultime carte depositate dalla procura milanese nel procedimento contro Lele Mora, Nicole Minetti ed Emilio Fede (accusati di essere i "fornitori" delle ragazze del bunga bunga di Arcore) gettano qualche lampo di luce sui contatti e gli affari di Mora, sempre a cavallo tra Milano e la Svizzera.
L'impresario ha a che fare con altri protagonisti della vita notturna milanese: Philippe Renalt, francese, direttore della discoteca "Shocking", accanto al teatro Smeraldo, di cui è socio anche l'impresario Gianmario Longoni. Con Renalt e Longoni, Mora (reduce dal fallimento della sua Lm Management) crea la società "Passepartouts", di cui viene nominato amministratore Flavio Morgante, marito di Diana Mora, la figlia di Lele.
L'agente televisivo ha rapporti d'affari anche con Imerio Baresi, imprenditore bresciano con precedenti per falsa testimonianza e bancarotta fraudolenta, che al telefono lo chiama amichevolmente "Ratzinger". Di Baresi, Mora parla al telefono con un funzionario di banca svizzero, Patrick Albisetti, che è il suo punto di riferimento presso la sede di Lugano della Banca della Svizzera Italiana, dove Mora ha un conto.
"Allora fammi una cortesia, dagli tre mila franchi a questo rompimento di coglioni di Baresi", dice Mora ad Albisetti. "No, no, io non glieli do!", risponde il funzionario, "non metto il tuo nome in contatto con il suo... Io non faccio l'ammesso disposizione cassa per quel personaggio". Mora: "Vabbè, ci penso io allora, non ti preoccupare, faccio partire una macchina da qua e glieli do, quanti sono in euro 3 mila franchi? Ma sono gli ultimi, stop! Non gli do più niente... Per togliermelo dai coglioni!".
L'indagine su Ruby, la minorenne che ha messo nei guai Silvio Berlusconi, rischia dunque di svelare qualche segreto, oltre che sulle feste di Arcore, anche sul mondo delle notti milanesi in cui si muoveva Karima El Mahroug, tra locali glamuor, discoteche alla moda, ragazze troppo vistose e tanti, tanti soldi.
Le ragazze di Arcore parlano tra di loro (intercettate) anche di Lele Mora. Quando il settimanale Oggi, nel novembre 2010, pubblica sul suo sito il video rubato di un viaggio a villa San Martino di Mora che porta una giovane donna vestita di rosso, Florina Marincea (ex della Pupa e il secchione) chiama Nicole Minetti.
"Florina dice che l'ha chiamata Ricucci", scrive la polizia giudiziaria, "e le ha detto che su Internet c'è un filmato dove lei (Florina) è davanti a casa di Lele vestita con un abito rosso... Nicole risponde che lo sa, di non aver visto il filmato, ma di aver digitato Lele Mora in Internet e di aver visto, tra le ultime notizie, che qualcuno ha fatto due filmini che riprendono dal momento in cui delle ragazze partono da sotto casa di Lele con lui fino ad arrivare ad Arcore".
Poi Florina chiede a Nicole se è preoccupata per le reazioni del suo fidanzato, Simone. "Amò, ma va... no, stai tranquilla, non gliene fotte un cazzo a Simone... Io amò, io con lui son stata sempre, non sincera perché non gli ho mai detto chi, come, quando e perché, no? Però tanto io posso sempre dirgli che io non c'ero, che cazzo me ne frega, cioè nel senso... che sono anche cazzi nostri quello che facciamo, nel senso gli dico guarda, io non c'ero quella sera, tanto io non ci sono, capito? E lui non può sapere se io quella sera c'ero o meno, capito?".
Lele Mora parla al telefono spesso anche con il direttore del Tg4 Emilio Fede. Di ragazze, naturalmente. "Quando vedrai la mia intervista mi amerai", dice Fede. E Mora: "Ma io la amo già lo stesso, direttore, lei lo sa. Forse l'amerò di più ancora?". Fede: "Appunto! Sicuro". Mora: "Ahahah (ride). Bene. Tutto bene lei?". Fede: "Tutto bene. Ascolta, io ho qui questa fanciulla che fa il meteo con me che si chiama Dani, Daniela".
Mora: "La Dani! Quella che ho conosciuto con lei da Giannino! La brasiliana!". Fede: "È la brasiliana allora! Lei ci terrebbe molto essere... ovviamente ad essere nel tuo giro, poter guadagnare qualche euro". Mora: "Allora io la vedo quando vuole eh, oggi o domani per me non è un problema, la ricevo. Quando va bene per voi, direttore, sa che per lei io, tutto...".
Fede, in alcune occasioni, prende direttamente i contatti con le ragazze da portare ad Arcore. Il 25 agosto 2010 chiama Imane Fadil, che dapprima protesta: "Emilio! Ma che sparisco, scusa? Tu non mi hai più chiamato, io t'avevo mandato un messaggio". Fede: "Vabbè, ma io ho lavorato eh? Ora sono...". Imane: "Ah, io niente, sono qua a Milano stasera". Fede: "Se ti prepari carina...".
Imane: "Si?". Fede: "A cena con me dal presidente. Tu eri già stata dal presidente, no?". Imane: "Sii, sì sì sì, sì sì. Certo, con te! Con te sono stata l'ultima volta". Fede: "Ecco, allora dai, tu fai una cosa però, no, ti mando a prendere subito". Imane: "Eh fammi, eh io adesso devo andare a casa, vado a casa, appena arrivo a casa ti chiamo, va bene? Ti mando un messaggio dell'indirizzo, se non ce l'hai". Fede: "L'indirizzo... e ti mando a prendere". Imane: "Va bene, ok".
Come rivelato ieri dal Corriere della Sera, inoltre, il capo ufficio stampa dell'ambasciata egiziana a Roma ha risposto ai pm di Milano sulla questione "Ruby, nipote di Mubarak": "l'ambasciata voleva esprimere il profondo rammarico per il fatto che" fosse "inserito il nome del presidente Mubarak" ad "una notizia da respingere e senza alcun fondamento di verità".
OLGETTINE: "BISOGNA PRENDERLO PER IL COSO"
Melania Tumini, la ragazza invitata ad Arcore da Nicole Minetti e subito fuggita a gambe levate, aveva spiegato tutto nei dettagli: "Qua è un puttanaio. Siamo finite in mezzo a un'orgia, mani in mezzo alle gambe, di tutto" raccontava a un'amica incredula . La scena è confermata dal prefetto Carlo Ferrigno: "Ma io pensavo fosse una cena pulita, no invece, quella mi chiamava, pur essendo lei una puttanella è rimasta esterrefatta quando stavano tutte discinte con le mutande, mezze ubriache, in braccia a Berlusconi. E se le baciava tutte, le toccava tutte".
Scenette che viaggiano via sms anche il giorno di Natale: "Più troie siamo e più bene ci vorrà" dice un'arcorina alla collega. Organizzando il suo programma erotico per Santo Stefano: "Oltre che per le palle bisogna prenderlo per il coso. Domani se è aperto vado in un sexy shop".
Perché soddisfare in toto il padrone di casa era davvero un lavoro senza tregua. Tanto che Diana Gonzales, in una telefonata del 7 gennaio scorso, confessa ad Aris Espinosa: "Guarda che io sono stata lì ieri. No, l'altro ieri, e io non ho fatto niente grazie a Dio. Perché ero indisposta".
Serve la giustificazione per sottrarsi al rito, che ha ancelle predilette e sacerdotesse qualificate: "La napoletana è la pupilla, io sono il culo", sintetizza Ruby riferendosi a Noemi, mentre la vestale Nicole chiude sull'ex fidanzato Silvio con amarezza: "È un pezzo di merda. Si sta comportando da pezzo di merda pur di salvare il suo culo flaccido".
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sabatino di martino
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1- "ZOCCOLA, ZOCCOLA, CIAO ZOCCOLAAAA, ANCH´IO SONO ZOCCOLA, IO FORSE UN PO´ DI PIÙ" - "CHE CAZZO DI TROIE SIETE. NEANCHE LO SAPETE FARE, MICA COME ME CHE SONO UN PUTTANONE DI STRADA... ARIS, SONO PUTTANA DENTRO, NON C´È NIENTE DA FARE, CAPITO?" - 2- LIBERTÀ DI LINGUAGGIO. QUELLA DELLE TRENTATRÉ RAGAZZE OSPITI DELLE CENE ELEGANTI DEL CAV. PER ESEMPIO, SONO UNA VERA MINIERA DI SPUNTI PER LA NOSTRA ERA CHE, QUANTO A TRASMISSIONE PER I POSTERI, NON DOVRÀ SOTTOSCRIVERE IMPEGNATIVI PROGRAMMI POETICI. NIENTE EPICA, DUNQUE. MA UNA PIÙ URGENTE SCENEGGIATURA -
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barbara guerra
1- LETTERA
sono divertenti questi aggiornamenti sulle tope indagate. topa's secret.
un giorno ci faranno un film. invece di arancia meccanica, "banana meccanica", ma potrebbe anche andare " il tappo" ( di arcore ), con sottotitoli a scelta.
vabbe un saluto c.a.
2- "ZOCCOLA, ZOCCOLA, ZOCCOLA"
Pietrangelo Buttafuoco per Il Foglio
Marysthell Polanco e Barbara Guerra da Novella
Libertà di linguaggio. Quella delle trentatré ragazze ospiti delle cene eleganti del Cav. per esempio. Un po' meno libero, invece, è il linguaggio burocratico degli inquirenti: "Accertamenti sul BlackBerry di Visan Ioana". Ecco, un titolo così, su un cartiglio, rende poco rispetto all'auto-proclamarsi che in fior da fiore inzeppa le pagine. E dunque: "Puttanone di strada", "squillo dentro" o "zoccola, zoccola, zoccola". Le carte giudiziarie depositate sono una vera miniera di spunti per la nostra era che, quanto a trasmissione per i posteri, non dovrà sottoscrivere impegnativi programmi poetici. Niente epica, dunque. Ma una più urgente sceneggiatura.
3- VERBALI NELLE TELEFONATE E NEGLI SMS SMONTANO LA TESI DEL PREMIER SU BUNGA BUNGA E PAGAMENTI LE CONFESSIONI DELLE RAGAZZE DI ARCORE
Piero Colaprico e Emilio Randacio per "la Repubblica"
Barbara Faggioli
Berlusconi giura che non ha mai pagato per una donna, e che nessuna delle ospiti delle sue cene "eleganti" è una prostituta. Ma chi sono davvero queste ragazze che il premier frequentava e cercava?
E come parlano tra loro queste show girl e papi-girl spesso in missione ad Arcore?Per farsi un´idea basta un piccolo assaggio degli «accertamenti sul Black Berry di Visan Ioana», la giovane romena che viene spesso invitata alle «notti del drago». All´interno della memory card del telefonino, la polizia postale le scopre i messaggi audio. Li scambia, tra le sghignazzate, con «Barbara Guerra (chiamata dalla Visan "Kitty"), Barbara Faggioli (chiamata dalla Visan "Barby"), Aris Espinosa e altre non meglio identificate».
Primo file: «Allora, Barbara, Anna.... che c. di troie siete (ride). Neanche lo sapete fare, mica come me (ridendo) che sono un puttanone di strada».
barbara guerra
Secondo file audio: «Raga, questa è per voi (musica in sottofondo), vi piace? Aris, sono puttana dentro, non c´è niente da fare, capito? É che mi vien da dentro, non ce la faccio».
Terzo file: «E io son già nella vasca senti un po´, ciaf, ciaf, ciaf, ciaf, amò questa è per te: (canticchiando dice) zoccola, zoccola, zoccola, zoccola, zoccola, zoccola, zoccola, zoccola, zoccola, amò, le ricordi quelle belle notti (ride)? Ciao zoccolaaaa, anch´io sono zoccola, io forse un po´ di più».
barbara faggioli x
È un linguaggio disinvolto quello che emerge dalle carte giudiziarie appena depositate, probabilmente non tanto diverso da quello delle ventenni cresciute troppo in fretta e senza un rimprovero. Eppure una «diversità» esiste: N.T., un´amica di Aris, che pure così parla, quando si trova ad Arcore, tra altre ragazze che ballano e si spogliano, arretra. E confessa: «Sapevo che avrei potuto fare sesso con il presidente, ed essere pagata, come mi aveva detto Aris. Ma non me la sono sentita. L´ho visto e mi sono messa in disparte».
Se un Berlusconi rivendica nei convegni politici e nei videomessaggi di non aver mai e poi mai pagato le ragazze, se il premier racconta che a casa sua si tengono «cene tra persone per bene», queste ragazze - e la domanda sarà cruciale al processo - in realtà come si comportano?
Iris Berardi
Ruby, la pietra dello scandalo, la preferita del «sultano» sino alla notte in questura, è piuttosto esplicita quando parla al telefono senza sapere di essere intercettata. È il 20 agosto scorso, e cioè due settimane dopo l´ultimo interrogatorio, e invita un´amica milanese in Liguria: «...domani ci avrò minimo cinque clienti, che comunque dobbiamo fare per diversi orari della serata. Torniamo a casa con almeno 4mila euro».
Soldi, sempre di soldi parlano queste ragazze. Il 20 settembre è appena finita una delle feste con bunga bunga ad Arcore e qual è il messaggio che, alle 3.40 del mattino, si scambiano due ospiti? «Tutto ok, mi ha dato un braccialettino d´oro e duemila euro a tutte».
Iris Berardi
Sono ragazze che sognano ancora chi lo showbiz, chi un posto di lavoro, chi una casa e chi uno stipendio. Non intendono rischiare l´inimicizia di un uomo potente ed egoista, girano alla larga dai poliziotti che le perquisiscono il 14 gennaio. Ma sanno di che cosa parlano e che cosa succede intorno a loro.
Una delle fedelissime del presidente si sfoga con la mamma all´indomani della prima fuga di notizie: «(Ruby parla) di robe schifose, spogliarelli integrali. Io che sono stata a letto con lui. Ma no, ma´! Delle robe veramente che io non posso più uscire di casa, eh. Mi daranno della troia a vita». «Eh, ma scusa, ma ‘sti avvocati a che c. servono, se non ti difendono?», reagisce la madre. La risposta è rivelatrice di un clima: «Servono a difendere il culo di lui! A me che, che mi fanno?! Che mi tutelano?! Per colpa sua ci passo io. È lui (Berlusconi) che mi deve adesso salvare il culo, mi son rotta i ...».
Iris Berardi RUBY AL BALLO DI VIENNAa
Se tacciono con i poliziotti, queste papi-girl raccontano però ai fidanzati, agli amici, ai parenti quello che sanno, del sesso a pagamento a Villa San Martino, e come bisogna esibirsi, travestirsi, spingersi sempre più in là per ingraziarsi il padrone di casa. F.B., grossista di carni della provincia di Cuneo, per molti mesi ha frequentato la giovanissima Iris Berardi. È stato rintracciato grazie ai suoi sms. I pubblici ministeri vanno al sodo: «Iris le riferì mai di avere ricevuto denaro (...) da parte di Silvio Berlusconi (...)? Le riferì che questi regali fossero la retribuzione esplicita o implicita per la sua partecipazione alle cene?».
«Iris - risponde il grossista - mi disse più volte che riceveva del denaro contante. Le cifre oscillavano tra i 2mila e i 7mila euro a seconda dei casi. Mi precisò che riceveva anche gioielli e bigiotteria (che a volte ho visto di persona). Mi parlò anche dell´appartamento che le fu messo a disposizione dal Presidente attraverso Nicole Minetti».
I pm domandano ancora: «Iris le riferì di avere mai conosciuto Karima El Marhoug detta Ruby?» Risposta di F. B. : «Mi disse che aveva conosciuto Ruby una singola volta ad Arcore, ma non mi parlò mai dei dettagli di questa conoscenza, né di quello che aveva fatto Ruby ad Arcore. Quando ascoltammo insieme l´intervista di Ruby a Signorini in televisione, Iris affermò che lei sapeva essere tutta una messinscena, preparata in precedenza».
Iris Berardi RUBY AL BALLO DI VIENNA
Anche D.G., un altro amico, viene convocato negli uffici della polizia giudiziaria: «Iris - risponde - mi riferì che a volte non riceveva nulla, altre volte riceveva una busta contenente cifre da 1000 a 5000euro. Il suo tenore di vita, già alto, aumentò quando si trasferì a Milano, durante l´estate 2010 (...) Ad un certo punto, ma non ricordo quando, mi riferì che lei si recava presso una residenza del Presidente del Consiglio, dove partecipava a delle cene (...) A volte erano a tema e le ragazze venivano indotte a presentarsi con un vestiario particolare: ricordo una volta che mi chiese di aiutarla a trovare una divisa da calciatore, essendo quello il tema prescelto».
Marysthell Polanco Dettagli da Novella Emilio Fede con la Olgettina Marysthell Garcia Polanco nel 2007
Ecco, oltre al denaro che corre di busta in busta e di mano in mano, ai regali sempre più luccicanti per le ragazze che si fermano insieme con «l´unico protagonista maschile», un´altra conferma dello «stile» delle serate del presidente. Dei travestimenti ha parlato per prima Ruby. Poi ha confermato Melania, un´amica di Nicole Minetti, rimanendo scandalizzata dal «puttanaio» e dal «bunga bunga». Poi ancora Maria Magdoum, ballerina marocchina di danza del ventre. E pure la modella senese Elisa Toti parlava della sua «ideona»: andare ad Arcore «con la maglia dei calciatori del Milan».
«Non ho mai pagato una donna. Non ho mai capito che soddisfazione ci sia se non c´è il piacere della conquista», ripete spesso Berlusconi. Eppure, i pm sono certissimi. Molte delle sue trentatré ospiti sinora individuate sono «squillo», e con una vasta clientela. Il 26 aprile scorso, con numero memorizzato sotto «Elisa troia 2», c´è questo scambio di sms: «Ei amor, ci sei stasera per 500 (presumibilmente euro) con me a Monaco? Cena e hotel?», domanda Iris. E il 7 settembre, sempre Iris parla con «Pier amico Maristel» e non si mette d´accorso sulla tariffa: «Mi dispiace - dice il cliente - il costo è troppo alto. Direi che dobbiamo rimanere abbondantemente sotto i 1000».
Marysthell Garcia PolancoMarysthell Garcia Polanco
Anche dai cellulari a disposizione di Barbara Guerra, gli investigatori riescono a estrapolare diversi messaggi telefonici piuttosto espliciti. Il 27 luglio 2009, dal numero intestato a un ex calciatore parte questa richiesta: «Sei libera sabato sera per un compleanno? Cena. Quanto chiedi?». Nelle carte della procura, non c´è la risposta. Mentre sembra andare a buon fine l´ultimo Capodanno a Dubai.
OLGETTINA BY NIGHT
Sempre l´ex concorrente del reality «La Fattoria» manda un sms a tale Alii Dubai Beirut: «Amor mi riesci a fare sapere entro le cinque? Se no organizzo da un´altra parte». Barby deve avere per forza un piano "b": «Amo, scusami se ti stresso, ma dovevamo passarlo come gli altri anni con il presidente Berlusconi, ma ieri è saltato tutto», insiste.
ragazze di via olgettina sara tommasi
Alii rassicura lei e alcune altre amiche che abitano alla Dimora Olgettina: «Amor, abbiamo prenotato l´albergo nel grattacielo più alto al mondo. Tutto pagato, per te e le tre amiche. In più ci sarà una sorpresa. Serata di Capodanno super privata, faremo bordello... Mi hanno appena confermato che verranno a prendervi dall´uscita dell´aereo... Super coccolate. Amo - domanda però Ali - almeno le tue amiche sono bone come te? Non mi far fare brutta figura».
É questo un mondo che appare «easy», giocoso, allegro, ricco, spregiudicato. Ma chissà. Un paradosso, degno di qualche riflessione, arriva da una confidenza tra due ragazze che «chattano» su Skype: «Pensavo quasi quasi d´andare in un´agenzia e affittare un uomo per un paio di d´ore ma per semplici coccole, chissà se starò un po´ meglio», dice una.
E l´altra risponde: «Però secondo il mio modestissimo parere è una grandissima sconfitta a livello psicologico. Pari a quella di chi paga per avere compagnia femminile, come il tuo papi». Che papi paga le donne, dunque, è una notizia: ma gira molto più su Skype che nel sito dei «promotori delle libertà».
sabatino di martino
C’è PUZZA DI BUNGA-BUNGA - NEI NUOVI VERBALI, PARLA IL FIDANZATO(?) DI IRIS BERARDI: “IL PRESIDENTE CI TENEVA MOLTO ALLA PULIZIA, A VOLTE LE MANDAVA A LAVARSI, PERCHÉ LORO EMANAVANO CATTIVO ODORE” - IL CAV. POMPETTA RISCHIA L’INCRIMINAZIONE ANCHE PER IRIS, LA BRASILIANA, MINORENNE E PROSTITUTA - LE PROMESSE DI SEGGI IN PARLAMENTO A NICOLE MINETTI E BARBARA FAGGIOLI - EN TRAVESTI: ELISA E ADRIANA DA GIOCATORI DEL MILAN, BARBARA GUERRA PORNO-POLIZIOTTA - AGLI ATTI ANCHE LE FOTO DI SCENE LESBICHE TRA LE ARCORINE…
1- AL BUNGA BUNGA CON LE MAGLIE DEL MILAN" LE CONFIDENZE DELLE RAGAZZE DI ARCORE. E IL CAVALIERE RISCHIA L´INCRIMINAZIONE PER UN´ALTRA MINORENNE...
Piero Colaprico, Emilio Randacio per La Repubblica
Emilio Fede
Non solo Ruby. Il rischio che a Silvio Berlusconi venga contestato di aver frequentato un´altra minorenne è una possibilità tutt´altro che remota. Ci sono oltre 20 mila pagine di atti giudiziari. Sono stati messi a disposizione, ieri mattina, degli indagati Nicole Minetti, Emilio Fede e Lele Mora. L´inchiesta non ha dubbi sul giro di show girl e "squillo" nella residenza di Arcore del premier e, su tutti, sembrano spiccare due ragazze: Iris Berardi, con la testimonianza del suo ex fidanzato, ed Elisa Toti.
Emilio Fede con la Olgettina Marysthell Garcia Polanco nel 2007Michele Santoro con Emilio Fede e Massimo Dalema Ansa
La prima è la modella brasiliana diventata maggiorenne il 29 dicembre di due anni fa. Si sa che ha frequentato spesso Arcore (c´era la notte prima che Massimo Tartaglia, il 14 dicembre 2009, centrasse con una statuetta del Duomo Berlusconi) e che ha segnato su un quaderno i soldi ricevuti, più i vari gioielli.
Ora si scopre che i suoi rapporti con il sodalizio Mora e Minetti risalgono a prima del novembre del 2009. Il dato è contenuto in un rapporto dello Sco, secondo cui i tre si sarebbero tenuti in contatto attraverso telefonini che i maggiorenni usavano, anche se non erano intestati a loro. E questi contatti «mediati» partono nel 2008.
Ma a suffragare questo scenario arriva, lo scorso 7 febbraio, un trentottenne rappresentante di carni, F. B.. Iris, seppur tra mille omissioni, non resiste alle domande di quest´uomo innamorato: «Mi confidò che, per quanto non fosse la sua attività continuativa, capitava talora che avesse delle relazioni sessuali a pagamento».
E anche sulle feste di Arcore, dove era andata «dodici-quindici volte», Iris ammette: «Mi disse che gli unici uomini a volte presenti erano Lele Mora ed Emilio Fede. Mi disse che anche al termine delle serate tutti si trasferivano in un locale dove erano presenti dei vestiti particolari (ricordo che mi citò la divisa da poliziotta, da Babbo Natale e da infermiera)», e questa è una grossa conferma alle rivelazioni di un´altra testimone, Melania, l´amica di Nicole Minetti, che ha parlato per prima di «travestimenti».
Iris Berardi lux02 emilio fede raffaella zardo aida yespica
C´è anche di più: «Iris mi disse che le ragazze si avvicinavano al presidente il quale a volte le toccava (...) . Mi precisò che il presidente ci teneva molto alla pulizia e che per questo a volte le mandava a lavarsi, perché loro emanavano cattivo odore». Come già Ruby, anche Iris, nei resoconto del bunga bunga al fidanzato, nega di aver fatto sesso con il Cavaliere. «Mi disse solo - aggiunge l´innamorato - che si era fermata due o tre volte durante la notte e questo in effetti mi lasciò piuttosto perplesso perché Iris mi aveva anche detto che le ragazze che si fermavano ricevevano più soldi delle altre».
Questi balletti en travesti sono la conferma del reato e anche una conversazione intercettata su Skype, tra la senese Elisa Toti e Adriana Verdirosi, più volte ospiti delle serate arcoriane, appare eloquente. Siamo all´8 aprile scorso: «Ahh Adriii... ideona per il balletto!», suggerisce la giovane collaboratrice di Publitalia: «Ci vestiamo da calciatrici del Milan».
Nicole Minetti versione consigliere regionalenicole minetti
Il 13 aprile, sempre le due, annunciano l´imminente invito per la sera successiva dal «capo». «Gli ho scritto - spiega Adriana - che abbiamo cenato insieme e che ci manca tanto». La Toti sembra entusiasta anche se, per la prima volta nelle carte Rubygate, emergono particolari che possono imbarazzare il premier in dibattimento. Qui sono irriferibili, tranne in una parte minima: «Martedì gli ho detto che voglio dormire con lui se naturalmente non ha impegni ufficiali... si potrebbe fare una cosa...».
Elisa Toti, a volte, sembra andare in pressing sul premier, gli scrive almeno tre lettere, che partono con un «Ciao amore», «Ciao tesoro», e con «Ciao Silvio». Convenevoli a parte, la trentaduenne senese si lamenta di non riuscire «mai a parlarti di tutte le cose che ti devo dire». E la preoccupazione è sempre la stessa: «Il lavoro», vuole essere collocata «in un canale completamente nuovo tutto al femminile... di cui mi potrei occupare».
E, in attesa, vanno bene anche «delle telepromozioni, almeno per prendere qualche soldino». Silvio però a volte è in fuga, anzi mette le ragazze in competizione le une con le altre («Ci mette sempre alla prova, vorrebbe che qualcuna di noi sbagliasse, per mandare via un po´ di gente», si lamenta una delle gemelle De Vivo). E così il 14 maggio, Toti si agita con l´amica per la mancanza di un invito a «corte», tanto che si chiedono: «Ma che gli sarà successo al piccoletto?».
Barbara Faggioli barbara faggioli x
La reale professione di molte altre partecipanti al bunga bunga emerge in maniera limpidissima dalle carte appena depositate. L´onnipresente Florina Marincea, «in romeno», annuncia «che Lele (Mora, ndr) apre a Lugano un locale di "Lap dance"» e chiede a una sua amica se vuole andarci, e «la donna sorpresa dice si, poi replica "dipende che ragazze vuole"». Nessun dubbio: serve «un´amica che vuole fare la troia».
La politica è il desiderio delle poche che hanno studiato. In una telefonata del 18 agosto scorso, Barbara Faggioli al telefono con la Minetti, «Minchia, speriamo che non cade il governo comunque... Lui (e cioè Berlusconi, ndr) mi ha giurato di sua spontanea volontà che se non cade, "io te lo giuro su quello che vuoi che a te e anche alla Nico vi metto lì"». Dal bunga bunga al parlamento, questo è un obiettivo che a volte non tanto difficile da raggiungere.
2 - NEGLI ATTI ANCHE LE FOTO DEI FESTINI UNA TRENTINA DI SCATTI SEQUESTRATI ALLE OLGETTINE...
Negli atti depositati dai pm milanesi alle difese dell´indagine Rubygate vengono allegati una trentina di scatti estrapolati dai computer delle ragazze della Dimora Olgettina, sequestrati il 14 gennaio scorso.
barbara guerra barbara guerra
Nella memoria dell´I-Phone di Barbara Guerra, compare una sequenza di immagini che sembrano riferirsi proprio alle serate del bunga bunga. In una, la Guerra è immortalata in una divisa succinta da poliziotta americana. In altre due fotografie, vengono immortalate altre due ospiti in atteggiamenti saffici.
[17-03-2011]
barbara guerra barbara guerra
sabatino di martino
1- LA PROCURA DI MILANO PRESENTA: LE NOTTI A LUCI ROSSE NELL’HAREM DI ARCORE - 2- TRE FASI. CENA CON BERLUSCONI, QUALCHE RARO OSPITE MASCHIO E TANTE RAGAZZE. SECONDO. “BUNGA-BUNGA”! I COMMENSALI SCENDEVANO IN UNA SALA SOTTERRANEA, “UN LOCALE ADIBITO A DISCOTECA, DOVE LE PARTECIPANTI SI ESIBIVANO IN MASCHERAMENTI, SPOGLIARELLI E BALLETTI EROTICI, TOCCANDOSI RECIPROCAMENTE OVVERO TOCCANDO E FACENDOSI TOCCARE NELLE PARTI INTIME DA SILVIO BERLUSCONI”. GRAN FINALE IN CAMERA DA LETTO: BERLUSCONI SCEGLIEVA UNA O PIÙ RAGAZZE CON CUI INTRATTENERSI PER LA NOTTE IN RAPPORTI INTIMI, PERSONE CHE SI SAREBBERO PROSTITUITE “DIETRO PAGAMENTO IN DENARO" - 3- BOCCASSINI & C. CONTESTANO ALLA MINETTI DI AVER SVOLTO UN RUOLO DA “MAITRESSE”. FEDE FA IL “TALENT SCOUT”. LELE MORA SEGNALA, “ANCHE CONGIUNTAMENTE CON FEDE EMILIO, GIOVANI DONNE DISPOSTE A PROSTITUIRSI PRESSO LA RESIDENZA DI ARCORE" -
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Gianni Barbacetto e Antonella Mascali per Il Fatto
Il piccolo colpo di scena del caso Ruby è in una riga del comunicato del procuratore Edmondo Bruti Liberati. Il reato di induzione e favoreggiamento della prostituzione minorile è contestato a partire dal settembre 2009. Non più dal febbraio 2010, dunque, da quel giorno di San Valentino in cui Karima El Mahroug in arte Ruby, ancora minorenne, racconta di essere andata per la prima volta ad Arcore.
Ma da quando la giovane Ruby è stata "scoperta" da Emilio Fede, durante un concorso di bellezza che si tiene in Sicilia appunto dal 3 al 7 settembre 2009. In quell'occasione Fede gridò al microfono: "Sta ragazza non ha più i suoi genitori, tenta una via... Mi sono impegnato e lo farò... per aiutarla".
È arrivato il momento della verità per tre indagati, Nicole Minetti, Lele Mora ed Emilio Fede, accusati di essere i procacciatori delle ragazze del bunga-bunga. L'"utilizzatore finale", Silvio Berlusconi, è già rinviato a giudizio immediato per concussione e prostituzione minorile e per lui il processo inizierà il 6 aprile. I tre "fornitori", invece, hanno ricevuto ieri l'avviso di chiusura indagini (che prelude alla richiesta di rinvio a giudizio) firmato dai procuratori aggiunti Pietro Forno e Ilda Boccassini e dal sostituto procuratore Antonio Sangermano.
A Minetti, Mora e Fede è contestato il reato di aver "indotto e favorito l'attività di prostituzione di giovani donne". "Allo stato", la procura ne ha identificate 32. In più - e il reato è ancor più grave - i tre sono accusati di aver "indotto e favorito l'attività di prostituzione" svolta da una minorenne: è la diciassettenne Karima, che "compiva atti sessuali con Silvio Berlusconi, dietro pagamento di corrispettivo in denaro e altre utilità, presso la residenza in Arcore".
Nel 2010, in 13 date: il 14 febbraio, il 20 e 21 febbraio, il 27 e 28 febbraio, il 9 marzo, il 4 e 5 aprile, il 24, 25 e 26 aprile, l'1 e 2 maggio.
Tra le 32 ragazze "allo stato" identificate dalla procura, ci sono nomi già noti e qualche novità. L'elenco comprende anche la seconda minorenne ad Arcore, Iris Berardi.
Tutte si sarebbero prostituite "dietro pagamento di corrispettivo in denaro e altra utilità, presso la residenza in Arcore di Silvio Berlusconi, ove venivano organizzate all'uopo apposite serate".
I tre indagati, secondo la procura, individuavano infatti le giovani donne da coinvolgere e le indirizzavano ad Arcore, dopo averle istruite sulle prestazioni richieste e sul compenso che in cambio avrebbero ricevuto: le ragazze "venivano informate sui corrispettivi e le altre utilità economiche che avrebbero ricevuto a fronte della loro disponibilità sessuale, nonché istruite sulle modalità comportamentali da assumere, sulla natura e finalità delle serate".
Le notti di Arcore, secondo quanto ricostruito dalla procura di Milano, avevano tre fasi. La prima era quella della cena, con la partecipazione di Berlusconi, qualche raro ospite maschio e tante ragazze. La seconda fase era quella chiamata "bunga-bunga": i commensali scendevano in una sala sotterranea, "un locale adibito a discoteca, dove le partecipanti si esibivano in mascheramenti, spogliarelli e balletti erotici, toccandosi reciprocamente ovvero toccando e facendosi toccare nelle parti intime da Silvio Berlusconi".
"Un puttanaio", lo qualifica la testimone T.M. E un'altra partecipante, T.N., entra nei particolari: "Alcune delle ragazze che facevano lo spogliarello e che erano poi nude si avvicinavano al presidente, che gli toccava il seno o le parti intime o il sedere".
La terza fase avveniva in camera da letto: Berlusconi sceglieva, si legge nell'avviso di chiusura indagini, "una o più ragazze con cui intrattenersi per la notte in rapporti intimi, persone alle quali venivano erogate somme di denaro e altre utilità ulteriori rispetto a quelle consegnate alle altre partecipanti".
Ognuno dei tre coindagati ha poi, secondo la procura, responsabilità specifiche. A Nicole Minetti, la subrettina di "Colorado Cafè" imposta da Berlusconi nella lista bloccata di Roberto Formigoni e quindi eletta consigliera regionale in Lombardia, i magistrati contestano in particolare di aver svolto un ruolo da "maitresse".
È lei che "briffa" le ragazze, cioè le istruisce su cosa succede al bunga-bunga, le organizza, dispone "in alcune occasioni l'accompagnamento da Milano ad Arcore mettendo a disposizione le proprie autovetture". E poi gestisce i loro compensi: quelli in denaro, attraverso le elargizioni del cassiere di Berlusconi, Giuseppe Spinelli; e quelli in "altra utilità", come la "concessione in comodato d'uso di alcune abitazioni di Milano Due, in via Olgettina 65".
Ad Emilio Fede viene contestato invece il ruolo di "talent scout" delle ragazze da portare al bunga-bunga. È lui, secondo i pm, a realizzare "l'individuazione delle giovani donne disposte a prostituirsi presso la residenza in Arcore di Silvio Berlusconi, informandosi personalmente sulle caratteristiche fisiche delle ragazze disponibili e, in taluni casi, valutando di persona, preventivamente, la rispondenza dei requisiti estetici".
In alcune occasioni poi, Fede organizza "l'accompagnamento da Milano ad Arcore di alcune delle partecipanti alle serate, mettendo a disposizione le proprie autovetture, inducendo e favorendo l'attività di prostituzione in particolare" di cinque ragazze: Ambra Battilana, Roberta Bonasia, Chiara Danese, Imane Fadil e Daniela Samvis.
Lele Mora deve poi rispondere in particolare di aver individuato e segnalato, "anche congiuntamente con Fede Emilio, giovani donne disposte a prostituirsi presso la residenza di Arcore di Silvio Berlusconi, individuandole anche tra le ragazze legate per motivi professionali alla sua agenzia operante nel mondo dello spettacolo".
Anche Mora organizza i trasporti delle "arcorine", "mettendo a disposizione le proprie autovetture, inducendo e favorendo l'attività di prostituzione in particolare" di sette ragazze: Ambra Battilana, Roberta Bonasia, Francesca Cipriani, Chiara Danese, Florina Marincea, Lisandra Silva Rodriguez e Camila Sousa Fernandez.
A Mora viene contestata un'aggravante: "di aver agito in danno di giovani donne a lui legate da rapporti professionali", e cioè le undici ragazze, tra cui Barbara Guerra e le gemelle Imma ed Eleonora De Vivo, che facevano parte della sua scuderia.
sabatino di martino
Diavolo di un Sabatino :-))))..... ma in quale biblioteca della Magna Grecia riesci a scovare tali perle ?
P.S.:
Viste da qui tutte quelle fatiche giornalistiche sembrano altra cosa.
E' stato Marco Pannella ad affossare i 20 referendum rifiutandone l'accorpamento elettorale con le amministrative e la conseguente garanzia di quorum.
Eh lo immagino.
Al cospetto dei "discendenti delle montagne" deve apparire misera fatica quel giornalismo che non glorifica il padrone di Capezzone.
Pazienza, ci si deve accontentare delle proprie limitatezze.
Nevvero?
sabatino di martino
LA SORTE DEL BANANA è SEGNATA - NEMMENO è PARTITA LA RICHIESTA DI LONGO & GHEDINI DI TRASFERIRE IL PROCESSO AL PREMIER dal tribunale di Milano a quello dei ministri, CHE "un’importante e qualificata fonte di Palazzo della Consulta" RIVELA ALL’ANSA CHE "sulle questioni di giurisdizione decide la Cassazione e non la Corte Costituzionale" - ERGO: IL 6 APRILE BERLUSCONI VERRà INTERDETTO DAI PUBBLICI UFFICI E DOVRà DIMETTERSI. DOPO DI CHE, IL DILUVIO....
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(ANSA) - Se l'obiettivo è trasferire il processo a carico del premier Berlusconi sul 'caso Ruby' dal tribunale di Milano a quello dei ministri, il conflitto tra poteri dello Stato davanti alla Corte Costituzionale rischia di cadere nel vuoto e di essere fermato da una pronuncia di inammissibilità.
E questo perché - spiega all'ANSA un'importante e qualificata fonte di Palazzo della Consulta- sulle questioni di giurisdizione decide la Cassazione e non la Corte Costituzionale, "secondo quanto previsto dall'art.37, secondo comma, della legge 87 del 1953" sul funzionamento della Consulta. Negli stessi ambienti si auspica che tali norme siano tenute in conto nel caso in cui la Camera o la Presidenza del Consiglio decidano di sollevare il conflitto.
La norma citata prevede che il conflitto tra poteri dello Stato è risolto dalla Corte costituzionale "se insorge tra organi competenti a dichiarare definitivamente la volontà del potere cui appartengono e per la delimitazione della sfera di attribuzioni determinata per i vari poteri da norme costituzionali". Ma la stessa norma, al secondo comma, precisa che "restano ferme le norme vigenti per le questioni di giurisdizione".
Quindi, se la questione verrà posta per risolvere il nodo della competenza funzionale (nel telefonare in questura a Milano per chiedere il rilascio di Ruby Berlusconi ha agito o no abusando della sua funzione di premier tanto da dover essere giudicato dal tribunale dei ministri?) la Consulta dovrebbe rigettarla, dichiarandola inammissibile e senza entrare nel merito.
La sollecitazione in ambienti di Palazzo della Consulta è dunque quella di "valutare bene" la strada del conflitto tra poteri. E se questo dovesse essere sollevato, si tenga conto che il conflitto non sospende il procedimento in corso. Inoltre - fa notare la stessa fonte qualificata - tra ammissibilità e decisione nel merito mediamente passa oltre un anno prima che la Consulta si esprima sui conflitti. "Potremmo anche ridurre i tempi arrivando a sei mesi ma - viene ribadito - non si dimentichi che è la Cassazione a decidere sulle questioni di competenza".
sabatino di martino
1- TUTTO SUL FATALE INCONTRO SARA-BANDA TOMMASI CON BERLUSCONI SULL’AEREO PRESIDENZIALE DIRETTO IN BULGARIA PER INAUGURARE A SOFIA UNA STATUA DI GARIBALDI, CON LO "CHAPERON" SGARBI E DUE MONTENEGRINE CHE SILVIO PRESENTA - MA ALLORA È UN VIZIO! - COME "LE NIPOTI DI DJUKANOVIC", PRESIDENTE APPUNTO DEL MONTENEGRO - 2- TUTTO SULL’INCAZZATURA DI MUBARAK PER LA STORIELLA DI "UNA NIPOTE MAROCCHINA CHE FA LA MIGNOTTA" CHE SI SAREBBE MATERIALIZZATA IN UNA LETTERA DAI TONI DURISSIMI CONSEGNATA DALL’AMBASCIATORE EGIZIANO IN ITALIA. IL PREMIER (PER MANCANZA DI INDIZI) CORRE AI RIPARI INVIANDO FRATTINI IN EGITTO MA IL RAIS NON LO RICEVE! - 3- CALA IL SIPARIO SULLA RUBY D’EGITTO CON BERLUSKAZZI CHE PROVA A RIDURRE TUTTO A UNA BATTUTA SCHERZOSA. MA NON APPENA MUBARAK FINISCE NEI GUAI CON I MOTI DEL CAIRO, GHEDINI E LONGO RIPARTONO ALLA CARICA: "UN INTERPRETE EGIZIANO DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO AVREBBE TRADOTTO UN COLLOQUIO DI BERLUSCONI CON MUBARAK NEL QUALE SI SAREBBE PARLATO PROPRIO DI KARIMA EL MAHROUG, IN ARTE RUBY" -
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DAGOREPORT/1 - IL FATALE INCONTRO TOMMASI-BERLUSCONI
In un articolo di Dagospia del 21 LUGLIO 2010 (http://www.dagospia.com/rubrica-1/varie/articolo-17454/1.htm ) lanciammo questa riga di domanda::" Che ci faceva la starlet Sara Tommasi recentemente in Bulgaria? Ah, saperlo..."
La risposta è arrivata ieri dalla Sara Tommasi in person: "Sgarbi mi ha portato con Berlusconi in Bulgaria, il giugno scorso".
"Il viaggio risale al 14 giugno scorso", scrivono oggi Fulvio Bufi e Fiorenza Sarzanini sul "Corriere della Sera". "Era una visita ufficiale a Sofia durante la quale il capo del governo inaugurò la statua di Giuseppe Garibaldi alla presenza del primo ministro Boyko Borisov. Sull'aereo di Stato c'era effettivamente la starlette nota per aver partecipato ad alcuni programmi televisivi e all'Isola dei famosi".
E l'articolo continua col racconto picaresco-grottesco di come l'indaffaratissino critico d'arte (meglio: di arti) riesca ad ottenere il corpo della ragazza per il Drago di Arcore: "È Giosuè Amirante (indagato con Vincenzo Seiello, detto «Bartolo»: entrambi lavorano con Lele Mora e Fabrizio Corona, e hanno «gestito» Sara Tommasi e altre ragazze della «scuderia» milanese durante serate organizzate in Campania) a ricordare che cosa avvenne nelle ore precedenti:
«Avevamo organizzato una serata in una discoteca di Varcaturo e Sara doveva sponsorizzare una ditta locale. All'improvviso fu chiamata da Sgarbi che le disse di tornare immediatamente a Roma perché dovevano partire. Lei cominciò ad agitarsi, poi si mise a piangere. Mi urlava che quando loro la chiamavano lei doveva essere pronta. Io le spiegai che avevamo firmato un impegno di lavoro e bisognava rispettarlo, ma Sgarbi continuava a tempestarla di telefonate e alla fine mi obbligò ad accompagnarla sull'autostrada, all'uscita di Caianiello, dove lui la venne a prendere con l'autista. Le parlai il giorno successivo e mi disse che era tornata ma stava malissimo e si era dovuta far ricoverare per un'intossicazione».
Certo, per far precipitare il Pallore Gonfiato fino a Caianello non è roba da cojonello. Sapeva che la Tommasi valeva la pena e il "pene" di prelevarla, come quei tipini della malavita, a un'uscita di autostrada. E quando la coppia Sgarbi-Tommasi raggiunge Ciampino e sale sull'aereo di Stato che porterà il Cavalier Pompetta in Bulgaria per una cazzo di statua di Garibaldi da inaugurare, i nostri eroi di Cajanello si trovano davanti il loro idolo politico e due bombastiche fanciulle montenenegrine, ben note nel giro caldo delle seratine di Palazzo Grazioli, che il Berluskazzi presenta - ma allora è un vizio! - come "le nipoti di Djukanovic", presidente appunto del Montenegro.
Per il fatale appuntamento Sara-banda Tommasi sale sull'aereo presidenziale si era conciata perbenino: un pazzesco paio di hot-pants filo-gluteo che mandano il testosterone del Premier di lotta e di letto fuori giri. Il duro volo fino a Sofia viene dunque allietato dalle "nipoti di Djukanovic" e dalla starlett laureata a Bocconi, con Sgarbi che rimbambisce tutti di chiacchiere.
L'incontro deve essere stato così soddisfacente che il Cainano non intende mollare la curvacea ragazza "acqua e sciacquone" di Narni per recarsi a Tripoli. Ma Sara non ha il visto di ingresso in Libia. E "Littorio" comincia pure a prendere per il culo Silvio: "Non conti un cazzo! Non puoi poprtare sull'areo di Stato chi vuoi!..." Ovviamente, visti i buoni rapporti (d'affari) con Gheddafi, tutto viene risolto...
DAGOREPORT/2 - LA LETTERA DI MUBARAK, FRATTINI E LA MISSIONE DI PACE IN EGITTO
La storiella di Ruby, "nipote del presidente egiziano Mubarak", sbuca fuori il 28 ottobre 2010 da un articolo di Colaprico e D'Avanzo su Repubblica, due giorni dopo lo scoop di Barbacetto sul "Fatto". Dopo di che, il diluvio di sbertucciamenti e titoloni su i giornali di mezzo mondo.
Il messaggio, per niente sublimale, che "Mubarak ha una nipote marocchina che fa la mignotta" dilaga subito sulla scrivania del faraone del Cairo. Uno, due, tre giorni di martellamento mediatico e parte una lettera dai toni durissimi di Mubarak all'indirizzo del primo inquilino di Palazzo Chigi, portata brevi manu dall'ambasciatore dell'Egitto in Italia.
Da allora, vista la mala parata, Berlusconi riduce "Ruby, nipote di Mubarak", a una battuta scherzosa, da non prendere sul serio, pronunciata al telefono di Pietro Ostuni, capo di gabinetto del Questore Vincenzo Indolfi, per gioco, ovviamente.
Intanto il premier corre ai ripari diplomatici per calmare l'incazzatissimo presidente egiziano inviando in missione di pace il "postino" della Farnesina, Frattaglie Frattini in Medio Oriente.
E' il 22 novembre 2010 quando l'Ansa lancia il seguente "take": "Comincia oggi in Israele una fitta missione mediorientale di quattro giorni del ministro degli Esteri, Franco Frattini, destinata a culminare con una tappa nella Striscia di Gaza e focalizzata in primo luogo sui temi del rilancio dei negoziati e sui dossier dei diritti umani.
Frattini, dopo lo sbarco all'aeroporto di Tel Aviv, ha in agenda per il pomeriggio incontri a Gerusalemme con il premier israeliano, Benyamin Netanyahu.... A seguire e' programmata una sosta a Sderot, la cittadina a sud d'Israele bersaglio in passato di ripetuti lanci di missili dalla Striscia di Gaza che precedera' il trasferimento in Egitto per colloqui coi vertici del governo del Cairo e il presidente, Hosni Mubarak".
Ma, a quanto pare, il viaggio di Frattini in Egitto non è avvenuto. E pare confermato il fatto che il Mubarak furioso che non abbia avuto nessuna voglia di ricevere il messaggero di Berlusconi. Dopodiché, scende il sipario sulla "nipote di Mubarak", da parte dei berluscones fino a quando - 25 gennaio scorso - non scoppiano i casini al Cairo. Il Faraone ottuagenario ovviamente non ha per la testa Ruby-Silvio e cazzi vari, con un paese che si sta sollevando contro. E subito riparte la storiella della marocchina d'Egitto.
L'8 febbraio 2011 leggiamo sulla Stampa (http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/articolo-22565/1.htm ) a firma di Paolo Colonnello: "Come venne in mente a Silvio Berlusconi di dire che Ruby Rubacuori era la «nipote di Mubarak»? Pare che nelle nuove carte depositate sabato in procura dalla difesa del Premier ci sia anche questa risposta: un interprete egiziano della Presidenza del Consiglio, preso a verbale dagli avvocati Ghedini e Longo, perché avrebbe tradotto un colloquio di Berlusconi con Hosni Mubarak nel quale si sarebbe parlato proprio di Karima el Mahroug, in arte Ruby.
Ovviamente non si sa cosa possa ricordare di questo colloquio il presidente egiziano ma in questo periodo sarebbe assai arduo sentirlo come testimone avendo lo stesso ben altre preoccupazioni per la testa. Così mentre in Procura ancora non si è sciolto il nodo del rinvio a giudizio del Premier, dalla difesa, nell'eventualità di una separazione dei processi, arrivano nuove carte rubricate alla voce «indagini difensive»....
A questo punto, il Cavalier Pompetta deve solo sperare sulla vittoria dei Fratelli Musulmani: se per caso Mubarak riesce a tirarsi fuori dai guai, son cazzi duri per il fantasioso inquilino di Palazzo Chigi...
sabatino di martino
1- LA POMPA SUCCHIA IL CAVALIER POMPETTA! PRELIEVI DA 300-500MILA EURO A BOTTA, 800MILA AL MESE, DIECI MILIONI ALL’ANNO! VERONICA IN FIN DEI CONTI È STATA NELLA MEDIA - 2- ALLA FILIALE MPS DI MILANO 2 IL BANAN HA IL CONTO “NUMERO 1”. DELEGATI A RITIRARE TRE UOMINI MEDIASET SPINELLI, SCABINI (ARRESTO NEL 1996) E IL SENATORE SCIASCIA - 3- VALIGETTE BANDITE: I SOLDI PRELEVATI E INFILATI ALL’INTERNO DI GIACCHE E CAPPOTTI - 4- NEI GIORNI DELLO SCANDALO DELLA FOTO DI ZAPPADU A VILLA CERTOSA CON TOPOLANEK DESNUDO PARTONO BONIFICI (PER TENERE LA BOCCUCCIA BEN CHIUSA?) DA 10-50MILA EURO: “QUASI TUTTI A BENEFICIO DI GIOVANI RAGAZZE, MOLTE STRANIERE...” - 5- L’AUTISTA DI SPINELLI: “I SOLDI? SERVONO A COMPRARE LE CARAMELLE PER LE BAMBINE…” - -
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Mariano Maugeri e Angelo Mincuzzi per "Il Sole 24 Ore"
Filiale del Monte dei Paschi di Milano 2. Qualche metro più in là c'è la sede di Publitalia, di fronte il quartier generale di Mediaset. Tra il 2007 e il 2008 alla cassa della banca senese si presentano un paio di volte al mese, ma sempre di lunedì e venerdì, il ragionier Giuseppe Spinelli accompagnato alle volte da Giuseppino Scabini, manager di lungo corso di Mediaset, ripetutamente sotto inchiesta da parte dei pm milanesi, altre da Salvatore Sciascia, responsabile dei servizi fiscali del Biscione, condannato in via definitiva per le tangenti alla Guardia di Finanza, e dall'aprile del 2008 senatore della Repubblica nelle fila del Pdl. Spinelli annunciava la sua visita il giorno precedente con una telefonata.
Un preavviso necessario a predisporre le somme ingenti da prelevare, che di solito oscillavano tra i 300mila e i 500mila euro. Una media di 800mila euro al mese, e dunque un prelievo annuo di quasi dieci milioni.
Giuseppe Spinelli porgeva alla cassa gli cheque firmati di suo pugno da Berlusconi Silvio, intestatario del conto corrente «numero 1» della filiale Mps di Segrate. I due, con il blazer blu di ordinanza, scendevano nel caveau accompagnati da un funzionario della banca e infilavano le banconote da cento, duecento e cinquecento euro all'interno delle giacche e dei cappotti.
Le valigette erano bandite. In quel periodo, sul conto corrente del presidente del Consiglio, c'era una somma che raramente scendeva sotto i dieci milioni e che alle volte raggiungeva gli ottanta. Spinelli e Scabini, foderati di banconote, attraversavano la strada e guadagnavano gli uffici Mediaset.
Questa è la ricostruzione del «Sole-24 Ore» sui movimenti del conto corrente «numero 1» di Silvio Berlusconi.
In quegli anni dal conto partivano anche numerosi bonifici con la causale «prestito infruttifero». Bonifici come quelli effettuati nel 2010 a favore della show girl Alessandra Sorcinelli, rintracciati da Ilda Boccassini, Pietro Forno e Antonio Sangermano, i pm che conducono l'inchiesta sul caso Ruby. I bonifici erano di importi variabili dai 10mila ai 50mila euro, ed erano quasi tutti a beneficio di giovani ragazze, molte delle quali straniere.
Le date coincidono: sono proprio i giorni durante i quali esplode lo scandalo delle foto che ritraggono scene di vita quotidiana a Villa Certosa, la residenza estiva di Berlusconi. Sullo stesso conto corrente venivano addebitate le spese per la servitù di Villa San Martino. Nella stessa filiale Mps di Palazzo Vasari a Milano 2 ci sono anche i conti correnti di almeno due delle società di Berlusconi: la Dolcedrago, presieduta da Giuseppino Scabini, e l'Immobiliare Idra, di cui Salvatore Sciascia è vicepresidente.
Scabini è un dirigente Mediaset con una lunga storia giudiziaria, una sorta di cassiere del gruppo. Fu arrestato nel 1996 per falso in bilancio e corruzione e in seguito il suo nome è comparso nell'inchiesta All Iberian. Scabini viene citato nelle carte dell'indagine di Milano sul caso Ruby: insieme a Nicole Minetti avrebbe pagato alcune bollette della luce e del gas delle ragazze ospitate nel condominio di via Olgettina 65.
Ma era Spinelli l'"ufficiale pagatore", l'uomo che aveva il compito - su disposizione di Berlusconi - di provvedere al denaro necessario agli affitti e alle esigenze delle ragazze che partecipavano alle serate di Arcore. Un ruolo esecutivo, il suo, ma era lui il punto di riferimento delle soubrette e delle escort, come emerge chiaramente dalle intercettazioni inviate dai magistrati milanesi alla Giunta per le autorizzazioni a procedere della Camera. Né Spinelli né Scabini sono iscritti al registro degli indagati.
A che cosa servivano quei soldi? Un giorno qualcuno lo chiese a un autista che di tanto in tanto scortava Spinelli: «A cosa servono? A comprare le caramelle per le bambine». Già, le bambine. Le stesse che popolavano le serate brianzole del presidente del Consiglio. Il lunedì, invece, la liturgia di Villa San Martino prevedeva le riunioni fiume con gli esponenti della coalizione. Quelli sono i mesi che precedono la trionfale vittoria del Popolo delle libertà alle politiche dell'aprile 2008.
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sabatino di martino
Basta ragazzi basta, almeno per me basta, non posso star dietro a chi difende un pedofilo, un pervertito, un vecchi bavoso.
il carso e le apuane.....
non credi più nel comunismo ? in un colpo solo hai fatto fuori Mao, Togliatti, Stalin
Peace&Love
Luigi il Grande
Io, offerta in dono al premier - ma quale casse di vino o stilografiche preziose, Molti imprenditori, capita l’antifona, portavano "carne fresca" ad Arcore per ottenere favori dal Cavalier Pompetta - il racconto di una di loro: "Ogni portata era inframmezzata da un regalo: un anello dopo l’antipasto, un bracciale dopo il primo, una collana dopo il secondo" - "Sul lato sinistro erano seduti Lele Mora ed Emilio Fede, Berlusconi stava di fronte al palo, su una poltrona bianco panna" - "Vestite da poliziotte e infermiere sexy ballavano, si toccavano, si baciavano e di tanto in tanto si avvicinavano a Berlusconi. Che a sua volta le toccava e le baciava senza dire nulla, come per testarle"....
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P. Biondani e M. Portanova per l'Espresso
Non sono solo Lele Mora ed Emilio Fede i procacciatori di giovani bellezze per Silvio Berlusconi. A Milano diversi imprenditori sarebbero impegnati a reclutare ragazze per le serate hard di Arcore. Non hanno nulla a che fare con il settore televisivo e con lo spettacolo, sono semplicemente persone "in affari" con il presidente del Consiglio. E, a quanto pare, non tralasciano nulla pur di ingraziarselo, come di solito si fa con casse di vino e cesti natalizi.
È quello che emerse nell'estate 2009 con l'inchiesta su Gianpaolo Tarantini che donava escort come Patrizia D'Addario per i party di Palazzo Grazioli. Ed è quello che racconta a "L'espresso" una ventenne ospite di una festa nella residenza di Villa San Martino all'inizio del 2010: una giovane in contatto con diverse protagoniste di questa vicenda, compresa Karima El Marough alias Ruby Rubacuori, la ragazza marocchina che era minorenne all'epoca delle sue frequentazioni con il capo del governo.
È citata negli atti inviati in Parlamento dalla procura di Milano, ma chiede che il suo nome non sia pubblicato, perché "non vuole essere associata a escort e simili": la chiameremo C. Ad Arcore c'è stata, ha assistito allo "spettacolino" nell'ormai famosa sala del Bunga Bunga, con il Cavaliere assiso su una poltrona color panna e contornato da ragazze seminude, ma ha deciso di andarsene prima che fossero selezionate le ospiti destinate a rimanere per il resto della notte. La sua corsa al successo televisivo è terminata anzitempo, ma lei non ne fa una malattia perché studia e ha altri progetti nella vita.
"A Milano ci sono dei locali frequentati abitualmente da quel giro", racconta, "ristoranti come Giannino e Il Bolognese, club come l'Hollywood e il Just Cavalli. È lì che vengono notate e scelte le ragazze". Una sera C. incontra un imprenditore del ramo auto di lusso che le dice: "Ti faccio conoscere Lui". "Ho capito subito di chi stava parlando, ma pensavo fosse uno scherzo, una favola o una millanteria. Ma mi ha risposto con sicurezza: "Ti vengo a prendere stasera e andiamo da Lui"".
E la sera, puntualmente, C. si ritrova in auto con altre tre ragazze, a far rotta verso la dimora presidenziale. Che lei sappia, sono almeno cinque o sei i personaggi abituati a procurare "vergini al Drago", per usare la metafora di Veronica Lario: "Sono imprenditori che lo conoscono per ragioni d'affari", si limita a dire, e non c'è verso di saperne di più. Che tipo di affari: privati o pubblici? È il Berlusconi magnate o il Berlusconi politico che cercano di blandire a colpi di minigonne e top attillati? Lei su questo punto tace.
Dei festini di cui ormai tutto il mondo parla, invece C. offre una dettagliata testimonianza oculare. Dopo aver passato senza problemi il posto di blocco dei carabinieri, l'auto varca i cancelli di Villa San Martino. Non c'è alcun controllo, né dei documenti né delle borse: chiunque quindi avrebbe potuto portare telefonini, registratori o telecamere. I tacchi a spillo arrancano sull'acciottolato, il padrone di casa accoglie le ospiti con cortesia. In tutto le ragazze sono una trentina.
E dopo poco comincia la cena: "Ogni portata era inframmezzata da un regalo: un anello dopo l'antipasto, un bracciale dopo il primo, una collana dopo il secondo". Silvio Berlusconi chiacchiera, scambia battute con l'una e con l'altra. Poi canta accompagnato da un pianista, il repertorio è quello di Mariano Apicella: una canzone intonata quella sera si intitola "La donna della mia vita" dall'album "L'ultimo amore".
Il romanticismo si smorza quando la compagnia si trasferisce al piano di sotto, nella taverna sovrastata da volte di mattoni. È l'ormai famosa sala del Bunga Bunga. C. la descrive in ogni dettaglio. Prima dell'ingresso ci sono i bagni dove alcune ragazze si cambiano e si truccano. Sulla destra c'è la statua di un cavallo azzurro a grandezza naturale, posizionata vicino al bancone del bar. Una porta laterale si apre verso la piscina. Al centro del locale è piantato il palo da lap dance, intorno ci sono le poltrone e un pianoforte. "Sul lato sinistro erano seduti Lele Mora ed Emilio Fede, Berlusconi stava di fronte al palo, su una poltrona bianco panna".
In sala si beve, ma non si fuma, e chi ha voglia di una sigaretta deve risalire al piano superiore o uscire all'aperto. Tutte le ospiti si accomodano, tranne le cinque che si esibiscono nello "spettacolino". "Vestite da poliziotte e infermiere sexy ballavano, si toccavano, si baciavano e di tanto in tanto si avvicinavano a Berlusconi. Che a sua volta le toccava e le baciava senza dire nulla, come per testarle".
La scena combacia perfettamente con alcune testimonianze raccolte dalla procura di Milano, in particolare con quella della riminese M. T., "con due lauree" che nel settembre 2010 abbandona sbigottita e scandalizzata il "puttanaio" di Arcore. L'aveva invitata a conoscere il premier la sua ex compagna di liceo, Nicole Minetti, secondo l'accusa una figura chiave nell'organizzazione dei festini.
Inserita nel listino bloccato ed eletta nel consiglio regionale lombardo a soli 25 anni, la Minetti è la persona che s'incarica di prelevare Ruby nella famosa notte delle telefonate di Berlusconi alla questura di Milano. E sui criteri di selezione delle favorite, C. non ha dubbi: per piacere al Cavaliere "devi avere la quinta di reggiseno, il resto conta poco".
Nella sala del Bunga Bunga Emilio Fede e Lele Mora si limitano a godersi lo show.
Gli atti giudiziari raccontano che diverse ragazze si fermano per la notte, circostanza provata, secondo i pm, dall'analisi dei tracciati dei telefoni cellulari e da numerose conversazioni intercettate.
Per C. però la serata finisce lì. "Avevo accettato l'invito perché pensavo mi sarebbe tornato utile per il lavoro, all'epoca avevo già partecipato a un paio di programmi di Rai e Mediaset. Vista la piega che stava prendendo la serata, però, me ne sono andata. Volevo dimostrare che ero una brava ragazza...".
La strategia non paga e la carriera si arena, nonostante il reclutamento nell'agenzia di Mora. Sarà la sua prima e ultima festa ad Arcore. Ma C. non ce l'ha con il Cavaliere, anzi, dice di ammirarlo e lo difende: "Secondo me non sapeva che Ruby fosse minorenne, il suo aspetto avrebbe ingannato chiunque". Quello che "fa schifo" è casomai "il mondo della televisione, dove c'è gente che usa le ragazze e crea grandi aspettative con promesse che non si realizzano mai". O almeno così accadeva a quelle che come lei lasciavano Villa San Martino prima dell'alba.
sabatino di martino
Io, offerta in dono al premier - ma quale casse di vino o stilografiche preziose, Molti imprenditori, capita l’antifona, portavano "carne fresca" ad Arcore per ottenere favori dal Cavalier Pompetta - il racconto di una di loro: "Ogni portata era inframmezzata da un regalo: un anello dopo l’antipasto, un bracciale dopo il primo, una collana dopo il secondo" - "Sul lato sinistro erano seduti Lele Mora ed Emilio Fede, Berlusconi stava di fronte al palo, su una poltrona bianco panna" - "Vestite da poliziotte e infermiere sexy ballavano, si toccavano, si baciavano e di tanto in tanto si avvicinavano a Berlusconi. Che a sua volta le toccava e le baciava senza dire nulla, come per testarle"....
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P. Biondani e M. Portanova per l'Espresso
Non sono solo Lele Mora ed Emilio Fede i procacciatori di giovani bellezze per Silvio Berlusconi. A Milano diversi imprenditori sarebbero impegnati a reclutare ragazze per le serate hard di Arcore. Non hanno nulla a che fare con il settore televisivo e con lo spettacolo, sono semplicemente persone "in affari" con il presidente del Consiglio. E, a quanto pare, non tralasciano nulla pur di ingraziarselo, come di solito si fa con casse di vino e cesti natalizi.
È quello che emerse nell'estate 2009 con l'inchiesta su Gianpaolo Tarantini che donava escort come Patrizia D'Addario per i party di Palazzo Grazioli. Ed è quello che racconta a "L'espresso" una ventenne ospite di una festa nella residenza di Villa San Martino all'inizio del 2010: una giovane in contatto con diverse protagoniste di questa vicenda, compresa Karima El Marough alias Ruby Rubacuori, la ragazza marocchina che era minorenne all'epoca delle sue frequentazioni con il capo del governo.
È citata negli atti inviati in Parlamento dalla procura di Milano, ma chiede che il suo nome non sia pubblicato, perché "non vuole essere associata a escort e simili": la chiameremo C. Ad Arcore c'è stata, ha assistito allo "spettacolino" nell'ormai famosa sala del Bunga Bunga, con il Cavaliere assiso su una poltrona color panna e contornato da ragazze seminude, ma ha deciso di andarsene prima che fossero selezionate le ospiti destinate a rimanere per il resto della notte. La sua corsa al successo televisivo è terminata anzitempo, ma lei non ne fa una malattia perché studia e ha altri progetti nella vita.
"A Milano ci sono dei locali frequentati abitualmente da quel giro", racconta, "ristoranti come Giannino e Il Bolognese, club come l'Hollywood e il Just Cavalli. È lì che vengono notate e scelte le ragazze". Una sera C. incontra un imprenditore del ramo auto di lusso che le dice: "Ti faccio conoscere Lui". "Ho capito subito di chi stava parlando, ma pensavo fosse uno scherzo, una favola o una millanteria. Ma mi ha risposto con sicurezza: "Ti vengo a prendere stasera e andiamo da Lui"".
E la sera, puntualmente, C. si ritrova in auto con altre tre ragazze, a far rotta verso la dimora presidenziale. Che lei sappia, sono almeno cinque o sei i personaggi abituati a procurare "vergini al Drago", per usare la metafora di Veronica Lario: "Sono imprenditori che lo conoscono per ragioni d'affari", si limita a dire, e non c'è verso di saperne di più. Che tipo di affari: privati o pubblici? È il Berlusconi magnate o il Berlusconi politico che cercano di blandire a colpi di minigonne e top attillati? Lei su questo punto tace.
Dei festini di cui ormai tutto il mondo parla, invece C. offre una dettagliata testimonianza oculare. Dopo aver passato senza problemi il posto di blocco dei carabinieri, l'auto varca i cancelli di Villa San Martino. Non c'è alcun controllo, né dei documenti né delle borse: chiunque quindi avrebbe potuto portare telefonini, registratori o telecamere. I tacchi a spillo arrancano sull'acciottolato, il padrone di casa accoglie le ospiti con cortesia. In tutto le ragazze sono una trentina.
E dopo poco comincia la cena: "Ogni portata era inframmezzata da un regalo: un anello dopo l'antipasto, un bracciale dopo il primo, una collana dopo il secondo". Silvio Berlusconi chiacchiera, scambia battute con l'una e con l'altra. Poi canta accompagnato da un pianista, il repertorio è quello di Mariano Apicella: una canzone intonata quella sera si intitola "La donna della mia vita" dall'album "L'ultimo amore".
Il romanticismo si smorza quando la compagnia si trasferisce al piano di sotto, nella taverna sovrastata da volte di mattoni. È l'ormai famosa sala del Bunga Bunga. C. la descrive in ogni dettaglio. Prima dell'ingresso ci sono i bagni dove alcune ragazze si cambiano e si truccano. Sulla destra c'è la statua di un cavallo azzurro a grandezza naturale, posizionata vicino al bancone del bar. Una porta laterale si apre verso la piscina. Al centro del locale è piantato il palo da lap dance, intorno ci sono le poltrone e un pianoforte. "Sul lato sinistro erano seduti Lele Mora ed Emilio Fede, Berlusconi stava di fronte al palo, su una poltrona bianco panna".
In sala si beve, ma non si fuma, e chi ha voglia di una sigaretta deve risalire al piano superiore o uscire all'aperto. Tutte le ospiti si accomodano, tranne le cinque che si esibiscono nello "spettacolino". "Vestite da poliziotte e infermiere sexy ballavano, si toccavano, si baciavano e di tanto in tanto si avvicinavano a Berlusconi. Che a sua volta le toccava e le baciava senza dire nulla, come per testarle".
La scena combacia perfettamente con alcune testimonianze raccolte dalla procura di Milano, in particolare con quella della riminese M. T., "con due lauree" che nel settembre 2010 abbandona sbigottita e scandalizzata il "puttanaio" di Arcore. L'aveva invitata a conoscere il premier la sua ex compagna di liceo, Nicole Minetti, secondo l'accusa una figura chiave nell'organizzazione dei festini.
Inserita nel listino bloccato ed eletta nel consiglio regionale lombardo a soli 25 anni, la Minetti è la persona che s'incarica di prelevare Ruby nella famosa notte delle telefonate di Berlusconi alla questura di Milano. E sui criteri di selezione delle favorite, C. non ha dubbi: per piacere al Cavaliere "devi avere la quinta di reggiseno, il resto conta poco".
Nella sala del Bunga Bunga Emilio Fede e Lele Mora si limitano a godersi lo show.
Gli atti giudiziari raccontano che diverse ragazze si fermano per la notte, circostanza provata, secondo i pm, dall'analisi dei tracciati dei telefoni cellulari e da numerose conversazioni intercettate.
Per C. però la serata finisce lì. "Avevo accettato l'invito perché pensavo mi sarebbe tornato utile per il lavoro, all'epoca avevo già partecipato a un paio di programmi di Rai e Mediaset. Vista la piega che stava prendendo la serata, però, me ne sono andata. Volevo dimostrare che ero una brava ragazza...".
La strategia non paga e la carriera si arena, nonostante il reclutamento nell'agenzia di Mora. Sarà la sua prima e ultima festa ad Arcore. Ma C. non ce l'ha con il Cavaliere, anzi, dice di ammirarlo e lo difende: "Secondo me non sapeva che Ruby fosse minorenne, il suo aspetto avrebbe ingannato chiunque". Quello che "fa schifo" è casomai "il mondo della televisione, dove c'è gente che usa le ragazze e crea grandi aspettative con promesse che non si realizzano mai". O almeno così accadeva a quelle che come lei lasciavano Villa San Martino prima dell'alba.
sabatino di martino
sms intercettati - Minetti informa: "Papi viene sabato, Tu hai qualche amica carina che possiamo portare?" Floriana assicura: "La mia amica molto affidabile bella figa" - Quella festa (saltata) del 15 gennaio ad Arcore.tutta colpa della boccassini: il giorno prima arriva l’incriminazione per il cavalier pompetta - la polanco batte cassa alla minetti...
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Luigi Ferrarella e Giuseppe Guastella per Corriere della Sera
«Chi non c'è? Spin o Papi?». «Papi viene sabato». «Tu hai qualche amica carina che possiamo portare?». «Sì, trovo qualcuna. Fatto! Lei studia a Riccione e fa la modella, è una affidabile, sai che io sono molto attenta a queste cose...». L'ultima delle feste di Arcore è, paradossalmente, quella che non si è potuta tenere perché rovinata dai guastafeste togati.
Se infatti il 14 gennaio non ci fosse stata l'incriminazione del presidente del Consiglio, l'ultima delle molte feste al centro dell'inchiesta non sarebbe stata quella svoltasi il 6 gennaio e descritta in versione hard dalla teste T.N., ma quella che appena il giorno prima dell'invito a comparire al premier, e cioè il 13 gennaio, la consigliere regionale Nicole Minetti, la brasiliana Marystelle Polanco (ex fidanzata del dominicano arrestato e condannato a 8 anni per 12 chili di cocaina) e l'amica Floriana Marincea (starlette in tv de «La Pupa e il Secchione») stavano organizzando per la sera del sabato successivo, 15 gennaio.
L'ASSEGNO - La circostanza emerge dall'intercettazione la mattina del 13 gennaio non di telefonate ma di sms fra tre ragazze, che inizialmente vertono su questioni di soldi. Polanco informa la Minetti: «Sono andata da Spin», diminutivo con il quale le ragazze chiamano Giuseppe Spinelli, il non indagato amministratore del «portafoglio» personale del premier emerso come erogatore di buste di denaro contante e compensatore delle spese logistiche anticipate dalla Minetti per gli affitti delle case delle ragazze e le necessità spicciole di molte delle ospiti delle notti di Arcore.
«Sono andata da Spin e mi ha dato giusto per l'assicurazione se tu mi dai l'assegno tu non puoi firmare dietro e lo porto in banca cavolo ho bisogno», scrive nel messaggino la brasiliana alla consigliere regionale, che le risponde: «Non dovevamo fare a metà? Anch'io ho bisogno. Ho speso un sacco di soldi ultimamente. Non puoi girarlo (l'assegno, ndr), è intestato a me, domani lo cam... Se vuoi stasera puoi passare da me e io ti anticipo i contanti!». Polanco è contenta, «domani devo pagare la visita medica e anche il lavandino», ma Minetti le suggerisce di «non pagarla la visita, fatti dare il preventivo e lo porti da Spin».
L'AMICA CARINA - Esaurito questo tema, la brasiliana informa la Minetti: «Papi viene sabato». Minetti allora manda subito due sms. Alla Polanco chiede «come fai a saperlo che c'è sabato?». A Floriana Marincea invece scrive «Lui c'è sabato! Dobbiamo andare assolutamente. Tu hai qualche amica carina che possiamo portare?». Floriana le assicura: «Sì, trovo qualcuna». E pure «bella». Detto fatto: passano solo 5 minuti e una nuova ragazza è stata reclutata. «Chi è?», domanda Minetti sempre per sms. «La mia amica molto affidabile bella figa», le risponde Marincea, «la conosco da quando aveva 14 anni, lei ne ha 25».
L'aspetto curioso è dunque che - come in passato già la Minetti con una sua amica di Rimini, o come una sudamericana con la giovane T.N. -, quando si tratta di trovare nuove ospiti per il premier, le ragazze del giro di Arcore puntualmente pensano di ricorrere a loro ex compagne di scuola. Ma anche tra le reclutatrici c'è chi dà maggiore o minore importanza alle credenziali.
A differenza ad esempio della brasiliana Polanco, che una notte ad Arcore si era portata un «imbucato» cubano che aveva fatto infuriare Emilio Fede e che era stato notato mentre raccontava per telefono a chissà chi di essere nel bagno di casa del presidente del Consiglio, Floriana Marincea vanta alla Minetti le virtù della propria prescelta: «Lei abita a Riccione, studia e fa la modella. È una affidabile tranquilla piace siguro. Sai che io sono molto attenta a queste cose».
BARBARA GUERRA - Quel 15 gennaio, come si è appreso sempre dalle intercettazioni, dopo l'invito a comparire del 14 a Berlusconi non vi fu la prevista festa, ma la convocazione da parte del premier di tutte le ragazze perquisite, in un vertice con imprecisati «avvocati». E a proposito di indagini difensive, venerdì ha parlato (sebbene con contenuti diversi nel corso della giornata) Barbara Guerra, la ragazza il cui verbale di dichiarazioni difensive raccolto il 25 ottobre dai legali del premier Ghedini e Longo è stato trovato in una perquisizione a un'altra ragazza (la Polanco), non firmato dalla Guerra, e non firmato dagli avvocati (i cui cognomi mancano persino in dattiloscritto).
Ghedini aveva rimarcato che nessuna norma penale o deontologica vieta al difensore di rilasciare copia del verbale difensivo alla teste, e per il resto aveva osservato che, se poi la teste lo passa ad altre persone, «questi sono affari loro». Ieri in mattinata Guerra ha affermato al Corriere di non essere stata lei a passare alla Polanco quei fogli. Poi di pomeriggio all'Ansa ha detto: «Non so di che verbali si parla, non so nulla di verbali, quello che è stato trovato a casa della Polanco potrebbe anche essere un mio biglietto del Gratta e Vinci...».
sabatino di martino
Minetti e le altre, mignottocrazia vista dall’interno. Nel segno di Mara Carfagna
Per
Nicole Minetti
l’esempio politico è
Mara Carfagna
. Entrambe ballerine con un passato nelle trasmissioni Mediaset, entrambe lanciate da
Silvio Berlusconi
nel Pdl. Minetti, igienista dentale oggi consigliere regionale, pensa al suo futuro al parlamento italiano. Gliel’ha promesso il premier, come aveva promesso l’elezione alle prossime comunali di Milano a
Barbara Faggioli
. Le due sono amiche, parlano frequentemente e in una delle conversazioni intercettate si confrontano sul loro futuro.
La telefonata è del 20 agosto 2010, quando Ruby era ancora una marocchina sconosciuta e il bunga bunga era noto solo a chi vi partecipava. Politicamente il problema era rappresentato dall’addio di
Gianfranco Fini
al Pdl e dalla denuncia dei Radicali contro le firme false presentate per le liste di
Roberto Formigoni
. Nicole Minetti e Barbara Faggioli potevano ancora credere nelle promesse che “papi” aveva loro fatto. Così parlano liberamente di futuro e speranze.
Parlando di politica la Minetti dice di essere fortunata perché ha fatto un po’ di gavetta. Faggioli sembra poco convinta e l’igienista dentale ribatte: “Non pensare che Mara ne abbia fatta tanta di più”. Al ché l’altra risponde: “Ma stai scherzando? Prima di diventare ministro è stata un anno in Parlamento”. Insomma, Carfagna ha una grande esperienza romana. Prosegue Faggioli: “Non è una questione di gavetta o meno, te l’assicuro. Io, in questi giorni che son stata con lui, anche al telefono a Giancarlo (l’onorevole
Serafini
, ndr) ‘mi raccomando seguimele tu; seguimele tu perché lei e la Ncole le voglio portare lì’”. E’ lecito dunque fare progetti e la valletta di Canale 5 è informata. “Le regionali sono tra cinque anni, e non penso che ho la voglia di aspettare”, dice. “A trent’anni. No, no. Le parlamentari (elezioni politiche, ndr) o son tra due anni e mezzo o sono adesso o sono di nuovo tra cinque anni per me; quindi io devo sperare di entrare adesso o tra due anni, senno devo proprio cambiare strada”. Anche perché il posto in Consiglio comunale che Berlusconi le ha garantito non è il massimo per Faggioli, lei punta più in alto. “Che cazzo faccio sto in Comune per altri cinque anni? A guadagnare 600 euro”. Meglio il parlamento in effetti.
Ma la politica a
Minetti
non interessa. Non vuole andare a Roma. “Io sto troppo bene a Milano, me ne sto lì dove sono (al consiglio regionale della Lombardia, ndr), sto da Dio”. A Roma “alla fine guadagnerei uguale, perché guadagni duemila euro in più, chi se ne frega per duemila euro”.
Eppure l’ex valletta Mediaset ai giornali dice di essere “innamorata della politica”. In un’intervista pubblicata da
Il Giorno
il 24 ottobre 2010, due giorni prima delle notizie sul caso Ruby, Minetti definiva il suo primo impatto con il mondo dei Palazzi “bellissimo, mi piace la politica, la trovo appassionante”. E’ un lavoro impegnativo “ci sono tanti argomenti da trattare e bisogna essere sempre aggiornati, studiare e ancora studiare”. Ancora: “Ogni giorno c’è qualche difficoltà da affrontare, testa bassa e grande impegno”. L’intervista, con altre di simile tenore, è pubblicata nella rassegna stampa del sito
www.nicoleminetti.it
aggiornato fino al 24 novembre. Perché da allora i giornali riportano articoli che raccontavano tutta un’altra Minetti. Emergono i rapporti con le persone che hanno partecipato alle serate ad Arcore, il suo interessamento per la gestione degli appartamenti di via Olgettina 65, Milano 2, per conto delle ragazze del bunga bunga, il suo impegno costante per il pagamento di fatture, cure mediche e bollette varie delle giovani ospiti del premier attraverso il tesoriere di fiducia del Cavaliere,
Giuseppe Spinelli
.
Minetti, nonostante lo scandalo che la vede protagonista della vicenda, finge disinvoltura. Si presenta alle sedute del consiglio Regionale e a quelle delle commissioni di cui fa parte. Concorda poche interviste nelle quali cerca di difendersi ma al telefono si sfoga. Si sente abbandonata da Berlusconi e ammette: “Lui pensa di avermi messa lì (in Regione, ndr) e di avermi fatto contenta che a me non me ne fotte un cazzo”. Lo fa parlando con
Clotilde Strada
, l’assistente cui il premier ha affidato Minetti dal momento in cui è entrata in consiglio regionale.
Strada è la segretaria storica di Serafini, da oltre venti anni è nel partito. Prima in Forza Italia poi nel Pdl, seguendo da vicino sin dalla nascita il cuore del movimento di Berlusconi: la Lombardia. Clotilde Strada sa e conosce tutto e tutti. Per questo le è stato affidato il compito di “guidare” Minetti. Le organizza l’agenda, le ricorda impegni e doveri, le pianifica le interviste. E quando a gennaio riesplode il caso Ruby l’igienista dentale si scopre abbandonata dal premier. Se ne lamenta con Clotilde l’11 gennaio 2011. “Io sono allibita, a lui non gliene frega niente, io ho capito questo; per la prima volta ho realizzato che lui non mi ha dato quel ruolo perché pensava che io fossi idonea e adatta, mi ha dato quel ruolo perché il quel momento è la prima cosa che gli è venuta in mente e se non ci fossi stata io ma ci fosse stata un’altra, l’avrebbe dato a un’altra”. Ma ciò di cui maggiormente si lamenta è la mancanza di un sostegno da parte del premier.
“A lui non glielo dico che lo faccio, se mi fanno una domanda su
Silvio Berlusconi
ti assicuro che rispondo come cazzo mi pare a sta volta… lo scrivo…. ‘avrebbe potuto spezza una lancia in mio favore’ o la capisce o non la capisce, non me ne frega niente se si incazza, non me ne frega niente ci credi che non me ne frega niente? Lo dico, dico ‘l’unica cosa che mi dispiace è che lui non abbia…. non mi abbia difeso a sufficienza”. Dopo una settimana dall’intercettazione il premier decide di intervenire in difesa della Minetti. Fa dimettere il coordinatore regionale,
Guido Podestà
, perché non si è schierato con forza al fianco dell’igienista dentale, invita i suoi fedelissimi a esprimersi contro la procura e a favore della consigliera e
telefona a Gad Lerner per prendere le parti dell’ex ballerina di Mediaset
.
Un intervento necessario, perché Minetti aveva espresso tutta la sua rabbia a Clotilde. Raccontandole di non aver querelato per diffamazione Paolo Guzzanti, per il capitolo che le ha dedicato nel libro “Mignottocrazia”, perché “non volevo incrinare il rapporto in un momento in cui la maggioranza è in bilico… pensa che scema che sono”. Minetti è convinta di “aver parato il culo” a Berlusconi e non aver ricevuto neanche un grazie. Ma sì sa che il premier ha i suoi modi per sdebitarsi.
sabatino di martino
Craxi beato, Berlusconi salvato (espandi | comprimi)
Il fatto che si beatifichi Craxi invece di lasciarlo riposare in pace a 11 anni di distanza, fa pensare perché questa insistenza nel tentare di ribaltare le sentenze definitive, questa insistenza nel tentare di beatificare un politico, l’unico politico morto latitante nella storia d’Italia, evidentemente non lo fanno per Craxi del quale non frega niente a nessuno, a parte naturalmente i parenti stretti, lo fanno per i vivi, beatificano Craxi per legittimare gli stessi comportamenti commessi dai vivi, quindi se Craxi è un santo, allora anche Berlusconi!In fondo si dice nei bar entrambi amanti delle donne, entrambi un po’ disinvolti con il denaro, grossi personaggi, guardate la piega che ha preso la gestione mediatica dell’inchiesta sul cosiddetto caso Ruby e vi renderete conto che si va esattamente nella stessa direzione, avevo detto la scorsa settimana “non ce ne frega niente di quello che fa Berlusconi tra le lenzuola di casa sua, a patto che tra le lenzuola non si commettano reati e che per coprire quei reati non se ne commettano degli altri anche fuori dalle lenzuola, nel qual caso naturalmente si va a processo”. Cosa hanno fatto, si sono anche riuniti a Arcore i giornalisti lecca culo della scuderia e hanno stabilito la linea, la linea la dà Alfonso Signorini che è il più intelligente di loro, del resto gli altri sono Sallusti etc., quindi anche Signorini svetta con una mente eccelsa, Signorini è abile nella gestione, nel maneggiare questo materiale, gli dice Chi, un rotocalco letto da centinaia di migliaia di persone poco attrezzate dal punto di vista dei fatti perché? Perché leggono Chi, dall’altra parte conduce un programma televisivo su Canale 5 e lì giostra la fidanzata di Berlusconi, la fidanzata poi non si è trovata, sapete che la stanno ancora cercando, bisogna trovarne una che sia disposta a dire: sono la fidanzata di Berlusconi e a pronunciare tutte queste parole senza che le venga da ridere, quindi ancora non l’hanno trovata, fanno dei provini ma non si riesce a trovarne una che riesca a dire: sono la fidanzata di Berlusconi, senza che le scappi da ridere!
Poi naturalmente non può essere una escort, altrimenti sarebbe inutile, immaginate una escort che dice: sono la fidanzata di Berlusconi, partecipo alle feste, giuro che non ci sono escort, se è una escort non ci crede nessuno, quindi infatti ultimamente stavano cercandola tra alcune bulgare e alcune russe che tra l’altro costano meno, non l’hanno trovata neanche lì, le ricerche stanno proseguendo, ma la fidanzata di Berlusconi è stata un’ottima arma di distrazione di massa perché immediatamente quella parte del popolo italiano beota che vive tutto questo come un romanzo rosa e che non ha capito qual è il senso, qual è la gravità, quali sono i punti gravi di questa storia, immediatamente tutti dietro la bufala della fidanzata di Berlusconi… titoli a caratteri cubitali su Libero, su Il Giornale che poi vengono rilanciati delle rassegne stampa, è così che si porta l’attenzione della gente fuori dal nucleo dello scandalo per farla pascolare intorno a fidanzate, gossip, quelli che dicono: se ne fa 20 o 30 alla volta, è grande, l’ha detto anche Belpietro l’altra sera, a questo proposito credo che sappiate perché alcune ragazze raccontano queste tristi file davanti alla camera del Cavaliere “avanti un’altra” ogni 5 minuti come alla mutua con il numeretto, come all’ufficio postale, stiamo parlando naturalmente non di un grande amatore, stiamo parlando di un signore che ha avuto dei problemi, un’operazione, una ricostruzione e che 5 minuti, più 5 minuti, più 5 minuti, ovviamente indicano un problema, indicano un caso patologico, non indicano virtù amatorie da vantare in televisione, eppure anche lì: hai visto se ne fa 20, 30, grande! Gli altri sono invidiosi, pensate a che livello è arrivata l’informazione in Italia!
Depistaggi soprattutto per concentrare l’attenzione sull’aspetto che interessa meno, l’aspetto del sesso a Arcore che interessa soltanto per un particolare, cioè se c’è stato sesso con una minorenne e se questo sesso è stato retribuito, nel qual caso scatta il reato di prostituzione minorile, su tutto il resto quante se ne fa, ammesso che se le faccia e per usare naturalmente la terminologia che usano questi elegantoni dei suoi servi, tutto questo riguarda esclusivamente lui, hanno il seno nudo, non hanno il seno nudo, si spogliano, la gonna corta, stretta, la mutanda, lo slip, il tanga, il reggiseno, non ce ne frega niente, l’unico punto fondamentale è: c’erano minorenni? Sì o no, ha fatto sesso con minorenni? Sì o no, le ha pagate per fare sesso? Sì o no, se non c’è questo il reato non c’è e quindi quello che succede a casa sua, ha ragione lui, è affare suo, sempre che quello che fa a casa sua anche se non fosse reato e non fosse poi dimostrato il sesso con minorenni a pagamento, non lo costringa a commettere dei reati per coprire quello che ha fatto in casa sua, nel qual caso ci interessa anche quello che ha fatto in casa sua, ma meno, perché? Perché qui il reato più grave sul quale guardate un po’ il caso, si glissa sempre nei titoli dei grandi giornali e delle grandi trasmissioni, a parte Anno Zero che infatti è di nuovo nel mirino, è la concussione e cioè quello che è accaduto in Questura la notte del 27 maggio, lì si glissa, perché? Perché lì non c’è niente da fare, lì quello che è successo è documentato, non c’è testimonianza di questa o quella mignotta che possa, più o meno prezzolata, smentirlo, Berlusconi sta pagandole tutte queste ragazze, tant’è che non si riesce più a capire se le paga ancora per quello che hanno fatto insieme a lui in casa sua o se le paga già per le testimonianze false che rilasciano in Procura!
Abbiamo documentato su Il Fatto quotidiano grazie a quel segugio memorabile che è Marco Lillo, bonifici fino a lunedì scorso, fino a una settimana fa, quando lo scandalo era già su tutti i giornali, a una certa Sorcinelli e negli stessi giorni testimoniava sullo scandalo davanti agli inquirenti, bonifici che per mesi si sono susseguiti che ammontano a un totale di 115 mila Euro in meno di un anno, stiamo parlando di uno stipendio di un manager, l’ultimo bonifico lunedì scorso, 10 mila Euro dopo che aveva parlato con gli inquirenti, è un caso Mills o sono ancora retribuzioni per i Bunga Bunga? Chi lo sa, certamente è curioso che l’indagato paghi la testimone, mentre e dopo che ha testimoniato, ma su quello che è successo in Questura non c’è verso, perché? Perché le telefonate alla Questura vengono tutte registrate e poi dopo le registrazioni ci sono i verbali, dove i poliziotti raccontano quello che è successo e allora, mi aiuto con un articolo di Piero Colaprico che fa il punto su quello che è successo in Questura, per dimostrarvi cos’è che preoccupa veramente, mediaticamente a livello internazionale a preoccupare è ovviamente la prostituzione minorile, ma giudiziariamente a preoccupare è la concussione, perché la prostituzione minorile credo sia punita con una pena massima di 4 anni, mentre la concussione è punita con una pena massima di 12 anni.
Corso Buenos Aires, scrive Piero Colaprico, ore 19,13 Hermes C. (poliziotto) cerca attraverso il 113 che registra ogni chiamata, il PM di turno dei minori, Anna Maria Fiorillo, il poliziotto è alle prese con Ruby che è stata appena fermata per una denuncia di furto e accusata di avere derubato qualche migliaia di Euro a una sua amica.
In attesa che gli passino la Fiorillo, il poliziotto dice a Ruby “poi ti spacco le gambe appena ti vedo per la strada” Ruby in sottoscritto dice “vengo con te a fare l’amore allora” il poliziotto dice “no te con me non vieni da nessuna parte” nel frattempo arriva la PM di turno, la Fiorillo, l’agente spiega la situazione, minorenne marocchina, fuggita da una comunità, accusata di furto a Milano, senza fissa dimora, senza documenti , la Fiorillo dice “potrebbe chiedere alla ragazza come faceva a pagare l’affitto?” per capire che lavoro fa, se ha almeno un lavoro fisso, il poliziotto sì “come facevi a guadagnare i soldi per l’affitto?” poi riferisce alla Fiorillo “dice che fa la ballerina di danza del ventre presso alcuni locali di Milano” la Fiorillo dice “ah ecco, la ballerina di danza del ventre, noi non siamo abituati a fare andare in giro i minorenni sì, dica a questa ragazza che non credo proprio che resterà in Italia, tra poco è maggiorenne e se va avanti così ci sarà l’ordine di espulsione, salvo che la signorina non accetti di inserirsi in un progetto educativo” quindi praticamente la smetta di scappare e di prenderci in giro.
Poliziotto “dai terminali risulta un vecchio precedente per furto” Fiorillo “vede, è una sbandata, quindi la metta in una comunità sperando che sia aperta, se non dovesse accoglierla – ormai 19,30 – se c’è una comunità ancora aperta a quell’ora che può ricevere etc., mettetela lì dice” “se non dovesse accoglierla, l’autorizzo a trattenerla fino a domani mattina, finché il pronto intervento, c’è un servizio comunale a posta che cerca le comunità per ragazzi minorenni in difficoltà, non si metterà in moto per trovarle un posto o per vedere dove è finito il padre”, le procedure fino a questo momento sono perfette e vanno avanti sì, si fa sempre così in questi casi naturalmente, nessuno sa di Berlusconi dietro a questa ragazza, quindi la trattano ovviamente come trattano tutti i casi di minorenni fermate senza fissa dimora, senza un documento di identità, senza un lavoro o comunità o trattenuta in Questura.
Le procedure sono perfette e vanno avanti così, sempre attraverso il 113 il poliziotto alle 20,43 avvisa il commissario Capo di turno in questura, Dott. Ssa Giorgia Iafrate che già sa “la teniamo qui e domani mattina eventualmente trovano la comunità” dice la Iafrate allora il poliziotto dice “consideri che la signorina è un modellino molto sole, Ruby fa un battibecco con il poliziotto perché non accetta di essere chiamata “un modellino” il poliziotto dice “no, non ho detto volgare, ho detto da sole stai calma “la Iafrate interviene “ma perché, come è vestita questa ragazzina?” il poliziotto “con un toppino tipo prendisole e dei jeans ma non ha altro addosso”, era piuttosto succinta Ruby, i poliziotti hanno il permesso di farle cercare gli abiti a casa dell’amica che la ospitava Micelle Consesao, anche lei prostituta brasiliana, ma nel frattempo Michelle è in fibrillazione, cosa fa? Chiama Giuseppe Spinelli, il ragioniere, il contabile di Berlusconi, chiama Silvino Berlusconi, la prostituta brasiliana che abita nei paraggi di Corso Buenos Aires ha il cellulare privato di Berlusconi che si trova a Parigi in missione di Stato, naturalmente Berlusconi non risponde perché è a cena con altri ospiti.
La concussione di Berlusconi (espandi | comprimi)
Allora manda un sms e così arriviamo alle 23,49, mentre il poliziotto Landolfi cerca una comunità per Ruby, arriva la telefonata di Berlusconi, ora sappiamo, scrive Colaprico, che Ruby in Questura a Milano per cui è una notizia destabilizzante, ora lo sappiamo, pensate la confusione in Questura, telefona Berlusconi da Parigi, deve essere successo il finimondo!Tutti possono pensare a tutto, tranne che stia telefonando per Ruby, dal verbale del Capo di gabinetto della Questura Pietro Ostuni “il Presidente del Consiglio mi ha detto che vi era in Questura una ragazza di origine nord – africana che gli era stata segnalata come nipote di Mubarak e che un consigliere parlamentare, la Signora Minetti si sarebbe fatta carico di questa ragazza” la Minetti in realtà è un ex soubrette, consigliere regionale che Berlusconi ha nominato su due piedi consigliere parlamentare per fare andare a prendere la ragazza, la Signora Minetti si sarebbe fatta carico di questa ragazza, la telefonata finì così, a questo punto è chiaro che Berlusconi sa che la ragazza è minorenne, altrimenti non si preoccuperebbe di mandare qualcuno che la prenda in carico, perché se fosse maggiorenne e decidessero di rilasciarla potrebbe andarsene con le sue gambe, visto che i maggiorenni, non hanno bisogno di affidatari.
Una grande di telefonate di Ostini si abbatte in seguito sulla neo poliziotta Iafratti Ostuni comincia a perseguire questa Iafratti. Dal verbale del Questore Vincenzo Indolfi “mi sono preoccupato che la gestione della minorenne fosse stata lineare, il fatto che la Presidenza del Consiglio avesse raccontato una balla per me era poco importante” il Questore di Milano mette a verbale che il Presidente del Consiglio ha raccontato una balla, che è la nipote di Mubarak e quindi ha fatto capire che si rischia un incidente diplomatico, ha messo in agitazione la Questura inducendola a fare cose che non avrebbe dovuto fare e che non avrebbe mai fatto senza quella telefonata, perché? Perché tutto stava procedendo come sempre si fa in questi casi o in una comunità o resta in Questura fino a quando non si trova una comunità.
Dice Indolfi “il fatto che Berlusconi ci ha raccontato una balla per me era ininfluente, io volevo comunque che le cose andassero regolarmente” e in realtà le cose da quel momento non vanno più regolarmente, un fax viene mandato in Sicilia alla comunità, una delle comunità dove lei era stata, una relazione delle volanti smentiscono la correttezza delle procedure, Ruby esce alle 2, accompagnata dalla Minetti che invece di prendersene carico, come ha detto Berlusconi, la sbologna a Michelle Consesao, la rimette nelle mani di un’altra prostituta e Berlusconi dice “sono intervenuto per salvare questa ragazza” lui per salvarla dai poliziotti, la fa consegnare dalla Minetti a una prostituta, è un salvataggio meraviglioso, la ributtano sul marciapiede! Per salvarla dalla polizia, non dalla prostituzione, la rimettono a fare la prostituta, il Presidente del Consiglio e una consigliere regionale delegata, consigliere parlamentare!
Mentre Ruby esce alle 2 con la Minetti in Questura continuano a fare degli accertamenti che avrebbero dovuto fare prima di lasciarla uscire, alle 4 finalmente si riescono a rintracciare i genitori che abitano a ?Letojanni? in Provincia di Messina se non erro, vengono buttati giù dal letto, dichiarano di non avere i documenti della figlia e naturalmente negano qualunque parentela con Mubarak , visto che sono marocchini e Mubarak è il Presidente egiziano.
Altro dettaglio, poco noto, la Bocassini e gli altri PM quando interrogano Ostuni gli chiedono “come mai in questa relazione non vi è traccia della telefonata ricevuta dal Presidente del Consiglio e della bugia raccontata ai poliziotti?” Ostuni non lo sa, non sa rispondere il dato di fatto, osserva Colaprico è che le relazioni sono omissive, ma se chiunque di noi avesse inventato una simile balla, cosa gli sarebbe successo dopo da parte della polizia? E’ stato o no l’abuso della sua qualità di Capo del Governo a far ottenere a Berlusconi qualcosa di impossibile per i cittadini normali?
Questo è il problema, naturalmente i fatti sono questi, l’abbiamo capito, la Questura fa una cosa che mai avrebbe fatto se non avesse telefonato Berlusconi, Belpietro che non capisce niente di diritto, l’altra sera in televisione ha detto: ma se ci fosse concussione la Procura dovrebbe incriminare quei funzionari della Questura che hanno rilasciato Ruby prima di averla identificata, contravvenendo tra l’altro agli ordini del PM di turno, se non li hanno incriminati vuole dire che tutto è avvenuto regolarmente e se tutto è avvenuto regolarmente allora vuole dire che non c’è stata nessuna concussione da parte di Berlusconi, che la concussione è quando qualcuno minaccia qualcun altro per costringerlo a fare, per indurlo a fare una cosa indebita, se la cosa non è indebita non c’è reato di conclusione.
Il problema è che la concussione non la commette chi la fa e chi la subisce, la commette chi la fa, chi la subisce è vittima di concussione, quindi se è indotto, sotto costrizione a fare qualcosa che non dovrebbe fare è vittima e quindi non può essere incriminato, è la stessa cosa di chi paga il pizzo alla mafia, la conclusione è l’estorsione commessa dal Pubblico ufficiale, Berlusconi in questo caso, se invece è un privato cittadino si chiama estorsione, se io mafioso costringo il commerciante a pagarmi il pizzo, il commerciante mi dà dei soldi, finanzia un mafioso, cos’è? Aiuto alla mafia, eppure non viene punito, perché? Perché ha agito sotto estorsione, quindi è vittima per questo i poliziotti concussi non vengono indagati per avere rilasciato Ruby.
Questi sono i fatti, fatti di un gigantesco abuso di potere che se è reato o non è reato lo deciderà il giudice, ma noi possiamo già dire che è un abuso di potere perché abbiamo tutti gli elementi per stabilire minuto per minuto quello che è successo quella notte, questo abuso di potere giustifica il fatto che la Procura di Milano se ne occupi, adesso c’è la domanda: ma è reato ministeriale o non è reato ministeriale? State molto attenti perché qui si gioca sulle parole, ma la cosa è molto chiara, il reato ministeriale è diverso dal reato ordinario perché? Perché se il reato è di tipo ministeriale, per fare il processo a chi lo ha commesso, ci vuole l’autorizzazione preventiva del Parlamento, perché i membri del governo Premier e Ministri, per essere processati per i reati commessi nell’esercizio delle loro funzioni, richiedono l'autorizzazione a procedere al Parlamento e il Parlamento già sappiamo in quali mani è, quindi se fosse così non ci sarebbe il processo perché il Parlamento negherebbe al Tribunale dei Ministri il permesso di processare Berlusconi, nell’esercizio delle sue funzioni secondo la Costituzione.
L’esercizio delle funzioni cos’è? E’ l’esercizio delle funzioni, il Presidente del Consiglio c’è tra le funzioni del Presidente del Consiglio telefonare alle questure per dire cosa devono fare delle ragazze fermate per furto senza documenti, senza fissa dimora straniere etc.? Non è tra le funzioni del Presidente del Consiglio, non so se sia tra le funzioni del Ministro dell’Interno, credo neanche ma non certamente del Presidente del Consiglio, però lui è Presidente del Consiglio quando fa quella telefonata e è ovvio che non dice “sono un passante” dice “sono il Presidente del Consiglio” quindi lui telefona in quanto Presidente del Consiglio, ma non per esercitare le funzioni di Presidente del Consiglio, perché non è tra le funzioni del Presidente del Consiglio fare quelle telefonate e allora? Allora non si chiama abuso di funzioni perché non è tra le sue funzioni fare quella telefonata, si chiama abuso di qualità, abusa della qualità di Presidente del Consiglio, se abusasse delle sue funzioni sarebbe reato ministeriale sottoposto all’autorizzazione a procedere e quindi sarebbe salvo perché negherebbe l'autorizzazione invece lì cosa ha fatto? Ha abusato della qualità di Presidente del Consiglio per fare una cosa che non rientra tra le sue funzioni, ma l’ha fatta come Presidente del Consiglio, altrimenti non si spaventava nessuno se non diceva “sono il Presidente del Consiglio” avete capito? Se io magistrato o poliziotto entro in un ristorante e dico: dammi da mangiare gratis altrimenti ti arresto , è nelle tue funzioni arrestare qualcuno, stai abusando delle tue funzioni.
Se invece entri in quello stesso ristorante e dici: sono un poliziotto, dammi dei soldi altrimenti ti do due ceffoni, dare due ceffoni non è nell’esercizio delle funzioni di poliziotto, anche se qualcuno abusandone li rifila pure i ceffoni, quindi capite la differenza tra abusare di una funzione propria e l’abusare della semplicemente qualità propria.
Quindi non c’è dubbio che non è reato ministeriale, è reato comune, ordinario, va giudicato dal Tribunale di Milano senza alcun voto della Camera.
Ultimo punto, cosa succede adesso? La curiosità è: ma lo processano, non lo processano? Come può farla franca? Come può svicolare? Cos’è questa storia del rito immediato, cosa può succedere? Concludo cercando di spiegare cosa può succedere adesso.
La Procura di Milano ha chiesto il rito immediato, ha fatto sapere che chiederà il rito immediato, la legge, Art. 453 del Codice di Procedura prevede il rito immediato per fare presto, quando si può si fa presto e si fa presto quando si può e quando è che si può? Quando si ha proprio un’evidenza della prova tale per cui non c’è bisogno di tutti i passaggi: udienza preliminare etc., si va subito a giudizio con le carte che si hanno trovato, hai trovato tutte le carte, è inutile stare lì a discutere prima, andiamo subito nel merito davanti al giudice.
Giudizio immediato per Berlusconi (espandi | comprimi)
Quando la prova appare evidente, si può chiedere il giudizio immediato se la persona sottoposta alle indagini è stata interrogata sui fatti da cui emerge l’evidenza della prova, ovvero a seguito di invito a presentarsi, la stessa abbia omesso di comparire, sempre che non sia stato adottato un legittimo impedimento e che non si tratti di persona irreperibile, cosa ha fatto la Procura?Ha mandato l’invito a comparire a Berlusconi, gli ha detto: presentatati in una data tra venerdì, sabato e domenica, stiamo parlando di 21/22/23 gennaio a tua scelta, lui ha disertato in tutte e tre le date, compresa la domenica, legittimi impedimenti non ne risultavano, l’hanno invitato a questo punto, non vuole farsi interrogare e quindi l’adempimento è stato fatto, la prova loro ritengono che è evidente, lui invitato a farsi interrogare non si è fatto interrogare, terzo e ultimo requisito, la richiesta del PM deve essere formulata entro 90 dall’iscrizione della notizia di reato, Berlusconi è stato iscritto sul registro degli indagati il 21 dicembre, entro il 21 marzo la Procura deve depositare davanti al G.I.P. la richiesta di rito immediato, quindi è passato un mese, la Procura ha tempo due mesi ancora per chiedere al G.I.P. di procedere al rito immediato, nel qual caso il G.I.P. se ravvisa che ci siano gli estremi, può accogliere questa richiesta e mandare subito Berlusconi a processo.
Il giudice entro 5 giorni dalla richiesta emette il Decreto con il quale dispone il giudizio immediato, ovvero rigetta la richiesta ordinando la trasmissione degli atti al Pubblico Ministero, se invece ritiene che la prova non è vedente, allora dice: no, facciamo il processo ordinario e quindi si fissa l’udienza preliminare e poi naturalmente si arriva eventualmente al rinvio a giudizio o al proscioglimento, il Decreto emesso dal giudice deve contenere l’avviso che l’imputato può chiedere il giudizio abbreviato, oppure il patteggiamento, all’interno del rito immediato lui può chiedere l’abbreviato, abbreviato vuole dire che si fa tutto in Camera di Consiglio, porte chiuse, senza telecamere, senza giornalisti, senza pubblico, senza nessuno e si ottiene, sulle carte si fa il processo, non c’è grande dibattimento, oppure addirittura patteggiare la pena, ma dubito che Berlusconi patteggerà la pena, ci mancherebbe altro!
Quando l’immediato è stato disposto il processo si svolge davanti al Tribunale secondo le regole di un normale processo, si fa subito semplicemente, saltando l’udienza preliminare e il deposito degli atti, a questo punto loro dicono: non è competente Milano, perché Arcore sta a Monza, ma a parte il fatto che il Tribunale di Monza non è competente per reati come prostituzione minorile che invece è competente nella Procura distrettuale, quella di Milano, mentre i fatti successi alla Questura di Milano ovviamente ricadono sotto la competenza della Procura di Milano, l’unica loro speranza è quella di cercare di battersi per mandare la cosa al Tribunale dei Ministri, ma non c’è un modo per mandarla al Tribunale dei Ministri, perché? Perché non la può mandare al Tribunale dei Ministri Berlusconi o l’Avvocato Ghedini, al Tribunale dei Ministri può rivolgersi la Procura che ha già detto che non ritiene che il reato sia ministeriale, oltretutto mi sono dimenticato di dirvi che, perché il reato sia ministeriale, la legge costituzionale N. 1/1991, prevede che il reato sia stato compiuto per la tutela di un interesse dello stato costituzionalmente rilevante, ovvero per il perseguimento di un preminente interesse pubblico nell’esercizio della funzione di governo, questo dice la legge costituzionale che regola i reati ministeriali 16 gennaio 1989 N. 1, immaginatevi mai se andare a prostitute minorenni o telefonare alle questure per farle rilasciare contro le procedure normali, è un gesto compiuto per la tutela di un interesse dello Stato costituzionalmente rilevante, ovvero per il perseguimento di un preminente interesse pubblico, qui l’interesse è pubico, non è pubblico!
Quindi non c’è alcun motivo, ma non c’è neanche alcun modo per cui Berlusconi riesca a far arrivare il suo processo al Tribunale dei Ministri, cosa può fare? E l’ha già minacciato, può sollevare un conflitto di attribuzioni tra poteri dello Stato davanti alla Corte Costituzionale contro i giudici di Milano che gli negano il Tribunale dei Ministri, si dirà: ma se Berlusconi o i suoi avvocati con la loro maggioranza votano un conflitto di attribuzioni tra la Camera dei Deputati e i giudici di Milano davanti alla consulta accusandoli di avere calpestato il potere legislativo e esecutivo, processandolo ordinariamente anziché chiedendo l’autorizzazione a procedere per poi andare davanti al Tribunale dei Ministri, il processo si blocca o no? Perché che la Corte Costituzionale gli possa dare ragione su una cazzata del genere è assolutamente evidente no, ma la Corte Costituzionale sapete che ha i suoi tempi e allora in attesa che la Corte Costituzionale si pronunci su questo conflitto di attribuzioni, dando ragione alla Camera o dando ragione ai giudici di Milano, cosa succede del processo immediato? Continua a farsi oppure si sospende? Perché se Berlusconi con il conflitto di attribuzioni riesce a sospendere per due anni il processo immediato, il processo non è più immediato e quindi se ne riparla, campa cavallo!
Bene, per fortuna il conflitto di attribuzioni davanti alla Corte Costituzionale non sospendo il processo in corso, che potrebbe andare avanti comunque, è già successo quando ci furono dei vari conflitti di attribuzioni contro i giudici di Milano nel processo a Abu Omar, il processo continuò a andare avanti, mentre la Corte aspettava di pronunciarsi, solo al momento della sentenza, ovviamente, il Tribunale si deve fermare in attesa che si pronunci la Corte, quindi il processo a Berlusconi immediato andrà avanti anche se verrà sollevato il conflitto di attribuzioni per il mancato investimento del Tribunale dei Ministri e solo al momento della sentenza i giudici si dovranno fermare attendendo il pronunciamento della Corte.
Spero di essere stato chiaro, quindi diciamo che stavolta, salvo naturalmente che si inventino qualcosa che ancora non abbiamo in mente noi ma non ce l’hanno in mente probabilmente neanche loro, Berlusconi finirà alla sbarra e dovrà difendersi non dai teoremi, dovrà difendersi da sé stesso, dalle cose che ha fatto, a cominciare da ciò che ha fatto quella notte in Questura, continuate a leggere Il Fatto Quotidiano, passate parola e ci vediamo lunedì prossimo!
sabatino di martino
NICOLE MINETTI SI PRESENTERA’ DAVANTI AI MAGISTRATI MILANESI MARTEDI’ 1 FEBBRAIO - 1- LA FILOSOFIA DELLA BUNGA VITA SECONDO L’EX IGIENISTA DENTALE NICOLE MINETTI: "LITIGARE TUTTI I GIORNI CON TUTTI, METTERLA NEL CULO A QUELLO DI FIANCO A TE, A QUELLO DIETRO... - 2- CHE TOCCA FA’ PER CAMPA’ (LA MOGLIE DROGATA E LA SIRINGA PIENA): "’STA ROBA TI ROVINA LA VITA, TI ROVINA I RAPPORTI, TI LOGORA. DEVI AVERE UN PELO SULLO STOMACO COME UNA CASA... VOGLIO FIDANZARMI, SPOSARMI, AVERE I BAMBINI, LA CASA..." - 3- IL SUO MITO E PUNTO DI ARRIVO DI CARRIERA SI CHIAMA MARA CARFAGNA: "MENO MALE UN PO´ DI GAVETTA L´HO FATTA. NON PENSARE CHE MARA NE ABBIA FATTA TANTA DI PIÙ" - 4- QUEL GRAN TACCAGNO DI SILVIO VIVE SOTTO RICATTO: "SONO MOLTO ARRABBIATA PERCHÉ HO SCOPERTO CHE HA COMPRATO A UNA RAGAZZA UNA CASA DA 1,2 MILIONI DI EURO" - 4- LA LEZIONE DI RUBY? "BISOGNA PARTIRE CATTIVE , PERCHÉ QUA NON VA BENE UN CAZZO" - -
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1- CASO RUBY: MINETTI SI FARA' INTERROGARE IL 1° FEBBRAIO...
(Adnkronos) - Nicole Minetti si presentera' davanti ai magistrati milanesi che le hanno notificato per martedi' prossimo, 1 febbraio, un invito a comparire. La consigliera regionale del Pdl, e' indagata nell'ambito del caso Ruby per induzione e favoreggiamento della prostituzione e prostituzione minorile. A confermarlo e' il suo difensore, l'avvocato Daria Pesce. 'Spero solo -ha dichiarato il legale- di riuscire ad evitare l'assalto dei giornalisti'
2 - NICOLE, BARBARA E LA POLITICA "A ROMA O A MILANO FACCIAMO COME LA CARFAGNA"...
Walter Galbiati e Emilio Randacio per "la Repubblica"
«Litigare tutti i giorni con tutti, metterla nel culo a quello di fianco a te, a quello dietro». Potrebbe essere la descrizione del Bunga Bunga, invece è l´idea che Nicole Minetti, consigliere regionale del Pdl della Regione Lombardia, in lista con Formigoni, si è fatta della politica. Lo confida al telefono a Barbara Faggioli, una compagna delle feste di Arcore, mentre discutono di come sistemarsi per la vita. In fondo «io voglio fidanzarmi, sposarmi, avere i bambini, la casa.... ».
La Minetti è pronta a dare le dimissioni da consigliere se va in porto un progetto, manda tutti a quel paese: «Amò, ma io, ma io tesoro, ma se noi riusciamo a fare quella cosa di cui ti ho parlato io amore.. io fac.. io do le dimissioni, cioè, sta roba è una roba che ti rovina la vita, ti rovina i rapporti, ti logora... devi avere un pelo sullo stomaco come una casa... «. La politica insomma non è il suo sogno, eppure il suo mito è Mara Carfagna, il ministro, lei è arrivata.
LA GAVETTA DELLA CARFAGNA -
Sul tema si confronta al telefono con la Faggioli, nell´agosto dello scorso anno. «Quando ho parlato con lui (probabilmente il presidente n. d. r) a me m´ha detto, l´ultima volta che m´ha chiamato e m´aveva chiamato per far farmi i complimenti perché tutti gli dicevano che ero bravissima e tutte ste cose, ha detto: oh, mi raccomando eh! Cioè, allora, sei dei miei, di qua di là».
Faggioli: «Sì, anche a me l´ha detto, ma non pensare. Anche a me me l´ha detto davanti alla Rosi, a Maria Rosaria Rossi. Te lo giuro». Minetti: «Boh, non lo so, Giancarlo m´ha detto mmm devi vedere, devi aspettiamo vediamo. Comunque meno male un po´ di gavetta l´ho fatta». Faggioli: «Eh va be´, ma non vuol dire». Minetti: «Beh, insomma. Non pensare che Mara ne abbia fatta tanta di più. Faggioli: «Ma stai scherzando?». Minetti:» Cosa?». Faggioli: «Prima di diventare Ministro è stata un anno in Parlamento amore!». Minetti: «Certo, un anno».
FARE POLITICA. ROMA O MILANO? -
Il punto di svolta potrebbe arrivare con le prossime elezioni, se il governo cade. Minetti: «Se si va ad elezioni a dicembre io ci son stata sei mesi. Faggioli: «Ma è appena uscita la roba tua! E poi lui, adesso è un momento delicatissimo». Minetti: «Boh, vediamo». L´alta concezione della missione politica esce poco dopo, sempre nella stessa telefonata, quando le due amiche discettano sull´alternativa tra "fare politica" a Roma o a Milano. Non si tratta di due sfere, una nazionale e l´altra regionale, ma di duemila euro in più. Minetti: «Sai che io non ci andrei a Roma?». Faggioli: «Noo?». Minetti: «No!». Faggioli: «Perchè?».
Minetti: «Perché io sto troppo bene lì a Milano! Ba, chi cazzo me lo fa fare? Pensaci. Alla fine guadagnerei uguale, perché guadagni duemila euro in più. Chi se ne frega per duemila euro. Io me ne sto lì dove sono. Tanto poi io sto da Dio lì. C´ho la mia casa, la mia palestra, c´ho il mio fidanzato. Figurati!».
E anche qualche privilegio, visto che quando è in ritardo per andare al Bunga Bunga può anche sfruttare le corsie riservate. «Nicole - si legge in una annotazione degli inquirenti - dice che sta andando a casa, Barbara si lamenta che c´è un gran traffico e Nicole dice che lei per fortuna ha il suo pass per le corsie riservate».
La Faggioli, invece, dovrebbe salutare Milano può solo puntare su Roma, perché di prossimo e immediato ci sono le elezioni del Parlamento: «Le regionali son tra cinque anni. E non penso che hooo... che, che ho la voglia di aspettare. O no? Cinque anni! A trent´anni. Noo. No no no. Le parlamentari se devi farle o son tra due anni e mezzo, o sono adesso o sono di nuovo tra cinque anni per me. Quindi io devo sperare di entrare o adesso o tra due anni e mezzo. No? Capito?».
IL CONTO LO PAGANO I CITTADINI -
Comunque sia per la Minetti sia per la Faggioli, l´ideale sarebbe trovare qualcosa di indipendente. «Cade lui. Cadiamo noi». «Dipendi - puntualizza la Minetti - sempre da qualcun altro cioè, un domani, succede un cazzo, un altro a me mi schiacciano». Barbara: «A lui gli fa comodo capito? Mettere no... a lui, no, a lui gli fa comodo mettere... Nicole: «Barbi a me mi scacciano via dal Consiglio...». Barbara: «Ascolta... a lui... gli fa comodo mettere me e te in Parlamento, perché dice, bene, me le son levate dai coglioni, le pagano lo stipendio lo Stato». Nicole: «Sì brava! Brava! Sì sì». Barbara: «I cittadini no?»
2 - "COSÌ NON VA, PARTIAMO CATTIVE NON PUÒ TRATTARCI COME GLI OPERAI"
Soldi, case, gioielli. E tutte, quando il bunga bunga si dirada, vogliono presentare il conto, come se potessero ricattare il Presidente. Perché «cioè scusami, se volevo fare il muratore andavo a farlo, oppure a fare l´operaio, scusami», confessa Aris, una delle più presenti frequentatrici della villa di Arcore a Nicole Minetti, addetta ai bugdet per i diversivi del premier. La stizza nasce da un colloquio con «l´amministratore», il cassiere delle serate (probabilmente il ragionier Giuseppe Spinelli) nonché gestore delle case dell´Olgettina, che si era permesso di ricordarle che quelle cifre che lui paga «un muratore le guadagna in cinque mesi».
Ed ecco che i versamenti diventano improvvisamente poco generosi. Barbara Faggioli, al telefono con la Minetti, fa una considerazione circa le possibili alternative per ottenere una occupazione un po´ più stabile. «Aspetta, ma io stavo pensando una cosa no, qualcosa in Publitalia di forte?». «Amoo, no! - la secca replica della Minetti - Aspe.. no, no,... sai perché? Perché sei sempre comunque dipendente da qualcun´altro.... devi fare qualcosa che comunque ti permette di essere indipendente. Devi fare l´imprenditore, come ha fatto lui, lui insegna, cioè, di essere padroni di te stesso, qualcosa che un domani, anche se non c´è pinco o cazzo o mazzo, tu vai avanti lo stesso. Capisci?».
Il sogno è quello di un palazzo da gestire o di una casa per la vita. «No Nico- dice la Faggioli - sei dalla mia, cioè sei dalla mia nel senso è più facile per me che per Anna. Perché Anna se gliela chiede, gliela promette e passerà un anno. A me, me l´ha già promessa da un anno e mezzo davanti ad altra gente». Ora si può passare all´incasso. Forzare la mano. Lo stesso vorrebbe fare la Minetti: «Sono molto arrabbiata perché ho scoperto che ha comprato a una ragazza una casa da 1,2 milioni di euro», scrive in un sms del 15 ottobre al padre. Loro hanno già adocchiato un palazzo a Milano.
Il 18 ottobre, è la dominicana Marystelle a conversare con Nicole. Le due ragazze parlano di soldi e del diradarsi degli appuntamenti ad Arcore. La prima ha appena incassato due mila euro per una notte in «villa con lui». Nicole era da tempo che non andava. «Amo... anche... io.. sai da quanto è che non venivo? saranno stati due mesi, guarda... sto schifoso, porca puttana... ma vaffanculo... va... io ho pensato, cazzo, dopo tutto quello che è successo stasera, ho detto dai... no... ho detto "vai...", e invece (urla) un par de palle!!!!». Le ragazze, dopo l´arrabbiatura, ridono.
Ma fra di loro non corre mai buon sangue, una è rivale dell´altra, la più pericolosa è Ruby, la preferita. «Vaffanculo!!!», insiste la Minetti. «E la Ruby?... sessanta!!!!», in sottofondo gli investigatori intercettano anche un «faccia di merda...», e ancora, «diamo tutto alla Ruby....», e un´altra «sessanta» ridono. La «fronda» del bunga bunga, studia una contromossa. «Va bene, amo´, bisogna partire cattive comunque, perché non va bene così, qua non va bene un cazzo».
3- LA VERSIONE (PIENA DI BUGIE) DI NICOLE A "VANITY FAIR"
Giovanni Audiffredi per "Vanity Fair"
Giovedì 27 maggio 2010: per Nicole Minetti sarà una data difficile da dimenticare. Se non fosse stata chiamata quella notte per andare in soccorso della minorenne marocchina Karima «Ruby» El Mahroug, la venticinquenne consigliera regionale della Lombardia, eletta nella lista del presidente Roberto Formigoni, forse non avrebbe attirato l'attenzione della Procura della Repubblica di Milano su di sé.
E oggi forse non sarebbe indagata per induzione e sfruttamento della prostituzione nell'inchiesta che vede protagonista il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. Inchiesta che forzatamente condiziona la completezza dell'intervista che state per leggere: essendo indagata, la Minetti misura bene le risposte, e davanti ad alcune domande si ritrae.
Partiamo da quella notte: chi l'ha chiamata?
«Ero al ristorante, verso le 22,30. Mi arriva una chiamata al cellulare da un numero che non ho in memoria. E non rispondo. Insistono. Allora sento chi è, e dall'altra parte una voce femminile dice di essere tale Michelle Oliveira, una persona che non conosco, mai vista. Spiega che si è fatta dare il mio numero da un'altra ragazza che mi conosce, dice di essere un'amica di Ruby, che Ruby è in Questura e che si trova nei guai».
E che cosa le ha chiesto?
«Se potevo andare lì».
Lei che cosa ha pensato?
«Ho avuto qualche dubbio. Mi spiaceva per Ruby, ma mi sembrava una faccenda poco chiara».
Michelle le ha detto che aveva già chiesto aiuto a Silvio Berlusconi, e che era stato il premier a indirizzarla a lei?
«Non fece il nome di Berlusconi».
Che cosa la convince ad alzarsi dal ristorante?
«La telefonata che, poco dopo, arriva dal presidente Berlusconi. Mi spiega che questa ragazza ha avuto un problema, e che non ha i documenti. Mi chiede di interessarmi della vicenda, di verificare che cosa sta succedendo. E io vado».
Ma lei Ruby la conosceva?
«Sì. Non era una mia amica, ma in qualche occasione l'avevo incrociata».
Dove?
«A casa di Silvio Berlusconi. Aveva detto di essere egiziana, aveva raccontato di una famiglia musulmana molto severa. Aveva mostrato una cicatrice: olio bollente, aveva spiegato, che il padre le aveva tirato addosso perché si voleva convertire al cristianesimo».
Lei conosceva l'età di Ruby?
«Aveva detto a tutti di avere 24 anni. In Questura viene fuori che è minorenne, e marocchina».
Ma qualcuno, quella notte, la fa passare per nipote del presidente egiziano Hosni Mubarak. Lei aveva mai sentito una storia simile?
«Mai, neanche per scherzo. La ragazza aveva raccontato che sua madre era una famosa cantante. Un'altra bugia».
Che cosa ha pensato?
«Che era una furba. Ma si trovava in difficoltà: sarebbe stato assurdo non aiutare una ragazzina terrorizzata».
Lei richiama il premier per dirgli che, vista la minore età, la vicenda è molto più complicata del previsto?
«Certo. Mentre sono lì, lo chiamo per informarlo dell'evolversi della situazione».
Con tutte le persone influenti che Berlusconi conosce a Milano - il sindaco, i parlamentari, gli avvocati - perché ha chiamato lei?
«Sono una persona di fiducia. E forse, dato che io Ruby la conoscevo, e in più sono una donna giovane, avrà pensato che avrei più facilmente trovato il modo di rassicurare quella che credeva una mia coetanea. E poi, sa, non è che ti chiama il presidente, il leader del tuo partito, l'uomo più carismatico d'Italia, e ti metti a fare tante domande. Né a lui né a te stessa».
Sembra che lei, ai funzionari della Questura che le domandavano perché s'interessasse del caso, abbia risposto che si trattava di un'amica carissima.
«Falso. Sono stata molto chiara. Ho detto che ero disposta a garantire per lei, visto che Michelle Oliveira era straniera e non poteva fare molto, ma che tra noi c'era un semplice rapporto di conoscenza».
Prima del suo arrivo però il magistrato di turno, Annamaria Fiorillo, dà disposizioni perché la ragazza venga trattenuta fino all'indomani, in modo da stabilire se i genitori sono raggiungibili, ed eventualmente a quale comunità indirizzarla. Lei ne viene messa al corrente?
«I funzionari della Questura non fanno il loro lavoro davanti a tutti. Sapevo che parlavano con il magistrato, ma non sapevo chi fosse e non voglio entrare nel merito di una questione che non mi compete. So solo quello che mi hanno detto: che la ragazza poteva essere rilasciata se io ne prendevo l'affidamento temporaneo. E così è stato. Però ho precisato che non sarebbe stata a casa mia, ma dalla sua amica Michelle. Dovevo solo rimanere a disposizione telefonica».
Ruby esce alle due del mattino. E lei chiama il premier?
«Sì. E gliela passo».
E poi l'ha risentita?
«Un paio di volte, l'indomani. Telefonate di controllo».
Nel faldone delle indagini c'è scritto che la Questura la cercò il 5 giugno perché Ruby aveva litigato con Michelle. Ma che lei non rispose. Tanto che il magistrato la giudicò inidonea e consigliò di non affidarle più la ragazza.
«Ho ricevuto alcune telefonate da numero sconosciuto alle 8,30 di sabato 5 giugno. Dormivo, e quando mi sono svegliata e me ne sono accorta, non sapevo chi richiamare. Ho saputo del litigio solo quando mi ha chiamato Michelle per raccontarmelo. Io mi sono preoccupata e ho cercato Ruby, ma al suo numero non rispondeva più. Allora mi sono attivata come potevo, ho chiesto ad alcune ragazze che sapevo frequentare le stesse discoteche di avvertirmi se la incrociavano. Infatti, una di loro la incontra e mi fa chiamare. Ruby dice che va tutto bene».
Poi quando la risente?
«Mi telefona ad agosto, mi dice che è a Milano. Poi vengo a sapere che è scappata dall'ennesima comunità. Tutto qui».
Conosce Giuseppe Spinelli, il ragioniere del premier?
«Certo, l'ho conosciuto in ambienti politici del Pdl».
Dalle intercettazioni telefoniche appare chiaro che il vostro rapporto riguarda anche gli appartamenti di via Olgettina.
«Alle intercettazioni mancano riscontri oggettivi».
Spinelli non le ha mai detto di aver ricevuto diverse volte da Ruby, nei mesi successivi alla notte in Questura, richieste di denaro?
«No».
Come ha conosciuto Silvio Berlusconi?
«All'inizio del 2009, all'ospedale San Raffaele. Lui era in cura da un professore di dermatologia che era anche mio insegnante nel corso di laurea breve in igiene dentale che ho frequentato lì».
Come è avvenuto l'incontro?
«Tutta la mia famiglia vota per il presidente. Mi sono presentata, ho manifestato la mia ammirazione».
Gli ha detto che era stata ballerina a Colorado Café?
«Non la prima volta che l'ho incontrato. In seguito sì, certo».
E poi?
«Gli ho detto che mi sarebbe piaciuto, dopo la laurea, partecipare alla vita politica attiva del Pdl. E lui mi ha parlato del ricambio generazionale nella rappresentanza, del fatto che c'è sempre bisogno di giovani che vogliano impegnarsi. Ho lasciato il mio numero di telefono al suo entourage, mi hanno dato il numero della sua segreteria, e io mi sono fatta sentire. Così ho cominciato a partecipare a colazioni di lavoro, incontri con parlamentari,
dibattiti».
Quanto è durato questo suo stage prima della candidatura in Regione?
«Circa un anno. Intanto mi ero laureata a pieni voti».
Però era stata bocciata alla maturità.
«Sì, al liceo classico. E dire che non avevo mai perso un anno. Prima di questa vicenda, è stato lo shock più forte della mia vita».
La sua candidatura è stata avversata anche da esponenti di spicco del partito: Aldo Brandirali, Viviana Beccalossi, Ombretta Colli, Stefania Craxi.
«Non si può piacere a tutti, e le critiche per il fatto di essere stata una showgirl me le aspettavo».
Il Partito Radicale ha contestato la regolarità delle firme presentate per la sua candidatura.
«Non so come sono state raccolte le firme. È una competenza del partito. E io ho fiducia nel Pdl».
Però un gruppo di giovani del Pdl ha promosso una raccolta di firme per chiedere le sue dimissioni.
«E poi dicono che siamo un partito senza dibattito interno. Ovviamente mi dispiace, ma ognuno è libero di fare quello che ritiene opportuno».
Ha intenzione di dimettersi?
«Non ci penso neanche. E nemmeno mi sospenderò. Continuerò ad andare in Regione a testa alta, a fare il mio lavoro».
Quanto guadagna?
«Circa 9 mila euro. E non ho nessuna "auto blu", a differenza di quanto è stato scritto».
La sua esperienza di ballerina a Colorado Café insieme a Marysthell Polanco e Raffaella Fico, entrambe finite nel fascicolo delle intercettazioni, come la ricorda?
«Ne sono orgogliosa. L'ho fatta mentre studiavo al San Raffaele, dopo un anno di Biologia a Bologna. Mia madre ha una scuola di danza a Rimini, l'ho frequentata per dieci anni».
Ma in Tv come c'è arrivata?
«I produttori mi hanno avvicinata in un bar vicino a casa dove facevo colazione. Ho fatto un provino e ho iniziato con Scorie di Nicola Savino. Anche a Colorado sono stata presa dopo un casting».
L'hostess per Publitalia quando l'ha fatta?
«Avevo fatto esperienza alla fiera di Rimini: bella presenza, praticamente bilingue per via di mia madre inglese, non era difficile. Per Publitalia ho lavorato a Milano alla sezione sportiva: ero rimasta in contatto con loro dopo il MotoGp di Misano».
In quel periodo conosce quasi tutte le ragazze coinvolte in questa inchiesta. Che rapporti ha con loro?
«Marysthell Polanco e Barbara Faggioli sono tra le mie più care amiche. Alcune delle altre le ho incrociate a qualche provino, o in un locale, o a cena da amici».
A Villa San Martino ad Arcore, a Villa Campari a Lesa e nelle altre residenze di Berlusconi quante volte è stata?
«Diverse. Il numero preciso fra l'altro non lo ricordo».
A giudicare dalle sue parole nelle intercettazioni, si direbbe che si sia fermata anche a dormire.
«Mi scusi ma non rispondo, questa è una faccenda privata».
Nelle carte dell'inchiesta ci sono le intercettazioni di una ragazza, la famosa «Testimone A», sua ex compagna di liceo, che racconta di essere stata invitata da lei a una cena ad Arcore. E di essere tornata a casa turbata da quanto aveva visto.
«Siamo amiche di vecchia data: al liceo eravamo compagne di banco, poi ciascuna ha fatto la sua strada ma, per esempio, era alla mia laurea. Sono quelle persone che non senti tutti i giorni, con cui il rapporto però non si perde mai. Ci siamo riavvicinate questa estate: lei studia a Milano, ci siamo anche ospitate a vicenda qualche volta. L'ho invitata alla cena con Berlusconi perché per lei era l'occasione di conoscere un uomo che stimava. Lei era felice dell'invito, non l'ho certo dovuta convincere».
Alla cena che cosa succede?
«Nulla di particolare. È una cena molto classica».
Ci sono anche altre ragazze?
«Sì. Ci sono diverse persone. Il presidente scherza, c'è musica, un incontro conviviale, insomma».
Le ragazze sono vestite in modo provocante?
«Non direi. Non sono certo mal messe ma neanche in abito di gala, di certo non sono discinte o volgari. È una cena a casa del premier, le persone educate si vestono bene, ma senza strafare».
Glielo chiedo perché la sua amica racconta che nel dopocena invece, nei locali discoteca, molte ragazze si cambiano e, per dar vita a uno spettacolino sexy, usano costumi di scena. Lei c'era?
«Sì. E questa cosa non la ricordo affatto. Quando verrò ascoltata dai magistrati entrerò nei particolari: non mi sembra questa la sede corretta».
Lei ha mai fatto danze ammiccanti per o su invito del premier, magari rispolverando il repertorio degli stacchetti di Colorado Café?
«Guardi, non scherziamo neanche. Questa cosa mi offende».
Capisco. Ma perché l'ex questore Carlo Ferrigno, riferendo racconti di quelle serate, parla nelle intercettazioni di decine di ragazze-tra cui lei - che ballano in topless e baciano Berlusconi?
«Non so perché dica una cosa del genere».
Tornando alla sua amica: come la prepara alla cena?
«Le consiglio di parlare dei suoi studi, di mettere in evidenza le sue capacità per un futuro sbocco professionale. Le spiego che il clima sarà piacevole, scanzonato, che non si aspetti una cena ingessata solo perché Berlusconi è il capo del governo. Magari lui si alza e canta, ha il gusto dello showman, e se non l'hai mai visto in quelle circostanze ti può spiazzare. Le dico che non è detto che tutti gli invitati abbiano la sua stessa formazione culturale: nel mondo dello spettacolo a volte prevalgono i criteri estetici».
Scusi, ma lei nelle intercettazioni usa parole decisamente più forti per spiegare alla sua amica chi deve aspettarsi di incontrare: «C'è la zoccola, c'è la sudamericana che non parla italiano...».
«Le conversazioni telefoniche vanno interpretate. E comunque, come le ho già detto, al momento giusto fornirò le mie spiegazioni ai magistrati».
Alla fine della serata Berlusconi avrebbe regalato due cd di Apicella e una busta contenente duemila euro alla sua amica, che si sarebbe sentita in imbarazzo. Le risulta?
«Sì. Non mi sembra di essere stata presente alla consegna del regalo, ma una volta in auto lei me l'ha mostrato. E io le ho detto che doveva considerarlo un gesto di generosità da parte di un uomo che ha un'importante disponibilità economica, e che ama aiutare le persone. Come una piccola borsa di studio: non capisco che cosa ci sia di deplorevole».
Eppure la sua amica era imbarazzata. Non tanto per il regalo, ha spiegato ai magistrati, quanto per il timore che ci potesse essere un fraintendimento. Che quei soldi potessero avere un significato ambiguo. Ne parlò anche con lei?
«Sì, ma ciascuno è libero di dare l'interpretazione che crede ai gesti degli altri, e io non voglio giudicare la sua reazione. Di sicuro è stato frainteso l'intento del mio invito. Non avevo certo un tornaconto personale. Lei è una ragazza bella, brava, colta, che ha girato il mondo. Io credevo solo che le avrebbe fatto piacere conoscere un uomo come Berlusconi. E pensavo che anche lui avrebbe apprezzato una commensale intelligente. Comunque, siamo solo di visioni diverse. Non ci fu uno screzio tra me e lei, infatti ci siamo riviste più volte e i rapporti non sono mutati».
In quella o in altre serate, ha mai visto le ragazze fare avance sessuali a Berlusconi?
«No. E comunque questo è gossip. Ciascuno a casa propria deve poter fare ciò che crede. Nel rispetto della legalità, ma senza essere spiato dai suoi ospiti o da altri».
A proposito di legalità, l'ipotesi dei magistrati è che ci sia stata prostituzione. Lei sa se altre ragazze, comprese le sue amiche, hanno ricevuto denaro da Berlusconi?
«No. Io sono una persona discreta, non faccio certe domande».
Lei ha mai preso denaro da Berlusconi?
«No».
Ha vissuto in via Olgettina, nello stabile dove abitano alcune delle ragazze coinvolte nell'inchiesta?
«Sì. Studiavo poco lontano da lì, al San Raffaele, e ho preso una casa in affitto. L'ho trovata leggendo un cartello».
Ora chi vive nel suo ex appartamento? Sempre una delle ragazze?
«Sì. Ma non dico chi: questione di privacy».
Diceva prima che è ancora intestataria di tre contratti di affitto in quello stabile.
«Sì, perché alcune di queste ragazze, non avendo un contratto di lavoro, non riescono a fornire adeguate garanzie all'immobiliare proprietaria della casa. Credo che in tante si siano trovate agli inizi della carriera, e non solo nel mondo dello spettacolo, con problemi di questo tipo. Per me le garanzie le diede mio padre, ma non tutte hanno la stessa fortuna. Non esiste nessuna "compagnia" di via Olgettina. Mi accusano di avere un ruolo illecito, invece io ho solo cercato di aiutare ragazze meno fortunate di me, e in cambio non ho mai chiesto nulla, ma ho avuto tanta gratitudine: spero che dalle intercettazioni questo venga fuori. Se una mia amica è in difficoltà, io mi muovo. Se il suo problema lo posso risolvere dando il mio nome perché lei abbia una casa, io lo faccio, perché si tratta di una persona che conosco. Per tre appartamenti ho fornito io la garanzia. Ma non subaffitto: effettuo i pagamenti e poi ricevo il rimborso».
Chi la rimborsa? Le ragazze? Berlusconi?
«Preferisco non entrare in questi dettagli. Anche, ribadisco, per rispetto della privacy».
Si è parlato di documenti bancari trovati durante le perquisizioni negli appartamenti delle ragazze, e anche a casa sua. Non teme che venga fuori qualcosa di compromettente?
«No. Ma comunque non sta a me giudicare se c'è qualcosa di strano in quei documenti».
Stando alle intercettazioni, tra le ragazze ci sono gelosie, ripicche, litigi: per accaparrarsi le attenzioni di Berlusconi, o per avere una casa più grande. A volte è proprio lei a fare da paciera.
«Credo che la trascrizione delle telefonate enfatizzi un clima che non c'è. Ci possono essere piccoli bisticci, ma non mi sembra giusto che vengano usati per etichettare queste ragazze come poco di buono. Io ho un ruolo istituzionale, per me è diverso, ma a loro, la dignità, chi gliela restituirà alla fine dell'inchiesta?».
Lei stessa è indagata per reati gravi: induzione e sfruttamento della prostituzione. Come si sente?
«Male, perché la mia privacy è stata violata. Vorrei che la presunzione d'innocenza mi venisse garantita. Invece, con la grave violazione della pubblicazione delle intercettazioni, che sono finite integralmente in mano a giornalisti, difendere la propria dignità è difficile. Nelle 389 pagine degli atti dell'indagine ci sono i cellulari delle persone coinvolte, il loro domicilio, dati sensibili che andrebbero tutelati. Ho ricevuto minacce e telefonate infamanti».
Che cosa prova. Rabbia? Vergogna?
«Nessuna delle due. La rabbia è per chi non ragiona, a me piace usare la testa. E non è nella mia natura vergognarmi. Tutto quello che ho fatto, ho scelto di farlo».
sabatino di martino
VI ERAVATE PERSI QUALCOSA? - ECCO IL MEGLIO DEL BUNGA-GATE, CONDITO DAL DISGUSTO DEL COMMISSARIO DAVANZONI PER LA “SEXUAL COMPULSIVITY” DEL CAVALIER POMPETTA: “ANDARE A LETTO COL PREMIER È STRESSANTE, DURA UN BEL PO’ E CI SONO ALTRE DONNE”, DICE UNA - E POI LA TORBIDA PASSIONE PER LE “ZINGARE, LE SCAPPATE DI CASA, PIÙ SONO DISPERATE E MEGLIO È” (MINETTI) - LE JENE RICATTATRICI DI ARCORE INCASSANO PROFUMATE BUSTE PIENE DI SOLDI, E COLTIVANO LA SPERANZA DI SISTEMARSI, MAGARI AL MINISTERO: “SE CE L’HA FATTA MARA”…
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dagShowzone(13);
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Piero Colaprico e Giuseppe D´Avanzo per "la Repubblica"
Denaro per ottenere il silenzio di chi minaccia di parlare troppo. Accade a Ruby. Cosmesi dei fatti, testimonianze e ricordi falsificati per eclissare i reati. Accade alle ospiti fisse del «relax» del presidente del Consiglio acquartierate nella Dimora Olgettina, Milano Due. Reati per proteggere le riprovevoli ossessioni di Berlusconi, le assai discusse «scene hard» del presidente, gli «strusciamenti», i toccamenti che decidono chi dovrà restare per la notte e per quanto sarà ricompensata.
Sono assilli, tormenti, manie da kamasutra chimico, che ad Arcore diventano la legge per tutte le partecipanti. È il codice che accetta anche N. T.. Ha appena 21 anni e nemmeno il becco di un quattrino. Va ad Arcore perché Aris, l´amica di un tempo, le ha detto che può tirar su «cinquemila euro in una notte se fa sesso con il presidente». N. entra a Villa san Martino pronta a tutto, ma si smarrisce per timidezza, quando viene travolta dal triste spettacolo del «bunga bunga» («Non sai che cos´è? Ma da dove vieni, tu?») e ritrova se stessa per dignità quando guarda da vicino quel «vecchio».
N. è un´eccezione, la mosca bianca perché tutti, tutti, le ragazze certo, ma non solo loro, vogliono arraffare quel che si può: denaro, gioielli, magari una casa, un «prestito infruttifero» o incarichi politici o un seggio in Parlamento, qualcuna con il sorriso e una deliberata sottomissione, qualcun´altra con il piagnisteo, tutte pronte al ricatto. Con il ricatto, soprattutto. Lo covano freddamente, con lucidità. Sono giovani e «Papi è vecchio», dicono, «e se il governo cade e se gli succede qualcosa? Che cosa mi ritrovo io che in qualche mese non ho nemmeno i soldi per fare il pieno di benzina?».
Le carte che il Paese sta leggendo lasciano «il re nudo». Lo spettacolo inquieta. Berlusconi è come sorpreso in piena luce nella sua sbalorditiva vulnerabilità, dimentica di ogni responsabilità pubblica; colto in una sexual compulsivity che nessuno dei suoi prossimi o complici ha né la voglia né la convenienza di contenere. Si scorge il capo del governo muoversi come prigioniero di una coazione all´illegalità.
Frequenta e fa sesso con una prostituta minorenne; manipola le indagini quando scopre che Ruby ha parlato con i pubblici ministeri di Milano; corrompe i testimoni, trucca le testimonianze; si ingegna per liberare una sua amica (Maristella Polanco) da un affare di droga e, spensierato, la consegna poi al prefetto di Milano per farle ottenere la cittadinanza italiana, come se quella giovane donna (30 anni) non avesse per compagno un trafficante di cocaina (ora in galera).
Il giorno dopo le perquisizioni (14 gennaio) convoca tutte le ragazze, le accoglie ad Arcore con i suoi avvocati. Nelle loro case si troveranno poi alcuni verbali d´indagini difensive che non sono stati presentati. Quasi fossero delle bozze che le ragazze dovevano mandare a memoria. Tutte le ragazze sanno che Ruby ha parlato. Nei loro conciliaboli «quella stronza» ritorna ossessivamente e, incaute, confermano dettagli delle sue rivelazioni: «Lo sai che ha parlato anche di Aida (Yespica)?». Berlusconi sa dai primi giorni di ottobre che Ruby se l´è cantata con i pubblici ministeri in un paio d´interrogatori tra luglio e agosto. Nicole Minetti ne parla con Emilio Fede e il direttore del Tg4 sembra saperla lunga: «C´è da mettersi le mani nei capelli... tre telefoni dell´entourage sono sotto controllo, ma meno male che ho trovato io una strada....»
Lo stato delle cose dovrebbe consigliare al capo del governo prudenza, misura, oculatezza. Se non per custodire il decoro e l´onore del suo incarico, per proteggere se stesso, per tenersi lontano dal gorgo che lo annienterà. Non se ne cura. Gli accadimenti, che - raccontano le carte - vive con apprensione, non lo dissuadono da una esaltazione oppressiva. Corre sempre la stessa corsa, come il criceto sulla sua ruota.
Una telefonata dell´11 gennaio di quest´anno sarebbe sconcertante, se il premier avesse amici attenti al suo destino e non solo yes man e saprofiti. Accade questo. Lo "scandalo Ruby" è esploso da due mesi, il premier è in affanno, i cortigiani gli stanno inventando una fidanzata per rendere credibile la fiction apparecchiata da Alfonso Signorini, e lui che cosa fa? L´uomo che governa il Paese è «presissimo da una nuova». Chi è la new entry? Non si deve immaginare una maschera presentabile. Niente di questo. È un´altra «scappata di casa», proprio come Ruby-Karima: è una replica della pericolosa minorenne "esfiltrata" dalla questura con la concussione dei funzionari di polizia, con la «balla» della «nipote di Mubarak».
«È presissimo». Sono parole di Nicole Minetti, indagata con il premier per induzione alla prostituzione. Dice Nicole alla sua assistente, Clotilde: «Lui è presissimo da quella, è una montenegrina. Sì vabbé, ma è una scappata di casa, io l´ho vista è una zingara, cioè hai presente una zingara?».
Clotilde: «Eh appunto, è il suo tipo no? Non è il suo tipo?».
Nicole: «Sì, sì ma infatti, più è disperata meglio è, per lui».
Clotilde: «Finché non lo metterà nei casini, questa sarà il suo tipo».
Lasciamo perdere i toni razzisti, la rivelazione di Nicole ci dice quanto Silvio Berlusconi menta senza pudore. Le sue parole palesano quanto egli sia ormai un uomo che ha perso il controllo di se stesso. Lo ricordate quando affronta le tv con piglio padronale? «Su quanto avviene a casa mia non devo chiarire niente perché da me entrano solo persone che si comportano bene». Viene da chiedersi: quale gorgo psichico o incivile spudoratezza nasconde quella sua frase?
Ascoltiamo l´ultima testimone, N. T.: «Quella sera eravamo una ventina di ragazze a cena, molte straniere, e c´era il presidente, c´era Emilio Fede e c´era il cantante napoletano Apicella.... Dopo la cena il presidente ha detto «Ora andiamo tutti a ballare in discoteca», ha usato anche il termine Bunga Bunga, ma io non so cosa significhi. (...) Mentre noi ballavamo, il presidente e Emilio Fede erano seduti e guardavano (...) alcune delle ragazze che facevano lo spogliarello e che erano poi nude si avvicinavano al presidente, che gli toccava il seno o le parti intime o il sedere (...) Io non ho avuto il coraggio di fare una cosa del genere perché sono timida e quindi non mi sono spogliata, né mi sono fatta toccare dal presidente. Avevo saputo da Aris che alle ragazze venivano date dal presidente delle buste contenenti denaro.
Aris mi ha confidato di avere ricevuto molte volte delle buste contenenti denaro dal presidente, perché Aris mi aveva detto di essere andata a letto col presidente in più occasioni... mi diceva però che andare a letto col presidente era stressante. Stressante, sì, perché mi diceva che durava un bel po´ perché il presidente aveva rapporti sessuali non solo con Aris, ma contestualmente anche con altre donne. Io sapevo che cosa mi sarebbe potuto capitare, cioè di fare sesso col Cavaliere anche in presenza di altre donne, ero preparata psicologicamente, ma quando sono arrivata lì è prevalsa la mia timidezza. E poi, vedendolo di persona sinceramente, nonostante il denaro che avrei potuto ricevere, io sinceramente non me la sono sentita».
Quando accade tutto questo? Il 6 gennaio di quest´anno, la notte della Befana, la notte che chiude il Natale, una delle notti in cui gli avvocati trattano con Ruby la sua buonuscita miliardaria. Sempre negata, ma confermata dalle carte. Da un appunto a casa di Ruby. Che ha già ha intascato centinaia di migliaia di euro e si attende «nei prossimi mesi, quattro milioni e mezzo». Le carte mostrano Ruby che pretende dall´avvocato di Lele Mora (Luca Giuliante) e dall´avvocato che le è stato assegnato (Massimo Dinoia) che si muovano, in fretta, e le facciano avere quel che lei si aspetta. Tutti in questa storia si attendono qualche cosa e non soltanto «le buste». Gli appartamenti della Dimora Olgettina sono gonfi di buste, ce ne sono dappertutto.
Le ragazze non si prendono neanche la briga di aprirle. Il contenuto è segnato sopra con un numero: 5 (cinquemila), 10 (diecimila), tutte banconote viola da 500. Barbara Faggioli nasconde il suo "tesoretto" dentro la fodera del cuscino, chi lo sa perché. Le buste sono l´ordinarietà. Quel che pretendono dal Drago al quale si sono concesse è ben altro. È la straordinarietà di un finanziamento a fondo perduto per una speculazione immobiliare; un attico in centro; un ingaggio in Mediaset; un lavoro per il papà. E poi, chi ha tenuto un libro in mano pensa di aver diritto ad ottenere da «papi» un incarico pubblico, una responsabilità nel Pdl, un seggio parlamentare. Perché no, un ministero. In fondo, discutono tra loro Barbara Faggioli e Nicole Minetti, «non è stato così anche per Mara (Carfagna)?».
Parlano sul serio, non per burla. Ammesso che ci fosse ancora bisogno di una conferma dello scambio tra sesso e incarico pubblico, queste carte ce la mostrano in tutto il suo realismo. Le ragazze lo ritengono un atto dovuto, il seggio in Parlamento. Berlusconi non le smentisce, lascia che coltivino quest´ambizione e d´altronde, dice Nicole, non sono già consigliere regionale? In questo groviglio, che fa della vita privata un affare pubblico e degli obblighi pubblici una convenienza privata, la dignità della responsabilità dell´uomo di governo è sfidata ad ogni passo. Non è storia passata o dimenticata, è cronaca di queste settimane l´arrivo a Villa San Martino di decine di ragazze, «moltissime straniere» (ma da dove vengono? chi le ingaggia? a chi davvero rendono conto?), che allietano il Sultano.
Senza che ci sia chi sappia davvero chi sono. Addirittura, quale sia il loro nome. Possono scendere di sotto, nel sotterraneo del «bunga bunga», ma anche rimanere per la notte, per più notti, testimoni senza volto e nome del tragico decadimento dell´uomo che governa il Paese. Quasi arrogante nel pretendere che le sue dimore siano residenze di Stato, Berlusconi ha in odio il rigore che un edificio con la bandiera tricolore solitamente osserva. Uno dei responsabili dei tre turni della sua sicurezza - è un dirigente dei servizi segreti - dice: «Oggi l´ingresso compete al servizio di vigilanza privato e non alla sicurezza del presidente... Non c´è controllo di documenti, ma una lista di invitati che viene comunicata dalla segreteria».
È un tableau che sarà difficile da rimuovere. L´uomo che governa il Paese è nudo. Come nella favola di Hans Christian Andersen, tutti i «sudditi» possono vedere, se responsabilmente lo vogliono, quanti azzardi e emergenze ci siano in questa «nudità». Berlusconi non è ricattabile: Berlusconi è già ricattato. È sotto ricatto anche in queste ore, da parte di Ruby, cui ha promesso milioni di euro. È schiacciato dalla pressione coercitiva di decine di "falene", che temono, con il declino del Sultano, il disastro di una giovinezza venduta inutilmente a una servitù volontaria («stressante»).
Quel tempo perduto lo trasformano in ira, in risentimento, in alcuni giorni in odio assoluto: «Quel vecchio ci ha rovinato la vita»; «Se penso che stasera devo andare ad Arcore mi viene da vomitare». Tutto è cominciato con una telefonata in questura, che annuncia un primo reato (concussione), dimostrato per tabulas. Un reato necessario per nasconderne un altro (l´abuso di una minorenne che si prostituisce) e per impedire il disvelamento di condotte che svergognano il Paese e l´uomo che lo governa. Sarà difficile rivestire il re e le sue vergogne.
sabatino di martino
BUNGA BUNGA SHOW! - ECCO LE SERATE “NORMALI” DI ARCORE: “LE GEMELLE DE VIVO SI METTONO IN MUTANDE E REGGISENO. IL PRESIDENTE LE TOCCAVA E LORO LO TOCCAVANO NELLE PARTE INTIME” - IL PASTICCIACCIO BRUTTO DELLA SECONDA MINORENNE: IRIS BERARDI, PER GLI INQUIRENTI “NOTORIAMENTE UNA PROSTITUTA”, FREQUENTAVA LE VILLE DEL BANANA GIÀ DA NOVEMBRE 2009, QUANDO AVEVA SOLO 17 ANNI. LA CONTABILITÀ DELLE SUE SERATE CON “PAPI”: “FEBBRAIO 6 ANDARE DA PAPI, FEB 27 ANDARE DA PAPI, 7 MARZO PAPI 2000,13 MARZO PAPI 2000”…
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LA DANZATRICE DEL VENTRE RACCONTA "ERO AL BUNGA BUNGA, DISGUSTOSO"...
Piero Colaprico ed Emilio Randacio per "La Repubblica"
«... Poi la ragazza brasiliana con perizoma ballava la samba in maniera hard. Il presidente Berlusconi le toccava il seno e altre parti intime. Anche le altre ragazze ballavano facendo vedere il seno e il fondo schiena». Ecco che il bunga bunga, comparso per la prima volta in un articolo di Repubblica di fine ottobre, riceve - con i fascicoli inviati ieri dalla procura milanese alla camera dei Deputati - la testimonianza definitiva. Arriva da una danzatrice del ventre, Maria MakDoum. C´era la traccia del suo telefonino nella cella di Arcore e per di più, stupita da quanto aveva visto e sentito, aveva raccontato qualche cosa a un suo amico, il prefetto Carlo Ferrigno, sotto intercettazione telefonica.
I magistrati hanno lasciato sedimentare le carte dell´inchiesta, partita nell´estate 2010, sino al 14 gennaio: organizzano le perquisizioni alle papi-girl e il giorno dopo viene interrogata Maria.
Ecco in larga parte il suo verbale, che comincia con l´invito da parte di Lele Mora nel giugno 2010 «a partecipare ad una serata ad Arcore presso la residenza del Presidente del Consiglio e se sapevo ballare la danza del ventre e se volevo fare parte del suo harem. Mi trasferì a casa sua da giugno ad agosto. Mi sono recata ad Arcore a luglio. Alla partenza da viale Monza c´erano altre ragazze». Le vetture si mettono in carovana, prima di arrivare ad Arcore ecco la luce blu di una macchina «con i contrassegni della polizia di Stato». Benvenuti, e «ognuna di noi si è seduta per la cena dove voleva. Finita la cena il presidente disse: "E ora facciamo il Bunga Bunga" e spiegò che cosa era, cioè una cosa sessuale».
Magda fa la danza del ventre, le imbarazzanti gemelle De Vivo («Sono il mio portafortuna», diceva di loro Berlusconi) si mettono in mutande e reggiseno. «Il presidente le toccava e loro lo toccavano nelle parte intime. E si avvicinarono anche a Emilio Fede che le toccava al seno e in altre parti intime. Poi la ragazza brasiliana con perizoma ballava la samba in maniera hard. Il presidente le toccava il seno e altre parti intime. Anche le altre ragazze ballavano facendo vedere il seno e il fondo schiena, tutte loro si avvicinavano al presidente che le toccava nelle loro parti intime. Sono rimasta inorridita. Se avessi saputo prima quello che si faceva alla villa non sarei andata».
Però quello è un mondo senza scampo, almeno se si stanno a sentire i vari Mangiafuoco, e uno di questi è Lele Mora, il fornitore di materia prima. Le dice che «per entrare nel mondo dello spettacolo bisogna pagare un prezzo, cioè vendere il proprio corpo». Maria non accetta: «Gli dissi che non sarei mai stata disposta: sono rimasta emarginata. Ho raccontato tutto a Ferrigno».
È Ruby che parla per prima di questo «rito dell´harem», importato ad Arcore grazie alle confidenze di Muhammar Gheddafi. Ne avevano parlato in un´intercettazione Nicole Minetti e a verbale una sua amica. Ma qualche giorno fa s´immolò davanti alle telecamere di Sky Sabina Began, sostenendo «il bunga bunga sono io, è il mio soprannome». È stato l´ultimo tentativo disperato di difendere le «feste decorose ed eleganti» che, a dire di Silvio Berlusconi, si tenevano a casa sua.
2 - IL PASTICCIACCIO DELLA SECONDA MINORENNE: IRIR BERARDI A VILLA CERTOSA QUANDO AVEVA 17 ANNI. IL RENDICONTO DELLE PRESTAZIONI...
Scrive Dino Martirano per "Il Corriere della Sera":
E poi c`è l`altra neo maggiorenne del giro di Arcore, la brasiliana Iris Berardi nata il 29 dicembre del 1991, che ha lasciato molte tracce finite nei verbali: a casa sua, via Olgettina 65, sarebbero state sequestrate alcune buste gonfie di denaro (2000 euro ciascuna) che la ragazza dice di aver ricevuto dal presidente Silvio Berlusconi insieme a gioielli e ad altri oggetti.
Ma in quella perquisizione del 14 gennaio salta mori anche un`agenda in cui Iris Berardi ha annotato i suoi appuntamenti del 2010: «Febbraio 6 andare da papi, feb 27 andare da papi, 7 marzo Papi 2000,13 marzo Papi 2000, 5 aprile 2000 euro, 17 aprile papi 2000, 22 maggio papi, Silvio 39335-» 5 giugno papi 2000. Riepilogo gennaio 9580, febbraio 21000, aprile 7350». Inoltre, con un occhio all`età della ragazza, i pm segnalano «ulteriori presenze della Berardi nelle residenze di Berlusconi il 22/11/09...», giorno seguente a quello in cui il telefonino della brasilina viene «agganciato» a Porto Rotondo, in Sardegna. In totale Iris va «ad Arcore una trentina di volte».
3 - PER GLI INQUIRENTI IRIS BERARDI E' "NOTORIAMENTE UNA PROSTITUTA"...
Dal "Corriere.it"
Dalle nuove carte trasmesse dalla procura di Milano alla Giunta per le autorizzazioni della Camera emerge che anche un'altra minorenne partecipava alle feste di Arcore: Iris Berardi, nata nel dicembre 1991. La presenza della Berardi sarebbe stata registrata il 21 novembre 2009 nella cella telefonica di Porto Rotondo. Il 13 dicembre 2009 invece era ad Arcore. E Iris Berardi risulta agli inquirenti notoriamente come una prostituta.
sabatino di martino
1- LA MINETTI INTERCETTATA è UNA JENA CHE SBRANA E SPUTTANA IL CAVALIER POMPETTA: "è UN PEZZO DI MERDA. GLI FA COMODO METTERE TE E ME IN PARLAMENTO PERCHÉ DICE ’BENE ME LE SONO LEVATE DAI COGLIONI, LO STIPENDIO LO PAGA LO STATO’" - 2- ANCORA: "SE VUOLE VEDERMI MI CHIAMA LUI, MA SE VADO CI VADO CON GLI AVVOCATI" - 3- SEMPRE PIù VIOLENTA: "NON ME NE FOTTE UN CAZZO SE LUI È IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO. È UN VECCHIO E BASTA. A ME NON ME NE FREGA NIENTE, NON MI FACCIO PRENDERE PER IL CULO. SI STA COMPORTANDO DA PEZZO DI MERDA PUR DI SALVARE IL SUO CULO FLACCIDO" - 4- ALTRE INTERCETTAZIONI SVELANO LO SCONFORTO DI ALTRE RAGAZZE FINITE NEL BUNGA-BUNGA DI RUBY RUBACAZZI: "MI HA ROVINATO LA VITA. E’ UN VECCHIO..."
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1- SEQUESTRATE A MINETTI FATTURE CANONI 50MILA EURO - SONO QUELLI DI VIA OLGETTINA...
(ANSA) - Sarebbero stati sequestrati alla consigliera regionale Nicol Minetti fatture riguardanti canoni di Via Olgettina per importi che in un anno arrivano a oltre 50mila euro. E' quanto si legge nelle nuove carte trasmesse dalla Procura di Milano alla Giunta per le Autorizzazioni della Camera secondo quanto racconta chi le ha lette.
Nicole Minetti al liceo berlusconi ruby fede minetti e b b e a b d
2- MINETTI ARRABBIATA, SILVIO PEZZO DI... - ALTRE RAGAZZE, E' UN VECCHIO CI HA ROVINATO LA VITA...
(ANSA) - "E un pezzo di m..". Così, secondo quanto riferisce chi ha letto le nuove carte inviate alla Giunta per le autorizzazioni dalla Procura di Milano, si sarebbe espressa Nicole Minetti in una intercettazione in cui si dice molto arrabbiata con il Premier. "Se vuole vedermi mi chiama lui, ma se vado ci vado con gli avvocati" avrebbe ancora detto, intercettata, la consigliera regionale.
In particolare il colloquio della Minetti avviene con Clotilde Strada: "non me ne fotte un c... se lui è il presidente del Consiglio o, cioé, è un vecchio e basta. A me non me ne frega niente, non mi faccio prendere per il culo. Si sta comportando da pezzo di m.. pur di salvare il suo culo flaccido".
nicole minetti
Altre intercettazioni segnalano lo sconforto di altre ragazze finite nell'affare Ruby: "mi ha rovinato la vita. E' un vecchio.." si leggerebbe nelle carte. Tra le altre ci sono anche le lamentele di Barbara Fagioli che direbbe: " so che mi stanno ascoltando ma queste cose le dico lo stesso..".
Barbara Faggioli
RUBY: RAGAZZE, CI CANDIDA COSI' STATO CI PAGA STIPENDIO...
(ANSA) - "A lui gli fa comodo mettere te e me in Parlamento perché dice 'bene me le sono levate dai coglioni, lo stipendio lo paga lo Stato'". E' questo uno dei colloqui intercettati l'8 gennaio scorso dalla Procura di Milano tra Nicole Minetti e Barbara Faggioli, le ragazze al centro dell'inchiesta sul caso Ruby. Nella stessa conversazione, secondo chi ha letto gli atti trasmessi dai Pm di Milano alla Giunta per le Autorizzazioni, la Minetti si lamenta anche della raccolta delle firme che sarebbe cominciata contro di lei per "scacciarla via" presumibilmente dalla Regione Lombardia.
[26-01-2011]
Nicole MinettiBarbara Faggiolinicole minettinicole minettiBanner new Nonleggerlo Berlusconi Minetti MINETTI NICOLE jpegMinetti Nicole Minetti - Scoriefede-mora-nicole minettiMinettiNicole MinettiNicole Minettinicole minettiNicole Minetti versione consigliere regionale
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sabatino di martino
FRENATE LE FREGOLE SUL "PISTOLINO FUMANTE": NIENTE FOTO-BUNGA NEL NUOVO FALDONE SUL CASO RUBY - MA SAMPERI DEL PD DICE: “A UNA PRIMA LETTURA, UN QUADRO ANCORA Più GRAVE DELLE SERATE AD ARCORE” - L’IGIENISTA ORALE MINETTI: “SULL’INVITO A COMPARIRE PARLERò CON L’AVVOCATO” - INTANTO, GLI SCUDIERI DEL CAVALIER POMPETTA PRESENTANO UNA LEGGE-SILURO (RETROATTIVA!) CONTRO I PM MILANESI: SARANNO PUNITI I MAGISTRATI CHE ‘SBAGLIANO’ SU COMPETENZA E INTERCETTAZIONI…
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1 - NUOVI ATTI, NO FOTO MA CONTENUTI PERQUISIZIONI. E ALTRE INTERCETTAZIONI...
(ANSA) - Nella nuova tranche di documentazione trasmessa dalla procura di Milano alla Giunta per le Autorizzazioni della Camera, per chiedere la perquisizione degli uffici del ragioniere del premier Giuseppe Spinelli, non ci sarebbero fotografie. E' quanto afferma chi ha dato una prima occhiata alle circa 300 pagine dei Pm milanesi. Secondo quanto e' stato detto in Giunta, poi, le nuove carte conterrebbero per lo piu' altre intercettazioni e il contenuto di perquisizioni anche nelle abitazioni delle ragazze.
2 - PD: NUOVE CARTE? UN QUADRO ANCORA PIU' GRAVE...
(AGI) - "Le nuove carte sono una pietra tombale sul tentativo dei legali del premier di edulcorare e rappresentare come normali le serate ad Arcore. Da una prima sommaria lettura emerge un quadro ancora piu' grave". Cosi' la capogruppo del Pd nella Giunta per le autorizzazioni a procedere della Camera, Marilena Samperi, commenta 'a caldo' le 227 pagine contenenti la nuova documentazione sul caso Ruby che e' stata trasmessa questa mattina alla Camera dei deputati dalla Procura di Milano.
3 - MINETTI, INVITO A COMPARIRE? MI CONFRONTERO' CON AVVOCATO...
(ANSA) - "Si, mi ha telefonato il mio avvocato per comunicarmelo, ma non so ancora nulla dei dettagli della convocazione: appena finito qui i lavori in commissione mi confronterò con il mio legale". Così Nicole Minetti, consigliere regionale lombardo del Pdl, indagata nell'inchiesta sul caso Ruby, interpellata dall'ANSA, sulla notizia dell'invito a comparire inviatole dalla procura di Milano. Minetti, che oggi é stata in consiglio regionale, fra il suo ufficio e i lavori di commissione, non ha voluto aggiungere altro, nemmeno commentare la raccolta di firme avviata da Sara Giudice, giovane esponente del Pdl e consigliera di zona, a Milano per chiedere le sue dimissioni. "Di queste cose - si è limitata a dire la Minetti - preferisco davvero non dire nulla".
4 - INTERCETTAZIONI ILLEGITTIME "SANZIONI PER I PM" - IL PDL PRESENTA UN DISEGNO DI LEGGE E L'OPPOSIZIONE INSORGE...
Guido Ruotolo per "La Stampa"
Ricordate lo sfogo di Silvio Berlusconi? Quando nel suo scatto d'ira affermò che «...quei magistrati» andavano «puniti...». Bene, l'onorevole avvocato Luigi Vitali, Pdl, è il primo firmatario di un disegno di legge che, per dirla con Federico Palomba, Idv, punisce i pm e i giudici che hanno autorizzato le intercettazioni telefoniche o ambientali. Protesta l'opposizione. Donatella Ferranti, Pd: «Pur di distrarre l'opinione pubblica dalle gravi imputazioni di concussione e sfruttamento della prostituzione che vedono il premier coinvolto, cercano di alimentare un clima d'odio e una indebita pressione sulla magistratura».
Spiega il primo firmatario del disegno di legge sottoscritto da una trentina di deputati, Luigi Vitali: «Nel caso in questione, l'inchiesta milanese, è evidente che quelle intercettazioni erano illegittime dal momento che la competenza di quell'inchiesta è del Tribunale dei ministri o della Procura di Monza. E - si dice sicuro Vitali -, adesso sarà la Cassazione a decidere la competenza della inchiesta».
Dunque, se fosse in vigore la legge Vitali e la Cassazione dovesse decidere che la competenza della inchiesta è del Tribunale dei ministri, Ilda Bocassini e gli altri pm della Procura di Milano titolari dell'inchiesta sulla prostituzione, finirebbero automaticamente sotto procedimento disciplinare. Ma non tutti gli esponenti del Pdl concordano su questa iniziativa, consapevoli che, in questo clima di contrapposizione, sarà molto difficile far approvare la legge in Aula.
Seguiamo il ragionamento dell'onorevole Luigi Vitali: «Perché i pm e i giudici milanesi che hanno autorizzato quelle intercettazioni finirebbero sotto procedimento disciplinare? Perché il mio disegno di legge stabilisce il principio di responsabilità per il giudice e per il pm che hanno autorizzato le intercettazioni nel caso in cui è evidente che la competenza funzionale e territoriale sta altrove».
Ma c'è anche dell'altro, nel disegno di legge che introduce un nuovo reato, l'articolo 315 bis del Codice di procedura penale, sulla riparazione per ingiusta intercettazione di comunicazioni telefoniche o di conversazioni: «Il cittadino che viene assolto, prosciolto o archiviato in un procedimento nel quale è stato sottoposto a intercettazione, otterrà una equa riparazione, un indennizzo per la violazione della privacy che - azzarda Vitali - potrà arrivare fino al tetto di 100.000 euro».
Aggiunge l'esponente del Pdl: «Sono convinto che il mio disegno di legge sarà approvato. Proporrò di procedere con il voto segreto».
Provvedimenti disciplinari per i pubblici ministeri e per i giudici «colpevoli» di un abuso nell'uso delle intercettazioni, risarcimento dell'ingiusta violazione della privacy per i cittadini finiti sotto intercettazione. Il timore dell'opposizione che si tratti dell'ennesimo disegno di legge a favore del premier sta tutto nell'ultimo articolo del disegno di legge, che stabilisce la retroattività della legge sostenendo che il risarcimento è previsto per chi rimane coinvolto in indagini fino a cinque anni prima l'entrata in vigore della legge.
sabatino di martino
La lunghezza delle lenzuolate di Sabatino in questo thread mi ricorda tanto le relazioni del segretario di partito di uno qualsiasi dei paesi comunisti degli anni '70.
Vuoi mettere con le dichiarazioni stringate di Kalispera?
Hai ragione, quella è tutta un'altra cosa.
sabatino di martino
Sono più bravi anche a fare i pettegoli.
Ruby, la santa maria godetti di kalispera, quando fu arrestata provò a corrompere sessualmente il poliziotto: "Vengo con te a far l´amore"! - LA CONCUSSIONE del sultano con la pompetta EMERGE NEI COLLOQUI REGISTRATI QUELLA NOTTE ALLA QUESTURA DI CORSO BUENOS AIRES - I PM AL CAPO DI GABINETTO OSTUNI: "Come mai in questa relazione non vi è traccia della telefonata ricevuta dal Presidente del Consiglio" e della sua bugia ai poliziotti?...
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Piero Colaprico per "la Repubblica"
Come mai un reato di Tangentopoli è il perno di questa "Mutandopoli"? Per capire come mai sia scattata per Silvio Berlusconi l´accusa di concussione basta mettere in fila le frasi dei protagonisti. È come un telefilm tipo «La squadra».
Corso Buenos Aires, ore 19,13. Ermes C., poliziotto, cerca, attraverso il 113, che registra ogni chiamata, il pm di turno dei minori Anna Maria Fiorillo.
Poliziotto (in attesa): «...poi ti spacco le gambe appena ti vedo per la strada».
Ruby in sottofondo: «Vengo con te a far l´amore allora».
Poliziotto: «No, te con me non vieni da nessuna parte».
Nel frattempo, arriva la pm di turno, l´agente spiega la situazione della «minorenne marocchina», scappata da una comunità e accusata di furto a Milano.
Fiorillo: «Potrebbe chiedere alla ragazza come faceva a pagare l´affitto?».
Poliziotto: «Sì. "Come facevi a guadagnare i soldi per l´affìtto?" Dice che fa la ballerina di danza del ventre presso alcuni locali di Milano».
Fiorillo: «Ah ecco, la ballerina di danza del ventre... Noi non siamo abituati a fare andare in giro i minorenni così... dica a questa ragazza ... che non credo proprio che resterà in Italia, tra poco è maggiorenne e se va avanti così ci sarà l´ordine di espulsione... salvo che la signorina non accetti di inserirsi in un progetto educativo. Quindi praticamente la smetta di scappare e di prenderci in giro».
Poliziotto: «Dai terminali risulta un vecchio precedente per furto».
Fiorillo: «Vede, è una sbandata, quindi la mette in una comunità, sperando che sia che sia aperta. Se non dovesse accoglierla, l´autorizzo a trattenerla fino a domani mattina finché il pronto intervento non si metterà in moto per trovarle un posto o per vedere dov´è finito il padre».
Le procedure, sino a questo momento, sono perfette. E vanno avanti così. Sempre attraverso il 113 il poliziotto avvisa (ore 20.43) il commissario capo di turno, la dottoressa Giorgia Iafrate, che già sa: «La teniamo qui e domattina eventualmente trovano la comunità».
Poliziotto: «Consideri che la signorina è un modellino, molto sole».
Ruby ci resta male, nel telefono viene registrato un battibecco.
Poliziotto: «Eh no, non l´ho detto "volgare", "da sole" ho detto, stai calma...».
Iafrate: «Ma perché, com´è vestita ‘sta ragazzina?».
Poliziotto: «Con un toppino tipo prendisole e dei jeans, ma non ha altro addosso».
I poliziotti hanno il permesso farle cercare degli abiti a casa dell´amica Michelle Coincecao, ma nel frattempo Michelle è in fibrillazione. Chiama Giuseppe Spinelli (la «cassa continua» delle Papi-girl), chiama Silvio Berlusconi che è a cena a Parigi e non risponde. Gli manda un sms.
E così arriviamo alle 23,49: mentre il poliziotto Landolfi cerca una comunità per Ruby, arriva la telefonata di Berlusconi. Ora sappiamo che Ruby in questura a Milano è per lui una notizia destabilizzante. Più di Noemi. Più di Patrizia D´Addario. Ruby era un habitué dei festini a luci rosse di Arcore.
Dal verbale del capo di gabinetto Pietro Ostuni: «Il Presidente del Consiglio mi ha detto che vi era in questura una ragazza di origine nord africana, che gli era stata segnalata come nipote di Moubarak, e che un consigliere parlamentare, la signora Minetti, si sarebbe fatta carico di questa ragazza. La telefonata fini così». Una grandine di telefonate di Ostuni si abbatte in seguito sulla neo-poliziotta Iafrate.
Dal verbale del questore Vincenzo Indolfi: «Mi sono preoccupato che la gestione della minorenne fosse stata lineare... Il fatto che la Presidenza del Consiglio avesse raccontato una balla per me era poco importante».
La «balla» del premier: a questo siamo, in via Fatebenefratelli (e in Italia). Inutile ripetere come e perché un fax in Sicilia (dall´interno 5723, ora 2.20) e una relazione delle volanti smentiscono la correttezza delle procedure: i lettori di Repubblica sanno già che Ruby esce alle 2, ma gli accertamenti su di lei («la gestione lineare»?) finiscono solo alle 4. Quando cioè i suoi genitori, svegliati a Letojanni «dichiarano di non avere i documenti della figlia e negano qualsivoglia parentela con Moubarak».
Più interessante aggiungere un dettaglio che era sfuggito. Domanda dei pm a Pietro Ostuni: «Come mai in questa relazione non vi è traccia della telefonata ricevuta dal Presidente del Consiglio» e della sua bugia ai poliziotti?
Ostuni non lo sa. Non sa rispondere. Il dato di fatto è che le relazioni sono «omissive». Ma se - domanda basilare - chiunque di noi avesse inventato una simile «balla», che cosa gli sarebbe successo «dopo» da parte della polizia? È stato o no l´abuso della sua «qualità» di capo del governo a far ottenere a Berlusconi (non certo nell´esercizio delle sue funzioni ministeriali) qualche cosa di impossibile per i cittadini normali? Ma Berlusconi si è già assolto: ha agito perché è «buono di cuore».
sabatino di martino
IL COMMISSARIO DAVANZONI INCARTA IL CAINANO - DOPO LE “10 DOMANDE”, ARRIVANO LE “10 MENZOGNE” DEL BANANA: “MAI FATTO SESSO CON RUBY, CHE MI SCAGIONA”, MA LE INTERCETTAZIONE DICE IL CONTRARIO - “28 PERSECUZIONI”, NUMERO ALTALENANTE E DA CORREGGERE CON AMNISTIE E PRESCRIZIONI - “HANNO VIOLATO LA MIA CASA”, QUANDO è LUI CHE APRE I CANCELLI DI HARDCORE ALLA CORTE DEI MIRACOLI - “150 POLIZIOTTI CONTRO 10 RAGAZZE”, COS’è, LA TRAMA DI UNA SERATA BUNGA?...
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Giuseppe D'Avanzo per "la Repubblica"
Si contano dieci menzogne nell'intervento televisivo di Silvio Berlusconi. Qui di seguito dimostriamo come le parole del premier siano variazioni falsarie. Costruiscono per l'opinione pubblica una fiction che appare in gran parte fasulla anche alla luce di quel che è già emerso dai documenti dell'inchiesta di Milano. Le bugie nelle dichiarazioni del presidente del Consiglio devono negare come e perché sia riuscito ad esfiltrare dalla questura, sottraendola alla tutela dello Stato, una minorenne accusata di furto.
Una minorenne con la quale il capo del governo ha intrattenuto, per lo meno per tre mesi, una relazione molto intensa, al punto che ci sono tra i due 67 contatti telefonici in 77 giorni. Impossibilitato a raccontare la verità su quella relazione, il premier è costretto a mentire ancora: parla di persecuzione giudiziaria; inventa una violazione della sua privacy; accusa la polizia di aver maltrattato le sue amiche: è un'autodifesa che non accetta di essere verificata. "Non mi devo vergognare", dice Berlusconi. Le sue dieci bugie lo dovrebbero convincere non solo a vergognarsi, ma anche ad assumersi la responsabilità di fare chiarezza davanti ai giudici e dinanzi al Paese. Ecco dunque le dieci bugie che, se necessario, integreremo nel corso del tempo.
1. "NON HO MINACCIATO NESSUNO"
Dice il premier: "Vi leggo le risposte del funzionario al pubblico ministero dove descrive la mia telefonata: "L'addetto alla sicurezza mi disse: dottore, le passo il presidente del Consiglio perché c'è un problema. Subito dopo il presidente del Consiglio mi ha detto che vi era in questura una ragazza di origine nord africana che gli era stata segnalata come nipote di Mubarak e che un consigliere regionale, la signora Minetti, si sarebbe fatta carico di questa ragazza. La telefonata finì così". Ma vi pare che questa possa essere considerata una telefonata di minaccia?".
Berlusconi sa di mentire perché non ci fu una sola telefonata con il capo di gabinetto. Come si legge nell'invito a comparire il funzionario riceve ripetute e "ulteriori chiamate dalla presidenza del Consiglio" (la procura ha escluso tutti i contatti telefonici di Berlusconi e non è ancora pubblico il numero esatto). Devono essere state così urgenti e incombenti da consigliare al capo di gabinetto di telefonare 24 volte al funzionario di servizio, al suo diretto superiore, al questore. La prima telefonata è delle 00.02.21, l'ultima addirittura delle 6.47.14.
Non importa se il capo di gabinetto abbia o meno avvertito "una minaccia" nelle parole del presidente. E' indiscutibile che il funzionario si dà molto da fare. L'esito è l'affidamento di Ruby, di fatto, a una prostituta, Michele Coincecao, eventualità che il pubblico ministero per i minori, Anna Maria Fiorillo, aveva escluso. Questo è il risultato della pressione di Berlusconi: la polizia non rispetta le disposizioni del magistrato.
2. "NON HO FATTO SESSO CON RUBY"
Dice il premier: "Mi si contestano rapporti sessuali con una ragazza minore di 18 anni, Ruby. Questa ragazza ha dichiarato agli avvocati e mille volte a tutti i giornali italiani e stranieri che mai e poi mai ha avuto rapporti sessuali con me".
E' utile ricordare come Ruby sia stata "avvicinata" dagli avvocati, da quali avvocati, in quale occasione. E' il 6 ottobre 2010, Ruby deve incontrare il suo avvocato non quello di oggi (Massimo Di Noja) che sarà nominato soltanto il 29 ottobre, ma Luca Giuliante, difensore anche di Lele Mora. Ruby raggiunge lo studio del legale accompagnata da un amico Luca Risso. Risso, via sms, fa a una sua amica il resoconto di quel che accade. Sono utili cinque messaggi.
1. "Sono nel mezzo di un interrogatorio allucinante... Ti racconterò, ma è pazzesco!". 2. "E' sempre peggio quando ti racconterò (se potrò...). 3. L'amica scrive: "Perché stanno interrogando Ruby?". 4. Scrive Risso: "C'è Lele (Mora), l'avv., Ruby, un emissario di Lui. Una che verbalizza. Sono qui perché pensano che io sappia tutto". 5. "Sono ancora qua. Ora sono sceso a fare due passi. Lei è su, che si sono fermati un attimino perché siamo alla scene hard con il pr... con la persona".
Da queste informazioni si deducono un paio di scene. Ruby è stata protagonista di "scene hard" con il presidente. Lele Mora, un inviato di Berlusconi e l'avvocato Giuliante la "interrogano" per conoscere che cosa ha raccontato ai pubblici ministeri. E' un vero e proprio debriefing che può consentire di conoscere le accuse, prevedere le mosse dei pubblici ministeri, ribaltare i ricordi della ragazza con la dichiarazione giurata che oggi Berlusconi sventola. Inutilmente perché appare più il frutto o di una violenza morale o di una corruzione, se si prende per buono quel che Ruby dice al padre: "Sono con l'avvocato, Silvio gli ha detto: dille che la pagherò il prezzo che lei vuole. L'importante è che chiuda la bocca". E' il 26 ottobre 2010.
3. "ANCHE RUBY MI SCAGIONA"
Dice il premier: "Vi leggo quello che ha detto la stessa Ruby in una dichiarazione firmata e autenticata dai suoi avvocati: "Non ho mai avuto alcun tipo di rapporto sessuale con l'onorevole Silvio Berlusconi. Nessuno, né l'onorevole Berlusconi né altre persone, mi ha mai prospettato la possibilità di ottenere denari o altre utilità in cambio di una disponibilità ad avere rapporti di carattere sessuale con l'on. Silvio Berlusconi. Posso aggiungere che, invece, ho ricevuto da lui, come forma di aiuto, vista la mia particolare situazione di difficoltà, una somma di denaro.
Quando ho conosciuto l'on. Berlusconi, gli ho illustrato la mia condizione personale e famigliare nei seguenti termini: gli ho detto di avere 24 anni, di essere di nazionalità egiziana (non marocchina), di essere originaria di una famiglia di alto livello sociale, in particolare di essere figlia di una nota cantante egiziana. Gli ho detto anche di trovarmi in difficoltà per essere stata ripudiata dalla mia famiglia di origine dopo che mi ero convertita al cattolicesimo". Ecco perché vorrei fare il processo subito, con queste prove inconfutabili, ma con giudici super partes.
Più che inconfutabili, queste fonti di prova appaiono insincere. Abbiamo visto in quale clima e dinanzi a quali attori nasca lalettera di Ruby che assolve Berlusconi. La favola poteva essere congegnata meglio. Anche a dimenticare quelle "scene hard", ci sono almeno alcune rilevanti condizioni che la scompaginano e dicono quanto Berlusconi non racconti la verità. Il premier sapeva della minore età di Ruby e non ha mai creduto che fosse di "una famiglia di alto livello sociale" perché è Emilio Fede che la scrutina in un concorso di bellezza in Sicilia nel 2009. Il giornalista sa che è una "sbandata".
C'è un video che lo mostra quando, in quell'occasione, dice: "C'è una ragazza di 13 anni, se non sbaglio egiziana, mi sono commosso, ho solidarizzato (perché) la ragazza non ha più i suoi genitori... ". Per "solidarietà", Fede indirizza la teenager da Lele Mora che la "svezza" e in quello stesso anno la destina alle serate di Berlusconi. Alcuni testimoni riferiscono che nel 2009 Ruby frequenta in due occasioni Villa San Martino.
Lei lo conferma: "Frequento Berlusconi da quando avevo sedici anni". L'incontro con il Sovrano non sarà occasionale. Il Drago ne incapriccia. Dal 14 febbraio al 2 maggio 2010 si contano 67 contatti telefonici tra Ruby e il presidente. Una telefonata al giorno, quasi.
4. "E' LA 28ESIMA PERSECUZIONE"
Dice il premier: "Ho avuto finalmente modo di leggere le 389 pagine dell'ultima vera e propria persecuzione giudiziaria, la ventottesima in 17 anni".
Il numero dei processi di Berlusconi è un mistero misericordioso che cambia a seconda delle ragioni. Dice il Cavaliere: "In assoluto [sono] il maggior perseguitato dalla magistratura in tutte le epoche, in tutta la storia degli uomini in tutto il mondo. [Sono stato] sottoposto a 106 processi, tutti finiti con assoluzioni e due prescrizioni" (10 ottobre 2009). Nello stesso giorno, Marina Berlusconi ridimensiona l'iperbole paterna: "Mio padre tra processi e indagini è stato chiamato in causa 26 volte. Ma a suo carico non c'è una sola, dico una sola, condanna. E se, come si dice, bastano tre indizi per fare una prova, non le sembra che 26 accuse cadute nel nulla siano la prova provata di una persecuzione?" (Corriere, 10 ottobre 2009).
Qualche giorno dopo, Paolo Bonaiuti, portavoce del premier, pompa il computo ancora più verso l'alto: "I processi contro Berlusconi sono 109" (Porta a porta, 15 ottobre 2009). Lo rintuzza addirittura Bruno Vespa che avalla i numeri di Marina: "Non esageriamo, i processi sono 26". Ventotto, ventisei, centosei o centonove, e quante assoluzioni? In realtà, i processi affrontati dal Cavaliere come imputato sono sedici.
Quattro sono ancora in corso: corruzione in atti giudiziari per l'affare Mills; frode fiscale per i diritti tv Mediaset (in dibattimento a Milano); appropriazione indebita nell'affare Mediatrade; e quest'ultimo per concussione e favoreggiamento della prostituzione minorile. Nei processi già conclusi, in soltanto tre casi le sentenze sono state di assoluzione. In un'occasione con formula piena per l'affare "Sme-Ariosto/1" (la corruzione dei giudici di Roma). Due volte con la formula dubitativa: i fondi neri "Medusa" e le tangenti alla Guardia di Finanza, dove il Cavaliere è stato condannato in primo grado per corruzione; dichiarato colpevole ma prescritto in appello grazie alle attenuanti generiche; assolto in Cassazione per "insufficienza probatoria". Riformato e depenalizzato il falso in bilancio dal governo Berlusconi, l'imputato Berlusconi viene assolto in due processi (All Iberian/2 e Sme-Ariosto/2) perché "il fatto non è più previsto dalla legge come reato".
Due amnistie estinguono il reato e cancellano la condanna inflittagli per falsa testimonianza (aveva truccato le date della sua iscrizione alla P2) e per falso in bilancio (i terreni di Macherio). Per cinque volte è salvo con le "attenuanti generiche" che (attenzione) si assegnano a chi è ritenuto responsabile del reato.
Per di più le "attenuanti generiche" gli consentono di beneficiare, in tre casi, della prescrizione dimezzata che si era fabbricato come capo del governo: "All Iberian/1" (finanziamento illecito a Craxi); "caso Lentini"; "bilanci Fininvest 1988-'92"; "fondi neri nel consolidato Fininvest" (1500 miliardi); Mondadori (l'avvocato di Berlusconi, Cesare Previti, "compra" il giudice Metta, entrambi sono condannati). Più che persecuzione giudiziaria, siamo dinanzi a un'avventura fortemente segnata dall'illegalità.
5. "MI SPIANO DAL GENNAIO 2010"
Dice il premier: "Pensate che la mia casa di Arcore è stata sottoposta a un continuo monitoraggio che dura dal gennaio del 2010 per controllare tutte le persone che entravano e uscivano e per quanto tempo vi rimanevano. Hanno utilizzato tecniche sofisticate come se dovessero fare una retata contro la mafia o contro la camorra". "Sappiate che la Procura di Milano mi ha iscritto come indagato soltanto il 21 dicembre scorso, guarda caso appena sette giorni dopo il voto di fiducia del Parlamento, e quindi tutte le indagini precedenti erano formalmente rivolte verso altri ma sostanzialmente tenevano sotto controllo proprio la mia abitazione e la mia persona".
Dio solo sa che cosa c'entra il voto di fiducia. Che cosa avrebbe detto se quel voto fosse stato per lui negativo? Avrebbe detto che, caduto il governo, la magistratura avvia la sua vendetta. Berlusconi deve lasciarlo credere per politicizzare una malinconica storia di prostitute minorenni e abusi di potere che con la politica non c'entra nulla. E' falso sostenere che la sua casa di Arcore sia stata tenuta sotto controllo da un anno.
Dopo le dichiarazioni di Ruby (3 agosto 2010), le indagini si muovono con molta cautela. Inizialmente contro Lele Mora, Emilio Fede e Nicole Minetti. Soltanto in autunno emergono le possibili responsabilità dirette del premier. Prima di iscrivere al registro degli indagati Berlusconi, i pubblici ministeri come sempre vagliano una prima e approssimata attendibilità delle accuse. Chiedono i tabulati delle telefonate di Ruby dal gennaio 2010: davvero conosce il capo del governo? Quindi gli accertamenti sono fatti a ritroso e non in tempo reale come maligna, mentendo, il capo del governo.
6. "HANNO VIOLATO LA MIA CASA"
Dice il premier: "Nella mia casa da sempre svolgo funzioni di governo e di parlamentare, avendolo addirittura comunicato alla Camera dei deputati sin dal 2004, e la violazione che è stata compiuta è particolarmente grave perché va contro i più elementari principi costituzionali".
Da nessun atto dell'inchiesta si deduce che la dimora del presidente sia stata "violata". Si indaga su un prosseneta. Lo si tiene d'occhio. L'uomo si muove con prostitute al seguito. Lo si segue. Si scopre che il corteo di auto, spesso scortato da auto di Stato, varca il cancello di Villa San Martino. Il domicilio non viene oltraggiato. Piuttosto ci si deve chiedere se non lo oltraggia Berlusconi. C'è qualche buona ragione per sostenerlo. Pretende che la sua casa privata sia considerata residenza di Stato. Bene.
Per questa ragione e per un elementare principio costituzionale (art. 54 della Carta: "I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore) Berlusconi non dovrebbe affollarla di prostitute (in forza del necessario "onore" che dovrebbe accompagnare la sua responsabilità pubblica). Dovrebbe con "disciplina" proteggere se stesso e non trascurare la sua personale sicurezza, come gli accade aprendo la porta di casa a qualsiasi ragazza italiana e straniera disponibile a trascorrere la notte con lui.
La sua vita disordinata lo ha reso vulnerabile e ricattabile. Berlusconi era continuamente taglieggiato dalle sue ospiti, come si apprende dalle indagini. Viene da chiedere: questi sono piccoli ricatti, ma in quante e quali occasioni, magari internazionali, Berlusconi ha reso possibile anche grandi ricatti e chissà possono essere ancora "vivi"?
7. "MILANO È INCOMPETENTE"
Dice il premier: "Come prescrivono la legge e la Costituzione, entro 15 giorni dall'inizio delle indagini la Procura avrebbe dovuto trasmettere tutti gli atti al Tribunale dei ministri, l'unico competente per tutte queste vicende. È gravissimo, ancora, che la Procura voglia continuare a indagare pur non essendo legittimata a farlo. Tra l'altro la Procura di Milano non era neppure competente per territorio. Infatti il reato di concussione mi viene contestato come se fosse stato commesso a Milano. Questo è palesemente infondato poiché il funzionario della questura che ha ricevuto la mia telefonata in quel momento era, come risulta dalle stesse indagini, a Sesto San Giovanni. Quindi la competenza territoriale era ed è del Tribunale di Monza".
E' bizzarro che Berlusconi si travesta da azzeccagarbugli e disputi sulla competenza della procura di Milano in un video televisivo e non in aula. Qui avrebbe più difficoltà ad avere ragione perché la giurisprudenza è costante. La concussione è un abuso. E' di "potere" se chi lo pratica fa leva sulle "potestà funzionali per uno scopo diverso da quello per il quale sia stato investito" (Cassazione). Per capire, sarebbe stata una concussione di potere se a telefonare in questura a Milano "consigliando" la liberazione di Ruby fosse stato il ministro dell'Interno. L'abuso può essere anche di "qualità".
In questo caso "postula una condotta che, indipendentemente dalla competenze del soggetto (il concussore), si manifesta come una strumentalizzazione della posizione di preminenza ricoperta". E' il caso di Berlusconi. Abuso di potere o abuso di qualità presuppongono due competenze diverse. L'abuso di potere di un ministro impone la competenza del tribunale dei ministri. L'abuso di qualità prescrive la competenza territoriale: dove è stato commesso il reato? Il capo di governo lo sa che questa è la domanda che decide e prova a truccare le carte. Dice: è competente Monza perché qui abita il capo di gabinetto della questura che riceve la mia telefonata. Errore. La concussione è un reato d'"evento" e non di "condotta" e dunque la competenza si radica dove si materializza "il vantaggio". E' fuor di dubbio che il vantaggio (Ruby affidata alla Minetti e sottratta alla tutela dello Stato) diventa concreto a Milano.
8. "150 POLIZIOTTI CONTRO 10 RAGAZZE, LE MIE AMICHE SONO STATE MALTRATTATE"
Dice il premier: "Gli stessi Pm. che hanno ordinato con uno spiegamento di forze di almeno 150 uomini una imponente operazione di perquisizione contro ragazze colpevoli soltanto di essere state mie ospiti in alcune cene (...) Queste perquisizioni nei confronti di persone che non erano neppure indagate ma soltanto testimoni sono state compiute con il più totale disprezzo della dignità della loro persona e della loro intimità. Sono state maltrattate".
E' una bubbola. All'inchiesta hanno collaborato i dieci uomini della polizia giudiziaria presso la Procura, disponibili non solo per quest'inchiesta, ma per il lavoro di tutti i 90 pubblici ministeri di Milano. La squadra mobile di Milano, venerdì scorso, ha mandato 30 poliziotti (molte donne) a perquisire gli appartamentini delle dieci amiche del premier, abituali frequentatrici di Arcore. Maltrattamenti? Berlusconi viene smentito anche da Giuseppe Spinelli, il ragioniere di Arcore, ufficiale pagatore delle amiche del presidente: "Alle 7,30 ci siamo trovati in casa cinque poliziotti della Criminalpol. Non sono stati mica sgarbati... ".
9. "NON HO PAGATO MAI UNA DONNA"
Dice il premier. "E' assurdo soltanto pensare che io abbia pagato per avere rapporti con una donna. E' una cosa che non mi è mai successa neanche una sola volta nella vita. E' una cosa che considererei degradante per la mia dignità".
Già Patrizia D'Addario fu pagata, anche se da Giampaolo Tarantini, per tener compagnia al capo del governo nel lettone di Putin a Palazzo Grazioli. L'inchiesta milanese invece ci racconta come nessuna delle ragazze invitate ad Arcore lasciasse la villa senza la busta con i biglietti da 500 euro preparata dal ragioniere di casa. Anche chi, come M. T., di soldi non ne voleva, si vede offrire una busta con 500 euro. Un cip.
Nulla a che fare con i "7mila euro" ricevuti da Ruby. E da Iris. E da Imma. E da Barbara... Si fa prima a dire quale ragazza non è stata pagata che elencare i nomi di chi si è intrattenuto nella sala del bunga bunga o tra le braccia del Drago in cambio di un compenso. Nessuna delle ragazze che dopo cena raggiunge il sotterraneo di villa San Martino va via a mani vuote. Inutile dire quanto appaia degradata la dignità del premier.
10. "NON MI DEVO VERGOGNARE"
Dice il premier: "Non c'è stata nessuna concussione, non c'è stata nessuna induzione alla prostituzione, meno che meno di minorenni. Non c'è stato nulla di cui mi debba vergognare. C'è solo un attacco gravissimo di alcuni pubblici ministeri che hanno calpestato le leggi a fini politici con grande risonanza mediatica".
Berlusconi non deve vergognarsi soltanto del disonore con cui ha travolto il Paese e del discredito che oggi insudicia la presidenza del Consiglio. Il 28 maggio del 2009, a un mese dall'inizio dell'affaire Noemi, disse: "Giuro sulla testa dei miei figli di non aver mai avuto relazioni "piccanti" con minorenni. Se mentissi, mi dimetterei immediatamente". Berlusconi deve vergognarsi per le relazioni intrattenute dal 2009 al 2010 con due minorenni (Noemi e Ruby). Deve vergognarsi per aver mentito al Paese. Deve vergognarsi per non essersi ancora dimesso.
sabatino di martino
1- DAGOREPORT - "ANNOZERO" PER BERLUSCONI! LA ZOCCOLA NADIA MACRì RIVELA UN'ORGIA IN PISCINA COL BANANA DESNUDO CHE RICEVE LE RAGAZZE, UNA UBRIACA RUBY COMPRESA NEL PUTTANAIO, UNA PER UNA, CINQUE MINUTI, NELLA STANZA DEI MASSAGGI
2- OLGETTINA 65, SFRATTATE LE RAGAZZE DELLE FESTE DI ARCORE
Il Fatto.it - Arrecano un ‘danno al decoro del palazzo': per questo, l'amministratore del condominio ha sfrattato dal residence di via Olgettina 65 le 14 ragazze al centro dell'inchiesta sul caso Ruby. Le giovani dovranno abbandonare i loro appartamenti entro otto giorni a partire da oggi. Nel palazzo di Milano Due, vivono soubrette ed escort in comodato d'uso a spese del premier Silvio Berlusconi.
2- DOPO LA TELEFONATA DI B. IN QUESTURA - RUBY ANDÒ VIA CON UNA PROSTITUTA
Il Fatto.it
Ad attendere la marrocchina in via Fatebenefrattelli c'erano il consigliere regionale Nicole Minetti e la escort Michele. La minorenne si allontanò con quest'ultima. La cui professione, a dire dei pm, viene oggi rivelata dall'agenda sequestrata dalla polizia e messa agli atti dell'inchiesta.
Non solo le feste ad Arcore, il Rubygate incrocia tante altre storie e squaderna uno scenario sul quale si muovono personaggi dal profilo incerto, soubrette, starlette tv e anche escort. Come Michele De Oliveira. "Sono il testimone chiave di tutta l'inchiesta": lei, 32 anni e un laurea in psicologia, si presenta così. Secondo i magistrati, di mestiere fa la escort.
Fu lei a riprendersi Ruby fuori dalla questura poco dopo mezzanotte del 28 maggio. Allora si presentò come una semplice amica. E così, mentre ieri a Canale 5 la marocchina ha difeso il Cavaliere, oggi le carte dell'inchiesta rivelano nuove verità. Per la procura di Milano, Michele di mestiere fa la prostituta. Particolare non da poco conto. E che aiuta a rileggere meglio le frasi dette dallo stesso presidente del Consiglio i giorni successivi allo scandalo.
Era il 29 ottobre e Silvio Berlusconi si trovava a Bruxelles per il Consiglio europeo. Disse: "C'è solo stata una telefonata per dare un mano a una persona che ci aveva fatto a tutti molta pena, perché aveva raccontato una storia drammatica a cui noi avevamo dato credito".
E giusto per darle una mano il premier la fa andare a prendere in via Fatebenefratelli da una escort. Ma c'è di più. C'è l'agenda di Michele, dentro alla quale sono decine i nomi delle ragazze annotate con la dicitura "troia", la stessa che viene abbinata a Ruby Rubacuori.
Per Michele ogni cliente è quello giusto. Basta che paghi. Che sia un professionista o un politico. E in politica lo schieramento è solo un particolare irrilevante. Destra o sinistra. Così, dalla sua agenda, che secondo i pm svela la sua vera professione, spunta il nome di "Papi Silvio Beluscone", di "Juapaulo autista Beluscone" e "casa Roma Silvio". Ma anche quello di Sandro Frisullo con a fianco annotato la parola "pulitico". E in effetti Frisullo un politico lo è veramente. Di centrosinistra quota Pd.
Già vicepresidente della Regione Puglia capeggiata da Nichi Vendola, Frisullo viene arrestato nell'ambito dell'inchiesta barese su Giampaolo Tarantini. Il 18 marzo 2010 Frisullo finisce in carcere con l'accusa di associazione a delinquere, corruzione e turbativa d'asta. Ad accusarlo sono le stesse parole di Tarantini che ai pm rivela di aver offerto a Frisullo escort e 250mila euro (che il politico avrebbe accettato) in cambio di vantaggi per le sue società nell'aggiudicazione di appalti presso la Asl di Lecce.
QUATTORDICI ORE DAVANTI ALLA BOCCASSINI
Michele è stata ascoltata dai pm venerdì 14 gennaio: Ilda Boccassini l'ha ascoltata per 14 ore. "Voleva sapere tre cose - racconta - : se Berlusconi ha fatto sesso con Ruby, se è lui a dare i soldi e chi porta le ragazze ad Arcore. Questo lo sanno tutti, è Lele Mora". La brasiliana è stata la prima a dare ospitalità a Ruby. E' lei ad aprirle le porte della sua casa milanese in via Villoresi 19. Ed è sempre lei che pochi minuti dopo la mezzanotte del 28 maggio attende la marocchina fuori dalla questura.
Michele non è sola, ma con il consigliere regionale Pdl Nicole Minetti. La giovane politica, dopo le pressioni della presidenza del Consiglio sui vertici di via Fatebenefratelli, si è presa in carico la minorenne. Anche lei attende. Ma è solo una questione formale. Perché quando Ruby esce in strada, la Minetti si allontana, lasciandola in compagnia di Michele. Le due si salutano. Dopodiché la escort brasiliana si mette subito in contatto con il Cavaliere.
LA NOTTE DELLA QUESTURA SECONDO LE CARTE DELL'INCHIESTA
Quella fu una notte decisiva. Da lì sono partiti i magistrati. Da una concussione perpetrata dal Cavaliere ai danni dei funzionari della questura di Milano. La vicenda inizia nel pomeriggio del 27 maggio, quando Ruby, su denuncia della modella Katia Pasquino, viene fermata in corso Buenos Aires con l'accusa di furto. Pochi minuti è sarà portata in questura. Già in quel momento la decisione del pm è irrevocabile. Al telefono con l'agente della volante dice: "Questa qui è minorenne e noi non siamo abituati a fare andare in giro i minorenni così, quindi non la rilasciamo per niente, va in una comunità di pronto intervento".
Dopodiché precisa: "Se non dovesse accoglierla, l'autorizzo a trattenerla fino a domani mattina, finché il pronto intervento non si metterà in moto per trovarle un posto". E invece, quella notte burrascosa si conclude, annotano i pm di Milano, "con l'affido alla Minetti, disposto e attuato in palese violazione delle istruzioni impartite dal pm presso il Tribunale per i Minorenni, dr. Annamaria Fiorillo, di turno quella notte". E dunque: "La minore non doveva essere consegnata a De Conceicao Santos Oliveira Michele".
Sarà proprio la escort brasiliana, secondo la ricostruzione dei pm, a darsi da fare per recuperare Ruby. E' lei che poco dopo le nove e mezzo di sera del 27 maggio chiama il 113. Vuole informazioni. Nel suo italiano stentato chiede al centralino: "Quanto una persona che è piccola di età, che ce l'hai ancora diciassette anni e la polizia la prende e dove le portano, lei me lo può dire, dove". L'agente risponde che molto probabilmente verrà portata in questura in via Fatebefratelli. La conversazione prosegue. E Michele per giustificare questo suo interesse dice: "Sa io devo chiamare i genitori". Lo sottolinea due volte.
Dopodiché chiude la comunicazione e chiama il consigliere Minetti. Un'ora dopo, sono già passate le 22 e 30, gli agenti arrivano in via Villoresi 19 con Ruby. Michele, però, non c'è. E la giovane marocchina non ha le chiavi. Nel frattempo al cellulare del capo di gabinetto arrivano le telefonate della presidenza del Consiglio. Alle 23 e 27, Michele richiama il consigliere regionale Pdl. Cosa si dicano non si sa, ma lo si può ipotizzare. Evidentemente concordano il piano di "recupero" della minorenne. L'ex igienista dentale chiama la presidenza del Consiglio in via dell'Umiltà a Roma. Quindi da Vimodrone si sposta verso via Fatebenefratelli. Dove da qualche minuto è già arrivata Michele. Poco dopo le quattro del mattino, Ruby è a casa di Michele e sta utilizzando internet.
MICHELE: "QUELLA FU UNA NOTTE ALLUCINANTE"
Questa la versione che emerge dalle 389 pagine che la procura di Milano ha inviato alla Camera. Versione ben diversa da quella raccontata dalla stessa ragazza brasiliana che dice di aver scoperto l'età di Ruby in questura nella notte fra il 27 e il 28 maggio. "Una serata allucinante - racconta - sono andata lì cercando una ragazza 24enne di origini egiziano brasiliane, come mi aveva raccontato, invece scopro che è marocchina e minorenne. Volevo morire". Quindi prosegue: "Ho chiamato subito Nicole (Minetti, ndr) ma non rispondeva così ho telefonato al presidente: due, tre, quattro volte. Alla fine mi risponde, stava partendo per Parigi. Gli ho raccontato tutto, lui mi ha rassicurata e mi ha detto di aspettare".
Questo il racconto che sta dietro l'asettica contabilità delle celle telefoniche annotate dagli investigatori. Ecco allora come va avanti il racconto di Michele: "Dopo qualche minuto mi chiama Nicole e mi raggiunge in questura, lì mi prende da una parte e mi dice che dobbiamo trovare il modo per portare fuori Ruby perché magistratura e polizia in questo paese sono di sinistra: ‘Dobbiamo proteggere il presidente', mi sussurra".
La brasiliana, però, ha paura, lo dice al consigliere regionale ed ex soubrette di Colardo café. "Temevo che Ruby parlasse delle cene e del bunga bunga, insomma di tutto quello che poi è saltato fuori". È lo stesso motivo per cui, aggiunge, "una volta liberata mi sono portata a casa Ruby per evitare che parlasse e dicesse delle cazzate".
AGENDA DA ESCORT: POLITICI, GIORNALISTI, POLIZIOTTI
Quello che resta, al di là delle versioni discordanti, è che gli ordini del pm Fiorillo vengono completamente disattesi. E' il 28 maggio del 2010. Nove mesi dopo, le 389 pagine dell'inchiesta inquadrano quell'episodio dentro a uno scenario ben più ampio. E da quelle carte adesso spunta anche l'agenda di Michele. Un documento, ritenuto decisivo, per legare assieme le indagini sui festini di Arcore a quella delle ragazze a palazzo Grazioli.
Sì perché oltre al nome di Frisullo, spunta anche quello di Massimiliano Verdoscia, amico ed ex socio di Tarantini. Verdoscia rientra nell'inchiesta sulla cocaina in Sardegna. Anche qui a tenere banco sono feste e belle ragazze. Il tutto condito con la droga. E' l'estate del 2008, periodo in cui Giampi Tarantini conosce il premier Berlusconi. Michele, poi, sulla sua agenda è abituata ad annotare di tutto. Ogni nome ha la sua categoria. Molti quelli definiti "pulitico". Ma ci sono anche alcuni "jurnalisti" e perfino un "amico pulisioto". Lei, però, di questi nomi non vuole parlare. "Non so niente di Vallettopoli. E' gente che ho conosciuto a qualche cena e mi sono segnata i loro numeri di telefono".
PROFESSIONE ESCORT
Eppure sarà proprio la sua agenda a rivelare, secondi i magistrati, la vera professione di Michele. Molti nomi appuntati, infatti, portano la sigla "cliente". A questo va aggiunto il verbale di un testimone che racconta di alcuni regali fatti in cambio di prestazioni sessuali. "Ma con lui - ribatte Michele - avevo una relazione. Commerciava in gioielli e se fossi stata una prostituta gli avrei chiesto dei soldi in cambio di sesso. Di certo non ci pago l'affitto con un anello d'oro".
Quindi la spiegazione su quell'appunto "Papi Silvio beluscone". "Ho avuto una lunga relazione con un uomo sposato che conosceva molto bene il presidente - sostiene Michele - Sono stata anche a cena a casa sua ad Arcore e avevo il suo numero. La notte del 28 maggio non sapevo chi chiamare per tirare Ruby fuori dai guai e, sapendo che i due si conoscevano, ho pensato di chiamare lui".
"RUBY MI CONFESSÒ: FACCIO LA PROSTITUTA"
Dopodiché sull'agenda della brasiliana si scova un indizio, se non proprio una prova, sulla vera professione di Ruby Rubacuori. Si legge: "Rubbie troia". Un appunto che Michele spiega in questo modo. "Quando a fine aprile ho iniziato ad ospitarla a casa mia ho notato subito che c'era qualcosa che non andava. Lei sosteneva di fare la ballerina e la modella, ma non l'ho mai vista partecipare a un casting né mi ha fatto vedere il suo book fotografico. E' in quel momento che Ruby mi ha confessato che faceva la prostituta". Ma il racconto di Michele contraddice in toto molte vicende raccontate dalla giovane marocchina.
LA DOPPIA VERITÀ
Sui giornali e nelle comparsate televisive, Ruby sostiene di essere stata violentata dai suoi zii all'età di nove anni. Eppure, in una recente intervista al settimanale Oggi aveva detto di avere perso la verginità l'otto gennaio 2010 con il suo fidanzato Domenico Risso. Una versione che Michele conferma: "Con me ha sempre sostenuto di aver perso la verginità con il suo fidanzato di allora".
Fidanzato che , seguendo il racconto della marocchina, l'ha lasciata qualche giorno dopo il loro primo rapporto. "Un mese dopo - dice la marocchina - scoprii di essere incinta. Pensai di tenere il bambino ma poi mi convinsi che non era il caso. Abortii". E in stato di gravidanza, Ruby racconta di essersi presentata anche il 14 febbraio ad Arcore, data che segna il primo incontro con il Cavaliere.
Peccato che la versione di Michele sia molto diversa. "Il 27 maggio, il giorno dell'arresto della ragazza, ho sempre detto che la mattina mi ero dovuta recare in ospedale. Quello che non ho mai raccontato è che sono andata alla Mangiagalli di Milano a fare un'interruzione di gravidanza, Ruby mi ha rubato i risultati delle analisi, ha cancellato il mio nome e ha usato quei documenti per fare pressione sul suo fidanzato. Ero io che ero incinta, non lei".
sabatino di martino
1- NON SOLO "COLORADINE" E "VITAMINE": TRA LE BUNGA-GIRLS ANCHE UNA “NAUFRAGHINA” RAI - 2- ALL’ISOLA DEI PENOSI DELLA MONA SBARCA QUELLA STRAFIGA DELLA FICO, CHE NEL 2008 DOPO IL "GF" MISE IN PALIO LA SUA VERGINITÀ PER UN MILIONE € (CHI è LO SCEMO CHE AVRÀ COMPRATO IL TAROCCO?) E ORA PUÒ VANTARE DIVERSE SERATE AD ARCORE - (A QUESTO PUNTO, PIù CHE LA COSTUMISTA, LA VENTURA DEVE ARRUOLARE LA BUONCOSTUME!) - 3- IL 19 E 26 SETTEMBRE RAFFAELLA FICO RIMASE AD ARCORE ANCHE PER LA NOTTE, TRA IL ROSICAMENTO DELLE ALTRE "ORSOLINE DELLA FIGA": “NON PUOI CAPIRE CHE CACCHIO FA QUELLA… PROPRIO SI SBATTE, CIOÈ STESSI ATTEGGIAMENTI DI PASQUALINA (PUPA, NDR), UGUALE... SON PROPRIO DUE NAPOLETANE DI MERDA…” -
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DAGOREPORT
Lo conferma Laura Rio in un articolo di oggi su "Il Giornale" di Sallustioni. Tra i concorrenti dell'Isola dei Famosi di quest'anno (inizio il 14 febbraio, San Valentino) ci sarà anche Raffaella Fico. E chi è questa figa della Fico? Il pezzo la descrive così: "Showgirl prosperosa, tutta riccioli scuri, appena uscita dal Grande Fratello numero 8 mise in palio la propria verginità per un milione di euro".
Correva l'anno 2008, la vedette in un'intervista a "Chi" di Alfonso Signorini dichiarava, dopo aver detto di essere ancora vergine: "Se qualcuno pagherà un milione di euro per me, sarò di certo imbarazzata, ma con questi soldi potrò realizzare i miei sogni".
Avrà trovato la persona disposta a sborsare quella cifra? Il mistero dura, ma non troppo. Perché Raffaella Fico non è famosa solo per le passate esperienze gieffine. Il suo nome, infatti, campeggia più volte nelle 389 pagine dell'inchiesta milanese sulle serate bunga bunga ad Arcore.
Dalle informative della polizia giudiziaria basate su intercettazioni e verifica delle celle dei cellulari, la Fico è stata a casa del Banana Infojato il 19 settembre (insieme ad altre ventitre ragazze), il 25 settembre (con quattordici ragazze) e il 26 settembre (con undici ragazze). Il 19 e il 26 risulta aver trascorso ad Arcore anche l'intera notte, superando quindi la prova del bunga bunga. La Minetti era presente in tutte e tre le circostanze.
Ecco alcune intercettazioni:
1. Progressivo nr 1375 del 20.09.2010 ore 12.06 (utenza -Marysthelle -rit 3344/2010)
Ut Marysthelle Garcia Int Nicole Minetti.
Marysthelle: le ragazze sono al limite...Incomprensibile., pranzo oggi no..
Nicole: chi è che c'è la Diana?
Marysthelle: Aristiana, iris, la FICO..... quelle che sono rimaste
Nicole: hu..ma tu l'hai sentita la Diana?
Marysthelle: no.
Nicole: ma dici che rimangono anche lì stasera?
2. Progressivo nr 114 del 20.09.2010 ore 12.25 (utenza -Florina Marineea -rit 3469/2010)
Ut Florina Marineea Int Ludovica Leoni
Ludovica racconta della sua esperienza nello studio estetico, poi parla della sera precedente e dice a Fio che "è andata"
Ludovica: eh sì ieri sono andata, tutto tranquillo, io... Elena sconvolta (ride)...
Florina: ah perchè è venuta anche Elena?
Ludovica: eravamo io Elena, la Cipriani e Marysthelle delle pupe...
Florina: ma quella erano tante altre?
Ludovica: sì ce n'erano tante, c'era sempre la Guerra, Marianna, quella ucraina che conoscevo io, poi c'era un sacco di ragazze...
Florina: ah ah Ludovica: sì ma niente di che, a una certa ora ce ne siamo andate via tutte... E' rimasta... Ah, e 'era la Fico, Raffaella Fico...
Florina: eh te pareva
Ludovica: non puoi capire, non puoi capire che cacchio fa quella
Florina: sì eh?
Ludovica: proprio si sbatte, cioè stessi atteggiamenti di Pasqualina proprio, uguale, proprio... son proprio due napoletane di merda... comunque...
sabatino di martino