"ODISSEA ALL'ALBA" - Presidente Obama: Grazie.

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Raid degli alleati in Libia

Gli Usa: «Lanciati 110 missili»
 

Parigi: «Distrutti tank delle truppe del Colonnello»

Il Pentagono: «Abbiamo colpito contraerea a Tripoli»

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Luigi il Grande

Iscritto dal: 13/08/2010
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 il fotoracconto

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Luigi il Grande

Iscritto dal: 13/08/2010
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(Reuters)(Reuters)(Reuters)(Reuters)Un anziano ribelle con in braccio un lanciamissile festeggia la distruzione di un tank delle truppe governative alle porte di Gheddafi (Reuters)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Luigi il Grande

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Luigi il Grande

Iscritto dal: 13/08/2010
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Fumo dal bunker del raìsPartiti da TrapaniIn volo aerei stealthIn azione jet e navi militariAttacchi dal cielo e dal mareAl via operazione militareBloccato il portoCessate il fuoco immediato

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Luigi il Grande

Iscritto dal: 13/08/2010
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Inizialmente la missione si limita a compiti di ricognizione

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Luigi il Grande

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Luigi il Grande

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(Reuters)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Luigi il Grande

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Libia: l’Italia torni protagonista

di Giuseppe Tatarella

 

Napolitano: “Non possiamo rimanere indifferenti alla compressione di fondamentali diritti umani in qualsiasi paese. Non possiamo lasciare che vengano distrutte, calpestate le speranze che si sono accese di un Risorgimento anche nel mondo arabo. Mi auguro che le decisioni da prendere siano circondate dal massimo consenso”.
Siamo felici di riscontrare nelle dichiarazioni del nostro apprezzato presidente della Repubblica, la nostra stessa idea riguardo ai fatti libici. Siamo conviti che l’Italia debba uscire dalla ipocrisie delle ultime settimane e chiedere all’Onu, alla Nato e all’ UE di guidare la colizione militare che interverrà – in vario modo – all’interno del complicato scenario libico.
La nostra comunità politica, fin da Mirabello e prima di altri, si è schierato contro il regime di Gheddafi e a favore dei giovani del Mediterraneo che dall’Egitto alla Libia stanno combattendo per la libertà, unica bandiera sotto la quale tutti i popoli – anche nelle dovute differenze – devono riconoscersi.
Ecco perchè l’Italia deve riacquistare centralità in un momento tanto importante quanto drammatico per il Mediterraneo, che avrà inevitabili conseguenze anche sul nostro Paese e sul nostro ruolo in Nord Africa. Il nostro Paese non può continuare a stare a guardare.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Luigi il Grande

Iscritto dal: 04/05/2009
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Libia: l’Italia torni protagonista

 

Sì, come no.....con Bossi che consola il suo elettorato paventando masse oceaniche di milioni di rifugiati (lui li chiama immigrati, ma sappiamo che il soggetto è un imbelle e non capisce la differenza, o forse il suo elettorato capisce solo "immigrati"....boh, lo sa lui e non ci interessa), con gli ultimi 20 giorni di dichiarazioni in tutte le direzioni possibili degli esponenti del governo accreditati a parlarne?

Per carità....ma se c'è gente qua dentro che per trovare qualcosa di positivo nella politica estera del governo fa il tifo per Gheddafi.....ma protagonista di cosa? 

"Senza risoluzione ONU non si può fare".....certo, infatti se uno stato confinante mi minaccia ("poi tra due giorni faremo i conti con l'Italia") vado all'ONU a chiedere la risoluzione.....fermo restando che il governo ha agito con il freno a mano tirato per tutta la durata della crisi prima dell'uso delle armi. 

Guardavano i sondaggi, erano impegnati a capire che effetto faceva la loro ultima dichiarazione sull'elettorato.

No ascolta.... è meglio che forniamo le basi e obbediamo, almeno se il vento girerà potremo sempre dire che non contavamo un cazzo, come al solito.

Iscritto dal: 13/08/2010
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No ascolta.... è meglio che forniamo le basi e obbediamo, almeno se il vento girerà potremo sempre dire che non contavamo un cazzo, come al solito.

 

Paolo, condivisibile la tua affermazione. L'articolo che ho riportato rappresenta una speranza. Ciao.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Luigi il Grande

Iscritto dal: 13/08/2010
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Pioggia fuoco su Libia, lanciati 110 missili Gheddafi: colpiremo civili nel Mediterraneo

 

20 marzo, 07:21

 colpiremo civili nel Mediterraneo

Attacchi dal cielo e dal mare, piogge di missili sulle coste libiche per costringere Muammar Gheddafi a cessare il fuoco e a porre fine alle violenze contro i civili. L'operazione Odissey Dawn della coalizione internazionale è entrata nel secondo giorno con notizie di un bombardamento su Tripoli dopo che ieri aerei francesi avevano colpito nella regione di Bengasi e almeno 110 missili cruise erano stati lanciati da Usa e Gran Bretagna.

Gheddafi per ora ha reagito solo a parole: "Il Mediterraneo è diventato un campo di battaglia - ha detto ieri in tarda serata -. Attaccherò obiettivi civili e militari". Tripoli ha anche chiesto una riunione urgente del Consiglio di sicurezza e ha annunciato che non coopererà più nella lotta all'immigrazione clandestina. Prima dell'alba la contraerea è entrata in azione nella capitale libica e si sono udite esplosioni, mentre si alzavano grida di "Allah è grande". Del bombardamento nelle prime ore di oggi su Tripoli hanno dato notizia l'Afp e la televisione di stato libica. L'attacco contro le forze di Gheddafi era cominciato alle 17,45 di ieri, dopo il via libera arrivato nel primo pomeriggio dal vertice di Parigi sulla Libia fra Onu, Usa, Ue e paesi arabi. I primi a partire erano stati quattro cacciabombardieri francesi che avevano distrutto diversi carri armati delle forze governative.

A Tobruk, città dell'estremo ovest in mano agli insorti, era esplosa la gioia. Ieri mattina, il rais aveva fatto sferrare un durissimo attacco contro Bengasi con razzi e artiglieria, nel tentativo di conquistare la roccaforte dei ribelli prima dell'intervento occidentale. Dopo i bombardieri francesi, sulla Libia sono stati sparati missili Tomahawk americani e britannici, almeno 110 secondo il Pentagono, lanciati da navi e sommergibili contro batterie contraeree e depositi di carburante. In nottata Londra ha comunicato di avere anche effettuato raid aerei. Secondo la tv di stato, gli attacchi hanno provocato la morte di almeno 48 persone e il ferimento di altre 150 e colpito obiettivi civili in diverse zone del Paese nonché un ospedale in un sobborgo della capitale. Odissey Dawn è la più grande operazione militare internazionale contro un paese arabo dall'invasione dell'Iraq nel 2003. L'Italia sta fornendo un importante supporto logistico attraverso la messa a disposizione della coalizione di sette basi militari, mentre i caccia mobilitati per l'intervento militare in Libia si sono concentrati nella base di Trapani Birgi. I bombardamenti fanno seguito alla risoluzione 1973 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite del 17 marzo scorso che prevede una no-fly zone rafforzata e l'immediato cessate il fuoco per proteggere la popolazione civile.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Luigi il Grande

Iscritto dal: 13/08/2010
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Odissea all’alba: notte di guerra in Libia

Sabato 19 Marzo 2011 23:14

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L’hanno chiamata Odissea all’alba, forse richiamando l’epica traversata omerica, forse per conferire un che di misterioso ad una cosa dura che si chiama guerra. Ma che, di fatto, è la risposta all’ostinazione di Gheddafi. Stati Uniti, Francia, Gran Bretagna, Canada e Italia hanno monopolizzato lo spazio aereo antistante le coste libiche, con il comando dell’operazione interamente nelle mani americane. Portaerei, sottomarini, fregate e cacciabombardieri stanno affrontando prima la contraerea libica. Al fine di “purificare” i cieli, per poi valutare le opzioni attualmente in campo, con le truppe di terra virtualmente pronte in qualsiasi momento.

Il Mediterraneo, come da anni non lo era, è intasato di navi militari, al momento venticinque (di cui cinque italiane, in testa la Garibaldi, con a bordo otto aerei Harrier a decollo verticale), coordinate dalla base napoletana di Capodichino, designata come centro logistico delle operazioni. Pioggia di missili Tomahawk, ben 110, sono partiti da sommergibili britannici diretti sulla capitale libica, e dalle fregate, colpendo almeno venti obiettivi strategici nella zona occidentale del Paese. Tra cui sistemi di difesa aerea e altri snodi di comunicazione, come dichiarato dal Pentagono, oltre che tank libici. E con il sostegno dei nuovi caccia Eurofighter specializzati nella guerra elettronica. Nelle basi italiane sono atterrati anche caccia belgi e spagnoli, pronti all’occorrenza.

A Tripoli predisposti scudi umani per proteggere il colonnello, i cui militari attaccano anche un campo della Croce Rossa. Una notte di battaglia, con le condanne di Putin e del presidente venezuelano Chavez. La Lega araba ha fino ad oggi appoggiato la no-fly zone, senza però offrire sostegno. Qualora decidesse di contribuire, lo farebbe con cacciabombardieri americani ed europei (F-15 sauditi e F-16 degli Emirati). Al pari dell’Egitto, che ha F-16 e Mirage 2000, ma che si è detto disponibile solo a fornire armi leggere ai ribelli.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Luigi il Grande