RIPORTO UNA NOTIZIA TROVATA IN RETE
Come penso sapete presto, puo darsi che sarà votata una legge sul brevetto dei programmi informatici in Europa.
Le conseguenza dell'autorizzazione di questo brevetto possono essere disastrose, sopratutto per i programmi open-source, come
php-nuke, postnuke, linux, php ecc...
Allora se volete continuare ad utilizzare i vostri programmi preferiti, firmate la sottoscrizione....
Prende due minuti e può salvare tutto il lavoro degli sviluppatori indipendenti ................
Questa petizione è diretta al Parlamento Europeo; il suo scopo è avvertire le autorità europee dei pericoli dei brevetti sul software. Questa petizione è sostenuta dalla EuroLinux Alliance, nonché da aziende e associazioni «open source» europee
TiMax
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Thursday, 08 November @ 124127 CET (1 letture)
Copyright, editori e Siae vogliono che l'Italia adotti il pugno di ferro: e voi?
Fonte: la Stampa - 25/6/2008
Un vero peccato. Non ho potuto andare all'appuntamento dell'Associazione italiana editori (Aie) su "Creatività e cultura nel Web: opportunità o minaccia?" di oggi a Roma che ho anticipato qui, ma secondo i resoconti d'agenzia non c'erano voci fuori dal coro: a quanto pare se la sono cantata e se la sono suonata.
Al convegno, dove Denis Olivennes (direttore del Nouvel Observateur, ex capo della Fnac) ha presentato il suo libro e proposto il modello adottato dalla Francia di Sarkozy che, pioniera in Europa (anzi, nonostante le indicazioni contrarie arrivate dal Consiglio di Stato), ha di recente approvato un disegno di legge severissimo in materia, la risposta alla domanda del convegno a quanto pare è "minaccia". Un vero peccato.
Si sono detti d'accordo con Olivennes, ovvio, sia Mauro Masi, segretario Generale per la presidenza del Consiglio, che Giorgio Assumma, presidente della Siae, e il presidente dell’Aie Federico Motta, per i quali lo sviluppo di Internet rende necessaria una "riflessione" (sic) sulla difesa dei contenuti culturali diffusi dalla stessa rete, riconoscendo ad ogni componente del sistema "il giusto compenso" (ma va?) per la propria attività.
E in cosa consisterebbe questa "riflessione"?
«Un accordo e, se occorre, una legge che lo sancisca, per combattere il problema dello scambio illegale di file sul web è necessario, anzi è il futuro», non ha dubbio Olivennes, ispiratore dell’intesa tra il mondo dei contenuti e dei provider che ha portato in Francia al disegno di legge. «Serviva un provvedimento che combattesse il peer to peer costringendo tutti gli attori coinvolti a raggiungere un’intesa - ha aggiunto - la Francia ora ha un progetto di legge e approfitterà del semestre di presidenza Ue per continuare a percorrere questa strada».
«Il diritto d’autore e la sua tutela sono strumenti imprescindibili per lo sviluppo culturale, sociale ed economico della nostra società - ha detto Masi - l’Italia saprà sicuramente trovare una soluzione in grado di garantire il giusto equilibrio fra tutti gli interessi in gioco. Con la legge 43 del 2005 è stata imboccata la strada della promozione della definizione di codici di deontologia e di buona condotta tra gli operatori coinvolti. Proseguiremo in questa direzione».
L'Aie lamenta che la pirateria fisica incide sul 20% del mercato di libri, contenuti, musica e cinema. Più difficile la quantificazione di quella online, ma "stime condivise" - sostiene - attesterebbero il dato attuale intorno al miliardo di file illegali disponibili in rete a livello mondiale.
«Il futuro della produzione culturale non è quindi solo in un momento di cambiamento, è in pericolo - ha sottolineato Motta (Aie) -. Per questo il futuro passa dalla ricerca di una soluzione».
«Propongo di fare un’edizione speciale del testo di Olivennes destinata ai Parlamenti - dice provocatoriamente Assumma, ripetendo quello che ha scritto nella prefazione del libro - sperando di avere dei guadagni non in denaro ma in considerazione».
Insomma, se i resoconti d'agenzia sono completi, non c'erano voci fuori dal coro al convegno dell'Aie: se la sono cantata e se la sono suonata. Un vero peccato - perchè era una grande occasione di incontro e scambio di idee - che non emerga la voce dei loro clienti, i consumatori di cultura, che non vedono il Web come una minaccia, ma come un'opportunità. Perchè non si è mai vista fiorire un'industria che fa la guerra ai propri clienti... questa è la riflessione che andrebbe approfondita.
Anna Masera
EU pushes open-source standard as 'smart business'
Fonte: AP
By AOIFE WHITE
BRUSSELS, Belgium (AP) — The EU's top antitrust official called Tuesday on member governments to use open-source software, an apparent jab at Microsoft Corp.'s proprietary technology.
"No citizen or company should be forced or encouraged to choose a closed technology over an open one, through a government having made that choice first," European Competition Commissioner Neelie Kroes said at a conference organized by OpenForum Europe, a nonprofit group that advocates open standards.
Choosing technology formats that can be used by different vendors — often without paying a fee — is "a very smart business decision," Kroes said.
She said the European Commission would do its part when it picks software standards for its own use, saying "it must not rely on one vendor, it must not accept closed standards and it must refuse to become locked into a particular technology."
Her comments appeared to target Microsoft — currently under EU investigation for a second time for possible antitrust violations. The company shunned an existing open format for archiving word processing documents backed by IBM and open source developers in favor of its own open version, Office Open XML, or OOXML.
Despite a chorus of complaints, OOXML was approved in April as an international standard. That paved the way for OOXML to be picked up by the IT departments of governments and large corporations — although the approval is on hold while protests are resolved.
Critics of OOXML claim it locks out competitors, giving Microsoft customers no choice but to keep buying Microsoft programs forever.
"We need to be aware of the long-term costs of lock-in: you are often locked-in to subsequent generations of that technology," she said. "There can also be spillover effects where you get locked in to other products and services provided by that vendor."
Kroes said an industry should not rush to set standards that all rivals needed to follow. And companies that hold key patents should be clear about the royalties they would charge if their patent becomes part of a standard, she said.
Kroes (UE): formati aperti, la scelta intelligente
Fonte: Punto Informatico
Roma - "Nessuna azienda né cittadino dovrebbe essere forzato o spinto a scegliere tecnologie closed anziché aperte perché qualcuno, il Governo, ha già fatto quella scelta". Così Neelie Kroes, commissario europeo alla Concorrenza, ha scelto ditornare su un argomento che sta molto a cuore a Bruxelles, e che è al centro del braccio di ferro che contrappone, su vari piani ormai da lunghi anni, l'organo esecutivo dell'Unione Europea e Microsoft.
Kroes, che ha parlato in occasione della conferenza di OpenForum, ha sostenuto la causa dei formati aperti, tornando a sottolineare l'importanza per le imprese di scegliere formati che siano adottati da applicativi e soluzioni di produttori informatici diversi.
A suo dire, la Commissione fa quello che può da questo punto di vista, perché "non ci si può affidare ad un unico produttore, non si possono accettare standard chiusi e si deve rifiutare l'idea di venire bloccati in una tecnologia specifica". Va detto che in Europa, come riportato ieri da Punto Informatico, sul fronte degli standard la Commissione è sicuramente l'istituzione che sta facendo scuola, laddove però Consiglio ed Europarlamento annaspano ancora nella definizione di standard condivisi, né ricorrono in via principale agli standard documentali approvati come tali a livello internazionale.
L'interesse per le dichiarazioni del Commissario è giustificato anche dal fatto che proprio sul fronte dei formati documentali di recente si è aperto un nuovo fronte di contesa con Microsoft, come noto promotrice di quell'OOXML da qualche tempo ufficiale standard ISO. Un formato sul quale Microsoft sta lavorando alacremente, come dimostra in queste ore la release dell'ultimo development kit, pensato a detta dell'azienda per facilitare la via ai developer interessati ad integrare OOXML nelle proprie applicazioni.
OOXML è uno standard per il quale, anche dopo il processo di approvazione da parte di ISO, le polemiche non si sono placate tanto che in alcuni paesi sono in corso mobilitazioni per protestare contro l'attribuzione della qualità di standard al formato voluto da Microsoft. La Commissione, nello specifico, sta indagando in questi mesi proprio sul come si sia arrivati alla decisione di ISO o, più precisamente, del come sia avvenuto il processo di discussione nei singoli paesi europei. Una indagine che si deve ai ricorsi di chi sostiene che il processo ISO si sia rivelato fallato, e tra questi ci sono big del settore come IBM.
Le parole di Kroes, dunque, vanno intese come ulteriore conferma di quale sia l'atteggiamento della Commissione, da dove l'Esecutivo UE parta nell'indagare sul fronte dei formati. "Dobbiamo essere consapevoli - ha anche detto il Commissario - dei costi sul lungo periodo dei formati bloccati: spesso si rimane vincolati per le successive generazioni di quella tecnologia. Ci possono persino essere effetti ulteriori, dove si rimane bloccati ad altri servizi e prodotti forniti da quello stesso produttore".
Schiaffo a Microsoft, l'Ue sceglie l'open source
di Andrea Franceschi
Il Sole 24 ore - 11/06/08
Che tra il commissario europeo alla concorrenza Neelie Kroes e Microsoft non corresse buon sangue è cosa nota: negli ultimi quattro anni ha inflitto al colosso di Redmond sanzioni per circa 1,68 miliardi di euro. Con la sua ultima uscita in favore del «software libero» poi, la responsabile Ue ha tolto ogni dubbio. «So riconoscere una scelta imprenditoriale intelligente e preferire programmi open source è una di queste» ha detto Neelie Kroes in una conferenza stampa di Bruxelles. «Nessuna azienda o cittadino dovrebbe essere costretto ad adottare una tecnologia chiusa» ha proseguito.
La Kroes ha citato direttamente il comune di Monaco, che da settembre ha adottato il sistema operativo Linux al posto di Windows e il suo paese, l'Olanda, dove Governo e Parlamento si sono impegnati ad utilizzare software libero. «Le istituzioni comunitarie hanno molto da imparare da questi esempi. Il problema dell'interoperabilità è molto importante. Per affrontarlo nel migliore dei modi, è meglio evitare di affidarsi ad unico committente. Ciò significa compromettere il controllo totale sulle informazioni» ha puntualizzato.
Nel suo discorso, il commissario ha evitato di parlare apertamente di Microsoft, il primo produttore di software al mondo, ma il riferimento all'azienda guidata da Steve Balmer è risultato evidente. «Prima d'ora non c'è mai stata, nella storia del commissariato, un'azienda che è stata condannata per due volte consecutive in un caso di concorrenza» ha detto sottolineando il rischio che corre Microsoft.
Ed è proprio sulla scarsa interoperabilità dei programmi del colosso di Redmond, che si sono registrati gli scontri più duri tra Unione europea e l'azienda. Microsoft è già stata sanzionata per abuso di posizione dominante nel mercato dei media software (Windows media player) ed è stata bacchettata anche perché i suoi sistemi operativi hanno dei limiti a comunicare con i server. Nei mesi scorsi poi, la Kroes ha aperto altre due inchieste su Internet Explorer e sulla suite Office. L'accusa è sempre la stessa: essere poco compatibile con altri programmi e quindi costringere privati e aziende ad acquistare solo prodotti della stessa famiglia violando in tal modo la normativa antitrust dell'Unione europea. Microsoft, che lo scorso 21 febbraio si è formalmente impegnata a migliorare l'interoperabilità dei suoi programmi con quelli dei suoi rivali, non ha commentato le parole del commissario Kroes.
MICROSOFT: scoperta una lettera riservata alla
Commissione Europea il cui scopo è fare pressioni
contro l'adozione dell'Open Source
La lettera è stata inviata in risposta ad un recente
rapporto sul ruolo del software open-source nell'economia
Europea. Il gruppo di pressione fondato da Microsoft e
chiamato "Initiative for Software Choice" (ISC) avvisa,
attraverso tale lettera, delle potenziali orribili conseguenze
a cui si arriverebbe se il movimento open source fosse
esageratamente incoraggiato.
>>> leggi la lettera
Linux su PS3
http://www.linuxdevices.com/news/NS2724484258.html
[ This is a repost of the following article: ]
[ From: Carlo Strozzi ]
[ Subject: EPLA, resoconto (lunga) ]
[ Newsgroups: lists.ils.soci ]
[ Message-ID: <20061015082908.GA25735@strozzi.it> ]
[...]
Già da alcuni anni lo European Patent Office (EPO), uniformandosi alle
pratiche del suo equivalente statunitense (USPTO) grazie ad opportuni
artifici retorici rilascia brevetti con criteri estremamante ampi, che
comprendono il software per elaboratori, nonostante tali brevetti siano
sostanzialmente illegali secondo la European Patent Convention (EPC) di
Monaco del 1973, convenzione sottoscritta da numerosi Paesi Europei, fra
cui l'Italia, ed alcuni extra-UE, ad es. la Svizzera.
Fortunatamente, ad oggi, le cause per violazione o enforcement di
brevetto devono essere condotte separatamente in ciascun paese in
cui si desiderano affermare tali infrazioni e/o rivendicazioni, e i
tribunali nazionali tendono a bocciare i brevetti illegali secondo la
EPC. Se da un lato ciò può produrre qualche inefficienza, dall'altro
rappresenta un freno all'utilizzo della brevettazione indiscriminata
come arma anti-concorrenziale.
Inoltre, sempre ad oggi, chi vuole registrare un brevetto europeo
deve produrre le rivendicazioni in ciascuna delle lingue degli stati
membri.
Negli ultimi anni alcune potenti lobbies di aziende multinazionali, in
particolare statunitensi, come BSA ed EICTA, ma anche qualche grosso
nome europeo, come Siemens e SAP, e con l'appoggio delle italiane
Telecom e Confindustria, fecero forti pressioni sulla Commissione
Europea e sul Parlamento, in particolare attraverso esponenti del
Partito Popolare Europeo (PPE), per far approvare una direttiva che
superasse la già citata EPC e che rendesse esplicitamente legale la
brevettazione del software. Grazie alla mobilitazione di numerose
piccole e medie imprese (PMI), delle relative associazioni di categoria,
di esponenti della ricerca e dell'università, e di associazioni, questo
tentativo venne fortunatamente affossato, lasciando lo status quo (cioè
brevetti software invalidi, ma che l'EPO continua a concedere).
Le lobbies che spinsero allora non si diedero però per vinte, ed
all'inizio del 2006, prendendo a pretesto le inefficienze dell'attuale
sistema (necessità di cause in più paesi, di più lingue, ecc.),
hanno fatto un nuovo tentativo di direttiva e lo hanno chiamato EPLA
(European Patent Litigation Agreement). Al di là degli scopi dichiarati
(armonizzazione dell'attuale sistema), l'effetto certo e dimostrabile
della proposta sarebbe stato quello di sottrarre la materia alla
competenza dei tribunali nazionali (oggi l'unico freno ai brevetti
impropri rilasciati dall'EPO, e non solo nel software), affidandola a
tribunali centralizzati e legati a filo doppio all'EPO. Questo avrebbe
creato una evidente non-terzietà dei tribunali giudicanti, che venendo
a trovarsi sotto la forte influenza dell'EPO avrebbero inevitabilmente
teso a confermare i brevetti rialsciati da quest'ultimo, rendendo così
di fatto legali i brevetti software. Così facendo, inoltre, si sarebbe
una volta per tutte largamente esautorato anche il Parlamento Europeo,
sottraendo così la materia a qualsiasi possibilità di ulteriore
controllo democratico, specie per quanto riguarda la formulazione delle
regole procedurali. Ancora una volta, i capofila di questo secondo
tentativo all'interno delle istituzioni comunitarie sono stati la
Commissione, ed alcuni influenti parlamentari del PPE per il Parlamento.
Anche stavolta, grazie alla mobilitazione di numerose PMI, specie
attraverso l'organizzazione pan-europea FFII, è stato possibile ridurre
i rischi, senza però riuscirvi completamente. La mozione originale,
fortemente improntata ad ottenere gli effetti nefasti di cui sopra,
preparata dal capogruppo del PPE tedesco Klaus Lehne, è stata ampiamente
emendata nel costo della votazione avventuata a Bruxelles Giovedì 12
Ottobre 2006, e ricondotta ad un accettabile compromesso, pur non essendo
stata respinta e preservando alcuni punti di una certa pericolosità.
La mozione approvata il 12 Ottobre verrà usata dalla Commissione come
testo di indirizzo rispetto al quale impostare le future azioni in
merito alle politiche brevettuali in Europa.
A questo link trovate i risultati del voto palese, deputato per
deputato: http://mond.at/swpat/epvote20061012.html
Considerando che lo EPLA rappresenta un tentativo assai dannoso per
le PMI, ed in particolare per quelle del software, il risultato del
voto permette di trarre alcune conclusioni di tipo politico in merito a
chi, alla prova dei fatti ed al di là delle dichiarazioni di facciata,
abbia veramente a cuore il destino delle nostre piccole e medie imprese,
che in Italia come nel resto d'Europa rappresentano la spina dorsale
dell'economia ed il grosso dei posti di lavoro, nonchè il vero motore
dell'innovazione.
Nel grafico, in verde sono i voti espressi nel senso auspicato, mentre in
rosso sono quelli di segno contrario. Il grafico evidenzia inoltre una
certa trasversalità delle posizioni, con numerose "defezioni" di singoli
parlamentari rispetto alla linea dei rispettivi schieramenti.
Ciascuno potrà identificare nel grafico i propri parlamentari di
riferimento, con i rispettivi partiti, e trarre le debite conclusioni.
Per ulteriori approfondimenti potete consultare la pagina Web
http://a2e.de/ffii/epla/
[...]
Carlo Strozzi
Info: [url=http://en.wikipedia.org/wiki/$100_laptop]Wikipedia[/url]
http://laptop.org/index.it.html
Laptop a manovella a 100$ per il mondo intero.
Linux inside obviously.
Saluti
[ This is a repost of the following article: ]
[ From: pinna@autistici.org ]
[ Subject: [Discussioni] EU Parliament calls for better support of Open Source ]
[ Newsgroups: lists.assoli.discussioni ]
[ Message-ID: <20060719182456.uadbwd0nho08ogcw@www3.autistici.org> ]
FYI
ciao
pinna
EU Parliament calls for better support of Open Source
Fonte: heise.de
17.07.2006
In their recent plenary session, EU parliamentarians have voiced their support for an open information society. A text adopted by a majority of the EU parliament to implement the Lisbon program of the European Community under the motto "More research and innovation - investing for growth and employment" aims, among other things, to send a signal to the EU commission, which is constantly expanding intellectual property rights to the benefit of rights holders. The parliamentarians countered that the concept of "Open Innovation" is the best way to increase investments in research and development and attain the Lisbon goals. In these goals, the EU Plans to become the most competitive, dynamic economic area in the world by 2010.
Specifically, the parliamentarians point out that a "user-friendly system of intellectual property protection" should be created in a knowledge-based society. Free access to public goods and knowledge should not be inhibited, they argue, by copyrights, trademarks, and patents. The parliamentarians call on the commission to "promote a socially inclusive knowledge-based society." Support for free software and its major license concepts, such as the GNU General Public License (GPL) and the Public Documentation License (PDL) should be provided to this end.
In its resolution, the EU Parliament also believes that an "integrated" community patent should be created. It would be based on "democratic legal standards" and be part of a general innovation strategy. In turn, this strategy would specify that a balance between commercial propertyrights, on the one hand, and the dissemination of technical knowledgeand free, uninhibited competition, on the other, should be ensured.
Here, the peoples' representatives point out that the purpose of
patents is to protect inventions, not control market sectors.
nota - mi scuso se questo messaggio ha linee oltre i 70 caratteri,
purtroppo al momento non posso farci niente :(
_______________________________________________
Discussioni mailing list
Discussioni@softwarelibero.it
http://lists.softwarelibero.it/mailman/listinfo/discussioni
Totale iscritti: 382 al 11/03/2006
Software libero...si fa libero in Umbria
Sarà l'Umbria la prima regione in Italia a darsi una legge su open source, software libero e standard aperti per garantire il diritto di scelta del cittadino e la sostenibilità economica degli enti pubblici.
"Da oggi l'Umbria ha una legge che la pone all'avanguardia nel cogliere le opportunità offerte dall'open source software. Prima fra tutte le regioni d'Italia si dota infatti di una legge che ha come finalità quella di garantire al cittadino il pluralismo informatico e di rompere i monopoli che di fatto ingessano il mercato, costringendo la pubblica amministrazione a investimenti spropositati e allo stesso tempo inevitabili". Il capogruppo dei Verdi e civici in Consiglio regionale Oliviero Dottorini commenta così l'approvazione da parte del Consiglio regionale dell'Umbria della proposta di legge su open source, software libero e standard aperti. La proposta, presentata lo scorso settembre dallo stesso Dottorini, si è arricchita del contributo delle audizioni e di un'analoga proposta consiliare. La prima commissione aveva licenziato il testo a fine giugno. "E' importante – aggiunge l'esponente del Sole che ride - che la legge sancisca un principio di pluralismo che non vincola i cittadini all'uso di un determinato software per scambiare o consultare documenti della pubblica amministrazione, come di fatto avviene oggi, ma lascia la libertà di scegliere la modalità più conveniente, sicura ed accessibile, a iniziare dai formati di standard aperto. Questa possibilità di scelta deve essere garantita anche nel mondo dell'istruzione scolastica, a partire da quegli istituti direttamente collegati alle nuove tecnologie, mettendo a disposizione dei docenti e degli studenti tutte le risorse necessarie per far conoscere ed utilizzare in modo produttivo l'open source software".
"Altro aspetto fondamentale della legge – spiega Dottorini - è la sostenibilità economica. Dal 2005 ad oggi la nostra regione ha speso circa un milione e mezzo di euro per il rinnovo e l'acquisto di nuove licenze software, di cui il 90% prodotti targati Microsoft, azienda che è bene ricordare l'Unione Europea ha condannato per abuso di monopolio nel mercato europeo dell'informatica. In un'ottica di razionalizzazione e riduzione dei costi della pubblica amministrazione questo aspetto non può essere lasciato in secondo piano. In definitiva siamo molto soddisfatti del parere favorevole del Consiglio su una proposta di legge così innovativa, ancor più perché siamo la prima regione in Italia a dotarsi di una legislazione vera e propria su una materia così tecnica e in continua evoluzione. Grazie a questa legge – conclude l'esponente del Sole che ride – i progetti di diffusione e adozione del software libero possono contare sui trenta mila euro già stanziati a gennaio, grazie al nostro emendamento al Dap, che auspichiamo possano aumentare per il prossimo anno".
Fonte: datamanager.it
La denuncia dell'organizzazione per i diritti umani è l'ultima di una serie
Le tre aziende accusate di essersi piegate ai voleri del governo di Pechino
Amnesty contro Google, Yahoo!, Microsoft
"Collaborano con la censura cinese"
di ALESSANDRO LONGO
COME un marchio si imprime sulla pelle delle tre più importanti aziende di Internet la condanna di Amnesty International: Google, Yahoo! e Microsoft sono accusate di violare la dichiarazione universale dei diritti umani perché collaborano con la censura cinese. Hanno piegato la testa ai diktat del governo di Pechino, contribuendo a limitare la libertà degli utenti internet. Amnesty non ci gira intorno, lancia un'accusa molto esplicita: "Le tre aziende hanno violato i propri valori dichiarati", scrive in un rapporto pubblicato questa settimana, e l'hanno fatto - spiega l'organizzazione - per inseguire la miniera d'oro dell'internet cinese, adesso al boom.
La Cina sta per diventare il Paese con il maggior numero di utenti della Rete: oggi ne ha 123 milioni ed è al secondo posto, dopo gli Usa, ma il sorpasso è dato per inevitabile.
La "fedina penale" delle tre aziende, quanto a violazione dei diritti umani, secondo Amnesty è lunga. Tra l'altro, Google ha acconsentito a filtrare i risultati del proprio motore di ricerca in Cina, adeguandosi alle richieste della censura. Microsoft ha chiuso un blog di un utente cinese su richiesta del governo. Più serio è il peccato di Yahoo!: ha aiutato la polizia a rintracciare il giornalista dissidente Shi Tao, permettendone la condanna a dieci anni di reclusione, nel 2005. Shi Tao era reo di avere divulgato al mondo via e-mail le direttive segrete del governo, che aveva ordinato a tutte le testate nazionali di non commemorare il quindicesimo anniversario della rivolta di Piazza Tiananmen.
La condanna di Amnesty è l'ultimo capitolo di una polemica che di mese in mese sembra sempre più sul punto di esplodere, stretta come è nella morsa di una paradosso: società occidentali, che hanno fondato la propria filosofia aziendale su concetti come "l'essere buoni" (Google) o note per le donazioni in beneficenza (Microsoft), si piegano alle richieste antidemocratiche di Pechino per continuare i propri affari in quell'immenso Paese. Ne ha parlato anche Vittorio Zambardino, su Repubblica.it.
In passato, si sono difese dicendo che erano obbligate a ubbidire alle leggi cinesi e che comunque la vita degli utenti traeva beneficio dai loro servizi. Ma il mese scorso questa linea ha cominciato a scricchiolare: Sergey Brin, fondatore di Google, ha riconosciuto di avere disubbidito ai propri valori etici aziendali piegandosi alla censura. Due giorni fa, a confermare il proprio impegno umanitario, Google ha lanciato il primo motore di ricerca ottimizzato per non vedenti.
Il paradosso riguarda anche la strategia del governo cinese, adesso intento in un gioco da equilibrista: da una parte, vuole incentivare il mercato internet nazionale; dall'altra, bloccarne il potenziale eversivo. E' notizia di qualche giorno fa il lancio di una nuova campagna per censurare i blog cinesi, ormai superiori a quota 35 milioni.
La situazione è quindi forse prossima alla rottura, alla svolta: la denuncia di Amnesty potrebbe essere la goccia che fa traboccare un vaso dove già da tempo si accumulavano proteste contro le tre aziende e in particolare contro Yahoo!, che a giugno si è beccata una doppia accusa. Reporters Sans Frontiers l'ha eletta "censore numero uno". Non solo per la brutta vicenda di Shi Tao: la denuncia è di avere aiutato il governo a condannare altri dissidenti politici, quest'anno, e di avere il motore di ricerca più censurato (anche più di Google Cina). Negli stessi giorni, la Nation Union of Journalists (il sindacato che raccoglie giornalisti britannici e irlandesi) ha invocato il boicottaggio del motore di ricerca di Yahoo!, per l'aiuto offerto nel catturare i dissidenti.
(20 luglio 2006)
Fonte: La Repubblica
Links di approfondimento:
[FSFE] Prime reazioni alle licenze Microsoft Shared Source
«Abbiamo ben poche opportunità di dare commenti positivi su Microsoft, per cui meglio iniziare con i complimenti», ha detto Georg Greve, presidente della Free Software Foundation Europe. «Microsoft finalmente pare aver compiuto un passo avanti nella loro lunga marcia verso la concessione di libertà ai loro utenti: delle cinque licenze pubblicate, due sembrano rispondere alla definizione di Software Libero».
Ad una prima rapida analisi della FSFE, la "Microsoft Permissive License" (Ms-PL) e "Microsoft Community License" (Ms-CL) sembrano soddisfare i quattro criteri che definiscono il Software Libero. In particolare, la Ms-CL sembra addirittura un'implementazione dell'idea del Copyleft, che è stato realizzato inizialmente dalla GNU General Public License (GNU GPL).
Microsoft ha dichiarato il Copyleft (e la GNU GPL) 'virale', 'un cancro' e 'comunista', ma ora vedere applicare gli stessi principi alle proprie licenze sembra un'evoluzione positiva.
Naturalmente pubblicare licenze non dà alcuna libertà: è il software rilasciato sotto licenze libere a farlo.
Sarebbe stato meglio se Microsoft non avesse scritto l'ennesima nuova licenza e avesse usato la GNU GPL o la LGPL. Più del 50% del Software Libero è rilasciato con queste licenze che sono quindi note e molto rispettate.
Secondo Stefano Maffulli, coordinatore italiano di FSFE, «Microsoft continua ad imitare ciò che altri prima di essa hanno elaborato. Come per le interfacce a finestre e Internet, Microsoft parte in ritardo ma sa recuperare in fretta. Ora anche con il Software Libero sapranno farne un tremendo successo commerciale? Onestamente me lo auguro: l'importante è rispettare il diritto all'uso, lo studio, la copia e la
modifica del software».
La FSFE dovrà analizzare più a fondo tutte le nuove licenze e la loro interazione con altre licenze in profondità, per cui questa non è una valutazione conclusiva.
Per ora possiamo notare che Microsoft ha compiuto un primo passo nella giusta direzione e la FSFE li esorta a continuare.
«Aspettiamo che Microsoft inizi a distribuire il suo parco di software sotto le licenze Ms-PL o Ms-CL; ma dobbiamo continuare a far notare che non tutte le licenze del programma 'Shared Source' sono ottimale. Le altre tre licenze sono evidentemente proprietarie e non sono affatto utili a realizzare una libera società digitale» conclude Greve.
Che cos'è la Free Software Foundation Europe:
La Free Software Foundation Europe (FSFE) è una organizzazione non governativa senza fini di lucro che si dedica a tutti gli aspetti del Software Libero in Europa. L'accesso al software determina chi può far parte di una società digitale. Quindi la libertà di usare, copiare, modificare e redistribuire software, come descritto nella definizione di Software Libero, permette parità di partecipazione nell'era dell'informazione. Portare all'attenzione del pubblico questi temi, dare solide basi politiche e legali al Software Libero e assicurare libertà alle persone supportando lo sviluppo di Software Libero, sono temi centrali per la FSFE, che è stata fondata nel 2001 come organizzazione sorella della Free Software Foundation statunitense.
Contatti:
Stefano Maffulli
Cellulare: +39 347 14 93 733
Per maggiori informazioni:
Sito Web: http://fsfeurope.org/
E-Mail: press [at] italy.fsfeurope.org
[ Fonte: FSF Europe - Chapter Italy Press Agency ]
PALLADIUM: che ne pensiamo?
http://www.petitiononline.com/n0pal/petition.html
I relatori del gruppo per la stampa libera di "Reporters Sans Frontieres" hanno consegnato l'Internet Freedom Prize 2004 al cyber-dissidente cinese Huang Qi.
Qi è stato rinchiuso in prigione per quattro anni per aver criticato il governo cinese nel suo sito web "tianwang.com".
Ha inoltre raccontato a sua moglie "Zeng Li" di essere stato regolarmente picchiato e tenuto in una angusta cella durante il primo anno di pena.
La Cina è uno dei quattro Paesi che prevede il carcere per coloro che postano materiale "sovversivo" su Internet.
Attualmente 63 dissidenti sono rinchiusi nelle carceri cinesi per questo motivo.
Il governo cinese impegna circa 30mila persone per il controllo di siti web ritenuti "sovversivi" o "pericolosi".
RSF ha inoltre presentato l'ultimo rapporto annuale "Internet Sotto Sorveglianza" che analizza fenomni di censura sul web, violazioni dei diritti dell'uomo e il monitoraggio di Internet nel mondo.
"A seguito della guerra al terrore, i Paesi democratici stanno costantemente limitando la libertà dei propri utenti Internet", fa sapere RSF.
"I governi stanno avendo delle difficoltà a riconciliare i diritti d'espressione e di privacy dei cittadini con le preoccupazioni più serie sulla sicurezza e finanziarie", dice il gruppo.
"di conseguenza, la libertà di Internet ora è protetta molto meno legalmente che non quella dei media tradizionali, nella maggior parte dei paesi democratici."
fonte Link
"Microsoft accusa inoltre il Governo Brasiliano di avere intrapreso la strada del software libero esclusivamente per motivi ideologico/politici."
Chiunque abbia mai provato a programmare in ASP e PHP, usare IIS o Apache, Access o MySQL, può solo ridere di questa affermazione.
Andrea.
Microsoft attacca esponente del Governo Brasiliano
Sergio Amadeu , Presidente dell' ITI (Istituto della Tecnologia dell' Informazione) ed esponente del Governo Brasiliano, è stato denunciato dal Presidente della Microsoft brasiliana per alcune dichiarazioni rilasciate alla rivista Carta Capital nelle quali Amadeu, principale responsabile della transizione al software libero nel settore pubblico, ha pesantemente criticato le pratiche commerciali messe in atto dalla multinazionale statunitense come quella delle donazioni di software al fine di portare le amministrazioni pubbliche in una situazione di dipendenza; pratica che nelle parole di Amadeu è stata paragonata alle prime somministrazioni gratuite di stupefacenti da parte degli spacciatori al fine di creare dipendenza e per sfruttare in seguito la situazione.
Microsoft accusa inoltre il Governo Brasiliano di avere intrapreso la strada del software libero esclusivamente per motivi ideologico/politici.
E' stata attivata una petizione a sostegno di Amadeu che è possibile sottoscrivere alla seguente pagina Link
come ovvio -)
E' possibile ovviare al problema? A' posteri l'ardua sentenza.
a.
a prima vista sembra un errore di interpretazione della parte di stringa (https//) racchiusa tra i tag Link.
http://https//mail.fsfeurope.org/mailman/listinfo/gnu-access-it
invece di
https//mail.fsfeurope.org/mailman/listinfo/gnu-access-it
Se cio' e' vero con "http://" (Link) non dovrebbero esserci problemi.
ehi, ma i links in questo forum non reffano... problemi con gli URL per transazioni https ??? come quello di "Gnu-access-it"
https//mail.fsfeurope.org/mailman/listinfo/gnu-access-it
Link
(cazzo!)
Questo e' il Link corretto per accedere a "Gnu-access-it".
a.
Gnu-access-it -- Analisi dell'accessibilità dei sistemi GNU/Linux
Dettagli su Gnu-access-it
Gruppo di lavoro temporaneo per l'analisi dell'accessibilità dei sistemi GNU/Linux. Il gruppo si occuperà di discutere e analizzare il motivo della protesta di alcuni disabili per l'adozione di GNU/Linux in alcune PA. L'analisi svolta da questo gruppo servirà da base di partenza per la redazione di un documento di proposta, tecnico e politico.
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Lettera aperta a tutti i cittadini europei
10 Maggio 2004
Cari Concittadini,
Avete mai sentito parlare di telefonia su protocollo internet (IP)? È una bellissima tecnologia! Seduti al proprio PC, fate clic su un numero e il computer lo compone automaticamente; per parlare con le altre persone basta collegare cuffia e microfono al computer; potete organizzare una riunione tra tanti amici sotto forma di conferenza telefonica e se avete una webcam potete anche vedervi a vicenda. Con un contratto di accesso a internet con tariffa fissa, praticamente i costi di connessione spariscono.
Le opportunità commerciali sono considerevoli la IBM prevede riduzioni dei costi del 30% per gli utenti professionali. La società di ricerche di mercato Gartner prevede che la dimensione del mercato quadruplicherà nel 2007, rispetto al 2002. Sicuramente un campo molto interessante!
Tuttavia, esiste un ostacolo chiamato "brevetti software" se la legge sul diritto d'autore vieta ai concorrenti di vendere lo stesso prodotto software (ad esempio "Microsoft Word") sotto un altro nome, i brevetti software mirano a proteggere le idee, creando dei deserti di creatività che durano molti anni. Ad esempio, la Apple detiene un brevetto su un "cestino per la carta virtuale".
Data una certa strumentazione legale, la Apple può vietare l'implementazione dell'idea di "cestino per la carta" in qualsiasi altra applicazione software, a prescindere dalla soluzione tecnica o dalla metodologia di programmazione usata. Oppure potrebbe scegliere di riscuotere dei diritti di licenza dai programmatori che vogliono usare l'idea del "cestino per la carta" nel programma che stanno scrivendo.
Torniamo alla telefonia via internet essa è un un vero e proprio castello di carte fatto di idee. Come sincronizzare l'audio e il video? Come comprimere i dati in modo che gli utenti con modem e connessioni lente non siano esclusi? Tutte queste idee sono necessarie affinché la telefonia via internet diventi realtà.
Qual è il risultato dei brevetti software? Niente telefonia IP! Oggi il Professor Henning Schulzrinne della Columbia University (New York) consiglia ai programmatori di aspettare ancora 17 anni, in modo che i brevetti siano scaduti
Negli Stati Uniti esistono leggi che permettono di rivendicare diritti sui brevetti software. In Europa, senza che la legge lo preveda, da anni l'Ufficio Europeo dei Brevetti sta riconoscendo brevetti software, che per ora non possono essere fatti valere, in mancanza di una legge.
Contro la ragionevolezza del processo di unificazione europea e contro la volontà del Parlamento Europeo, che nel settembre 2003 ha riaffermato l'indesiderabilità dei brevetti software, oggi il Consiglio dei Ministri dell'Unione Europea sta cercando di imporre una legge simile a quella in vigore negli Stati Uniti! Oggi, a distanza di neanche sette mesi, il Consiglio dei Ministri dell'Unione Europea e la Commissione si preparano a votare in modo esattamente contrario alla volontà espressa dal Parlamento. Che affronto ai rappresentanti parlamentari che abbiamo eletto!
Questo abuso dei principi base della democrazia avrà anche severe conseguenze economiche nonostante le leggi in vigore, l'Ufficio Europeo dei Brevetti ha già riconosciuto 30.000 brevetti software. Quanto potenziale creativo (e quindi economico) resterà bloccato per decenni? Quanto costano i brevetti software in termini di posti di lavoro?
Chi ha interesse a monopolizzare le idee e a commerciarle? Nel novembre del 2003, gli amministratori delegati di Alcatel, Ericsson, Nokia e Siemens si sono rivolti alla Commissione Europea pronunciandosi in favore dei brevetti software. Sapevano quello che facevano? Ovviamente no i produttori di apparecchiature telefoniche farebbero grandi affari nel campo della telefonia IP.
Ovviamente gli avvocati specialisti in brevetti sono interessati a nuove e complesse leggi dopo la decisione dl Parlamento Europeo, la camera degli avvocati in materia brevettuale ha pubblicato un comunicato di 12 pagine, firmato dal presidente del "Comitato sul software per elaboratori". Dal punto di vista dei più di 700 avvocati in materia brevettuale che operano a Monaco (a questi occorre aggiungere quelli impiegati negli uffici legali delle aziende) questo sforzo è comprensibile, visto il pericolo di perdere un'area di attività e di potenziale crescita. Ma può l'economia europea sacrificare la propria competitività per difendere questi interessi parziali? Finché il dibattito pubblico è dominato dagli avvocati degli uffici brevetti, degli studi legali, delle associazioni e dai ministri, si ha l'impressione che questi interessi particolari siano gli interessi dell'intera società.
La nocività del sistema brevettuale nel campo del software è stata analizzata scientificamente dal MIT, il Massachusetts Institue of Technology. In uno studio del 2003, i suoi ricercatori hanno concluso che più una società detiene brevetti software, meno investe in ricerca e sviluppo.
Cosa succederà alla politica, alla società, all'economia intera se questo processo non verrà fermato? Impediremo alle persone di essere creative. Metteremo lo sviluppo della società nelle mani di burocrati che ogni volta ci ricatteranno per il loro tornaconto particolare. Per usare le parole del Presidente Ceco Vaclav Klaus "L'Unione Europea non parla di libertà e apertura, ma di burocratizzazione, regolamentazione e armonizzazione". Rischia di avere ragione, se lasciamo questo dibattito nelle mani degli altri.
Cari Concittadini, ci conoscete - www.fsfeurope.org e www.ffii.org - come organizzazioni che difendono la libertà nell'era digitale, il Software Libero e l'informazione libera.
Continueremo nel nostro lavoro.
I brevetti software renderanno schiavo tutto il software, anche il software libero, ma le conseguenze potrebbero essere peggiori tutta la società potrebbe ritrovarsi schiava del sistema brevettuale. Quindi vi chiediamo di sostenerci nella battaglia per la libertà in Europa. Potete farlo in molti modi
* 1. Protestando con i politici e gli amministratori del vostro paese
* 2. Mostrando agli imprenditori (non ai loro uffici legali) i pericoli dei brevetti software e chiedendo al vostro governo di lottare per l'innovazione e contro i brevetti software.
* 3. Contattando i media della vostra area geografica o professionale. I giornalisti hanno una certa influenza, ma devono per prima cosa accorgersi della serietà di questo problema.
* 4. Sostenendoci con una donazione potete trovare informazioni su come farlo alle pagine http://www.fsfeurope.org/help/donate.html e http://www.ffii.org/assoc/financ/account/. Le donazioni sono deducibili dalle tasse in molti paesi europei, provvederemo a spedirvi velocemente le ricevute necessarie a questo scopo. Nel caso della FSFE, siete pregati anche di indicare se volete essere elencati pubblicamente tra i nostri sostenitori.
* 5. Partecipando alle manifestazioni che stiamo organizzando per metà maggio in molte città e capitali europee http://kwiki.ffii.org/SwpDemo0405En.
* 6. Firmando il "Call for Action II" di FFII, alla pagina http://www.ffii.org/ffii-cgi/aktiv?f=euparl&l=de
Cordiali saluti,
Georg Greve
Free Software Foundation Europe
www.fsfeurope.org
Hartmut Pilch
Foundation for a Free Informational Infrastructure
www.ffii.org
Con un colpo di mano a sorpresa il Parlamento Europeo ha approvato i brevetti sul software. A poca distanza dalle elezioni europee.
Link
A proposito di web standards. Qualche tempo fa su questo forum scaturi' una polemica circa la possibilita' di utilizzare software per non-vedenti con Linux. Nell'articolo che segue l'autore (che sviluppa siti per il governo americano dal 1995) spiega con opportuni esempi quale sia effettivamente l'interesse di Microsoft in questo campo (con buona pace per le "vittime" inconsapevoli di Gates).
Link
Ad ogni buon conto questo sistema di mettere taglie sulla testa del "cattivo" per scongiurare i pericoli sempre in agguato, e' tipico anche della nostra cara Italia seppur per questioni ben piu' gravi di un server "freezato". E' il caso della Lega Nord che di fronte all'impotenza degli investigatori a dare un volto ad "unabomber" se ne escono con raccolte di firme contro l'assassino e promettono una taglia di 100.000 euro a chi riuscisse ad individuarlo.
L'empasse Gatesiano con la taglia a $250.000 per la cattura del cracker che ha codificato "sasser" dimostra quanto poco efficace sia il metodo di lavoro degli sviluppatori impiegati presso Microsoft. Non che si voglia giustificare l'autore del virus, pero' a fronte di un costo per l'acquisto di software brevettato si dovrebbero pretendere maggiori garanazie di affidabilita' dal SO stesso. Intanto diversi siti che non avevano opportunamente "patchato" le loro versioni di Windows cominciano ad avere qualche problema. Lo stesso Viminale ha subito l'infezione per qualche ora, le FFSS idem... E l'attacco continua a suon di debugger e sistemi per "freezare" le macchine degli sprovveduti. A questo punto Gates piu' che una taglia dovrebbe da buon economista riconoscere che il suo prodotto e' vulnerabile, che il sistema di produzione adottato dalla sua catena di montaggio presenta qualche problemuccio. La cosa sconcertante e' che essendo lui l'uomo piu' ricco del pianeta nulla si puo' fare per fargli riscrivere da zero codici e metodi di sviluppo. In alternativa occorre evitare l'acquisto di prodotti "geneticamente modificabili" e sulla cui confezione non siano riportati gli ingredienti che costituiscono il prodotto finale )
cosi' mentre passa la buriana del virus (una cyber-poliziotta intevistata da TG1 della notte consigliava di NON navigare per qualche giorno, come rimedio) vi fate una bella partitina tra elfi, principi, maghi e crature della notte (ma non in rete mi raccomando...) )
P.S. chissa' perche' chi mette in giro certa 'monnezza virulenta poi non spiega anche alla comunita' la tecnica usata. Potrebbe davvero farci su qualche soldo ed essere maggiormente rispettato quale hacker e non "visto" come un fottutissmo cracker del cazzo! mah...