di Potito Salatto
Mentre l’Onu valuta le iniziative per arrestare il massacro in atto a Tripoli, mentre il governatore della Banca d’Italia Draghi sottolinea il dramma dei giovani disoccupati nel nostro Paese, mentre l’Italia non riesce a trovare una via d’uscita alla crisi economica in atto, mentre noi deputati europei ci affatichiamo quotidianamente per dare dignità e ruolo al nostro Paese all’interno del Parlamento europeo, mentre i massimi responsabili governativi si interrogano su come prevenire l’ondata di profughi in arrivo dal Nord Africa, mentre con scadenza puntuale vengono massacrate giovani minorenni che hanno la sola colpa di essere nate donne, il presidente del Consiglio Berlusconi non trova di meglio da fare che intervenire al convegno del Pri e al congresso dei cristiano riformisti invitando gli astanti al «bunga bunga».
Ciò la dice lunga sulla schizofrenia politica che ormai caratterizza il nostro capo di Governo e non può non farci vergognare per i giudizi di biasimo che all’estero vengono puntualmente espressi su di noi. Beati quei Paesi che hanno popoli capaci di abbattere democraticamente chi non li rappresenta degnamente. E io che non sono stato un antiberlusconiano viscerale sarei quasi tentato di dire: “Presidente, si sdrai e ci parli della sua infanzia”. Per ciò che riguarda noi di Fli, avendo ritrovato quell’unità di partito incrinatasi per una serie di incomprensioni all’indomani della convention di Milano, e interpretando le lucide considerazioni del presidente Fini, il quale giustamente ritiene che il nostro obiettivo sia quello di uscire dal Palazzo e di ricercare il consenso fra gli elettori moderati del nostro Paese, abbiamo, in quanto classe dirigente, il compito non certo facile ma ineludibile di promuovere il massimo di coesione sui territori, aiutando a superare anche piccoli contrasti locali e consentendo a chi con entusiasmo ha aderito a Futuro e libertà la più ampia partecipazione possibile, pure nella scelta dei vertici locali e nazionali.
Le nomine cadute dall’alto, frutto di un leaderismo berlusconiano esasperato, devono essere estranee alla nostra cultura politica. Dobbiamo avere l’intelligenza di aggregare le esperienze più diverse, finalizzate comunque all’obiettivo della ricostruzione nel Nuovo Polo per l’Italia di quel centrodestra che il Pdl non è riuscito a realizzare e dal quale, con sacrificio e coraggio, tutti noi ci siamo allontanati, cercando il più possibile di diventare un’alternativa, di porci come il vero punto di riferimento per i cittadini democratici. Qualsiasi disarticolazione all’interno di Fli ridurrebbe la capacità di presa e di forza del Nuovo Polo per l’Italia consentendo alla sinistra una crescita frutto più dei nostri errori che delle loro reali capacità. Si avviino quindi immediatamente i congressi locali per supportare non i nominati ma quanti sul territorio, per storia e capacità personale, sono rappresentativi di genuini consensi. È questo il compito di noi che aspiriamo a essere una classe dirigente all’altezza dei tempi e delle aspettative dei cittadini. Non solo: il nostro obiettivo primario deve essere quello di mobilitare quelle coscienze oggi offuscate da un susseguirsi di vicende immorali che corrono il rischio da un lato di creare assuefazione e dall’altro di non affrontare i problemi reali dell’Italia. Abbiamo il dovere di riaffermare, con il nostro esempio, quei valori di onestà, moralità e legalità che sono i pilastri delle democrazie occidentali.
Luigi il Grande
L'uomo che non c'è per il partito fantasma nel delirio delle menti deboli. Bocassini ha finito i soldi inseguendo ragazzine e gli spacciatori ringraziono e impestano. Luigi muori, libera il corpo che possiedi e torna negli inferi.
L'uomo che non c'è per il partito fantasma nel delirio delle menti deboli. Bocassini ha finito i soldi inseguendo ragazzine e gli spacciatori ringraziono e impestano. Luigi muori, libera il corpo che possiedi e torna negli inferi.
Maurizio, vecchio amico, sei ormai preda del delirio allucinato dell'alcolizzato devastato dalla cirrosi... Non mi dire ora, che è troppo tardi, che non ti avevo caldamente avvertito: il passo successivo, molto prossimo, ti porterà alla tomba.
Luigi il Grande