era al parlamento a stracciarsi le vesti, a mettersi in ginocchio, a provare dolore, ad essere partecipe, a lacrimare.....Poi te lo ritrovi nei vari stadi d'Italia a seguire l' Inter, su qualche barca di Briatore mezzo nudo e sbronzo, a Ballarò, a Anno Zero, Porta a Porta, rai 3, la 7, e tutto questo mentre i militari che rappresenta muoiono come mosche. Poi, gli cominicano di un attenrtato mortale ai militari e non lo trovano...E lui di rimando incolpa i vertici militari. COGLIONE NULLAFACENTE, PERCHè NON MANDA QUALCHE MESE KOCIS O GERONIMO AL FRONTE? MAGARI INSIEME ALLA TROTA? SAREBBE PIù CREDIBILE quando si strappa i capelli per il dolore della morte di figli degli altri.
Luigi il Grande
E' vero!
Perché il milo-catanese non ci manda i figlioli in medio oriente?
E' uno stipendiuccio mica d aridere.
In tanti sgomitano per andarci.
Pensare che ha fatto carte false per sistemarli all'ACI.
Che uomo, che tempra!
Mi ricorda Garoglio che a chiacchiere è un Rodomonte e nella realtà un altro imboscato.
Che tristezza. Quanti ricchioni col culo degli altri...
sabatino di martino
Assolutamente da leggere e da spanciarsi....E subito dopo fare un pensiero a chi avete affidato la nostra Italia.
CONTRO LA “BECERODESTRA”, L’EX PARLAMENTARE DEL MSI ANNUNCIA: “PRENDO LA TESSERA DI FUTURO E LIBERTA”…”LA RUSSA COME RASPUTIN, GASPARRI UN INFORMATORE DELLA QUESTURA, MOFFA COME LA TAPPEZZERIA AL MURO”…”BERLUSCONI? UN VENDITORE DI TAPPETI CHE NON CONOSCE L’IDENTITA’ NAZIONALE”
Nei tempi del calciomercato. Nei tempi della follia, della miseria e della ferocia politica, è accaduto anche l’incredibile, quello che nessuno avrebbe osato immaginare.
Ovvero che uno dei più antichi avversari politici di Gianfranco Fini nel vecchio Movimento sociale, Tommaso Staiti di Cuddia, ex parlamentare, settantottenne, indomito polemista, fuori da qualsiasi partito, ha annunciato il grande passo: “Prendo la tessera di Futuro e Libertà, voglio stare al fianco di Fini in questa battaglia”.
Così, intervistare il salmone che corre controcorrente diventa un compito avvincente ed anche divertente.
Se non altro perché del gruppo dirigente della ex An, Staiti conosce vita, morte e miracoli.
E anche perché è convinto che quello di Fli sia l’unico treno per costruire in Italia la destra che non c’è mai stata: “antibigotta, libertaria e perbene”.
Scusi Staiti, ma quando abbiamo letto la notizia non ci credevamo
Eh, eh, lo capisco. Chi me l’avrebbe mai detto che sarei diventato finiano ad ottantanni…
Come se lo spiega?
Con la logica e con il carattere. Sono uno che non è mai andato una volta in soccorso del vincitore. Vedere quello spettacolo osceno dei venditori di tappeti che si offrono e che cambiano bandiera è stata per me una vera sofferenza.
Nomi, nomi
Ho letto l’intervista in cui l’on. Belotti diceva di aver fatto cabaret. Dava a se stesso del buffone per motivare la sua scelta di abbandonare Fli. Mi ha fatto pena, anche umanamente.
Eppure lei ne ha viste tante
In 60 anni di carriera politica è uno dei punti più bassi che abbia mai visto a destra
Poi lei dice che c’è anche una ragione politica
Eccome, altrimento sarei un pazzo emotivo. Ho apprezzato il coraggio di Fini. Ha avuto la forza di mettere in gioco tutto per una idea. Questo ha suscitato in me persino ammirazione.
Se ci legge, Fini penserà di avere le traveggole
Invece gli ho anche telefonato per dirglielo. Lui sta facendo adesso l’operazione politica più importante che andava fatta a destra negli ultimi 50 anni: la separazione della destra da quella che io chiamo la “Becerodestra”
E che cosa la distingue?
Se vogliamo semplificare possiamo dire così: la guerra fredda e il muro di Berlino hanno costretto a stare insieme due cose che non avevano nulla a che fare l’una con l’altra. Il bigottismo, il conservatorismo e i valori più retrogradi, con la storia di uan destra innovatrice, progressista ed evoluta sul piano civile.
E Fini ha scelto la seconda strada?
Direi proprio di sì: ci portiamo dietro due scorie insostenibili e speculari del Novecento. il luogocomunismo e la becerodestra. Il miglior interprete di quel modo di pensare è Silvio Berlusconi.
Gli ex An che stanno nel Pdl dicono che non esiste una destra al di fuori di Berlusconi
Ah si? E allora è la migliore prova che sia possibile. Vede, io ho delle responsabilità terribili su La Russa
Cioè?
Me lo ricordo quando pascolava in piazza San Babila con la fidanzata bionda e il cane lupo. Era una specie di Rasputin missino, non era amato dai camerati perché lo consideravano un fighetta. Io credevo che avesse delle doti e lo imposi come dirigente, a Milano, in una riunione finita a sediate
E ora?
Come vorrei che mi avessero steso e quella carriera non fosse iniziata
E Gasparri lo ricorda?
E’ quello che è cambiato meno. Aveva già allora la fisiognomica e i modi dell’informatore questurile. Se c’era un angolo buio, in una sezione, lì c’era Gasparri che declinava organigrammi nell’ombra
E’ vero che ha avuto parole dure anche per Moffa, suo ex compagno di corrente?
Vere, direi. Moffa è uno che fa poliitca da mezzo secolo, con il complesso di colpa più drammatico per un politico. Si confonde con la tappezzeria del muro che ha alle spalle. Per far parlare di sé ha dovuto tradire in modo miserabile, intruppandosi in quella trovata satirica che è il gruppo dei responsabili
Ma esiste davvero la destra progressista che lei sogna?
Eccome. Forse, ora che son caduti i muri, c’è la possibilità di costruirla davvero.
Mi dica cosa non va di questa destra berlusconiana
Sa, io sono uno che Cicchitto lo vede sempre con il cappuccio nero in testa
Ma lei come si definisce?
Ateo, spiritualista, progressista e liberale. Vedrete, questa destra c’è, e prenderà più voti senza Barbareschi e Belotti che avendoli tra le sue fila
Ma è sicuro che Fli non abbia posizioni di sinistra?
Quando ho visto Berlusconi che baciava la pantofola a Gheddafi e usava le nostre frecce tricolori per regalargli il teatrino mi son vergognato di essere italiano. Berlusconi è quello. Un venditore di tappeti che non conosce l’identità nazionale. E’ ora di chiudere con la vergogna del berlusconismo una volta per tutte. E il tempo è questo.
il carso e le apuane.....
Senilità. Poveraccio.
Puoi non essere d'accordo con il suo ragionamento, ma mostra molta lucidità. (non so nemmeno chi sia questo tale, ovviamente).
Perché lo attacchi personalmente (senilità, poveraccio) invece di contrapporre un tuo ragionamento al suo?
Scusa Paolo a uno che schernisce Berlusconi come un venditore di tappeti che non conosce "l'identità nazionale" e aggiunge che il Fini apprezza uno che Fini abbia messo in gioco tutto in nome di un "idea",con tutto il rispetto che merita al di là delle idee un uomo di quella età,cosa vorresti rispondergli?
Poi si autodefinisce:.......Ateo, spiritualista, progressista e liberale.
Ha dimenticato di aggiungere: democratico,catto comunista ebraico ortodosso maoista e poi c'era la possibilità di dire di tutto e di più.
A proposito,tu saresti in grado di definire "l'identità nazionale"?
Non gli rispondo, personalmente non ho nulla da dirgli. Ha una sua visione delle cose, che non ha meno dignità della tua né meno di quella di Maurizio. Per cui se qualcuno ha qualcosa da dirgli può entrare nel merito senza per forza prenderlo in giro, perché voi non siete migliori di lui, siete esseri umani come lui.
Ma sì, tutti possono dire di tutto.
Viene da pensare ad una piccola tassa sulla lunghezza dei testi relativi alla dignità.
Si spera di sì.
Anche sulla presunzione di superiorità farebbe un buon incasso.
Riguarderebbero entrambe anche te, non illuderti.
Grazie, Signor Giudice.
Conosco Tommaso Staiti di Cuddia. a parte che passa gli ottanta da un pezzo è stato fatto fuori a Roma da Fini e a Milano dai La Russa ed è mosso da pura senile voglia di rivincita e quindi preferisce far male ai fratelli e accodarsi a Fini di cui la cosa più gentile che diceva era Fin'occhio. Il Movimento Sociale Italiano era un movimento socialnazionalista, del tutto identico alla SPD tedesco e sul modello sociale della RSI. Solo un idiota o un informato da compagno di provata fede può definirli di destra, o amanti dei valori di destra o sciocchezze simili.Tieni presente che è fuori dai giochi da qualche lustro ma era un coglione totale, un amante del beau geste e della retorica più scema, labari e manina tesa compresa. I La Russa al confronto sembravano geni della politica, giusto per darti un'idea del livello. Sentire i compagni che lo gloriano è una delle cose più ridicole che abbia mai sentito.
Questo tale è una fascista. Un nobile fascista. Un antico fascista del msi che conosce alla perfezione i personaggi che da An SONO CONFLUITI NEL pdl. Fu un nemico politico di Almirante e di Fini e oggi visti i disastri è pronto invece ad aderire al FLI. Senti come risponde a Pietrangelo Buttafuoco che è una punta di lancia dell'intellettualismo di destra.
Tomaso Staiti di Cuddia risponde all’articolo “Destra, ultima fermata”.Lettera a Buttafuoco da un vecchio camerata senza complessi .
Caro Pietrangelo, erano (eravamo) visionari senza visibilità. Rivoluzionari senza rivoluzione. Colti senza cultura. Parlo dei Tarchi, ma anche dei Solinas, dei Cabona, dei Croppi (oggi malfinito assessore), dei Peppe Nanni (neppure assessore), e di tutti quelli che volevano (volevamo) farla nuova. Parlo della Destra, immaginata tra gli anni ’70 e ’80. Gli anni delle spranghe, delle botte, della – come la chiami tu – “inutilità di stare al mondo”. Sulle spalle il fardello di “Roma rivendica l’Impero”, delle leggi razziali (quelle italiane del ’38, non quelle americane degli anni ’60), del “Duce che ha sempre ragione”, delle macerie delle città bombardate, della sconfitta epocale, storica, definitiva.
Sempre risucchiati all’indietro dagli avversari, ma anche, soprattutto, da un partito che nel ghetto ci stava benissimo e per il ghetto si era organizzato, spendendo fino all’ultimo spicciolo l’eredità come un qualsiasi barone siciliano decaduto. I morti, i feriti, i dispersi finivano per servire al partito di Almirante. Andava bene così. Che bisogno c’era di tentare di farla nuova, diversa da quella di Tremaglia che olezzava di militari in libera uscita in una casa di tolleranza? O da quella comiziaiola delle piazze almirantiane, dalle quali uscivi ubriaco di retorica e senza un concetto, una idea che non fosse quella di lisciare il pelo ai benpensanti, ai bottegai, ai moderati (Dio li stramaledica!), assetati di pena di morte?
Lotta al sistema d’accordo con il sistema, con i suoi apparati, i suoi “servizi”, le sue “piazze Fontana”.
Antidivorzio e anticomunismo, acquasanta e mogli (plurale) con amanti, socializzazione e contributi dalla Confindustria. Andarono (andammo) a cercarla nella “terra di mezzo” questa “nuova Destra”, tra le pagine di Tolkien, fatto conoscere in Italia da De Turris su “L’ITALIANO” di Pino Romualdi, l’incompreso inventore del partito. In quella terra erano (eravamo) al riparo dal più terribile problema del nostro tempo che è quello, come diceva Cocteau, della stupidità che pretende di pensare e che oggi pure urla. Credevano (credevamo) di metterci al riparo dai giornalisti spioni della redazione romana di un noto quotidiano, dai massoni delle diverse confraternite occidentaliste, dai generali immerdati nel gioco politico.
Proprio non ci pensava a farsi nuova quella Destra dei pellegrinaggi a Predappio con acquisto di gadget, dei “ranci camerateschi”, delle commemorazioni in camicia nera del 28 ottobre, dei santini elettorali con “il testone’, della ripetizione dei riti più ridicoli del ventennio, delle macchiette alla “vogliamo i colonnelli”. La società stava cambiando; forse occorreva pensarla “simultaneamente”, con la parte destra e quella sinistra del cervello e del cuore. Non ci sarebbe neppure stato bisogno di capi missini colti; sarebbe bastato il loro rispetto per la cultura, la curiosità intellettuale per i nuovissimi appuntamenti con la storia, con il grande gioco delle idee.
A ben pensarci, il rifugio nel fiabesco era il modo, il tentativo, di preservare una comunità spontanea e volontaristica contrapposta al neofascismo imposto e al comunismo arcocostituzionalista. Oggi potremmo riferirci al “becerodestrismo” alla Feltri e al “luogocomunismo” degli intellettuali snob. Ufficialmente Tarchi fu fatto fuori da Almirante, ma certo il più contento fu Rauti.
Gli faceva ombra; pensava, organizzava, scriveva, immaginava. E agiva. Meglio Fini: obbediva a Almirante, ma finiva per tenere unita la sua corrente, ben chiusi i suoi scheletri nell’armadio e gli lasciava la parte del “pericoloso rivoluzionario” con pennichella pomeridiana.
Oggi Rauti è il suocero del sindaco di Roma. Poi, con il primo “sdoganamento” (quello politico di Craxi, non quello da supermercato di Berlusconi), arrivarono i posti nelle società comunali, il sottopotere occultato ma presente, le prebende che facevano tanto socialista.
Con un “Amen” a quelli che, come Beppe Niccolai, sognavano, una classe dirigente che potesse farsi esempio. Perciò “quell’esperimento (quasi) riuscito di Destra comunitarista, libertaria, militante, non occidentale, creativa e persino anche musicale” non riuscì. Non poteva riuscire. C’era Almirante con la sua “palude dorotea”; c’era la corrente lottizzatrice di posti dentro il partito dei Gasparri, della “premiata antica famiglia Larussa” e di quelli che squittivano e si spellavano le mani per ogni dittongo del capo. Propio come oggi per il ” Dapporto di Arcore”. Sono stato vaccinato da Pino Romualdi contro il culto della personalità. Davanti alle “piazze del Popolo” stracolme e osannanti, riempite, come sussurrava sottovoce Giorgio, “senza nemmeno le cartoline precetto come faceva LUI”. Continuava a dirmi che gli era largamente bastato averne seguito uno solo di uomo nella sua vita. Che di piazze ne aveva riempite molte, ma non aveva avuto sempre ragione, anzi!
Prima o poi, per fortuna, il berlusconismo finirà, senza bisogno dell’intervento di qualche pronipote di Bresci; o, forse, visti i risultati elettorali di oggi, perché stiamo per entrare nella fase jugoslava del nostro destino di popolo; una fase pericolosa ma, temo, necessaria per una società che si è invigliacchita nell’egoismo sociale piuù indecente. Per questo non strepisco a sentire la definizione “Destra – Destra”. Dov’è, dove si annida, dove pensa, dove scrive, quali segnali di vita manifesta? Dentro il Pdl? Con Bondi, Verdini, Cicchitto e Larussa? O con “Capezzolone”? In Sicilia? Nel Lazio? In Calabria? In Campania? O in Lombardia con la nota “associazione per delinquere di stampo cattolico”?
E nemmeno, caro Pietrangelo, mi commuovo per qualche conato comunitaristico di qualche bravo e colto (lo so che ce ne sono) ragazzo della Lega. Non butto una patria, per quanto sputtanata e sbrindellata, per costruirne una bonsai neppure troppo pulita. Sono troppo convintamente ateo-spiritualista per prendermela con le religioni degli altri, né desidero alabame di alcun tipo. Per “fare futuro”, paradossalmente, bisognerebbe prima “fare passato”; quello di Tarchi e dei suoi amici degli anni ’70, appunto. Io l’ho fatta finalmente finita con questa illusione ottica, con questo fuoco fatuo, con questa finzione televisiva che è la destra, espressione giusta dell’Italia più mediocre. Poi, terminata la sbornia berlusconiana (democrazia, democrazia quanti crimini in tuo nome!), si vedrà. Nel frattempo mi metto alla “SINESTRA”.
Un abbraccio, Tomaso Staiti
il carso e le apuane.....
Quando ti fa comodo sei di una brevità che spaventa. Poi scusa, il signor Tomaso ha solo qualche anno più del premier...
Solo che mette i brividi essere governati dalla Santanchè, Calderoli, La Russa e gasparri e pensa che da questi brutti ceffi se ne sono addirittura allontanati Bocchino e Fini!!!!
il carso e le apuane.....
Hei, bel tomo, la politica non è fatta di attacchi personali. Se non ti sono simpatici son cazzi tuoi.
Ti ricordo che stai parlando di gente che è stata eletta regolarmente, che sta nella maggioranza e sta facendo il suo mestiere.
Chi non la pensa come loro ha tutto il diritto di criticare, ma non quello di insultare.
Inoltre ti rammento che la minoranza ha un solo compito politico: quello di non contare un cazzo fino a quando non diventa a sua volta maggioranza.
Brutto ceffo sarai tu.