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Dedicata ad entrambi. Ne avete bisogno. Parlatene insieme con il neurologo e poi andate finalmente fuori dai coglioni, rifiuti sociali.
CURA DELLA DEMENZA
MALATTIE E DISTURBI MENTALI > DEMENZA E ALZHEIMER
Le persone affette da demenza devono essere seguite regolarmente da un medico, che tenga sotto controllo l'avanzamento della malattia e curi le eventuali altre malattie. Inoltre, medici e altro personale sanitario possono aiutare e assistere i pazienti e le loro famiglie.
Le cure non farmacologiche hanno lo scopo di aiutare i pazienti e le persone che se ne prendono cura (caregiver) a gestire la progressiva riduzione delle capacità dei pazienti e lo stress che ciò provoca; ad esempio suggerendo il modo di gestire i problemi comportamentali, quali il girovagare senza meta e l'agitazione. È importante fornire il supporto necessario ai caregiver, perché il carico dell'assistenza col tempo comporta rischi di depressione, ansia e malattie fisiche. Queste terapie possono migliorare le condizioni sia dei pazienti sia dei caregiver.
Aiutare i pazienti a gestire i problemi di memoria e intellettivi può migliorare le loro capacità negli stadi iniziali della malattia. Ad esempio, prendere l'abitudine di usare 'aiuti' per la memoria (quali pro-memoria e appunti scritti) può aiutare le persone affette da demenza lieve.
La psicoterapia (terapia con colloqui) si è rivelata utile per i pazienti che sono anche depressi. Un tipo di psicoterapia tenta di aiutare i pazienti ad affrontare la depressione, alleviando le loro difficoltà nei confronti del mondo esterno. Un altro tipo, la terapia comportamentale, aiuta i caregiver a identificare, pianificare e incoraggiare le attività piacevoli per i pazienti (come fare una passeggiata) per migliorarne l'umore. La terapia comportamentale consente di alleviare i sintomi depressivi sia nei pazienti sia in coloro che li assistono.
Nessuna cura è in grado di fermare la progressione della demenza. Tuttavia, la scoperta che l'acetilcolina è deficitaria nel cervello dei malati di Alzheimer ha condotto alla possibilità di compensare questo deficit con i farmaci. Esistono oggi le prospettive di ritardare la comparsa della malattia, rallentarne la progressione e alleviare i sintomi cognitivi dei pazienti nelle fasi iniziali e intermedie della malattia. Negli ultimi anni sono stati ottenuti risultati soddisfacenti con alcuni farmaci, noti con il nome di inibitori delle colinesterasi (fisostigmina, tacrina, metrifonato, donezepil, rivastigmina e galantamina). Questi farmaci bloccano l'azione dell'enzima che scompone l'acetilcolina. Il trattamento basato su questi farmaci riesce a ridurre i problemi cognitivi (concentrazione, memoria e ragionamento) e quelli relativi allo svolgimento delle attività della vita quotidiana.
Alcuni farmaci possono aiutare a tenere sotto controllo i sintomi comportamentali della malattia di Alzheimer come l'insonnia, l'agitazione, il girovagare, l'ansia e la depressione. Curare questi sintomi rende la vita dei pazienti più tollerabile e facilita il compito alle persone che li assistono. I sintomi comportamentali vengono curati soprattutto con farmaci utilizzati in altri disturbi psichiatrici, come gli antipsicotici e gli antidepressivi.
FONTE: CE.SI.D.EA 2009
A cura del dott. Vito Fabio Paternò consulente presso l'Ospedale San Raffaele di Milano
A causa del fetore che emanano, hanno promesso che lasceranno il forum...
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MALATTIE E DISTURBI MENTALI > DEMENZA E ALZHEIMER
Le persone affette da demenza devono essere seguite regolarmente da un medico, che tenga sotto controllo l'avanzamento della malattia e curi le eventuali altre malattie. Inoltre, medici e altro personale sanitario possono aiutare e assistere i pazienti e le loro famiglie.
Le cure non farmacologiche hanno lo scopo di aiutare i pazienti e le persone che se ne prendono cura (caregiver) a gestire la progressiva riduzione delle capacità dei pazienti e lo stress che ciò provoca; ad esempio suggerendo il modo di gestire i problemi comportamentali, quali il girovagare senza meta e l'agitazione. È importante fornire il supporto necessario ai caregiver, perché il carico dell'assistenza col tempo comporta rischi di depressione, ansia e malattie fisiche. Queste terapie possono migliorare le condizioni sia dei pazienti sia dei caregiver.
Aiutare i pazienti a gestire i problemi di memoria e intellettivi può migliorare le loro capacità negli stadi iniziali della malattia. Ad esempio, prendere l'abitudine di usare 'aiuti' per la memoria (quali pro-memoria e appunti scritti) può aiutare le persone affette da demenza lieve.
La psicoterapia (terapia con colloqui) si è rivelata utile per i pazienti che sono anche depressi. Un tipo di psicoterapia tenta di aiutare i pazienti ad affrontare la depressione, alleviando le loro difficoltà nei confronti del mondo esterno. Un altro tipo, la terapia comportamentale, aiuta i caregiver a identificare, pianificare e incoraggiare le attività piacevoli per i pazienti (come fare una passeggiata) per migliorarne l'umore. La terapia comportamentale consente di alleviare i sintomi depressivi sia nei pazienti sia in coloro che li assistono.
Nessuna cura è in grado di fermare la progressione della demenza. Tuttavia, la scoperta che l'acetilcolina è deficitaria nel cervello dei malati di Alzheimer ha condotto alla possibilità di compensare questo deficit con i farmaci. Esistono oggi le prospettive di ritardare la comparsa della malattia, rallentarne la progressione e alleviare i sintomi cognitivi dei pazienti nelle fasi iniziali e intermedie della malattia. Negli ultimi anni sono stati ottenuti risultati soddisfacenti con alcuni farmaci, noti con il nome di inibitori delle colinesterasi (fisostigmina, tacrina, metrifonato, donezepil, rivastigmina e galantamina). Questi farmaci bloccano l'azione dell'enzima che scompone l'acetilcolina. Il trattamento basato su questi farmaci riesce a ridurre i problemi cognitivi (concentrazione, memoria e ragionamento) e quelli relativi allo svolgimento delle attività della vita quotidiana.
Alcuni farmaci possono aiutare a tenere sotto controllo i sintomi comportamentali della malattia di Alzheimer come l'insonnia, l'agitazione, il girovagare, l'ansia e la depressione. Curare questi sintomi rende la vita dei pazienti più tollerabile e facilita il compito alle persone che li assistono. I sintomi comportamentali vengono curati soprattutto con farmaci utilizzati in altri disturbi psichiatrici, come gli antipsicotici e gli antidepressivi.
FONTE: CE.SI.D.EA 2009
A cura del dott. Vito Fabio Paternò consulente presso l'Ospedale San Raffaele di Milano