Ricevo e inserisco sul forum
E-mail, 29 Agosto 2006
Mitt. Prof. Albina Colella, Università di Basilicata
Gentile dott. Bolognetti,
ammiro il suo impegno civile nella denuncia del malaffare di
certi comitati e nel clientelismo partitocratico che danneggia
la Basilicata non facendola crescere, denuncia molto più decisa di quella di
certa tiepida opposizione.
Ho deciso pertanto di raccontarle quello che è accaduto nel mio caso,
sperando che lei ne sappia fare buon uso.
Le invio il testo della denuncia che ho presentato a carico
dell'amministrazione universitaria lucana, e soprattutto dei rettori uscenti
ed entranti Lelj Garolla di Bard (DS)e A. Tamburro (Rifondazione Comunista)
che hanno occultato la malagestione dei progetti europei di ben 7
dipartimenti, tra cui i loro(!).
Questi non sono stati in grado di essere collaudati dalla Regione Basilicata
ai tassativi 24 mesi, e sembra che dopo anni alcuni non lo siano ancora,
per motivi gravi, cioè o per mancanza di giustificativi di spesa o perchè i
risultati sono stati ritenuti una mera rassegna stampa dell'esistente.
Ci si chiede: e allora come sono stati spesi centinaia di migliaia di euro?
Non solo, ciò ha causato gravissimi danni all'Ateneo lucano, per il mancato
rientro nelle sue casse dei soldi anticipati per l'avvio di tali progetti e
Distratti da altri capitoli di spesa: tutto ciò è stato accuratamente
occultato.
La Regione Basilicata, infatti, trasferiva i finanziamenti dei progetti ai
beneficiari solo dopo l'approvazione delle rendicontazioni contabili
trimestrali e subito dopo il collaudo finale.
I mancati collaudi hanno causato un ammanco nelle casse dell'Ateneo di ben
2.000.000,00 euro, che ha contribuito all'esercizio provvisorio 2005, per
tamponare il quale hanno usato i soldi dell'alta formazione degli studenti
di Scienze Geologiche (592.000,00 euro !)contro il parere dei docenti.
Su questa malagestione ho fatto fare una interrogazione consiliare
nell'estate 2004 (vedi allegato), ma il Presidente Bubbico non ha fornito
alcun chiarimento, nonostante la Regione sia organo di controllo della spesa
dei fondi europei, per giunta mentendo e dicendo che tutto era a posto,
mentre non lo era affatto. Nel 2005 ci sono state interrogazioni sulla
stampa, e anche del sign. Di Gilio, ma anche qui non è arrivata alcuna
risposta dai probiviri A. Tamburro e Lelj Garolla, coloro che mi hanno
denunciato.
Alcuni mesi fa ho presentato la denuncia che le allego, e l'amministrazione
dell'Unibas e alcuni dirigenti regionali sono indagati nel Proc. Pen.
n.1381/06 mod.21. a cura del dott. Woodcock (di cui le invio copia).
Di questo procedimento vedo che non se ne parla ancora sulla stampa come sta
accadendo per i fondi UE per l'Agricoltura; mi chiedo perchè.
Perchè ci sono in ballo i rettori di quell'Università (definita la "puttana
di tutti" da quegli illustri accademici che se la sono svignata il più
presto possibile, dove lavorano politici, parenti di politici,
di dirigenti regionali, di consiglieri e quant'altro?
Perchè in questa vicenda sono coinvolti illustri personaggi, come i Revisori
dei Conti, o il rappresentante del Prefetto in Consiglio di Amministrazione,
e quant'altro? Spero di no.
Questa è la prima parte della storia; prossimamente la informerò di quello
Che i comitati d'affari comunisti che gestiscono i fondi europei
sull'Ambiente sono stati capaci di fare con me e perchè la Basilicata non
può crescere.
Cordiali saluti
Albina Colella
RELAZIONE
del Procuratore regionale
MICHELE ORICCHIO
per l’inaugurazione dell’anno giudiziario 2007
della Corte dei Conti
in Basilicata
Potenza 12 febbraio 2007
Presidente
Dott. Adriano Festa Ferrante
Procura regionale della Basilicata della Corte dei Conti
Ci sentiamo di affermare con un pizzico di orgoglio che innanzi alla Giustizia contabile, ed in particolar modo in Basilicata, si respira un’aria diversa e, pertanto, questa cerimonia può permettersi anche di elevarsi al di là degli affanni quotidiani costituiti dall’esame dell’attività giudiziaria svolta, per sollecitare una serena riflessione collettiva sul generale funzionamento delle Istituzioni e della pubblica Amministrazione nel nostro Paese e in Basilicata in particolare, nonché sul relativo rapporto costi-benefici: argomento questo divenuto di particolare attualità negli ultimi tempi in quanto oggetto di confronto politico e dottrinario foriero di immediate ricadute sulla quotidianità di tutti i cittadini.
Del resto in un recente saggio del Prof. Nicola Rossi dal titolo “Mediterraneo del nord” si dimostra come nell’ultimo decennio l'Italia ha formalmente cambiato approccio al problema del Mezzogiorno, eppure qui ha speso ben 120 miliardi di Euro con le ricadute occupazionali e di sviluppo che ognuno di voi potrà valutare !
Sicchè credo che ci sia davvero poco da gioire per il fatto che alcune regioni italiane, fra cui la Basilicata, rimangano ancora nel novero delle regioni ricomprese nell’”Obiettivo 1” dell’Unione Europea nonostante i fondi strutturali quivi copiosamente riversati !....
....In Basilicata la locale Sezione resta ancora in attesa di potersi avvalere dei due esperti di nomina regionale previsti dall’art.7 della legge n.131 richiamata e ,comunque, nel decorso anno , si è segnalata per avere emesso 35 deliberazioni di cui:
due in sede di controllo preventivo di legittimità;
quattro pareri in sede di funzione consultiva (tutti, peraltro, di inammissibilità);
ventidue pronunce ai sensi dell’art.1 comma 166 della legge n.266 del 2005;
sette delibere di controllo sulla gestione di cui 2 di programma, 3 consequenziali a delibere adottate negli anni precedenti e due all’esito di indagini svolte sulla base di programmi precedentemente adottati.
Particolarmente importanti sono queste due ultime delibere: la n.8 del 19 ottobre 2006 ha recato l’approvazione del referto relativo al “ monitoraggio ed analisi degli elementi acquisiti in ordine alla sana gestione finanziaria, ai controlli interni ed all’affidamento di incarichi di studio o di ricerca, ovvero di consulenza a soggetti estranei all’Amministrazione nell’ambito degli enti locali aventi sede nella regione Basilicata“. Si tratta di un lavoro completo ed interessante in quanto offre uno spaccato realistico del funzionamento della Pubblica amministrazione in Basilicata nonostante le denunciate incompletezze e gravi insufficienze riscontrate nei dati forniti e le incomplete trasmissioni degli atti richiesti .
Particolarmente deplorevole appare l’atteggiamento di numerosi comuni (Atella, Avigliano, Calvera, Castelluccio Superiore,Cersosimo, Corleto Perticara, Ginestra, Lagonegro, Lauria, Marsico Nuovo, Noepoli, Palazzo san Gervasio, Pesopagano, Rionero in Vulture, Rotonda, San Chirico Nuovo, San Paolo Albanese, Savoia di Lucania, Senise, Viggianello e Pomarico ) delle Comunità montane Alto Sinni, Val Sarmento e Collina materna che, si apprende dalla relazione, non hanno ritenuto di dover fornire alcuna tempestiva risposta alla note istruttorie loro inviate dalla Sezione.
Con la deliberazione n.35 del 22 dicembre 2006 la Sezione ha poi approvato il referto “sulla gestione finanziaria della Regione Basilicata nell’esercizio finanziario 2005, con particolare riferimento agli equilibri di bilancio, all’indebitamento ed al rispetto del patto di stabilità interno.
Il referto de quo conclude in maniera soddisfacente per quanto attiene al rispetto dei limiti quantitativi di indebitamento e dell’equilibrio di bilancio ma evidenzia un aumento delle spese correnti a fronte di una contrazione di quelle per il personale e un netto aumento delle spese per collaborazioni coordinate e continuative e per contratti interinali.
Si segnala, altresì, che la regione non ha inviato alcuna specifica documentazione in ordine alle misure consequenziali adottate a seguito del ricevimento dei precedenti referti sulla finanza regionale...
...Dobbiamo però anche annotare che nonostante l’erogazione dal 2000 al 2006 di 18 milioni di euro da parte della regione in attività di incentivazione e formazione relativa al polo materano dei salotti si sono persi in quel settore ben 1500 posti di lavoro....
Inoltre nonostante la previsione contenuta nella legge n.29 del 16.11.2005 di riduzione del numero degli enti sub-regionali (il cui costo -secondo fonti del Sole 24 Ore- supera i 20 milioni di euro annui), con la legge n.11 del 14 luglio 2006 il Consiglio regionale ha provveduto alla soppressione solo del Comitato regionale di controllo, del Consiglio regionale dell’Economia e del Lavoro, dell’Istituto Nitti e dell’Ente Basilicata Lavoro.
Sicchè dalla lettura dell’annuario regionale del 2007 si rileva l’esistenza - quali organi consultivi e di partecipazione - del Difensore civico regionale, del Co.Re.Com., della Commissione delle Pari opportunità, dell’Associazione ex consiglieri, della Commissione per i Lucani all’Estero e della Consulta per i minori..
Oltre alla regione e agli enti territoriali tradizionali (comuni e province) dall’istruttiva lettura dell’opuscolo si apprende che operano altresì in Basilicata ben 14 comunità montane, una A.A.T.O., Acqua s.p.a., l’Acquedotto lucano s.p.a., l’A.R.D.S.U., l’A.R.P.A.B., l’A.T.E.R., l’Autorità di bacino per la Basilicata,il Comitato di coordinamento istituzionale per le politiche del lavoro,, il Consorzio Alta Val d’Agri,, il Consorzio Bradano e Metaponto, il Consorzio di bonifica Vulture-Alto Bradano, l’Ente parco archeologico storico-naturale delle chiese rupestri del Materano, l’Ente parco delle piccole dolomiti lucane, l’Ente Parco Nazionale del Pollino, l’Istituto zooprofilattico di Puglia e Basilicata, la Metapontum agrobios s.r.l.
Sicchè abbiamo appreso dai giornali che agli inizi del novembre ultimo scorso il Consiglio regionale ha provveduto ad effettuare ben 102 nomine in questi ed altri comitati regionali.
Verrebbe da pensare che con tutti questi enti ed amministratori la cura dell’interesse pubblico sia assicurata! Eppure si può dire che non v’è alcuno di essi che non sia interessato da indagini di questa Procura sollecitate da cittadini ed associazioni locali che vedono in essi un costo certo ed una utilità incerta e chiedono di verificarne il “buon andamento”!.
Iniziano poi a divenire consistente anche in Lucania il fenomeno delle società a partecipazione totalitaria o prevalente pubblica che richiamano alla memoria tutti i vizi e le poche virtù delle vecchie partecipazioni statali e che sono state definite dal presidente dell’Autorità Garante della Concorrenza “forme di neosocialismo municipale”.
Anche quest’anno è rimasto senza convincenti risposte legislative l’interrogativo contenuto in un interessante saggio pubblicato ormai alcuni mesi or sono da due Senatori della Repubblica e così riassumibile: “come è potuto accadere che dopo tangentopoli, siano cresciuti in modo ormai insostenibile i costi della Pubblica amministrazione e nel contempo si sia impoverita la qualità della democrazia?”
Il fenomeno così denunciato, a valenza nazionale e locale trova, ad avviso di questo requirente, la causa fondamentale nella dissennata politica di proliferazione degli enti pubblici , divenuti ben presto centri di spesa dotati di autonomia decisionale sempre più ampia e, per questo, sempre più insofferenti a qualsiasi forma di controllo con conseguente moltiplicazione quasi fisiologica delle possibilità (colpose o dolose) di cattiva amministrazione e di sperpero di danaro pubblico .
Siamo, dunque, davvero lontani dalla previsione costituzionale che, è sempre bene ricordare, ha valore precettivo secondo la quale “i pubblici uffici sono organizzati secondo disposizioni di legge in modo che siano assicurati il buon andamento e l’imparzialità dell’Amministrazione”.
Conferma di ciò si ricava dall’esame delle principali patologie o disfunzioni portate all’attenzione di questa Procura regionale:
a) Costruzione di opere pubbliche inutilizzate, esorbitanti le reali esigenze, o con costi finali eccessivi rispetto a quelli preventivati;
b) Debiti fuori bilancio specie a seguito di sentenze di condanna del giudice civile; talvolta sono stati finanziati attraverso mutui anche quelli derivanti da spese non d’investimento, condotta sanzionabile ai sensi dell’ art. 30 comma 15 della L.289/2002;
c) Disinvolto utilizzo di beni pubblici, cattiva cura degli stessi, acquisto a costi eccessivi e loro sottoutilizzazione,
d) Erogazioni di provvidenze economiche indebite a favore dei c.d. falsi invalidi;
e) Ricorso eccessivo a consulenze e convenzioni esterne specie in materia legale e sanitaria senza previo vaglio delle professionalità interne;
f) Affidamento crescente di servizi pubblici in outsorcing; notevole il fenomeno delle cooperative sociali con costi crescenti a fronte della dichiarata natura di ONLUS di tali organismi;
g) Mancanza di tempestivi controlli nella utilizzazione di provvidenze pubbliche anche comunitarie (L.488/1992 ).
h) Appropriazione di somme di danaro dell’Amministrazione da parte di suoi dipendenti “infedeli” (scuole, enti locali, ASL ).;
i) Discutibili procedure di assunzione, affidamento di funzioni dirigenziali e progressioni verticali.
...Stimolanti sono state anche le segnalazioni e sollecitazioni provenienti dal mondo dell’informazione locale e nazionale: fra le tante meritano menzione le ipotesi di mala gestio da parte dell’Università della Basilicata (dalle serre costruite ed inutilizzate alle molteplici progressioni in carriera) o di patti territoriali (mulino-pastificio Cerere di Matera che nato e finanziato con danaro pubblico per produrre pasta con grano locale di alta qualità (sen. Cappelli), sta subendo una trasformazione tale da farlo rientrare in un circuito industriale di produzione di farina e pasta commerciale.
Può affermarsi, dunque, senza tema di smentita che anche a seguito dell’intervenuto e mai sufficientemente deprecato smantellamento di tutti gli organi di controllo sugli atti delle pubbliche amministrazioni locali, la Procura della Corte è emersa come il “front-office” cui ci si rivolge a difesa della legalità ed economicità dell’azione amministrativa, concetti questi sinergici e non antitetici contrariamente a quanto da taluni apoditticamente affermato negli anni scorsi.
...L’azione ad ampio raggio posta in essere dalla Procura nel 2006 può essere esemplificata attraverso il richiamo del contenuto di alcune delle citazioni prodotte: una ha riguardato- ancora una volta- amministratori e dipendenti del comune di Potenza per debiti fuori bilancio derivanti da sentenze di condanna per espropriazioni illegittime (“Macchia Giocoli”) ; una è stata emessa nei confronti di amministratori dell’ASL di Matera per l’acquisto di un costoso macchinario per la risonanza magnetica mai utilizzato altra citazione ha riguardato un’ipotesi di danno conseguente alla destituzione del direttore generale dell’ASL n.1 di Venosa, per la tacitazione delle cui pretese risarcitorie sono stati pagati ben €.90.000, v’è quella relativa a costosi incarichi di consulenza a professionisti esterni da parte del comune di Rionero in Vulture, quella relativa all’approvazione del piano urbano traffico con attribuzione indebita di incentivi ex lege 109/1994 al personale interno al comune di Matera; quella relativa ad indebite percezioni di indennità di missione da parte del sindaco p.t. del comune di Banzi.
Egualmente significativa è stata l’attività d’indagine posta in essere nei confronti delle Commissioni mediche resesi responsabili del riconoscimento di percentuali invalidanti superiori a quelle effettivamente spettanti, degli eventuali responsabili di lungaggini processuali sfociate in condanne dello Stato al pagamento di varie somme a titolo di indennizzo ex lege “Pinto”, nonché quelle relative alla legittimità del riconoscimento di debiti fuori bilancio da parte degli enti locali.
...Gli esempi riferiti offrono un significativo anche se non esaustivo specimen delle cattive gestioni di danaro pubblico in Lucania: essi rappresentano solo una parte dell’attività posta in essere dalla Procura cioè dai due magistrati che presso di essa operano e che, peraltro, nell’esercizio delle proprie funzioni incontrano difficoltà di ogni genere .
...Nel rapporto EURISPS 2007 si legge poi che “il nostro paese somiglia sempre di più ad un paese feudale, caratterizzato da un coacervo di istituzioni, usanze, consuetudini e prassi “preter legem” che lo allontanano da quei canoni di legalità ed efficienza voluti dalla nostra Costituzione e resi necessari dalla competizione europea e dalle sfide della globalizzazione.
E’ auspicabile, dunque, che cessi il processo di svuotamento o, peggio, di delegittimazione delle Istituzioni fondanti della Repubblica a vantaggio dei più disparati organismi amministrativi sottoposti all’esecutivo di riferimento e composti da personale di nomina fiduciaria!
...Si ha l’impressione che l’abrogazione costituzionale del controllo esterno di legittimità abbia radicato il convincimento che la conformità legale dell’azione amministrativa non sia più un valore condiviso e un compito istituzionale di amministratori e dipendenti pubblici ma una competenza delle procure ordinaria e contabile!
...sulla Gazzetta Ufficiale del 2 novembre 2006 è stato pubblicato il DPCM 12.9.06 con il quale è stato costituito (l’ennesimo costoso) comitato interministeriale, questa volta “per l’indirizzo e la guida strategica delle politiche di semplificazione e di qualità della regolazione “che ancora una volta finirà per eludere il problema di fondo e cioè che i livelli di governo del territorio sono francamente troppo pochi e ognuno di essi può trasformarsi in un occasione di spreco di danaro pubblico,mentre l’OCSE insiste sul fatto che senza un centro motore unitario al massimo livello politico ogni sforzo di razionalizzazione della P.A. è destinato al fallimento!
...Invero l’esigenza di monitorare la finanza pubblica e contrastare efficacemente i fenomeni di “mala gestio” non costituisce una novità ma è semplicemente divenuta più pressante in questi ultimi anni in cui si è costatato che l’aumento esponenziale del disavanzo pubblico è stato anche la conseguenza della moltiplicazione incontrollata dei centri di spesa che si è registrata in contemporanea alla enfatizzazione della autonomia decisionale degli stessi.
Potenza, 12 febbraio 2007
IL PROCURATORE REGIONALE
Dott. Michele Oricchio
www.lucania.ilcannocchiale.it
Una lettura piuttosto riduttiva.
ciao!
www.lucania.ilcannocchiale.it
Senti Bolognetti, non mi fare incazzare.
Se non parli in chiaro, ma citi geroglifici su un certo cannocchiale, qui torniamo ai tempi della pugnetta.
Comunque, appurato che, quando vuoi, sei uomo di gusto (e che gusto!), ho cercato di studiare bene il materiale che tu offri con il cannocchiale.
Mi pare di poter concludere che a Latronico, sono tutti Latri biblici, perché si sono appropriati dei fondi messi a disposizione dalla Comunità Europea, specialmente dalla Danimarca. Mi confermi la cosa? Ho visto giusto?
A. coppeto
http://www.radioradicale.it/scheda/209874/intervista-a-maurizio-bolognet...
www.lucania.ilcannocchiale.it
http://www.radioradicale.it/scheda/209874/intervista-a-maurizio-bolognet...
www.lucania.ilcannocchiale.it
ORA, CARO BOLOGNETTTI, SIAMO FINALMENTE D'ACCORDO.
C'è del marcio a Latronico. L'infelice principo Hamlet, s'aggira per le sale del Consiglio comunale, e urla: - Ridatemi Capezzonico!
E se del marcio c'è, e c'era pure prima, come noi ben sappiamo, perchè non hai costretto, in tempo utile, l'assessore fognario, alla manutenzione straordinaria delle cloache?
Ora un fetore pestifero s'aggira per il paese e la peste incombe. Io, nuovo Camus, verrò a trovarvi, ad epidemia conclamata, e vi spiegherò che la causa della pestilenza è dipesa dai topi, che hanno mangiato troppo formaggio?
Ignavi, perché non chiudeste le vostre dispense e deste cacio perfino ai topi?
A. coppeto
Unibas e dintorni
da Il Mondo, 29 Giugno 2007
Al Palio di Siena tra vip e veline della malauniversità

http://www.ilsensodellamisura.com/quelli_delluva_puttanella/index.html
www.lucania.ilcannocchiale.it
Signore e signori,
ho il piacere di annunciarvi la presenza, tra di noi, di Hamlet, l'infelice principe di Latronico.
A. coppeto
Da Il Quotidiano della Basilicata, 19/06/2007
DI FABIO AMENDOLARA
INDAGINI SU RIFIUTI E UNIVERSITA'
ACQUISITI ATTI NEL DIPARTIMENTO ATTIVITA' PRODUTTIVE DELLA REGIONE BASILICATA
www.lucania.ilcannocchiale.it
da Radio Radicale.it, 28 Ottobre 2006
http://www.radioradicale.it/scheda/209874/intervista-a-maurizio-bolognet...
www.lucania.ilcannocchiale.it
:!:
www.lucania.ilcannocchiale.it
:!:
www.lucania.ilcannocchiale.it
Pugnetta, è inutile che ti ammanti di tutti questi orpelli accademici: tu, latro sei, e latro, rimani!
di Elisabetta Burba
17/6/2005
La chiamano «flessicurezza»: un mix virtuoso tra flessibilità del lavoro (si assume e si licenzia a piacere) e sicurezza sociale. A Copenaghen funziona. Così bene che molti vorrebbero copiare.
http://www.panorama.it/europa/unione/articolo/ix1-A020001031354
Rettifica topic:
Università di Basilicata..."C'è del marcio in basilicata?" :roll:
Pugnetti, mica bisogna andare così lontano... Basta fermarsi a Latro, senza procedere per il Nico, ridente contrada dell'Impotentinate!
Carovigno, 16.01.2007
Al PM E. Woodcook
Procura della Repubblica
Tribunale di Potenza
Via N. Sauro 71
85100 Potenza
Al Procuratore Regionale presso la Sezione Giurisdizionale della Corte dei Conti per la Basilicata
Viale del Basento 78
85100 Potenza
Oggetto: seconda integrazione alla denuncia relativa al Proc. pen. n. 1381/06 mod.21 (dr. De Luca) e/ Amministratori Università della Basilicata ( per artt. 323 -328 c.p. acc. in Potenza con denunzia del 27/4/06) e Funzionari Regione Basilicata (per art. 328 c.p. acc. in Potenza con denunzia del 27/4/06) in danno dell'Università degli Studi di Basilicata.
Gentile dott. Woodcook,
allegata è la risposta della Commissione Europea (doc.1, alleg. 1 - 6 ) all’esposto del 04-10-2005 che ho inviato al Commissario per le Politiche Regionali Danuta Hubner sulla gestione dei fondi europei 1994-99 dell’Unibas, e che dà conferma delle irregolarità da me a suo tempo segnalate nella denuncia di cui in oggetto. Purtroppo ne ho potuto prendere visione solo poco tempo fa con un ritardo di circa un anno, grazie al consigliere regionale Di Sanza, poiché per errore la Commissione Europea invece di inviare tale risposta al mio domicilio (sono ancora sospesa), l’ha inviata alla sede centrale dell’Università, dove non hanno provveduto a farmela recapitare.
La risposta della Commissione Europea documenta che ci sono state irregolarità talmente gravi da obbligarla a non concedere più il previsto cofinanziamento europeo (corrispondente al 60% del finanziamento totale; doc. 2) ad alcuni dei 22 progetti POP-FESR (Programma Operativo Plurifondo) 1994-99 Misura 9.4 dell’Unibas, con i conseguenti danni all’erario (per il mancato introito di tali fondi) e alla comunità accademica e studentesca dell’Ateneo lucano per il mancato rientro o tempestivo rientro dei fondi anticipati dall’Università e stornati da altri capitoli di bilancio (doc. 3). La risposta europea documenta che i progetti con le più gravi irregolarità sono quelli del rettore A. Tamburro, dell’ex rettore F. Lelj Garolla (del Dipart. Di Chimica) e del prof. S. Vellante (del DITEC).
I progetti POP-FESR della Misura 9.4 “Ricerca, Sviluppo e Innovazione” si sono svolti in due trienni (doc. 4, 5): nel 1° triennio, 1997-99, sono stati finanziati 12 progetti di cui 8 all’Unibas, approvati con D.G.R. n. 224/96 del 27/02/1996, tra cui rientrano quelli dei proff. Tamburro e Lelj Garolla (doc. 4, doc. 1 alleg. 1 e 2). Nel 1999, tramite il bando regionale del 09.06.1999 (doc. 6), sono stati attivati altri progetti del 2° triennio 1999-2001, di cui 14 all’Unibas, tra cui rientra quello del prof. S. Vellante (doc. 4, 1 alleg 3).
Come risulta dalla risposta della Commissione Europea (doc. 1 alleg. 5) e quella allegata della Regione Basilicata (doc. 1 alleg. 4), il progetto n. 3 alleg. 2 (doc.1 alleg. 4 e 2 ; “Metodi non convenzionali di difesa di colture…”) è quello del prof. Tamburro del 1° triennio (1997 -1999), che ha perduto il cofinanziamento europeo perché non ha presentato i documenti contabili per l’accertamento finale della spesa (collaudo) entro i tassativi 24 mesi del progetto (che partivano dalla data di concessione del finanziamento che era il 13.12.1996 - D.G.R. di approvazione N° 8560; vedi doc. 4), come previsto dalle determinazioni dirigenziali di concessione del finanziamento (doc. 7, 6). Quel che è più grave è che questi documenti non sono stati presentati neanche entro il 31.12.2001, scadenza ufficiale dell’intero programma POP-FESR (doc. 8), né fino all’ottobre 2006 (doc. 9 ), quando sulla stampa sono apparse le prime denunce pubbliche di tale gestione.
Il progetto n. 14 alleg. 3 (doc.1-alleg.4 e 3) è quello del prof. S. Vellante (del 2° triennio; 1999-2001; “Sviluppo delle risorse endogene…..”), che ha perduto il cofinanziamento europeo perché la Regione Basilicata per ben 5 anni non ha ritenuto accertabili le spese sostenute (si dice che i risultati siano stati ritenuti dalla Regione una mera rassegna stampa dell’esistente).
Il progetto n. 3 alleg. 1 (doc. 1 alleg. 4 e 1: Potenziamento con nuove apparecchiature…) è quello dell’ex rettore
Lelj Garolla (1° triennio; 1997-1999; doc.1 alleg. 3), che ha perduto parte del cofinanziamento europeo ed è stato liquidato in parte all’Unibas perché egli non ha presentato entro i 24 mesi parte della certificazione contabile di spesa, integrandola molto tempo dopo (a noi risulta dopo ben 6 anni, nel 2005). Il doc. 1-alleg. 1 illustra come la Regione Basilicata e la Commissione Europea abbiano certificato e liquidato solo 1.116.471.838 lire del finanziamento totale che era 2.000.000.000 di lire.
Purtroppo la Commissione Europea non ha fornito risposte sugli altri progetti, delegando il resto delle informazioni alla Regione Basilicata. Ma come si evince dal doc. 3, l’ammanco di euro 1.982.306,75 nelle casse dell’Ateneo nel 2004 non è dovuto solo alle mancate restituzioni degli anticipi dei progetti dei prof. Tamburro, Lelj Garolla (Dip. di Chimica) e Vellante (DITEC), che sono comunque i più gravi, ma anche a quelli di altri progetti che non si sono conclusi contabilmente nei previsti 24 mesi e hanno continuato per anni a ricevere dalla Regione Basilicata acconti di spesa con residui perenti amministrativi (doc. 14 a-d).
Quanto su esposto e gli allegati documentano in maniera inequivocabile:
1) che ci sono state irregolarità nella gestione dei progetti europei 1994-99 dell’Unibas talmente gravi da causare le sanzioni della Commissione Europea;
2) i danni all’erario per la perdita dei contributi comunitari a causa delle suddette irregolarità;
3) i danni all’Ateneo lucano e alla comunità accademico-studentesca per la mancata e/o tardiva restituzione degli anticipi concessi per l’avvio dei progetti suddetti e stornati da altri capitoli di bilancio (doc. 3). Ciò è avvenuto per giunta in un periodo di crisi finanziaria che ha portato: a) all’esercizio provvisorio 2005 (doc. 18), b), a dover distrarre i fondi dell’alta formazione didattica degli studenti di Scienze Geologiche (592.000,00 euro di una Scuola di Geologia e Sismologia) per tamponare la grave situazione finanziaria, privando gli studenti dei fondi loro attribuiti dal Ministero dell’Università e di una importante opportunità didattica (doc. 10); c) a non garantire le attività istituzionali dei docenti, arrivando a decurtare drasticamente gli abbonamenti delle riviste scientifiche della biblioteca, cuore della ricerca (doc. 11), d), a decurtare le assegnazioni annuali per il funzionamento dei dipartimenti (doc. 12), e), a non assegnare nel 2004 i fondi annuali per la ricerca locale ai docenti (doc.12). Ci si chiede in proposito se mai l’Unibas rientrerà in possesso degli anticipi concessi ai progetti incriminati (n.b.: se lo chiedeva anche il direttore amministrativo dell’Unibas, il dott. Cornetta – doc.3), e in caso positivo quali soldi userà o ha usato la Regione Basilicata per liquidare le spese certificate tardivamente dei progetti privati del cofinanziamento europeo;
4) la mancata applicazione da parte dell’Amministrazione universitaria di alcuna misura nei confronti dei responsabili dei danni e la mancata denuncia degli illeciti. Come si evince dal doc. 3 il direttore amministrativo e il Consiglio di Amministrazione erano al corrente dei problemi di questi progetti e della possibilità che alcuni di questi non potessero restituire gli anticipi, come erano al corrente del fatto che il progetto del prof. Vellante non era stato collaudato dalla Regione Basilicata (perdendo il cofinanziamento europeo) perché era stato ritenuto una mera rassegna stampa (e come sono stati spesi i soldi?);
5) la mancata applicazione da parte degli uffici della Regione Basilicata delle sanzioni previste dal documento regionale di concessione del finanziamento, che prevedevano la revoca del finanziamento e la restituzione di tutte le somme anticipate maggiorate degli interessi, nel caso il soggetto attuatore non realizzasse il progetto entro il termine fissato di 24 mesi a partire dalla data di concessione del finanziamento (doc. 5, 13);
6) la violazione da parte degli uffici della Regione Basilicata delle norme sulla conclusione contabile dei progetti entro 24 mesi contenute nel bando dei POP-FESR e nelle determinazioni di concessione dei finanziamenti (Doc. 6 e 7). I doc. 14 a - d testimoniano come gli uffici della Regione Basilicata abbiano continuato a liquidare le spese a progetti che non si erano conclusi (contabilmente) entro i 24 mesi e abbiano continuato a farlo anche dopo la scadenza dell’intero programma POP-FESR (31.12.2001) e fino a 7 anni dopo la scadenza contabile dei progetti. Ad esempio il progetto del prof. Tamburro del 1° triennio (Metodi non convenzionali di difesa di colture…), che doveva terminare all’inizio del 1999 (doc. 4), ha continuato a ricevere liquidazioni intermedie (SAR) dalla Regione Basilicata sin nel 2006 (doc. 14 a); il progetto n. 07 (Studio sulle produzioni vegetali integrate…) del 1° triennio, che doveva terminare all’inizio del 1999 (doc. 4) è stato sottoposto all’accertamento finale di spesa (collaudo) solo nel 2002 e liquidato con residui perenti agli effetti amministrativi (doc. 14 b); il progetto n. 11 (Analisi tipologica e prospettive di sviluppo…) del 1° triennio riceveva il 12° acconto di spesa con residui perenti nel maggio 2001 (doc. 14 c); il progetto n. 9 (Impegno in agricoltura di plastiche innovative…) del 1° triennio ha ricevuto il 7° acconto di spesa nel -----------------------giugno 2001 (doc. 14d).
Particolarmente grave appare l’operato dei rettori A. Tamburro e F. Lelj Garolla nelle loro funzioni di pubblici ufficiali.
1) I rettori A. Tamburro e F. Lelj Garolla e il prof. S. Vellante, hanno commesso le irregolarità che hanno indotto la Commissione Europea a sottrarre il cofinanziamento europeo ai loro progetti e si sono così resi responsabili di danni all’erario per la perdita dei contributi europei e di danni all’Ateneo lucano.
2) I rettori A. Tamburro e F. Lelj Garolla non hanno rispettato l’obbligo di denuncia sancito dalla Sezione I centrale della Corte dei Conti, 31 agosto 2005, N. 266/A, la cui sentenza recita: “L’impiegato pubblico ha il dovere di denunciare tempestivamente alla competente Procura della Repubblica e della Corte dei Conti ogni attività illecita e dannosa, e se si sottrae a tale dovere, risponde in solido dei danni, come se li avesse cagionati”. Costoro non hanno dato risposte sul loro operato e su quello del prof. Vellante, e lo hanno anche occultato omettendo di rispondere a ripetute interrogazioni sulla stampa (doc. 15 a, b, c, d); il prof. A. Tamburro ha dichiarato il falso sulla stampa negando le proprie responsabilità sul collaudo del suo progetto e sulla scadenza dello stesso (doc. 9), ha omesso di rispondere criticamente alle legittime accuse che gli venivano mosse (doc. 16) e ha denigrato pubblicamente l’interlocutrice, intimidendo costei e il giornale con la minaccia di una querela per diffamazione (doc. 17).
Tutto ciò per ogni opportuno provvedimento.
Distinti saluti
Albina Colella
Prof. Ordinario di Geologia, Università della Basilicata
www.lucania.ilcannocchiale.it
Carovigno, 16.01.2007
Al PM E. Woodcook
Procura della Repubblica
Tribunale di Potenza
Via N. Sauro 71
85100 Potenza
Al Procuratore Regionale presso la Sezione Giurisdizionale della Corte dei Conti per la Basilicata
Viale del Basento 78
85100 Potenza
Oggetto: seconda integrazione alla denuncia relativa al Proc. pen. n. 1381/06 mod.21 (dr. De Luca) e/ Amministratori Università della Basilicata ( per artt. 323 -328 c.p. acc. in Potenza con denunzia del 27/4/06) e Funzionari Regione Basilicata (per art. 328 c.p. acc. in Potenza con denunzia del 27/4/06) in danno dell'Università degli Studi di Basilicata.
Gentile dott. Woodcook,
allegata è la risposta della Commissione Europea (doc.1, alleg. 1 - 6 ) all’esposto del 04-10-2005 che ho inviato al Commissario per le Politiche Regionali Danuta Hubner sulla gestione dei fondi europei 1994-99 dell’Unibas, e che dà conferma delle irregolarità da me a suo tempo segnalate nella denuncia di cui in oggetto. Purtroppo ne ho potuto prendere visione solo poco tempo fa con un ritardo di circa un anno, grazie al consigliere regionale Di Sanza, poiché per errore la Commissione Europea invece di inviare tale risposta al mio domicilio (sono ancora sospesa), l’ha inviata alla sede centrale dell’Università, dove non hanno provveduto a farmela recapitare.
La risposta della Commissione Europea documenta che ci sono state irregolarità talmente gravi da obbligarla a non concedere più il previsto cofinanziamento europeo (corrispondente al 60% del finanziamento totale; doc. 2) ad alcuni dei 22 progetti POP-FESR (Programma Operativo Plurifondo) 1994-99 Misura 9.4 dell’Unibas, con i conseguenti danni all’erario (per il mancato introito di tali fondi) e alla comunità accademica e studentesca dell’Ateneo lucano per il mancato rientro o tempestivo rientro dei fondi anticipati dall’Università e stornati da altri capitoli di bilancio (doc. 3). La risposta europea documenta che i progetti con le più gravi irregolarità sono quelli del rettore A. Tamburro, dell’ex rettore F. Lelj Garolla (del Dipart. Di Chimica) e del prof. S. Vellante (del DITEC).
I progetti POP-FESR della Misura 9.4 “Ricerca, Sviluppo e Innovazione” si sono svolti in due trienni (doc. 4, 5): nel 1° triennio, 1997-99, sono stati finanziati 12 progetti di cui 8 all’Unibas, approvati con D.G.R. n. 224/96 del 27/02/1996, tra cui rientrano quelli dei proff. Tamburro e Lelj Garolla (doc. 4, doc. 1 alleg. 1 e 2). Nel 1999, tramite il bando regionale del 09.06.1999 (doc. 6), sono stati attivati altri progetti del 2° triennio 1999-2001, di cui 14 all’Unibas, tra cui rientra quello del prof. S. Vellante (doc. 4, 1 alleg 3).
Come risulta dalla risposta della Commissione Europea (doc. 1 alleg. 5) e quella allegata della Regione Basilicata (doc. 1 alleg. 4), il progetto n. 3 alleg. 2 (doc.1 alleg. 4 e 2 ; “Metodi non convenzionali di difesa di colture…”) è quello del prof. Tamburro del 1° triennio (1997 -1999), che ha perduto il cofinanziamento europeo perché non ha presentato i documenti contabili per l’accertamento finale della spesa (collaudo) entro i tassativi 24 mesi del progetto (che partivano dalla data di concessione del finanziamento che era il 13.12.1996 - D.G.R. di approvazione N° 8560; vedi doc. 4), come previsto dalle determinazioni dirigenziali di concessione del finanziamento (doc. 7, 6). Quel che è più grave è che questi documenti non sono stati presentati neanche entro il 31.12.2001, scadenza ufficiale dell’intero programma POP-FESR (doc. 8), né fino all’ottobre 2006 (doc. 9 ), quando sulla stampa sono apparse le prime denunce pubbliche di tale gestione.
Il progetto n. 14 alleg. 3 (doc.1-alleg.4 e 3) è quello del prof. S. Vellante (del 2° triennio; 1999-2001; “Sviluppo delle risorse endogene…..”), che ha perduto il cofinanziamento europeo perché la Regione Basilicata per ben 5 anni non ha ritenuto accertabili le spese sostenute (si dice che i risultati siano stati ritenuti dalla Regione una mera rassegna stampa dell’esistente).
Il progetto n. 3 alleg. 1 (doc. 1 alleg. 4 e 1: Potenziamento con nuove apparecchiature…) è quello dell’ex rettore
Lelj Garolla (1° triennio; 1997-1999; doc.1 alleg. 3), che ha perduto parte del cofinanziamento europeo ed è stato liquidato in parte all’Unibas perché egli non ha presentato entro i 24 mesi parte della certificazione contabile di spesa, integrandola molto tempo dopo (a noi risulta dopo ben 6 anni, nel 2005). Il doc. 1-alleg. 1 illustra come la Regione Basilicata e la Commissione Europea abbiano certificato e liquidato solo 1.116.471.838 lire del finanziamento totale che era 2.000.000.000 di lire.
Purtroppo la Commissione Europea non ha fornito risposte sugli altri progetti, delegando il resto delle informazioni alla Regione Basilicata. Ma come si evince dal doc. 3, l’ammanco di euro 1.982.306,75 nelle casse dell’Ateneo nel 2004 non è dovuto solo alle mancate restituzioni degli anticipi dei progetti dei prof. Tamburro, Lelj Garolla (Dip. di Chimica) e Vellante (DITEC), che sono comunque i più gravi, ma anche a quelli di altri progetti che non si sono conclusi contabilmente nei previsti 24 mesi e hanno continuato per anni a ricevere dalla Regione Basilicata acconti di spesa con residui perenti amministrativi (doc. 14 a-d).
Quanto su esposto e gli allegati documentano in maniera inequivocabile:
1) che ci sono state irregolarità nella gestione dei progetti europei 1994-99 dell’Unibas talmente gravi da causare le sanzioni della Commissione Europea;
2) i danni all’erario per la perdita dei contributi comunitari a causa delle suddette irregolarità;
3) i danni all’Ateneo lucano e alla comunità accademico-studentesca per la mancata e/o tardiva restituzione degli anticipi concessi per l’avvio dei progetti suddetti e stornati da altri capitoli di bilancio (doc. 3). Ciò è avvenuto per giunta in un periodo di crisi finanziaria che ha portato: a) all’esercizio provvisorio 2005 (doc. 18), b), a dover distrarre i fondi dell’alta formazione didattica degli studenti di Scienze Geologiche (592.000,00 euro di una Scuola di Geologia e Sismologia) per tamponare la grave situazione finanziaria, privando gli studenti dei fondi loro attribuiti dal Ministero dell’Università e di una importante opportunità didattica (doc. 10); c) a non garantire le attività istituzionali dei docenti, arrivando a decurtare drasticamente gli abbonamenti delle riviste scientifiche della biblioteca, cuore della ricerca (doc. 11), d), a decurtare le assegnazioni annuali per il funzionamento dei dipartimenti (doc. 12), e), a non assegnare nel 2004 i fondi annuali per la ricerca locale ai docenti (doc.12). Ci si chiede in proposito se mai l’Unibas rientrerà in possesso degli anticipi concessi ai progetti incriminati (n.b.: se lo chiedeva anche il direttore amministrativo dell’Unibas, il dott. Cornetta – doc.3), e in caso positivo quali soldi userà o ha usato la Regione Basilicata per liquidare le spese certificate tardivamente dei progetti privati del cofinanziamento europeo;
4) la mancata applicazione da parte dell’Amministrazione universitaria di alcuna misura nei confronti dei responsabili dei danni e la mancata denuncia degli illeciti. Come si evince dal doc. 3 il direttore amministrativo e il Consiglio di Amministrazione erano al corrente dei problemi di questi progetti e della possibilità che alcuni di questi non potessero restituire gli anticipi, come erano al corrente del fatto che il progetto del prof. Vellante non era stato collaudato dalla Regione Basilicata (perdendo il cofinanziamento europeo) perché era stato ritenuto una mera rassegna stampa (e come sono stati spesi i soldi?);
5) la mancata applicazione da parte degli uffici della Regione Basilicata delle sanzioni previste dal documento regionale di concessione del finanziamento, che prevedevano la revoca del finanziamento e la restituzione di tutte le somme anticipate maggiorate degli interessi, nel caso il soggetto attuatore non realizzasse il progetto entro il termine fissato di 24 mesi a partire dalla data di concessione del finanziamento (doc. 5, 13);
6) la violazione da parte degli uffici della Regione Basilicata delle norme sulla conclusione contabile dei progetti entro 24 mesi contenute nel bando dei POP-FESR e nelle determinazioni di concessione dei finanziamenti (Doc. 6 e 7). I doc. 14 a - d testimoniano come gli uffici della Regione Basilicata abbiano continuato a liquidare le spese a progetti che non si erano conclusi (contabilmente) entro i 24 mesi e abbiano continuato a farlo anche dopo la scadenza dell’intero programma POP-FESR (31.12.2001) e fino a 7 anni dopo la scadenza contabile dei progetti. Ad esempio il progetto del prof. Tamburro del 1° triennio (Metodi non convenzionali di difesa di colture…), che doveva terminare all’inizio del 1999 (doc. 4), ha continuato a ricevere liquidazioni intermedie (SAR) dalla Regione Basilicata sin nel 2006 (doc. 14 a); il progetto n. 07 (Studio sulle produzioni vegetali integrate…) del 1° triennio, che doveva terminare all’inizio del 1999 (doc. 4) è stato sottoposto all’accertamento finale di spesa (collaudo) solo nel 2002 e liquidato con residui perenti agli effetti amministrativi (doc. 14 b); il progetto n. 11 (Analisi tipologica e prospettive di sviluppo…) del 1° triennio riceveva il 12° acconto di spesa con residui perenti nel maggio 2001 (doc. 14 c); il progetto n. 9 (Impegno in agricoltura di plastiche innovative…) del 1° triennio ha ricevuto il 7° acconto di spesa nel -----------------------giugno 2001 (doc. 14d).
Particolarmente grave appare l’operato dei rettori A. Tamburro e F. Lelj Garolla nelle loro funzioni di pubblici ufficiali.
1) I rettori A. Tamburro e F. Lelj Garolla e il prof. S. Vellante, hanno commesso le irregolarità che hanno indotto la Commissione Europea a sottrarre il cofinanziamento europeo ai loro progetti e si sono così resi responsabili di danni all’erario per la perdita dei contributi europei e di danni all’Ateneo lucano.
2) I rettori A. Tamburro e F. Lelj Garolla non hanno rispettato l’obbligo di denuncia sancito dalla Sezione I centrale della Corte dei Conti, 31 agosto 2005, N. 266/A, la cui sentenza recita: “L’impiegato pubblico ha il dovere di denunciare tempestivamente alla competente Procura della Repubblica e della Corte dei Conti ogni attività illecita e dannosa, e se si sottrae a tale dovere, risponde in solido dei danni, come se li avesse cagionati”. Costoro non hanno dato risposte sul loro operato e su quello del prof. Vellante, e lo hanno anche occultato omettendo di rispondere a ripetute interrogazioni sulla stampa (doc. 15 a, b, c, d); il prof. A. Tamburro ha dichiarato il falso sulla stampa negando le proprie responsabilità sul collaudo del suo progetto e sulla scadenza dello stesso (doc. 9), ha omesso di rispondere criticamente alle legittime accuse che gli venivano mosse (doc. 16) e ha denigrato pubblicamente l’interlocutrice, intimidendo costei e il giornale con la minaccia di una querela per diffamazione (doc. 17).
Tutto ciò per ogni opportuno provvedimento.
Distinti saluti
Albina Colella
Prof. Ordinario di Geologia, Università della Basilicata
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da Basilicatanews, 26 ottobre 2006
http://www.basilicatanews.info/index.php?option=com_content&task=view&id=318&Itemid=31
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http://www.ilcannocchiale.it/blogs/style/writer/dettaglio.asp?id_blog=11538&id_blogdoc=1219914
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UNIBAS: INIZIANO AD EMERGERE DELLE MEZZE VERITA’
chi risponderà dei danni all’Unibas?
Dichiarazione di Maurizio Bolognetti, Segretario Radicali Lucani
Ci sono voluti ben due anni, due interrogazioni regionali, diverse interrogazioni sulla stampa, e soprattutto una interrogazione presentata dal Presidente della Commissione parlamentare Attività Produttive, on. Daniele Capezzone, e una interrogazione presentata dall’eurodeputato Marco Cappato, per avere le prime timide ammissioni sulla “pessima” gestione dei progetti europei 1994-99 da parte di Unibas. Alle rassicuranti parole, pronunciate a suo tempo dal Presidente della Regione F. Bubbico, il quale nel luglio 2004 dichiarava che era tutto risolto, seguono, a distanza di due anni, le dichiarazioni dell’attuale governatore Vito De Filippo, nella seduta del Consiglio Regionale del 17/10/2006, che sono decisamente di altro tenore. Ed è così, che, leggendo tra le righe, scopriamo che dopo ben 8 anni dalla tassativa scadenza contabile dei progetti europei del 1° triennio, ce ne sono alcuni dell’Unibas che a tutt’oggi devono ancora far pervenire la certificazione delle spese sostenute, altri per cui parte della certificazione di spesa è pervenuta dopo ben 7 anni dalla tassativa scadenza europea(!), e altri del 2° triennio, su cui dopo 5 anni sono ancora in corso gli accertamenti della spesa (che normalmente dovrebbero avvenire in pochissimi mesi!). E dire che le norme europee dispongono tassativamente che il tutto si debba concludere nei 24 mesi del progetto! Ma non finisce qui, perché di cose che, per usare un eufemismo, potremmo definire singolari, ne troviamo altre. Ad esempio, gli uffici regionali lucani preposti al controllo della gestione finanziaria dei progetti europei, nonostante la realizzazione di una spesa di vari miliardi di euro negli ultimi anni, all’occorrenza sembrano ancora ignorare alcune norme europee elementari e fondamentali, e cioè che i progetti si intendono conclusi quando oltre alla consegna del rapporto scientifico finale si allega anche la rendicontazione contabile completa, corredata di tutte le certificazioni di spesa e opportunamente accertata dalla Regione Basilicata. Gli stessi uffici, poi, sembrano ignorare che i ritardi di esecuzione finanziaria danno luogo a pesanti sanzioni, come i rimborsi dell’anticipo maggiorati degli interessi legali. Ma la scoperta più interessante, che emerge dalle indicazioni date dal governatore De Filippo, è che tra i responsabili scientifici dei progetti incriminati, quelli cioè che a tutt’ oggi non sono stati certificati, collaudati e liquidati, o che lo sono stati solo poco tempo fa, ci sono alcuni uomini di punta di Unibas. Il megaprogetto relativo al “Potenziamento con nuove apparecchiature scientifiche delle aree di intervento e caratterizzazione dei materiali”, di lire 1.245.000.000 + 755.000.000, per cui l’integrazione della certificazione di spesa è stata presentata molto in ritardo rispetto ai termini europei. Il megaprogetto n. 3, quello che a tutt’oggi non è stato certificato e liquidato perché non è pervenuta la certificazione contabile della spesa, a noi risulta essere quello dal titolo “Metodi non convenzionali di difesa di colture di interesse agrario per la Regione Basilicata”, di lire 1.480.000.000+120.000.000. Il megaprogetto su cui dopo ben 5 anni sarebbe ancora in corso l’istruttoria dell’accertamento della spesa da parte della Regione Basilicata, sarebbe il progetto n. 14, dal titolo “Sviluppo delle risorse endogene della Basilicata e ed occupazione: le politiche agroalimentari nell’interazione tra il sistema istituzionale ed il sistema delle imprese”. In quest’ultimo caso, certo trattasi di istruttoria ben strana, visto che normalmente le spese dovrebbero essere certificate e liquidate in corso d’opera, durante i 24 mesi del progetto, con rendicontazioni scientifico-contabili intermedie, e solo il 5% dovrebbe essere saldato a seguito del collaudo o accertamento finale, che dovrebbe avvenire poco dopo lo scadere dei 24 mesi ufficiali. Di fronte a questo quadro, a dir poco desolante, vogliamo ancora una volta porre la domanda: chi risponderà dei danni all’Unibas? Per parte nostra, siamo certi, che se il Presidente De Filippo non si fosse limitato a dare un quadro dei progetti europei 1994-99 relativo alla situazione attuale, ma l’avesse riferita al 2004, periodo cui si riferisce la denuncia della prof. Colella, avremmo scoperto una situazione ben più drammatica. Certo, un primo spiraglio di luce sulla gestione dei fondi Ue inizia ad emergere, ma non basta. I finanziamenti europei ad Unibas sono stati forniti per aiutare il rilancio socio-economico della Basilicata, ma, ahimè, ad oggi nulla o poco si sa dei risultati prodotti(se ce ne sono) dai progetti elaborati dall’Ateneo lucano. Tutta questa storia ci spinge ad una triste considerazione:l’attitudine dell’establishment del potere lucano, vuoi accademico, vuoi politico, è quella di essere di manica larga con se stessi, e di pensare che le regole che valgono per gli altri non valgono per se stessi.
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ACR) PAGLIUCA (FI) SU SPESA FONDI COMUNITARI
25/09/2006 14.54.01
[Basilicata]
“Leggere le dichiarazioni che il segretario regionale dei Democratici di sinistra lucani, Piero Lacorazza, ha rilasciato alla stampa stamane ci riempie nel contempo di gioia e di stupore”. Lo afferma il vicepresidente della Commissione Consiliare permanente, “Bilancio e programmazione”, Nicola Pagliuca. “Ciò che andiamo dicendo da anni – sostiene Pagliuca - viene finalmente condiviso e riconosciuto quale nodo centrale di sviluppo, anche se le idee ci sembrano ancora confuse”. “Sottolineando ‘la necessità di porre massima attenzione alla spesa dei Fondi comunitari per evitare il rischio che la progettualità sia condizionata più dalla velocizzazione della spesa che da un disegno e da una strategia reale di crescita e di sviluppo’ – continua Pagliuca - il giovane politico ammette che sino ad oggi le cose sono andate esattamente così, ma solo da oggi e a danni ormai compiuti, ritiene necessario a nome dell’intero partito della Quercia lucana ‘impostare la discussione sui Por 2007/2013, puntando sull’aggiuntività ed intenzionalità degli obbiettivi territoriali, sulla cooperazione, sulla relazione virtuosa tra programmazione e gestione come precondizioni per l’efficacia dell’impiego delle risorse’, ma soprattutto ‘partendo da un’analisi rigorosa sull’andamento della spesa e sugli obbiettivi raggiunti” che non è possibile effettuare perché nulla in questo senso è stato mai fatto da chi ha governato sin dai primi proventi della Comunità Europea”. “Inoltre – afferma ancora Pagliuca - mettere insieme velocità e capacità della spesa con l’efficacia della programmazione, sostenere una strategia che crei una piattaforma logistica nel mediterraneo in un ruolo da protagonisti significa continuare a riempire la gente solo di belle parole, ma essere riduttivi ed imprecisi rispetto a ciò che bisogna fare una volta per tutte e che non si ha ancora il coraggio di ammettere e porre sul tavolo: un reale Piano di Sviluppo della nostra regione che parta dalle sue necessità, dalle sue risorse, dalla programmazione del suo futuro e non da quella che i Ds finalmente chiamano “velocità” della spesa, ma che in realtà significa ben altre cose”. “Peccato - aggiunge l’esponente di Forza Italia - e ci auguriamo che la gente lucana se ne accorga, che quest’illuminazione i Ds l’abbiano ricevuta solo in quest’ultimo sessennio di manna europea. Una risorsa riavuta solamente grazie all’attenzione di Silvio Berlusconi verso il Mezzogiorno e non certo per risultati ottenuti o per bravura come si vuol far credere, dopo troppo tempo sprecato e che rischia di disperdersi come sempre, analogamente a quella petrolifera. Il centrosinistra deve necessariamente ripiegarsi sull’operato del passato e non basterà riconoscerne gli errori, ma sarà d’obbligo il dialogo con tutte le forze politiche elette dal popolo per un progetto serio, democratico e attendibile di sviluppo strutturale del territorio e delle sue genti. Quelle forze politiche che da lungo tempo – conclude Pagliuca - avevano tracciato non solo un’analisi critica appropriata, ma anche una strategia di sviluppo coerente e competente probabilmente perché totalmente scevre dal clientelismo obbligato all’appannaggio”. (dt )
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Basilicata/Unibas: L’Europarlamentare Marco Cappato interroga la Commissione Europea.
Dichiarazione di Maurizio Bolognetti, Coordinatore regionale RNP e Direzione nazionale RNP
L’ eurodeputato Marco Cappato ha presentato nella giornata di ieri(26 settembre) una interrogazione parlamentare alla Commissione Europea, avente per oggetto la gestione dei fondi europei da parte dell’ Università di Basilicata. L’intervento dell’ on. Marco Cappato segue di pochi giorni l’interrogazione presentata dall’ on. Daniele Capezzone, indirizzata al Ministro dell’Università e Ricerca e al Ministro per gli Affari Regionali e per le Autonomie Locali, avente anch’ essa per oggetto la gestione dei fondi europei da parte di Unibas. Per parte nostra ribadiamo che è nell’interesse dell’intera comunità lucana, del mondo accademico e della stessa Giunta regionale che si faccia al più presto chiarezza.
Il Testo dell’Interrogazione
La denuncia giudiziaria presentata da una docente, la prof. Albina Colella, ha recentemente gettato luce sull´allarmante gestione dei fondi strutturali europei per la ricerca da parte dell´Università della Basilicata (UNIBAS). La Regione Basilicata, nel periodo 1994-99 e in due trienni, risulta aver finanziato 22 progetti1 UNIBAS, stabilendo, conformemente alle disposizioni comunitarie, che qualora “il soggetto attuatore non realizzi il progetto entro il termine fissato, per responsabilità imputabili allo stesso, il finanziamento è revocato, e pertanto dovranno essere restituite tutte le somme anticipate. Ciò nonostante è stato concesso ad alcuni progetti di concludersi contabilmente ben oltre i 24 mesi previsti, contravvenendo alle tassative scadenze disposte dall’UE: problemi di rendicontazione contabile, risultati scientifici inadeguati al finanziamento ricevuto, mancata applicazione da parte degli uffici della Regione Basilicata delle sanzioni europee previste sono alcune delle violazioni denunciate. Questa situazione di dissesto organizzativo e finanziario, ha determinato una crescente situazione debitoria per UNIBAS, costretta nel 2005 ad un periodo di esercizio provvisorio.
È la Commissione a conoscenza dei suddetti fatti?
Ritiene la Commissione di dover procedere a controlli in loco2, conformemente alle modalità concordate con lo Stato membro, per fare luce sui motivi dei mancati o tardivi collaudi dei progetti europei e verificare l'impiego efficace e corretto dei fondi comunitari dei progetti europei 1994-1999?
Strasburgo, 26 settembre 2006
Marco Cappato
www.lucania.ilcannocchiale.it
da Lucanianet, 01/09/2006
http://www.lucanianet.it/modules/news/article.php?storyid=4342
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Intervista ad Albina Colella, docente all'Università di Basilicata, che ha presentato un esposto alla Magistratura sulla gestione dei fondi nel suo Ateneo
da Radio Radicale
a cura di Paolo Martini
http://www.radioradicale.it/index.php?q=scheda&id=206890
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UNIBAS: L’On. Daniele Capezzone presenta interrogazione
UNIBAS: L’On. Daniele Capezzone presenta interrogazione a risposta scritta indirizzata al Ministro per l’Università e Ricerca e al Ministro per gli Affari Regionali e per le Autonomie locali.
Nota di Maurizio Bolognetti, Coordinatore Regionale RNP e Direzione Nazionale RNP
Questa mattina, l’On. Daniele Capezzone, Presidente della Commissione Attività Produttive, ha presentato un’ interrogazione a risposta scritta indirizzata al Ministro dell’Università e Ricerca e al Ministro per gli Affari Regionali e per le Autonomie locali. L’interrogazione prende spunto dall’esposto-denuncia presentato dalla Prof.ssa Albina Colella presso la Procura della Repubblica di Potenza. Nell’esposto-denuncia, di cui alcune agenzie di stampa hanno dato notizia nei giorni scorsi, si invita la Procura ad indagare su alcune ipotesi di reato riguardanti l’Università di Potenza. Detto che, allo stato dell’arte, risulta in corso un’ indagine condotta dal PM Woodcock(Proc. pen. n. 1381/06), non ci resta che ribadire che è interesse dell’intera comunità lucana, del mondo accademico, della stessa Giunta regionale, fare chiarezza su accuse che gettano pesanti ombre sull’operato dell’ Unibas e di chi era preposto al controllo.
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA
Roma, 13 Settembre 2006
Al Ministro dell’Università e Ricerca, al Ministro per gli Affari Regionali e per le Autonomie locali
Per sapere – Premesso che
Alcune agenzie di stampa, il giorno 7 settembre u.s. hanno dato notizia dell’avvenuta presentazione, in data 27 aprile 2006 alla Procura della Repubblica di Potenza, di un esposto-denuncia da parte della professoressa Albina Colella, Ordinario di Geologia presso Università della Basilicata (Unibas).
In tale documento l'estensore illustrava alle autorità competenti fatti e comportamenti - taluni dei quali potrebbero configurarsi anche come ipotesi di reato - avvenuti in seno all' Università di Basilicata, che qualificherebbero l’ateneo come “sede di illegalità diffusa e di sprechi miliardari di denaro pubblico”.
La vicenda avrebbe avuto inizio quando la Regione Basilicata, Dip. Attività Produttive, Servizio Ricerca Scientifica, nel periodo 1994-99 e in due trienni, finanziò - tra gli altri - 22 progetti all’Università della Basilicata nell’ambito del programma POP-FESR 1994-99, Misura 9.l4 (ex 5.4)-Ricerca, Sviluppo e Innovazione.
La Regione Basilicata dispose, in conformità alle norme europee, che il soggetto attuatore (dipartimenti dell'Unibas cui afferivano i docenti responsabili scientifici dei progetti) dovesse realizzare l’intervento entro 24 mesi dalla data della determinazione dirigenziale di concessione del finanziamento, come specificato nelle determinazioni stesse e nei bandi regionali dei progetti (Bollettino Ufficiale della Regione Basilicata).
La Regione stabilì, conformemente alle tassative disposizioni comunitarie, che qualora “il soggetto attuatore non realizzi il progetto entro il termine fissato, per responsabilità imputabili allo stesso, il finanziamento è revocato, e pertanto dovranno essere restituite tutte le somme anticipate, maggiorate degli interessi legali”. La revoca del finanziamento avrebbe comportato danni alla Regione Basilicata in merito ad ulteriori assegnazioni di fondi comunitari e anche danni all’erario, come già evidenziato nella nota della R.B. n. 24261/PC del 14/12/1999.
La Regione Basilicata dispose che: “1) saranno liquidati all’inizio del progetto il 25% dell’importo concesso, e ulteriori acconti fino al 95%, previa trasmissione di rendiconti intermedi delle spese effettuate, firmati dal Responsabile del progetto, cui saranno allegate le fatture di acquisto o altra idonea documentazione giustificativa; 2) i versamenti degli acconti saranno effettuati dalla Regione Basilicata presso i dipartimenti cui afferiscono i responsabili scientifici dei progetti, non oltre due mesi dopo la presentazione della documentazione succitata. 3) il 5% a saldo sarà erogato ad ultimazione della ricerca, ad avvenuta presentazione della scheda “A” (monitoraggio economico) e “Scheda di Progetto”, compilate e firmate dal responsabile del progetto, nonché di un rapporto finale relativo ai risultati della ricerca e dopo il collaudo del progetto di ricerca da parte di un accertatore dell'Ufficio Monitoraggio Economico-Finanziario e Ricerca della Regione Basilicata. Tale collaudo avviene a seguito dell’accertamento della spesa tramite il controllo dei documenti contabili giustificativi della spesa, delle attrezzature acquistate e tramite la verifica del raggiungimento degli obiettivi e dei risultati scientifici raggiunti”.
Per consentire ai progetti di avviarsi, l’Unibas nel 1994-99 dovette concedere delle anticipazioni ai dipartimenti (e ai docenti responsabili dei progetti), stornandoli da altri capitoli di spesa del Bilancio di Ateneo, e quindi sottraendoli alle attività istituzionali dell’intera comunità accademica lucana. Queste anticipazioni avrebbero dovuto essere restituite all’Ateneo non oltre 2 mesi dopo la trasmissione alla Regione Basilicata delle rendicontazioni contabili intermedie da parte dei responsabili scientifici, del loro accertamento da parte della Regione stessa, e del pagamento del corrispettivo accertato inviato ai dipartimenti di afferenza dei responsabili scientifici. L’ultimo 5% avrebbe dovuto essere restituito all’Ateneo lucano dopo il collaudo finale dei progetti, previo accertamento della certificazione della spesa e dei risultati scientifici. L’ultimazione della ricerca era fissata per il dicembre 1998 per i progetti POP del 1 triennio, e per il settembre 2001 per quelli del 2 triennio. Nella delibera del Consiglio di Amministrazione dell’Unibas della seduta del 17/02/2004 (approvata il 19.02.2004), si documenta tuttavia al 31/12/2003 una situazione debitoria di 7 dipartimenti nei confronti del Bilancio di Ateneo per mancata restituzione di anticipazioni concesse per progetti europei nel periodo 1995-1999 per un importo complessivo di euro 1.982.306,75. La situazione debitoria persisteva anche alla fine del 2004, e sembra anche successivamente. In tale delibera si dichiara, inoltre, che l’andamento delle restituzioni dei dipartimenti è diversificato, e che alcuni dipartimenti destano seria preoccupazione circa le reali possibilità di restituire i propri debiti nei confronti del Bilancio di Ateneo.
All’inizio del 2005, il Consiglio di Amministrazione dell’Università della Basilicata non è stato in grado di approvare il bilancio annuale secondo i termini previsti dalla legge, costringendo l’Ateneo ad un periodo di esercizio provvisorio. L’intervento tempestivo della Regione Basilicata ha messo temporaneamente fine a questo problema.
I motivi dei ritardi nella restituzione delle anticipazioni erogate paiono essere legati a fatti gravi, ovvero al mancato collaudo da parte della Regione Basilicata dei progetto finanziati entro i termini previsti: ciò poteva avvenire o per problemi di rendicontazione contabile o per risultati scientifici inadeguati al finanziamento ricevuto. Parallelamente, gli uffici della Regione Basilicata non sembra abbiano applicato a questi progetti le severe sanzioni europee previste ed è stato concesso ad alcuni di loro di concludersi contabilmente ben oltre i 24 mesi, contravvenendo alle tassative scadenze della rendicontazione contabile disposte dall’UE.
La responsabilità di tali mancati tempestivi collaudi sembra doversi imputare interamente ai docenti responsabili dei progetti, visto che a seguito di una interrogazione consiliare regionale nel luglio 2004, il consigliere Di Sanza dichiarava: “Se l’Università non è capace di spendere i fondi ricevuti dalla Regione Basilicata, non è qualificata a spendere dei soldi, ed ecco perchè il governo nazionale non gli dà finanziamenti”.
Esistono precise norme in merito al controllo della gestione dei fondi europei: esso è decentrato agli Stati membri, ed è attestato all’autorità di gestione (Dip. Presidenza della Giunta Regionale, Regione Basilicata) e ad una autorità di controllo che hanno il dovere di intervenire. “A norma dell’art. 39, paragrafo 1, del regolamento (CE) n. 1260/1999, gli stati membri effettuano rettifiche finanziarie connesse con irregolarità isolate e sistemiche, procedendo alla soppressione totale o parziale del contributo comunitario”.
La Regione Basilicata e l’Università della Basilicata hanno omesso di dare risposte dettagliate a richieste pubbliche di chiarimenti fatte sulla stampa e a seguito di una interrogazione in Consiglio Regionale, nonostante l’UE sancisca il principio della trasparenza dei flussi finanziari. Per giunta, il mancato tempestivo rientro dei fondi anticipati dall’Unibas, ha arrecato gravi danni all’attività istituzionale della comunità accademica e studentesca lucana per mancanza di liquidità.
- se il Ministero dell’Università e della Ricerca e il Ministro per gli Affari Regionali e per le Autonomie locali siano a conoscenza di tali fatti;
- se si intendano verificare i motivi e le responsabilità dei mancati o tardivi collaudi dei progetti europei 1994-1999;
- se si intenda verificare perché l’Amministrazione dell’Università della Basilicata non abbia preso i necessari provvedimenti nei confronti dei docenti responsabili dei progetti non collaudati nei termini previsti, che hanno impedito il rientro tempestivo nelle casse dell’Ateneo dei fondi anticipati e che, vista la disastrosa situazione finanziaria che ha portato all'esercizio provvisorio 2005, hanno causato per mancanza di liquidità danni alle attività istituzionali della comunità accademica e agli studenti lucani che nulla avevano a che fare con questi progetti.
Daniele Capezzone
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Ho inviato una mail al prof. Grasso
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Grazie!
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