Ma a noi cazzo ce ne frega? E' un aborto ospedaliero (con ricovero più lungo) e nulla più...
A Manfrè con telekom serbia e pillola hai sfinito. Stai tranquillo e cambia registro. Per forza che la figa scappa, Manfredi Garoglio e Adraghetti: un cocktail micidiale.
Il portale informa - Notizie - Organizzazione e attività dei consultori familiari pubblici in Italia
http://www.salute.gov.it/dettaglio/dettaglioNews.jsp?id=1269&tipo=new
"La Stampa", 11/11/10, cronaca di Torino
Regione: nuovo sì ai volontari pro-vita. Ma ora si va al TAR.
Cota: “E’ nel programma”. La sinistra ricorre.
Si chiude così una discussione di oltre cinque ore che ha impegnato il Consiglio regionale nata da un ordine del giorno presentato da Stara e sottoscritto anche da quattro consiglieri Pdl (Burzi, Cantore, Mastrullo e Spagnuolo) di area laico- socialista. Sconfitto dal voto, chiede adesso l’intervento dei giudici amministrativi perché «si pronuncino sulla incostituzionalità del Protocollo che richiede obbligatoriamente alle associazioni in convenzione con i consultori di avere nel proprio statuto finalità etiche contrarie alla 194».
Cota, però, non si mostra preoccupato della decisione perché «è di assoluta evidenza come questa delibera non sia contro la legge ma si proponga come obiettivo la piena applicazione della 194». E commenta: «L’opposizione ha perso un’occasione: quella di non strumentalizzare un tema così importante come il diritto alla vita».
Il provvedimento dunque resta operativo anche se su proposta dell’assessore alla Salute, Caterina Ferrero, sarà esaminato dalla competente commissione consiliare per un approfondimento dei problemi. Una decisione che va incontro alle esigenze poste dai consiglieri laici del Pdl, come spiega Carla Spagnuolo: «Ci interessava aprire una discussione in consiglio per verificare che l’autodeterminazione della donna, intesa come autodeterminazione alla difesa della vita, avvenga davvero». Così alla fine i quattro consiglieri non hanno partecipato al voto segreto sul documento Stara.
Il centrodestra ha respinto anche un secondo ordine del giorno presentato da tutto il Pd (cattolici compresi) e dall’ex presidente Bresso, da Sinistra e Libertà (Cerutti) e dall’Idv (Buquicchio e Cursio) che puntava a modificare il protocollo nelle parti che assegnano «all’associazionismo un ruolo improprio che non è nella lettera e nello spirito della legge». Per Aldo Reschigna, capogruppo Pd, si è persa «un’altra occasione di far uscire il dibattito sulla 194 dalle contrapposizioni ideologiche e ricondurre l’applicazione della legge in un ambito di reale attenzione e sostegno per la donna». E Cerutti aggiunge: «E’ un passaggio in profondo contrasto con la laicità delle istituzioni. Ci troviamo di fronte ad una regione etica, non laica». Per l’ex assessore alla Sanità Eleonora Artesio (Fds) «il protocollo ha origine politica e non era necessario dal punto di vista professionale: è una palese violazione della 194».
Non la pensa così Mario Carossa, capogruppo della Lega Nord: «Abbiamo bloccato un bieco tentativo di strumentalizzazione portato avanti dall’opposizione». Augusta Montaruli, vicecapogruppo Pdl, annuncia la prossima presentazione di una proposta di legge «affinché i consultori tornino ad essere un reale supporto alla famiglia».
CASO VIALE: IL SANT’ANNA FA RETROMARCIA SULLA RISSA MA EMETTE UNA SENTENZA TOTALMENTE STRUMENTALE
Pisano e Boni: “Non sfugga a nessuno che questa sentenza contro il padre della RU486 giunge in contemporanea con la discussione in Regione sulla presenza dei pro-vita negli ospedali".
Dichiarazione di Nathalie Pisano e Igor Boni (Segretaria e coordinatore torinese dell’Associazione radicale Adelaide Aglietta)
“Cadono finalmente le accuse ridicole rivolte a Silvio Viale sul presunto atteggiamento violento tenuto nei confronti di una collega. Tuttavia la sentenza del Sant’Anna che sospende Silvio Viale per 15 giorni è totalmente strumentale per due motivi: si parla di potenziale condizione di disservizio quando è stato proprio il Dott. Viale a denunciare tali disservizi, che erano peraltro oggetto dell’accesa discussione; si commina una sospensione solo ad uno dei due litiganti, eludendo completamente il merito di quel contrasto. Chissà quale sarebbe stato il verdetto della commissione se non vi fossero stati i 25 giorni di sospensione cautelare decisi, come si ricorderà, ‘per rasserenare gli animi’? Sarà interessante verificare in futuro quante sospensioni verranno comminate negli ospedali piemontesi in seguito appunto a ‘potenziali condizioni di disservizio’. Crediamo inoltre che non debba sfuggire a nessuno che questa sentenza ‘esemplare’ contro il padre della RU486 giunge in contemporanea con la discussione in Regione sulla presenza dei pro-vita negli ospedali. Una proposta del Governo Cota che mostra appieno quale sia il rispetto che si ha nei confronti di chi decide di abortire e della libertà di scelta delle donne”.
Torino, 9 novembre 2010
TORINO/OSPEDALE S.ANNA – VIALE NON PICCHIO’ LA CAPOSALA
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2010/10/20/pillola-abortiva-italia-due-velocita-boom-in.html
Pillola abortiva, Italia a due velocità boom in Liguria e nel Lazio niente
Repubblica — 20 ottobre 2010 pagina 23 sezione: CRONACA
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di Emma Bonino
I consultori, istituiti nel ‘75, sono strutture del servizio sanitario pubblico per «la somministrazione dei mezzi necessari a conseguire le finalità liberamente scelte dalla coppia e dal singolo sulla procreazione responsabile, nel rispetto delle convinzioni etiche e dell’ integrità fisica degli utenti» e per «la divulgazione di informazioni idonee a promuovere o prevenire la gravidanza, consigliando i metodi adatti a ciascun caso». Se approvata, la proposta della Tarzia (consigliere della lista Polverini e trai fondatori del Movimento per la vita) ridefinirebbe i consultori nel Lazio: «istituzioni volte a sostenere e promuovere la famiglia e i suoi valori etici» con un ruolo «attivo». Come dire: «Non si parli più di convinzioni etiche liberamente formate: i valori si fondano come dirà la Regione». In particolare, c’è un inciso che recita:
«Sulla tutela della vita e del figlio concepito, considerato membro della famiglia, l’azione dei consultori è chiamata a conformarsi».
In altre parole, se il progetto dovesse andare in porto, la legge 194 non farebbe più riferimento all’interruzione di gravidanza ma ad un infanticidio, per dirla brutalmente. La struttura pubblica non interverrà più "asetticamente", ma determinerà la scelta della donna, che dovrà tenersi nei limiti dei valori etici imposti dalla struttura pubblica. E questa avrà i poteri legali di indicare le organizzazioni idonee a promuovere i servizi alla famiglia. In breve:l’associazionismo cattolico. E’ il passaggio dallo Stato etico alla Regione etica. Con i due consiglieri radicali, Rocco Berardo e Giuseppe Rossodivita, pongo la questione all’attenzione dell’opinione pubblica, ricordando, come candidata del centrosinistra, di aver fatto campagna elettorale con un programma laico, moderno, europeo. Questa proposta va nella direzione opposta.
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di Emma Bonino
I consultori, istituiti nel ‘75, sono strutture del servizio sanitario pubblico per «la somministrazione dei mezzi necessari a conseguire le finalità liberamente scelte dalla coppia e dal singolo sulla procreazione responsabile, nel rispetto delle convinzioni etiche e dell’ integrità fisica degli utenti» e per «la divulgazione di informazioni idonee a promuovere o prevenire la gravidanza, consigliando i metodi adatti a ciascun caso». Se approvata, la proposta della Tarzia (consigliere della lista Polverini e trai fondatori del Movimento per la vita) ridefinirebbe i consultori nel Lazio: «istituzioni volte a sostenere e promuovere la famiglia e i suoi valori etici» con un ruolo «attivo». Come dire: «Non si parli più di convinzioni etiche liberamente formate: i valori si fondano come dirà la Regione». In particolare, c’è un inciso che recita:
«Sulla tutela della vita e del figlio concepito, considerato membro della famiglia, l’azione dei consultori è chiamata a conformarsi».
In altre parole, se il progetto dovesse andare in porto, la legge 194 non farebbe più riferimento all’interruzione di gravidanza ma ad un infanticidio, per dirla brutalmente. La struttura pubblica non interverrà più "asetticamente", ma determinerà la scelta della donna, che dovrà tenersi nei limiti dei valori etici imposti dalla struttura pubblica. E questa avrà i poteri legali di indicare le organizzazioni idonee a promuovere i servizi alla famiglia. In breve:l’associazionismo cattolico. E’ il passaggio dallo Stato etico alla Regione etica. Con i due consiglieri radicali, Rocco Berardo e Giuseppe Rossodivita, pongo la questione all’attenzione dell’opinione pubblica, ricordando, come candidata del centrosinistra, di aver fatto campagna elettorale con un programma laico, moderno, europeo. Questa proposta va nella direzione opposta.