ANSA (EST) - 29/09/2004 - 10.49.00
RUSSIA NOVE MORTI IN SIBERIA PER EROINA KILLER
(ANSA) - MOSCA, 29 SET - Almeno 48 persone sono rimaste intossicate da una partita di eroina nella regione russa dell'Altai, nella Siberia meridionale. Di queste, nove sono morte e 22 sono tutt'ora in rianimazione. Il fatto e' avvenuto nella cittadina di Rubzovsk, dove i giovani tossicodipendenti - tutti tra i 25 e i 29 anni - avevano acquistato le dosi letali. Gli esperti stanno ora analizzando l'eroina killer per capire se gli effetti letali siano dovuti a una sostanza con la quale la droga e' stata tagliata o se al contrario si trattasse di una partita troppo pura. L'eroina, stando all'agenzia on-line Gazeta.ru, proveniva dal Kazakhstan. Si tratta di uno dei piu' gravi casi del genere registrati negli ultimi anni in Russia, ma non l'unico a Rubzovsk fra il maggio e il giugno scorsi, altre nove persone erano morte per eroina adulterata. Gli inquirenti hanno preso in esame anche l'ipotesi di un avvelenamento doloso da parte di qualcuno che vuole fare brutalmente piazza pulita dei tossicodipendenti locali, o di qualcun altro che vuole testare la droga diretta a ovest. La cittadina e' il primo punto di ingresso in Russia per i narcotrafficanti che dall'Afghanistan e attraverso il Kazakhstan portano la droga sui mercati occidentali. Il fenomeno della tossicodipendenza e' ancora contenuto nel paese, ma in preoccupante crescita si parla di un milione di persone che fanno uso abituale di droghe pesanti, soprattutto giovani. Recentemente del problema ha parlato anche il presidente Vladimir Putin, che ha manifestato preoccupazione per l'abbondante flusso dall'Afghanistan, accusando le forze internazionali presenti nella zona di inerzia nei riguardi del narcotraffico.
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Nella lotta per l’affermazione di un nuovo approccio alla politica sulle droghe a livello locale, l’associazione Luca Coscioni per la liberta' di ricerca scientifica di Francavilla Fontana (Br) ha lanciato un piccolo test virtuale sulle droghe leggere al fine di dimostrare quanto sia diffuso e comunemente “accettato” l’uso delle stesse.
Il test e' stato effettuato online nella giornata del 20/03/2001.
Il campione, essendo volontari e non selezionati i partecipanti, non e' statistico, ma serve ad evidenziare la reazione e le abitudini dei consumatori, al momento e nel tempo, rispetto alle sostanze.
Un campione di 100 intervistati (pur nella sua dimensione estremamente contenuta) ha comunque fornito alcuni spunti di sicuro interesse.
Anzitutto si tenga presente che
la fascia coinvolta andava dai 15 fino ai 54 anni, con una netta prevalenza di persone di Francavilla Fontana tra i 19 e i 34 anni. Netta è la prevalenza di universitari in fase avanzata o di persone già entrate nel mondo lavorativo: dunque, soggetti la cui vita è assolutamente stabilizzata.
Visti i numeri e l'evoluzione che negli anni assume il consumo, appare come del tutto inverosimile la lettura di chi ritiene che l'utilizzo di droghe leggere sia da collegarsi necessariamente ad una mancanza affettiva od a problemi di carattere familiare e/o esistenziale in genere: esso sembra piuttosto da inserire in un
percorso di sperimentazione
(mosso da pura curiosità) che un numero enorme di persone sceglie di vivere e che poi abbandona crescendo, senza alcuna conseguenza rilevante.
Mai usata marijuana o hashish? I
l 76% ha anzitutto dichiarato di aver fatto uso almeno una volta nella vita di droghe leggere.
Quando, la prima volta?
Quasi tre su quattro (74%) hanno usato marijuana per la prima volta tra 14 e 18 anni: a riprova del fatto che è quella la fascia d’età nella quale si vuole “scoprire”, in cui cioè il soggetto sperimenta l’uso che poi col tempo sembra, anche alla luce di questo test, scomparire del tutto o quanto meno affievolirsi in maniera consistente.
Hai continuato a usarne?
Circa un terzo, infatti, dichiara di non aver ripetuto l’esperienza, dopo aver provato. Ciò dimostra che il rischio di dipendenza è estremamente basso.
Con quale frequenza?
Del 66% che hanno continuato (66 persone), poco più di un decimo ne fa un uso continuativo (tutti i giorni): appena 7 persone. Il 55% dice di farne uso in occasioni particolari o comunque sporadicamente: tale dato appare di estremo interesse in quanto evidenzia il rapporto estremamente “normalizzato” e naturale che gli intervistati hanno dimostrato di avere (avuto) con la sostanza; si tratta di un rapporto con le droghe leggere evidentemente improntato all’autocontrollo.
Che sensazione hai provato?
Una percentuale estremamente bassa (3.9%) dichiara di aver provato una sensazione sgradevole, mentre la restante parte dice di aver provato una sensazione piacevole (74%) o addirittura non aver “sentito” nulla (22,1%).
Ti sei mai ubriacato?
L’85% degli intervistati dice di essersi ubriacato almeno una volta.
Hai mai assunto altre sostanze illegali? A proposito di altre droghe, solo il 22% dice di aver utilizzato droghe pesanti.
A quale sostanza è legata l’esperienza più negativa?
Emblematico infine come a proposito dell’esperienza più negativa il 67,9% indichi l’alcol: il dato è significativo se, escludendo le droghe pesanti meno diffuse, consideriamo che alcol e marijuana sono state assunte rispettivamente da 85 e 74% degli intervistati e che quindi presumibilmente la percentuale del 4,9% di quelli che hanno indicato la marijuana (come sostanza a cui è legata l’esperienza più negativa) è comunque da considerare molto bassa. Importante, al contrario, la percentuale del 16,04% che corrisponde a coloro che dichiarano di aver vissuto l’esperienza più traumatica mischiando più sostanze.
Qui i grafici del test
(Sergio Tatarano)
Pericolo droga tra i giovanissimi nella provincia di Cagliari: aumentano i casi di ragazzini, della fascia d'eta' compresa tra i 15 e 17 anni, segnalati al prefetto per possesso di sostanze stupefacenti per uso personale. L'anno scorso le segnalazioni si erano fermate a 44, nel 2010 sono salite a 52.
Sono alcuni dei dati diffusi questa mattina dalla Prefettura di Cagliari durante la presentazione dei risultati del progetto Drugs on street, nato dalla campagna di prevenzione della Presidenza del Consiglio dei ministri 'Non fumarti la vita'.
'Un risultato - ha commentato il prefetto Giovanni Balsamo - a cui va prestata particolare attenzione'. Sono soprattutto i ragazzi a utilizzare gli stupefacenti: solo tre casi hanno riguardato le loro coetanee. Ma preoccupa anche l'aumento nella fascia 18-20 anni: da 135 a 170 persone segnalate.
In totale i casi sono stati 776 contro i 586 dell'anno precedente. Le tipologie di droga trovate nelle tasche dei cagliaritani: la classifica e' guidata dai cannabinoidi (533), poi ci sono cocaina (115) ed eroina (62). In generale nel primo semestre del 2010 sono stati commessi 221 delitti in materia di stupefacenti: il reato piu' frequente, 148 casi, e' lo spaccio.
http://droghe.aduc.it/notizia/uso+droghe+giovanardi+abbiamo+dimostrato+c...
ITALIA - Uso di droghe. Giovanardi: abbiamo dimostrato che puo' calare
'In tre anni di duro lavoro abbiamo dimostrato che far calare l'uso delle sostanze stupefacenti nel nostro paese e' possibile. Che tradotto significa: salvare centinaia di vite'. Il sottosegretario Carlo Giovanardi, a Isernia, ha presentato cosi' risultati ottenuti dal Dipartimento Politiche Antidroga.
I dati riferiti dal sottosegretario sono stati due: la flessione del 25% a livello nazionale e del 50% a Milano. 'Per continuare con questo trend positivo - ha detto - c'e' bisogno di interventi integrati che coinvolgano scuole, enti locali e comunita'. E' un battaglia che dobbiamo condurre e vincere tutti insieme con la prevenzione. Il messaggio che deve essere stampato nella testa degli adolescenti e' che 'chi si droga e' sfigato!''.
Giovanardi ha poi definito 'giusto' concedere alle Regioni piu' soldi rispetto a quelli concessi dal Dipartimento. 'A richiederlo - ha aggiunto - e' stato il passaggio delle competenze . Ma cio' impegna le Regioni a un utilizzo oculato delle risorse che devono andare in direzione di Sert e Comunita' di recupero. Queste ultime sono una specificita' italiana importante. Ci consentono di debellare il fenomeno della cronicita' della tossicodipendenza, grazie a efficienti programmi di recupero e reinserimento'.
L'azienda farmaceutica Almirali ha fatto sapere che commercializzera' il farmaco Sativex, basato su cannabis, in sei Paesi europei tra il 2011 e il 2012, dopo che avra' ricevuto le dovute autorizzazioni degli specifici Paesi.
“I Paesi in cui si spera che arrivi questa approvazione, sono: Germania, Austria, Danimarca, Italia, Repubblica Ceca e Svezia”, si legge in un comunicato stampa dell'azienda.
L'intenzione e' di commercializzarlo entro quest'anno per alleviare gli spasmi dei malati di sclerosi multipla in Germania, Danimarca e Svezia. Mentre si aspetta il 2012 per gli altri Paesi.
Sativex e' un farmaco prodotto alla britannica GW Pharmaceuticals e che e' attualmente commercializzato in Gran Bretagna e Spagna. Nel Regno Unito e' commercializzato dalla Bayer, mentre nel resto d'Europa lo sara' grazie alla Almirali.
Il mercato finanziario ha accolto positivamente la notizia. Le azioni in borsa della Almirali alle 10,12 di oggi hanno registrato un aumento del 5,13% a 8,20 euro l'una, mentre le azioni della GW sono cresciute dell'1%.
Secondo gli analisti la notizia e' positiva per l'azienda farmaceutica, anche se l'aumento in borsa sembra un po' esagerato anche da chi si aspettava questa positiva reazione.
“La Germania, dove si spera di commercializzarlo entro quest'anno, rappresenterebbe il 40% del potenziale mercato del Sativex”.
Almirali fa sapere che si muovera' per l'approvazione di questo farmaco anche in altri Paesi europei.
http://droghe.aduc.it/notizia/allarme+cocaina+bari+appello+sindaco_12240...
ITALIA - Allarme cocaina a Bari. Appello del Sindaco
A Bari e' allarme cocaina e il Sindaco Michele Emiliano lancia un allarme al ministro dell'Interno e a i suoi concittadini perche' non alimentino le mafie che gestiscono il traffico.
Qui un articolo della cronaca locale del quotidiano La Repubblica.
http://www.radicali.it/20110325/caro-dipartimento-politiche-antidroga
Caro Dipartimento Politiche Antidroga, ...
Articolo pubblicato il 25/03/2011
Claudia Sterzi, segretaria Associazione Radicale Antiproibizionisti
Fonte: http://antiproibizionistiradicali.blogspot.com/2011/03/caro-dipartimento-politiche-antidroga.html
http://www.politicheantidroga.it/comunicazione/comunicati/2011/marzo/risposta-all%E2%80%99associazione-ascia-sulla-coltivazione-domestica-della-cannabisposizioni-inaccettabili--.aspx
Risposta all’associazione ASCIA sulla coltivazione domestica della cannabis:posizioni inaccettabili
In riferimento a quanto dichiarato ieri dall'associazione Ascia alla stampa, il Dipartimento Politiche Antidroga così interviene:
Quanto dichiarato in merito alle attività di comunicazione del DPA sugli effetti negativi sulla salute derivanti dall'uso di cannabis, rappresenta ancora una volta non voler prendere atto delle evidenze scientifiche sempre più chiare relativamente alla pericolosità di questa sostanza. Nessuna manipolazione quindi né tantomeno falsificazione di dati (accuse gratuitamente diffamatorie che invitiamo fortemente a circostanziare) ma solo la diffusione di verità per qualcuno scomode che derivano esclusivamente dalla ricerca più avanzata e accreditata. Proprio la ricerca scientifica piu moderna mette in luce inequivocabilmente i danni alla salute psichica correlati all'uso di cannabis (Kuepper R. et al 2011) e la capacità di dare dipendenza (Melis et al 2005, Robinson & Kolb 2004; Alan J. et al 2003). Vari studi inoltre evidenziano che, non solo l'uso di questa sostanza, accelera il processo di comparsa di disturbi psicotici soprattutto nei giovani, ma che evitando il consumo si possa ritardare o in alcuni casi, prevenire l'insorgenza di gravi psicosi. Per le persone vulnerabili inoltre la cannabis si è dimostrata sostanza in grado di attivare ed agevolare un percorso verso sostanze quali la cocaina e l'eroina con sviluppo di una ulteriore dipendenza. Per quanto riguarda infine la proposta di permettere la coltivazione domestica di tale droga, oltre a non essere compatibile né con la nostra legislazione né con i trattati internazionali, essa ci appare totalmente inaccettabile per il principio stesso della prevenzione dell'uso di droghe e del fatto che non è possibile autorizzare la coltivazione non strettamente regolamentata e controllata di una sostanza tossica. Non si possono confondere peraltro i piani medici di potenziale utilizzo del THC come farmaco per alcune patologie, con quello di un autocura, magari autoprescritta e senza alcun controllo, fuori da qualsiasi sensata prescrizione medica, sulla base di una precisa diagnosi, e gestione corretta di principi psicoattivi. La coltivazione domestica quindi resta totalmente da contrastare e rifiutare come idea illegale e inaccettabile anche da un punto di vista medico.
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A Bologna contro la guerra ai coltivatori di canapa
Articolo di pubblicato su Il manifesto, il 23/03/11
"E' uno dei tanti paradossi della legge Fini-Giovanardi" ha sottolineato Claudia Sterzi, segretaria dell'Associazione radicale antiproibizionista, che ha spiegato come "contrariamente a quanto sostiene il governo, non ci sono dati scientifici appurati che la marijuana provochi dipendenza". "Il sottosegretario Carlo Giovanardi e il capo del Dipartimento antidroga Giovann i Serpelloni - ha aggiunto - ci stanno bombardando di studi sulla pericolosità della marijuana, ma spesso gli studi se li inventano o manipolano i dati. La cannabis è una delle sostanze meno tossiche al mondo, è l'unica che non provoca morti né intossicati gravi".
Giancarlo Cecconi, presidente dell'Ascia, ha raccontato la sua esperienza: arrestato insieme a sua moglie perché nella loro casa le forze dell'ordine hanno trovato alcune piantine di cannabis, ha cercato di spiegare che servivano esclusivamente al loro consumo domestico ma entrambi hanno dovuto passare una notte in carcere e subire un processo. "Perché dei cittadini onesti, fiscalmente irreprensibili, sani, ottimi genitori e coniugi, devono subire delle umiliazioni e ritrovarsi etichettati come criminali?" ha detto. L'Ascia ha elaborato un "Bollettino della guerra dello Stato contro la canapa" che parla di oltre mille arresti nel 2010 per piccolo spaccio di questa sostanz a, e "ogni giorno c'é una media di 5-7 arresti". Ma la marijuana, sostiene Cecconi, "é usata in varie religioni, viene citata perfino nella Bibbia, e poi ci sono tante persone malate di patologie gravi che la usano per alleviare i sintomi".
"Non vogliamo dire che la cannabis fa bene a tutti" ha precisato Claudia Sterzi. "A 14 anni - ha aggiunto Cecconi - fa male una canna così come fa male un bicchiere di vino o bere sei caffé". "Verso i consumatori di cannabis, che sono 4 milioni - ha concluso la deputata radicale Rita Bernardini - c'é un vero accanimento". (ANSA).
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Conferenza stampa sulla regolamentazione della coltivazione domestica di canapa
Roma, Camera dei Deputati, Via della Missione 4, con Rita Bernardini
"Non siamo criminali"
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Il costo della droga a New York. Rapporto Drug Policy Alliance
La lotta alla marijuana costa 75 milioni di dollari l'anno al comune di New York, e porta in carcere decine di migliaia di persone in gran parte giovani e di colore. Vai al rapporto della Drug Policy Alliance.
La lotta alla marijuana costa 75 milioni di dollari l'anno al comune di New York, e porta in carcere decine di migliaia di persone in gran parte giovani e di colore. A sostenerlo è un rapporto della Drug Policy Alliance, che ha quantificato i costi sostenuti nel 2010 dalla collettività della Grande Mela per gli arresti di ben 50.300 persone. Il quotidiano gratuito Metro si chiede però se il gioco valga la candela e titola polemicamente "I soldi del comune in fumo".
Negli ultimi 13 anni sono stati arrestati 536.000 individui, in gran parte sorpresi con modiche quantità di derivati della canapa, per un esborso complessivo da parte dei contribuenti che oscilla tra 500 milioni di dollari e un miliardo.
I dubbi si intensificano soffermandosi su altri dati diffusi dalla Dpa, associazione di orientamento antiproibizionista. Il 70 per cento degli arrestati per possesso di marijuana ha meno di 30 anni e ben l'87 per cento sono persone di colore. Ciò significa che il grande sforzo economico e l'ingente dispiegamento delle forze di polizia sono, secondo la Dpa, volti a reprimere essenzialmente dei ragazzi, e tendono a punire soprattutto alcune etnie.
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"La Stampa", 18/03/11
LE POLEMICHE SULLE INFILTRAZIONI: PRONTO IL RICORSO AL TAR
“Mafia a Bordighera? Manovra della Lega”
L’ex sindaco: il Carroccio dietro lo scioglimento
GIULIO GAVINO BORDIGHERA
«La Lega Nord voleva che il Comune di Bordighera fosse sciolto per poter candidare sindaco il padre del sottosegretario all’Economia Sonia Viale, assessore dimissionario. In questo modo la Lega si è aperta un varco in Liguria, l’unica regione del Nord nella quale non conta niente. E questo è avvenuto con il placet del centrosinistra. Ritengo inoltre che sia stato un modo per colpire anche l’ex ministro Scajola proprio nella sua terra». L’ex sindaco di Bordighera Giovanni Bosio, nella Riviera assediata dalle cosche calabresi, fa un’analisi politica di uno scioglimento del Consiglio che non riesce a spiegarsi: «Il prefetto di Imperia nella sua relazione al Viminale aveva scritto che non sussistevano gli estremi per lo scioglimento. Non dobbiamo credergli? Ma a Roma, senza apparenti spiegazioni, il suo giudizio è stato completamente capovolto nel giro di pochi giorni. E nella segreteria tecnica di Maroni fino allo scorso anno c’era proprio la Viale, la figlia dell’assessore. E’ un cambiamento di rotta che non capisco. E si continua a parlare di infiltrazioni mafiose quando non c’è prova di una qualsivoglia connivenza. Tra l’altro lo stesso decreto che annuncia lo scioglimento parla di condizionamenti, che arriverebbero casomai dall’esterno e ai quali non sono mai stato sottoposto in alcun modo».
La replica del Carroccio è secca e pungente: «Ricordo all’ex sindaco Bosio - ribatte proprio Giulio Viale - che il consiglio dei ministri che si è espresso sullo scioglimento contava ben dodici rappresentanti del Pdl e tre della Lega. Faccia un po’ i conti. In un momento così triste e delicato per la città sarebbe elegante non fare polemiche ma prendere atto delle decisioni dello Stato. Lega e Pdl in provincia di Imperia sono sempre stati ottimi alleati e continueranno ad esserlo».
L’ex sindaco Bosio non ci sta all’immagine che avrebbe avuto dei «favori da rendere» ad una potente famiglia di imprenditori calabresi. «Se ci fosse stata qualche anomalia sarebbe emersa nei sei mesi in cui la commissione prefettizia ha rivoltato il Comune come un calzino. Invece non è stato trovato un solo atto della giunta o del Consiglio. E’ per questo che lo scioglimento nasconde qualcosa che non è un complotto ma che ritengo risponda ad una strategia politica ben precisa. Non appena la presidenza della Repubblica firmerà il decreto inoltrerò, con chi vorrà, il ricorso al Tar per una battaglia che ritengono indispensabile per l’onorabilità della mia amministrazione e della città».
Nella Riviera, intanto, il timone di Bordighera ce l’hanno saldamente in mano tre prefetti della Repubblica.
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"La Stampa", 15/03/11
Dossier/ Le infiltrazioni al Nord
’Ndrangheta, le mani su Milano
Trentacinque arresti. Affari in cantieri, bar, slot machine. Nell’ordinanza citati politici e Lele Mora
PAOLO COLONNELLO MILANO
Milano come la Chicago degli Anni 30: estorsioni, traffici, contatti politici, pestaggi, 130 incendi dolosi, 70 episodi intimidatori. Dai parcheggi abusivi ai locali notturni di gran moda, dai bar ambulanti al movimento terra nei cantieri che stanno ridisegnando la città, dalle slot machine fino alle multinazionali postali private: nulla si salva dalle mani della più potente organizzazione criminale italiana. La ’ndrangheta del 2000 non si trova tra i boschi dell’Aspromonte ma tra le boiserie del Bar Magenta, locale storico della sinistra milanese; non complotta negli autoparchi ma nei centri sportivi comunali oppure negli uffici degli ospedali; non brucia santini ma si organizza per stampare volantini elettorali. E ha contatti con personaggi noti al grande pubblico, come l’ex tronista Costantino Vitagliano, Luca Casadei o Lele Mora, proprio lui, uno dei più assidui frequentatori di Arcore, l’impresario delle star televisive indagato per favoreggiamento della prostituzione anche nel Rubygate. Per non parlare dei rapporti che legano un boss feroce come Paolo Martino all’avvocato e tesoriere del Pdl Luca Giuliante, ex legale di Ruby, interpellato dai mafiosi per un appalto al Pio Albergo Trivulzio, vinto però alla fine da una coop rossa.
E se finora Milano capitale della ’ndrangheta era soprattutto un’idea legata al riciclaggio dei proventi della droga nella piazza finanziaria più importante d’Italia, adesso, con gli arresti operati ieri di 35 affiliati ai clan dei Flachi e dei Romeo e dei Martino, la denuncia degli inquirenti prende forma nel quotidiano di una metropoli ormai a un passo dallo strangolamento criminale.
«La presenza della ’ndrangheta in Lombardia e specificamente a Milano è tale da aver raggiunto un livello di penetrazione profondo con il contesto sociale, economico e politico, tanto profondo da essere accettata come un fatto "normale" del quale nessuno ha il coraggio o la voglia di parlare», scrive il gip Giuseppe Gennari nel provvedimento di 700 pagine con il quale sono stati eseguiti gli ordini di custodia cautelare. Seguito dell’operazione con la quale nel luglio scorso sono stati arrestati 300 affiliati in tutt’Italia, nel tentativo di sottrarre la regione più ricca del Paese alla feroce organizzazione calabrese. Con le sue "relazioni sociali" intessute con esponenti di secondo piano della politica locale, in prevalenza nell’Udc o nel Pdl. Non c’è da stupirsi, la ’ndrangheta si accompagna da sempre con chi sta al potere, sia a destra che a sinistra, e può garantire affari e appalti. Ma, avverte il gip, «non vuol dire che la ’ndrangheta in Lombadia debba essere vista come "macro organizzaizone", cioè come un unico organismo dotato di unità di scopo e coerenza interna»; piuttosto come «un sistema di regole che crea vincoli tra gli aderenti e opportunità di azione per gli stessi».
Una "anarchia organizzata", la definisce il giudice, capace di rendersi coesa e verticistica nel momento del bisogno. E fa specie che alcuni dei politici citati nell’ordinanza, come l’assessore comunale Giovanni Terzi (già inquisito qualche anno fa e poi prosciolto sempre per le sue "amicizie pericolose"), si stupiscano di finire «per dei semplici sms» nell’inchiesta. Così come dovrebbe spiegare nel dettaglio i suoi rapporti con personaggi della famiglia Flachi, una delle più antiche e conosciute nella malavita milanese (il vecchio Pepè, partecipò alle rapine con Vallanzasca), il consigliere regionale uscente del Pdl Antonella Maiolo (sorella di Tiziana) per ottenere i voti delle famiglie calabresi. Intanto il sindaco Letizia Moratti rivendica una città «ancora una volta in prima linea contro la criminalità organizzata». E ringrazia magistratura e investigatori per il lavoro svolto.
Milano è ancora una volta in prima linea nella lotta alla criminalità organizzata Letizia Moratti Sindaco di Milano
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Il sociologo, scrittore e giornalista tedesco
Gunter Amendt
, considerato tra i maggiori esperti internazionali sulla questione delle droghe, teorico dell'antiproibizionismo, e' morto ad Amburgo all'eta' di 71 anni. Il decesso e' avvenuto sabato sera in seguito al suo coinvolgimento in un terribile incidente automobilistico. Tra i libri di Amendttradotti in italiano figurano 'Il movimento degli studenti medi in Germania' (Einaudi, 1970), 'Le nuove droghe' (Feltrinelli 1998) e 'No drugs no future. Le droghe nell'eta' dell'ansia sociale' (Feltrinelli,2004). Ha stilato la voce 'Droghe' nel 'Lessico postfordista' (Feltrinelli, 2001).
Allievo del filosofo tedesco Theodore W. Adorno, esponente principale della Scuola di Francoforte, Amendt apparve con forza sulla scena culturale in Germania nel 1968, dopo l'attentato al leader studentesco Rudi Dutschke, facendosi immediatamente riconoscere come suo successore. Dotato di una prosa acuta e provocatoria, sempre venata di humour anche nell'affrontare gli argomenti piu' seri, Gunter Amendt e' stato l'autore del bestseller da mezzo milione di copie sulla liberazione sessuale "Sex Front" (1970), considerato uno dei libri' tedeschi piu' importanti degli anni Settanta.
Esperto di controculture e musica Amendt e' stato uno di pochi giornalisti accreditati a poter seguire insieme alla band alcune tournee di Bob Dylan, tra cui la "Reunion Sundown" con Joan Baez e Santana, da cui ha tratto un libro cult fra i fan di Dylan. Da anni il sociologo tedesco si era dedicato, con l'usuale capacita' e freddezza analitica, allo studio sull'uso delle droghe nella societa' contemporanea. Nel saggio 'No drugs no future' Amendt sostiene che il consumo di droghe e farmaci e' motivato dall'alto livello di prestazione richiesto dal nostro vivere contemporaneo.
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Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Carlo Giovanardi dice si' alla richiesta di un confronto con Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, il giovane geometra morto nell'ottobre 2009 nell'area di detenzione dell'ospedale Sandro Pertini sei giorni dopo il suo arresto per spaccio di droga. Era stata la stessa donna, ieri in una lettera aperta a Giovanardi, a chiedere un incontro pubblico.
"Aderisco volentieri - dice Giovanardi in una nota - alla proposta di Ilaria a Cucchi di un confronto pubblico sulla vicenda di cui e' stato vittima suo fratello Stefano. Purtroppo conosco bene il dolore e la disperazione di tante famiglie italiane venute in contatto con le problematiche della droga, con in piu', in questo caso, la responsabilita' di uomini dello Stato che un processo in corso dovra' determinare".
"Per quanto ci riguarda, siamo interessati soltanto ad avere verita' e giustizia sull'accaduto, un obiettivo che siamo convinti ci accomuni alla famiglia Cucchi e a tutti quelli che seguono con attenzione l'esito del processo, nel quale e' dovere del Dipartimento antidroga costituirsi parte civile" conclude Giovanardi.
"La Stampa", 12/03/11
I PM: MAGLIOCCA AL CENTRO DI UN «PATTO POLITICA-MAFIA»
Camorra, sindaco in manette Era nello staff di Alemanno
Guidava un Comune nel Casertano. E a Roma adesso è bufera
DAVIDE GAMBARDELLA CASERTA
Nell’ordinanza della Dda di Napoli si parla di «patto politico-mafioso non occasionale né episodico». Un accordo «che si sarebbe snodato negli anni», stretto tra uno degli uomini di punta dello staff del sindaco di Roma, Gianni Alemanno, e i clan della camorra casertana vicini alla consorteria dei Casalesi. Collusioni e gestione dei beni confiscati alla camorra e restituiti ai boss della zona. Accuse che ieri mattina hanno permesso agli agenti della Squadra Mobile di Caserta di stringere le manette ai polsi del primo cittadino di Pignataro Maggiore, Giorgio Magliocca, in quota Pdl. Per gli inquirenti il sindaco, indagato per concorso esterno in associazione mafiosa, sarebbe stato in rapporti col cartello malavitoso Lubrano-Ligato.
Magliocca, assunto nel 2005 al Comune di Roma dopo un bando pubblico della gestione Veltroni, ed approdato nel 2009 alla segreteria del Capo di Gabinetto pro tempore, il magistrato Sergio Gallo, avrebbe contribuito a rafforzare i vertici del clan chiudendo un occhio sui controlli dovuti alla gestione dei beni sequestrati che venivano puntualmente riaffidati ai reggenti della cosca. Ma c’è anche un altro aspetto legato all’ascesa politica di Magliocca, avvenuta - secondo la Procura di Napoli - grazie ai voti del clan. La sua candidatura a primo cittadino venne appoggiata e sostenuta nel 2002 da Lello Lubrano, boss trucidato in un agguato, e poi sponsorizzata anni dopo dal capozona Pietro Ligato, attualmente detenuto al 41 bis, che lo appoggiò nella corsa a sindaco del 2007.
Ad inchiodarlo ci sono anche le dichiarazioni di un collaboratore di giustizia, Giuseppe Petrone, il quale avrebbe fatto luce sulla «sistematica e consapevole omissione da parte dell’amministrazione locale, nella sua figura apicale (Magliocca, ndr) di ogni attività di controllo e vigilanza sui beni confiscati, che consentiva ai membri delle famiglie camorristiche Ligato-Lubrano di gestire i citati beni, formalmente annessi al patrimonio indisponibile dell’ente territoriale da diversi anni». Un sindaco da anni, dunque, «asservito ai desiderata del clan camorristico locale». Un’amministrazione in odore di camorra che ha scatenato una bufera per il suo incarico alla segreteria politica del sindaco di Roma. Il segretario regionale del Pd, Enzo Amendola, parla di «enorme questione morale nel Pdl campano». Anche i vertici romani del partito di Bersani, con Marco Miccoli e Franco La Torre, invitano il sindaco romano del Pdl a fare chiarezza. Per l’Idv invece a Roma «c’è una questione morale», afferma Vincenzo Maruccio. Nel pomeriggio arriva la prima risposta politica. Alemanno ha deciso di sospendere da ogni incarico il suo collega casertano e chiarisce: «Gli addebiti mossi dalla magistratura all’avvocato Magliocca non hanno nulla a che fare con la sua attività lavorativa presso Roma Capitale, mentre la sua qualificazione in rapporto all’incarico da lui assunto presso il Gabinetto è stata positivamente valutata dal precedente Capo di Gabinetto». E compatto, il Pdl campano sostiene il sindaco di Pignataro: «Dimostrerà la sua innocenza - dichiarano Mario Landolfi, vicecoordinatore regionale vicario della Campania del Pdl».
Il primo cittadino della Capitale: «Accuse che non riguardano la sua attività per noi»