I COSTI NON DELLA "POLITICA" MA DEL "REGIME PARTITOCRATICO".

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Iscritto dal: 14/01/2005
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Quando si parla di malagestio politica e vieni sbertucciato se spieghi che un manager capace è il miglior politico da votare tendi a evitare queste ridicole situazioni, che poi sono divertenti a casa d'altri perchè se sei te quello che capitombola in bici mentre decidono se i buchi sono ordinari o straordinari la cosa diverte meno.
In realtà le questioni organizzative proposte sono cose che un modesto consulente aziendale pianerebbe per poche decine di migliaia di euro ma........sarebbe la fine dei giochi di potere.
Un gioco di potere, specialità sinistra, dice che risorse e soluzioni vanno alle circoscrizioni "amiche", che i problemi veri non vanno risolti ma superati dalle iniziative stupide ma politicamente appaganti. Il clientes innanzi tutto ed è la sua cronica mancanza a destra che sviluppa un odio così cospicuo. De Corato a Milano è il politico più inviso alla sinistra e tre quarti del successo elettorale del polo, sto terrone ha l'etica del lavoro bergamasca e la tigna dell'unto dal signore. Chiude buche, sistema strade, illumina periferie e se finisci presto e bene ti premia anche, cosa gravissima non ha aziende in quota AN da bilanciare con altre in quota al resto ma le cerca capaci ed economiche.
Una tragedia per la classe politica e la burocrazia locale che somma ingiuria deve persino lavorare e alla fine i soldi bastano sempre.
I costi della politica non sono gli enti ma la loro conduzione, del resto se voti per guidarli un deficiente in camicia rossa più che pagare salato il privilegio di essere preso per il culo cosa speri di ottenere??

Iscritto dal: 12/10/2000
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Volevi dire: " i costi della NON politica del regime partitocratico"?
Attento alle virgolette. :D

http://www.mauriziopistone.it/testi/discussioni/gramm01_evidenziazione.html

Iscritto dal: 07/09/2000
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"La Stampa", 06 Giugno 2007, pag. 57

Retroscena
Competenze sovrapposte col Comune
La circoscrizione raddoppia i costi

ANDREA ROSSI

Prendete i giardini pubblici: le Circoscrizioni si occupano di tagliare l’erba, ma per la potatura degli alberi e delle piante interviene il Comune. Non dovrebbe accadere perché, secondo il regolamento, tutta la gestione del verde pubblico è di competenza delle Circoscrizioni.
Per le strade funziona allo stesso modo: se c’è da ricoprire una buca spetta alla Circoscrizione, ma se le buche sono tante – e quindi è più sensato riasfaltare l’intero tratto di strada – tocca di nuovo al Comune. Il primo intervento risponde alla voce «manutenzione ordinaria», il secondo sta sotto la casella «manutenzione straordinaria». In entrambi i casi le gare d’appalto per assegnare i lavori sono gestite dal Comune. L’unica differenza è a chi spetta il controllo dello stato di avanzamento dei lavori. Ma quante buche servono a una strada perché qualcuno decida che va rifatta per intero e non semplicemente rattoppata? E perché – qualunque sia l’opera da eseguire - non se ne occupa lo stesso ente?
Raccapezzarsi è difficile, in quel groviglio di competenze incrociate, mai trasferite o trasferite soltanto parzialmente che si chiama «decentramento». Quello lasciato a metà. Quello delle Circoscrizioni, nate per alleggerire il «centro» - e cioè il Comune - e finite per esserne un’appendice, se non talvolta un doppione. Un regolamento del Comune di Torino, anno 1996, assegnava loro una sfilza di mansioni. La maggior parte non è mai stata attuata. E quelle poche incombenze delegate a volte nascondono sovrapposizioni e bizzarrie di ogni genere. Come nel caso dei déhors. Chi vuole installarne uno si deve rivolgere agli uffici della propria Circoscrizione. Ma non tutti i déhors sono uguali: in certi casi la palla passa agli uffici centrali. I bar - o ristoranti - del centro storico e quelli collocati in zone particolari devono presentare la richiesta direttamente in Comune. E gli impianti sportivi? Le bocciofile, le piccole piscine, i campi sportivi e le palestre sono gestite a livello decentrato; non i palazzetti dello sport, le grandi piscine e le palestre più importanti.
«Siamo in mezzo al guado – ammette Michele Paolino, presidente della Circoscrizione 3 -. I trasferimenti di competenza non sono mai stati attuati per davvero e noi ci troviamo ad essere un organismo monco». Rivendicano il loro ruolo, cassa di risonanza delle istanze dal basso e anello di congiunzione tra cittadini e Palazzo. Rivendicano le centinaia di persone che partecipano ai consigli, manifestano disagi e indicano soluzioni. Certo è che, per dirla con Juri Bossutto – consigliere regionale di Rifondazione comunista ed ex presidente della Circoscrizione 2 - «si limitano a gestire l’ordinario. E non hanno un’autentica possibilità di indirizzo politico».
Come nel caso degli impiegati dell’anagrafe, circa il 15 per cento degli addetti totali: le Circoscrizioni si limitano a stabilire turni e piani ferie. Quanto al resto, si tratta di attuare direttive centrali, addirittura nazionali, su cui la Circoscrizione non ha alcun potere d’indirizzo. L’unico versante che ha visto un vero passaggio di consegne è il settore socio-assistenziale, che concentra la metà dei dipendenti in forza alle Circoscrizioni. Se è vero che tutti gli stanziamenti di quest’area sono coordinati a livello centrale, la gestione operativa spetta agli apparati decentrati. I maligni commentano che i servizi sociali sono una patata bollente, e – non a caso - il Comune preferisce lavarsene le mani e delegare.
Considerazione che non vale per tutti gli altri settori. Qui il decentramento nasconde autentiche voragini. Le Circoscrizioni dovrebbero vigilare sullo stato degli edifici scolastici e sul rispetto delle norme di sicurezza nelle scuole; dovrebbero provvedere ai sussidi e al materiale didattico per asili nido e materne, per non parlare delle mense scolastiche. Sempre alle Circoscrizioni spetterebbe la manutenzione ordinaria e straordinaria di tutti i loro edifici, oltre alle competenze sulla viabilità interna: non le grandi arterie, ma le strade di quartiere. Direttive mai attuate, come quella che prevedeva la riorganizzazione e il decentramento del servizio bibliotecario. «Se la situazione resta tale – commenta Bossutto – tanto vale delegare la gestione delle Circoscrizioni a un tecnico nominato dal sindaco».

Iscritto dal: 14/01/2005
User offline. Last seen 5 years 28 weeks ago.

Quando una stronzata vola trova sempre un compagno dove attecchire, sciocca demogagia amerecana mal copiata.
Ponendo un limite artificiale la signora Bresso si garantisce manager poco capaci, se la lettura è corretta gli amministratori avranno compensi massimi di 70.000 euro se sono bravi, cinquantamila da scarsi nel triennio. Secondo voi un ad pagato come un quadro cosa può valere??
In questo modo i bravi emigrano a stipendi di mercato e i brocchi restano, anche il concetto di massimo dodici sedute a 300 euro è capacchiosa e per modesti mestieranti.
Un concetto valido sarebbe non più del 3% del fatturato per l'ad, non più del 5% per il consiglio più il 10% dell'incremento ma così sarebbe premiare i capaci e non sia mai. Entrino nani, gobbi e ballerine e i bravi fuori di qui che fanno ombra.

r.scaruffi (not verified)

Quirinale e Carabinieri
fanno lievitare
la predazione burocratico-oligarchica.

ABOLITELI!
con licenziamento di tutto il personale lì mal'occupato
Ora si sono inventati la propaganda qualunquista
che la colpa è del sistema democratico.

Iscritto dal: 16/08/2000
User offline. Last seen 1 anno 27 weeks ago.

g.manfredi wrote:
oltre 60 società di cui la Regione è socia

«È solo propaganda - replica però il coordinatore regionale di Fi Guido Crosetto - Bresso nominando 14 assessori che non sono consiglieri regionali ha fatto lievitare di molto la spesa».

e' vero?
e quelle 60 societa' sono tutte utili? Esistevano, 20-30 anni fa?

Iscritto dal: 18/09/2000
User offline. Last seen 3 years 18 weeks ago.

  Up anti Scaruffi pseudo Levi

DURO … ESSERE RADICALI … OGGI