Melfi: Forza FIAT !!!!

Questa discussione ha 249 interventi
Iscritto dal: 04/05/2009
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Mi ha anche spiegato come vivere in quattro con milletrecento euro al mese in Lombardia

Che fortuna che ha quest'uomo, con 1700/4 a vivere in Lombardia! Fai cambio, di corsa! Ahahahahahah :-)))) Maurizio, urge una pizza assieme. Sei in assoluto il lombardo più simpatico che conosca :-)

Iscritto dal: 14/01/2005
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 La cosa divertente è stata al mattino parlare con il falegname rumeno che ti spiega nei fatti come qui si stia meglio che altrove e riesce a crescere una famiglia con 1300 euro al mese e la sera dopo cena ascoltare il pianto di una amica single che con 2500 non può assolutamente farcela e di un altro che tiene la mobilità perchè ne riceve altrettanti e non riesce a trovare un posto che almeno gli paghi il disturbo di lavorare. E' una menata che sento da quando sono nato, povertà e ricchezza sono concetti relativi alla accettazione di se e del proprio modo di vivere, il resto è relativo.

Iscritto dal: 04/05/2009
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Ma che me frega pure a te... :-) (vi voglio bene, mi siete simpatici)

Se la colpa è degli operai, quando Marchionne avrà liberato l'Italia dal contratto collettivo, dai sindacati, dai critoponti, dai paranticipi, dai pirinconzoli, gli operai Fiat avranno lo stesso stipendio dei loro omologhi Volkswagen, sì o no?

Iscritto dal: 18/11/2000
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Siiiii, Paolo, vai tranquillo è così.... non aver paura.

E' stato Marco Pannella ad affossare i 20 referendum rifiutandone l'accorpamento elettorale con le amministrative e la conseguente garanzia di quorum.

 

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FIAT COJONI - MENTRE AGNELLI SI CREAVA I SUOI TESORETTI OFFSHORE (VEDI LA DIATRIBA SULL’EREDITà), tra il ’77 e il ’90 Torino ha beneficiato di 5,2 miliardi, avallati da tutti i governi della prima Repubblica - il regalo fatto dall’iri di Prodi: quell’Alfa Romeo strappata alla Ford, che nel 1986 (governo Craxi) aveva messo sul piatto 4mila miliardi di lire, ben più dei 1.050, da versare in cinque rate (la prima sei anni più tardi) senza interessi, offerti dal Lingotto...
 

Pierluigi Bonora per Il Giornale

Agnelli Romiti

Genericamente si potrebbe dire che furono tutti i big della politica della prima Repubblica a prestare un'attenzione particolare al gruppo Agnelli. Nella forma di aiuti, sostegni, spintarelle, scambio di favori, piaceri, paletti protezionistici. Il caso più clamoroso fu la protezione data da Romano Prodi in occasione dell'asta sull'Alfa Romeo.

Ma ci furono interventi apparentemente marginali, però dalle conseguenze favolose per la Fiat. Basti pensare a quella nuova tassa che si inventò il governo Andreotti nel 1976, chiamata superbollo per i motori Diesel. Sotto al vestito una grande mano ai motori torinesi che all'epoca erano praticamente solo a benzina e di cilindrate basse. E la fuoriuscita dei motori stranieri a gasolio, all'epoca più avanzati.

E poi la famigerata Cassa del Mezzogiorno, feudo democristiano, che con la scusa dell'industrializzazione gettò miliardi anche nelle fabbriche del gruppo (ma non solo ovviamente). Andiamo per ordine.

lapr romano prodi telefono cellulare

Le ultime dichiarazioni di Sergio Marchionne («dall'Italia non arriva alla Fiat un euro di utile») hanno riportato alla ribalta il tormentone dei tanti sussidi, diretti e indiretti, di cui il gruppo che fa capo alla famiglia Agnelli ha beneficiato nella sua lunga storia. «Per elencare tutti i favori - dice maliziosamente un esperto del settore - ci vorrebbe un'enciclopedia». Sul banco degli «imputati» sono soprattutto i governi di centrosinistra e gli uomini che li hanno condotti: Romano Prodi, Massimo D'Alema e Giuliano Amato firmano i provvedimenti che danno maggiore ossigeno all'azienda torinese.

A molti brucia ancora il regalo, già accennato, fatto da Prodi, all'epoca alla guida dell'Iri, alla Fiat: quell'Alfa Romeo strappata alla Ford, che nel 1986 (governo Craxi) aveva messo sul piatto 4mila miliardi di lire, ben più dei 1.050, da versare in cinque rate (la prima sei anni più tardi) senza interessi, offerti dal Lingotto allora amministrato da Cesare Romiti.

ie39 dalema amato

Se l'Alfa Romeo aveva problemi allora, la situazione nel tempo è stata oggetto di pochi alti e tanti bassi, tant'è che il destino del marchio milanese non è tuttora ancora ben delineato. Il simbolo di un nazionalismo industriale di cui lo stesso Marchionne oggi essendone vittima, si lamenta. C'è chi è arrivato a quantificare l'ammontare dei finanziamenti statali elargiti a Torino in 100 miliardi di euro.

Queste le voci considerate: rottamazioni (leggi incentivi: 400 milioni di euro solo nel '97 in virtù del piano Prodi), cassa integrazione, contributi per gli impianti al Sud, prepensionamenti, mobilità lunga, interventi sul fisco, barriere protezionistiche, leggi ad hoc.

Aldo Moro

Nel balletto di cifre proprio ieri la Cgia di Mestre ha fatto due conti: 7,6 miliardi di finanziamenti erogati dallo Stato solo negli ultimi 30 anni, da suddividere in contributi per realizzare le fabbriche di Melfi e Pratola Serra (1,279 miliardi tra il '90 e il '95 con i governi De Mita, Andreotti, Amato, Ciampi e Berlusconi). Complessivamente, secondo la Cgia, tra il '77 e il '90 Torino ha beneficiato di 5,2 miliardi, avallati dai governi Moro, Andreotti, Cossiga, Forlani, Spadolini, Fanfani, Craxi, Goria e De Mita: praticamente tutti i bei nomi della prima Repubblica.

Il gruppo degli Agnelli è stato aiutato, in base alla legge per il Mezzogiorno, a realizzare il suo programma di insediamenti industriali al Sud: oltre 6mila miliardi di vecchie lire in base al contratto di programma stipulato a Palazzo Chigi nel 1988 con i governi Goria-De Mita.

GIULIO ANDREOTTI

In anni successivi, e precisamente tra il '93 e il 2009 (governi Ciampi, Berlusconi, Dini, Prodi, D'Alema e Amato) alle voci ristrutturazioni, innovazione e formazione è corrisposta un'erogazione da parte dello Stato pari a quasi 500 milioni di euro. C'è poi lo stabilimento di Pomigliano d'Arco, ereditato dalla vecchia Alfa Romeo (20,5 milioni a carico dello Stato per l'innovazione dell'impianto tra il '95 e il 2000)e quello siciliano di Termini Imerese, costruito nel golfo di Cefalù in una delle zone meno adatte per un polo industriale e sicuramente più indicata a ospitare milioni di turisti.

Cossiga e DAlema

La nascita del sito nel 1970 (governo Rumor) avvenne sulla spinta delle grandi lotte operaie del tempo che tra le principali rivendicazioni ponevano lo sviluppo del Mezzogior-no. Purtroppo, con il trascorrere degli anni, sono emerse le difficoltà di mantenere la produzione inun'area difficile da raggiungere e carente di infrastrutture, tant'è che la fabbrica che ha prodotto modelli di successo come 500, 126, Panda, Punto e Lancia Y, chiuderà a fine 2011. Di investimenti e contributi, comunque, Termini Imerese ne ha assorbiti: l'ultimo risale al 2007 (governo Prodi) con un intervento statale di 46 milioni.

ANDREOTTI-GAVA-FORLANI

Bisogna sempre considerare infine due fattori. Ogni impresa, in qualsiasi parte del mondo, chiede aiuti economici alla politica. Il problema è quando la politica cede con tanta dovizia come ha fatto negli anni con Fiat. E infine occorre sempre ricordare come in un paese dotato di pochi colossi industriali, il gruppo torinese abbia negli anni rappresentato uno dei pochi baluardi dell'occupazione e della ricerca. Basti pensare al recentissimo caso serbo: hanno fatto ponti d'oro,tra incentivi fiscali e contributi vari, affinchè la Fiat rilanciasse il suo stabilimento locale.

Pomigliano

 

sabatino di martino

Iscritto dal: 18/11/2000
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Marchionne è una delle poche risorse rimaste all'Italia.

E' stato Marco Pannella ad affossare i 20 referendum rifiutandone l'accorpamento elettorale con le amministrative e la conseguente garanzia di quorum.

 

Iscritto dal: 27/12/2008
User offline. Last seen 5 years 29 weeks ago.

Marchionne non è una risorsa per l'italia.

E' una risorsa per la fiat?

Bho?

Io penso di no!

Ma quella è una industria privata: faccia quello che le pare con i manager che si sceglie.

Non riesco a capire in che modo sia una risorsa per il paese.

 

sabatino di martino

Iscritto dal: 18/11/2000
User offline. Last seen 5 years 29 weeks ago.

(citazione): "Non riesco a capire in che modo sia una risorsa per il paese."

Per un motivo fondamentalmente:

Per la svolta che potrebbe definitivamente imprimere al modello di relazioni sindacali che ha devastato l'Italia.

 

E' stato Marco Pannella ad affossare i 20 referendum rifiutandone l'accorpamento elettorale con le amministrative e la conseguente garanzia di quorum.

 

Iscritto dal: 04/05/2009
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Per la svolta che potrebbe definitivamente imprimere al modello di relazioni sindacali che ha devastato l'Italia.

Non per dire, ma se davvero c'è l'urgenza di risolvere il rapporto coi sindacati, basta andare al sodo ed abolire l'articolo 18. Ma il governo liberista che ti piace tanto...eh...che te lo dico a fare, poi litighiamo. Lasciamo stare.

Iscritto dal: 18/11/2000
User offline. Last seen 5 years 29 weeks ago.

L'abolizione dell'art. 18 "aveva, ha ed avrebbe" solo un valore simbolico: sul piano pratico "era, è e sarebbe" una inezia.

Le relazioni sindacali si modificano (per iniziare):

  • abolendo la contrattazione nazionale
  • abolendo il "distacco" sindacale

E' stato Marco Pannella ad affossare i 20 referendum rifiutandone l'accorpamento elettorale con le amministrative e la conseguente garanzia di quorum.

 

Iscritto dal: 04/05/2009
User offline. Last seen 3 years 50 weeks ago.

Le relazioni sindacali si modificano (per iniziare):

  • abolendo la contrattazione nazionale

  • abolendo il "distacco" sindacale

Guarda, secondo me va bene anche questo. Che abolissero tutto, compreso il rientro della Fiat in Italia che ci ha succhiato risorse per mezzo secolo, e liberassero finalmente quei poveri schiavi che lavorano in fabbrica a stipendi di merda: all'inizio gli operai ci rimarranno malissimo, convinti di aver perso il sostentamento, alla lunga ringrazieranno i loro dei per aver incontrato, finalmente, nella loro esistenza, la liberazione.

Iscritto dal: 04/05/2009
User offline. Last seen 3 years 50 weeks ago.

Figuriamoci le altre.

Iscritto dal: 18/11/2000
User offline. Last seen 5 years 29 weeks ago.

...le altre ? (mi inviti a nozze !!)

  1. Una l'ha indicata Berlusconi 16 anni fa, ricordi ? .... "Forza Italia !"
  2. L'altra l'ha indicata Pannella 10 anni fa, ricordi ? ... "Basterebbe il Veneto !"

:-)))))

 

E' stato Marco Pannella ad affossare i 20 referendum rifiutandone l'accorpamento elettorale con le amministrative e la conseguente garanzia di quorum.

 

Iscritto dal: 04/05/2009
User offline. Last seen 3 years 50 weeks ago.

Un bel trio ;-)

Iscritto dal: 27/12/2008
User offline. Last seen 5 years 29 weeks ago.

Un bel 3ad aperto a suo tempo per inneggiare al risoluto condottiero con lo scola pasta in testa.

A volte il tempo è galantuomo.

Beccatevi questa:

IL FALLIMENTO DI MARPIONNE - NON È LA CRISI IL PROBLEMA DELLA FIAT: se il mercato è debole per il lingotto, che nel solo mese di settembre ha perso in Europa il 20 per cento rispetto allo stesso mese dell’anno scorso, lo è decisamente di meno per alcuni grandi gruppi come Volkswagen (-4,3%), Peugeot-Citroën (-6,6), Renault (-8,7) - Forse per questo a pulloverino conviene parlare di Melfi e dei 10 minuti di pausa in meno. Per quel che valgono.... <script type="text/javascript">
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Vittorio Malagutti per "il Fatto Quotidiano"

Fazio e Marchionne

In un'intervista al settimanale Panorama del dicembre 2006, Sergio Marchionne spiegò che la sua missione si sarebbe compiuta nel 2010 "quando faremo 5 miliardi di utile operativo". L'amministratore delegato della Fiat si è sbagliato di 3 miliardi. Quest'anno il gruppo torinese chiuderà il bilancio con 2 miliardi circa di utile operativo.

marchionne fazio g

Certo, nel frattempo il mondo ha vissuto una catastrofica crisi industriale e due (General Motors e Chrysler) delle tre big americane si sono risollevate dal crac solo grazie agli aiuti del governo Usa. Da questa parte dell'Atlantico, però, altri concorrenti hanno fatto decisamente meglio di Torino.

marCHIONNE E ELKANN big

La Volkswagen, per esempio, che nel 2006 aveva realizzato 2 miliardi di profitto operativo (quindi poco più di Fiat), quest'anno supererà quasi certamente quota 6 miliardi: nei primi 9 mesi è già arrivata a 4,8. E la francese Renault, reduce da una gravissima crisi, tra gennaio e settembre del 2010 ha visto crescere del 10 per cento le vendite di auto in Europa, mentre per Fiat il mercato continentale segna un calo del 12,3 per cento.

Marchionne

Il gruppo francese nei mesi scorsi ha ripreso a macinare profitti a gran velocità, tanto che a settembre ha potuto rimborsare un miliardo dei tre ricevuti in prestito dal governo di Parigi ad aprile 2009.

MARCHIONNE

Marchionne quindi, a quasi quattro anni di distanza da quell'intervista in cui fissava gli obiettivi, è ancora costretto a rincorrere. E allora non può fare altro che rilanciare. Il piano industriale per i prossimi cinque anni serve proprio a questo, ad alzare l'asticella degli obiettivi spostando più avanti nel tempo, almeno sul piano mediatico, l'inevitabile confronto con un mercato sempre più difficile.

Protesta Termini Imerese MAschera di Marchionne Dal Giornale pomiglian o

Nascono da qui i discorsi sulla produttività, il confronto tra gli stabilimenti Fiat in Italia e quelli negli altri Paesi, in primis in Polonia. Perchè Marchionne ha fissato per il 2014 obiettivi a dir poco ambiziosi di redditività. Per il solo settore auto il margine operativo in percentuale sul fatturato dovrebbe crescere dall'1,5 per cento previsto per quest'anno fino al 4,7 per cento del 2014. E per guadagnare di più Fiat deve utilizzare la capacità produttiva dei suoi stabilimenti molto più di quanto non sia successo finora. Ma la produttività non basta.

Se Marchionne vuole davvero centrare il bersaglio deve però riuscire a vendere di più, molto di più rispetto a quanto stia facendo oggi. In che modo? "Modelli ce ne sono finché volete", ha risposto l'amministratore delegato di Fiat a una domanda di Fabio Fazio nell'intervista trasmessa domenica sera. In effetti, il piano industriale prevede il lancio addirittura di 34 nuovi modelli, di cui 13 prodotti in Nordamerica negli stabilimenti Chrysler.

Logo VOLKSWAGEN

Il gruppo torinese vuole innanzitutto aumentare la sua presenza nelle fasce medio alte di mercato, quelle dove i margini di guadagno sono mediamente più elevati. Il fatto è che finora si è visto poco o niente di tutto questo. Secondo Marchionne "non ha senso lanciare nuovi modelli in un mercato strutturalmente così debole".

RENAULT

Ma se il mercato è debole per Fiat, che nel solo mese di settembre ha perso in Europa il 20 per cento rispetto allo stesso mese dell'anno scorso, lo è decisamente di meno per alcuni grandi gruppi come Volkswagen (-4,3 per cento), Peugeot-Citroën (-6,6), Renault (-8,7). E pensare che secondo il piano industriale nel 2014 Fiat vorrebbe riuscire a piazzare in Europa almeno 2,15 milioni di veicoli, addirittura l'80 per cento in più di quelle vendute nel 2009, pari 1,23 milioni.

PEUGEOT

Come fare allora per toccare il traguardo dei 6 milioni di vetture prodotte e vendute in tutto il mondo indicato da Marchionne come il traguardo del 2014? Bisogna puntare sui Paesi emergenti. C'è il Brasile, forse l'unico mercato dove la casa torinese può sfoggiare risultati commerciali in miglioramento. Ma il grosso della crescita potenziale, quella su cui puntano tutti i grandi produttori, è attesa altrove.

citroen

E cioè in Cina e India. Nel 2009, un anno a dir poco difficile per l'automobile, la produzione è cresciuta del 48,3 per cento in Cina e del 13 per cento in India. Sempre l'anno scorso in Italia le auto prodotte sono calate del 17,6 per cento e negli Stati Uniti addirittura del 34,3 per cento. Rotta verso est, allora, ma in Oriente Fiat è ancora molto lontana dai suoi principali rivali.

Toyota

Volkswagen e Peugeot-Citroën vantano già una solida presenza da quelle parti. Per non parlare della giapponese Toyota. Insomma, la strada da fare è ancora tantissima. E la meta al momento sembra così lontana da sembrare un miraggio. Forse per questo a Marchionne conviene parlare di Melfi e dei 10 minuti di pausa in meno. Per quel che valgono.

 

 

sabatino di martino

Iscritto dal: 04/05/2009
User offline. Last seen 3 years 50 weeks ago.

Mi chiedevo che fine avesse fatto "Fabbrica Italia". Te la ricordi? :-)))))))

Iscritto dal: 27/12/2008
User offline. Last seen 5 years 29 weeks ago.

Il bello è che vuole vendere le auto agli italiani e le vuole produrre all'estero facendo credere che si tratta di un prodotto nazionale.

Vorrebbe cinesizzare gli operai italici e continuare a guadagnare come se vendesse auto a ricchi europei.

E' un furbastro alla Della Valle, che compra tutto il materiale dai cinesi e lo fa montare, anzi assemblare, nelle Marche per aggiungere il marchietto del cazzo Made in italy.

Sono furbastri all'italiana, ormai li conoscono tutti.

Gente che di mestiere fa il gioco delle tre carte...

sabatino di martino

Iscritto dal: 14/01/2005
User offline. Last seen 5 years 29 weeks ago.

A me risulta diversamente, Marchionne ha preso Fiat che era tecnicamente morta, il risultato operativo era negativo per 600 MLN e un vago pareggio era stato raggiunto con partite extra lavoro. Quindi lui era 600 sotto e VW 2000 sopra, adesso lui è 2000 sopra (più 2600) e VW 4800 (più 2800), visto che è molto più piccolo il caro Sergio è veramente un fenomeno. Se calcoliamo che la sua produzione italiana rende niente e quella tedesca poco state dicendo scemenze a ruota libera. State applicando il benaltrismo per coprire i soliti lavativi, che noia, falsificate i dati, come la pravda dei tempi d'oro, che palle. Per puro patriottismo sta cercando di mantenere la base Fiat in Italia, anche per il marketing certo ma se vende in perdita meglio che smetta. Naturalmente potrebbe fare come VW e licenziare quelli in cassa integrazione, la decimazione rende i superstiti incredibilmente efficienti, possibile che non vi venga mai in mente che certi paragoni sono insensati e se non esiste più nessuno di rilevante che investe in Italia la colpa è nostra e non di altro.

Iscritto dal: 14/05/2007
User offline. Last seen 5 years 29 weeks ago.

 

 no Maurizio, a te non risulta niente, la tua simpatia è dovuta solo al fatto che speri che M. metta in riga gli operai. Se M. dicesse che la Cgil è un sindacato importante e che i diritti degli operai vanno tutelati (1), continuando, per il resto, la stessa politica commerciale e industriale, la tua simpatia verrebbe immediatamente meno. Ormai hai interiorizzato, inconsciamente, gi interessi di classe dei tuoi clienti imprenditori. Però puoi ancora uscirne. 

 1 ) è chiaro che sono frasi generiche ma pronunciate da Marchionne acquisterebbero un importante significato "politico".

Iscritto dal: 14/01/2005
User offline. Last seen 5 years 29 weeks ago.

Non serve a nulla mettere in riga gli operai, tanto ci pensa la realtà, alla prima disoccupazione sono in riga come lettoni. Alla Fiat hanno detto per trenta anni che la CGIL è un sindacato importante e che i diritti degli operai vanno tutelati, anche e sopratutto mentre li licenziavano a ranghi completi. Poi la realtà li ha raggiunti, finiti i soldi dallo stato e non bastando quelli dei clienti si sono dovuti prendere un marchionne e ingoiare l'amaro calice. Guarda che i nostri imprenditori sono operaisti oltre il sindacato e ci si giocano azienda e patrimonio per mantenere degli inutili.

Iscritto dal: 04/05/2009
User offline. Last seen 3 years 50 weeks ago.

Se calcoliamo che la sua produzione italiana rende niente e quella tedesca poco state dicendo scemenze a ruota libera.

Se ce l'hai con me, se ti può confortare - per quanto mi riguarda - Marchionne può prendersi la Fiat e portarsela dove vuole, può trattare con i sindacati come vuole e può chiedere al governo tutti gli incentivi che vuole (oddio, questo se non lo fa lo ringraziamo, perché poi sai come sono i governi, cercano il consenso dagli operai e allentano i cordoni della borsa "salvando" la Fiat.....no, non voglio fare la Cassandra). Non è un'azienda di automobili del cazzo a rappresentare il futuro per questo paese.

Iscritto dal: 14/01/2005
User offline. Last seen 5 years 29 weeks ago.

Infatti non sono preoccupato per la Fiat ma la cattiva lavandera trova mai la prea bona e resta lei povera e noi con la camicia sporca. La buona lavandaia fa risultato ovunque, è benestante e i suoi vicini hanno la camicia immacolata e questo ci riguarda, eccome.

Iscritto dal: 04/05/2009
User offline. Last seen 3 years 50 weeks ago.

Mi sono impegnato, ma non t'ho capito.

Iscritto dal: 27/12/2008
User offline. Last seen 5 years 29 weeks ago.

E' chiaro che un ragionamento sensato su un argomento tanto complesso lo possono fare davvero solo gli specialisti.

L'articolo postato mostra delle chiavi di lettura non insensate.

A naso, e ripeto puramente a naso, non ritengo il signor dirigente un genio.

Sbaglierò ma la sua idea di uscita dalla crisi mi pare alquanto stantia.

I multijet non sono sua roba come tutti i progetti che rendono Fait un poco competitiva.

Le auto, Fiat le vende in brasile, dove rifila Palio ad alcool a vecchi innamorati del sogno italico.

Nel mondo le auto le vendono gli altri e se vuole vendere le auto con il marchio che rappresenta ne devono passare di anni per far si che i compratori non si vergognino con gli amici per aver comprato le discendenti della Panda e della Duna.

La famigliola ha scorporato e si è preso il pacchetto automezzi agricoli e tir che vanno bene in cina e usa, mi pare.

La cacca automobilistica l'ha lasciata in mano al Marchionne che dovrebbe fare le nozze coi fichi secchi.

Ora va in Serbia a prendere i soldi di quello staterello e fa anche bene, solo che il suo prodotto in italia ha appeal zero.

Mi sembra giusto.

Però non se la prenda con gli operai se le Fiat Idea sono un cesso e se l'ultimo modelo di Suv prodotto con i Giapponesi ha le portiere che cigolano come una 126 del 1977.

Quello è frutto della sua gestione.

Vada all'estero e faccia il galletto come vuole, tanto perde quote in italia e tra poco nongli resta che cominciare a limare il suo lauto guadagno annuale per rimettere in carreggiata l'azienda.

La colpa dei sindacati rispeto alla progettazione dov'é?

Lo sai che oggi una Panda consuma più del venti per cento delle concorrenti dirette?

E' colpa degli operai?

Convincimi.

 

sabatino di martino

Iscritto dal: 14/01/2005
User offline. Last seen 5 years 29 weeks ago.

non posso convincerti, parti con dei preconcetti grandi come case, ad esempio le piccole Fiat e Peugeot usano gli stessi motori e dalla Panda alla MiTo è sempre il caro Fire, come del resto nelle Peugeot 1000 e 2000, come è possibile che le sole Panda consumino il 20% più dei competitori ? Se le porte cigolano la colpa è degli operai in catena, sono difetti tipici di cattivo assemblaggio ma il test finale sulla qualità operaistica e sulla loro attitudine lavorativa lo testimoniano i competitori, producendo altrove. Tieni presente che è un problema molto Fiat, circa un terzo delle vetture tedesche è fatto di componenti italiani, che pari pari finiscono nelle auto Fiat. Direi che agiti un sacco di pregiudizi, più che fatti concreti.

Sulla questione delle colpe operaie ti basti pensare che nella stessa organizzazione le compagini italiane perdono denaro e quelle straniere guadagnano, quello che un Marchionne può fare e ha fatto è indicare i parametri e le rese che gli operai italiani devono raggiungere per essere competitivi. La sua posizione non permette altro, i dipendenti americani lo adorano, hanno obbiettivi possibili, chiari e definiti e probabilmente riusciranno a farcela. Nel mondo i dipendenti sono tesi e concentrati a fare del loro meglio e finiscono col riuscirci, i nostri invece "vivono altrove". Non riescono neppure a concentrarsi sulla cosa importante, avere successo come lavoratori, troppi pensano a tutt'altro e tu stesso lo trovi naturale. In sostanza trovi naturale che non siano concentrati soprattutto nel loro lavoro, in un mondo competitivo è una colpa senza perdono. Non è un fattore limitato alla classe operaia, ad esempio è un grosso limite anche nella pratica sportiva, la uso perchè quella meno influenzata da fattori esterni. I nostri giovani giocatori trovano pesante e castrante per la loro vita allenarsi tutti i pomeriggi per due ore e giocare una partita nel fine settimana. I giovani croati e serbi si allenano tutti i giorni un'ora prima della scuola, tre ore di lavoro collettivo, poi programmi individuali. Quando i nostri "eroi" terminano la stagione agonistica cazzeggiano al muretto tutto il giorno, i giovani plavi senza scuola fanno da sei a otto ore di allenamento di cui almeno due di lavoro individuale sui fondamentali e due di perfezionamento fisico. I risultati parlano per loro, i pochi italiani che seguono lo stesso regime ottengono gli stessi risultati, come del resto anche gli spagnoli. Limito l'esempio volutamente a situazioni simili per clima e razza, tutto sommato anche per stili di vita e possibilità economiche. I modesti risultati dei nostri sportivi, come dei nostri operai, sono legati alla nostra cultura e modo di essere, non deve stupire se perdono praticamente ogni competizione, con la differenza che se prendi cinquanta punti da una giovanile slava te ne puoi fregare, se resti disoccupato perchè ti rifilano dieci auto l'ora fai la fame sul serio e l'altrove non aiuta per niente.

Con questo non penso di averti convinto per niente, in compenso adesso sai com'è la questione, se l'accetti giochi e magari vinci, altrimenti hai perso per quanto cerchi trucchi e giochi strani.

Iscritto dal: 27/12/2008
User offline. Last seen 5 years 29 weeks ago.

Scusami ma di meccanica ne sai veramente poco.

Gli addetti Fiat montano le vetture che vengono progettate dagli ingegneri Fiat.

Se la cerniera è rumorosa lo è perché è una cerniera di merda non perché è montata male. Tanto più che di solito queste componenti hanno dei fori di invito e l'operaio non deve fare altro che avvitare i perni.

Qui si parla di progettazione del cazzo, di incapacità di vedere la vettura come un oggetto duraturo nel tempo. Della filosofia che ha portato a produrre Panda mentre i tedeschi producevano Golf e Audi80.

I germania hanno licenziato gli scansafatiche ma i grandi operai e assemblatori se li sono coccolati per non far perdere di qualità al processo.

In Fiat si è scelto di licenziare a capocchia e di assumere giovani a go-go per lucrare dagli incentivi alle neo assunzioni.

Da cui è derivata una quantità di scarto di lavorazione costosa altissima.

I furboni pensavano di mettere dei giovincelli a tornire con utensili a cotrollo elettronico, pagandoli di meno e avendone in cambio un lavoro di qualità da imputare alla macchina. Doppio errore perché si sono disfatti di operai di prim'ordine e con esperienza che sono stati sostituiti da giovincelli che non avevano idea di quel che facevano.

Questo tipo di errore è da imputare all'operaio?

L'esempio del calciatore serbo non è calzante perché i nostri si allenano come gli altri e lo fanno perché hanno voglia di emergere.

I problemi nascono quando si parla di serie a dove ci sono l'equivalente delle prime donne del mondo dello spettacolo.

Certo è che se vuoi pagare un operaio italiano le stesse cifre che dai all'operaio serbo....

Il famoso motore fire era di invenzione Alfa Romeo, l'aveva progettato il famoso ingegniere Chiti, prima che  quella sventurata casa automobilistica fosse svenduta ad agnelli per poche lenticchie dal buon Prodi mentre volevano pagarlo bene gli statunitensi della ford.

La concorrenza usa altri motori e la differenza la fa nel diesel con Peugeot e col gruppo Audi-volkswagen e soprattutto grazie al gruppo Bosh che è leader mondiale nella componentistica elettronica. La fiat con Marelli fa poco sviluppo perché spende i soldi per pagare i suoi manager per non far niente.

Non esistono motori 2000 fire, dici sciocchezze.

Le auto fiat consumano di più perché invece di studiare nuovi motori specifici per ogni tipo di vettura non fanno altro che montare dappertutto lo stesso motore con evidenti cali di rendimento.

Il motore sella panda nuova è un 1200 che succhia come una idrovora e per di più l'auto è più pesante delle concorrenti.

Se ci monti l'alimentazione a metano non si muove e appena trovi una salitina devi camminare in prima per chilometri sennç ti conviene andare a piedi.

Mi fermo qua perché la panoplia sarebbe lunga...

Sono problemi di progettazione, non di montaggio. Sia ben chiaro che non nego questi ultimi, ma non si può dire che le auto fiat si vendono poco per colpa degli operai che costano molto

 

sabatino di martino

Iscritto dal: 24/09/2000
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Bell'intervento Maurizio.

In una parola il lavoro più difficile che deve fare il mondo del lavoro ,di cui i lavoratori sono un tassello importante è per assurdo,tanto semplice ,quanto complicatissimo:cambiare mentalità.

Le parole di Marchionne sono chiarissime,dure,ma vere.Tutto si rimanda a se chi di dovere le capisce.

 

Iscritto dal: 14/01/2005
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Veramente sono solo chiare, dure non direi, anzi sono molto morbide ma alla fine gli devi dire che sono delle mammolette, che il salario si suda e il lavoro è un riconoscimento prima che un dovere e un diritto del tutto teorico.

Non sai un quante aziende ciò è già successo e quanti lavoratori veri ne siano stati forgiati nel nuovo conio. Lentamente la verità li raggiungerà tutti, speriamo prima che sia troppo tardi. Altro concetto che sembra debba essere chiarito, sono lavoratori tutti coloro che prestano la loro opera a titolo oneroso nell'azienda, i padroni ne hanno la proprietà ma sono alle Bhamas non in ditta. Un altro ancora, il pesce puzza dalla testa, l'azienda da dove è marcia, il pesce è morto, l'azienda puzza anche da viva.

Iscritto dal: 12/09/2009
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Si, l'impoverimento è tutta colpa di questi operai sfaticati con le loro alte paghe rubate, e le cose andranno sempre peggio a mano a mano che la sfaticataggine dilaga a macchia d'olio come un morbo pestifero nelle masse; però, visto che tanto ormai la rovina è inevitabile, quand'è che Marchionne si autoriduce la paga e si accontenta di guadagnare 20 volte un operario come usava Valletta cinquant'anni fa quando la rovina non c'era? gli alti dirigenti prendono paghe spropositate e aggravano di costi tutto il sistema anche se l'azienda poi va a puttane; evidentemente  il merito da quelle parti vale fino ad un certo punto.

http://www.corriere.it/economia/10_ottobre_27/crisi-risparmio_4978be4e-e...

 

http://finanza.repubblica.it/News_Dettaglio.aspx?code=656&dt=2010-10-27&...

Iscritto dal: 14/01/2005
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Valletta ha consegnato un moribondo al giovane Agnelli che ha coraggiosamente buttato il vallettismo alle ortiche e inventato l'utilitaria moderna. 124 125 126 127 128 130 131 132 sono stati successi innovativi e coraggiosi, poi anzichè passare la mano si è incarognito al potere fino a dare un cadavere al povero Marchionne. Parlando di meccanica il Fire arriva fino al 1400 ed è montato su tutte le piccole Fiat e Peugeot, il 1900/2400 diesel è forse il miglior diesel della sua categoria e il common rail che è tecnologia Fiat è usato ormai da tutti. Bosch è un paragone improprio, visto che non fa automobili, se è solo per questo un terzo dei componenti BMW e VW è prodotto da terzisti italiani.

I commenti di Sabatino sulle politiche economiche del centro sinistra sono esatti, abbiamo rottamato operai capaci pensionandoli a cinquantanni per sostituirli con sciocchini che "la vita è altrove" e mantenendo dirigenze settantenni pronte per la rottamazione. Altri che hanno tenuto gli operai in officina fino a sessantacinque anni e messo dirigenti di meno di sessanta che si sono mangiati vivi i vecchietti. Ognuno ha le sue colpe, se parliamo di operai sono costosi e poco produttivi, disinteressati al lavoro e con la testa solo all'uscita. Se parliamo di imprenditori hanno altri difetti, il principale è che seppelliscono le aziende con loro condannandole al loro personale declino. Non sempre e non ovunque ma le cause principali dei nostri problemi sono state una politica delle risorse umane demente e una classe dirigente immorale che affonda la sua nave perchè sua. Lentamente stiamo cambiando rotta ma con tutti i vincoli e i freni di un sistema ingessato e inamovibile, se pensi che la CGIL è ferma agli anni settanta, il PD sulle scemenze degli anni 70 lo stupore non è che vada male, è che non sia peggio.